Recensioni per
Ho smesso le mie idee
di l_s

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/05/09, ore 14:34
Cap. 1:

Conosco questa sensazione di "sterilità". Per usare i termini del mio intervento in cui ti sei ritrovata -- volevo risponderti con un commento, ma non ero sicura di dire la cosa giusta, quindi approfitto di questo tuo scritto per riprendere l'argomento --, quello sì, è blu di sottofondo... Ma questo blu di cui stiamo parlando ora è passeggero per forza, e credo attraversi prima o poi la vita di ogni "scrittore" in erba. E infatti "Stupefiants poétiques" (è giusto?) mi ha toccata proprio perché, sempre se ho interpretato bene l'identità di Fame, è una cosa che ho sperimentato anche io. E' durata due anni, per me, in passato, e magari (probabilmente) tornerà a contagiarmi in futuro. Lo so che viene il panico. E come potrebbe essere diversamente, quando è così angosciante il pensiero di non avere più storie da raccontare, più mezzi per esprimersi...? Non disperare, abbi fede e lascia che Fame torni. Ché torna... Torna.
Veniamo a questo scritto. First of all, ti faccio i complimenti per la scelta del titolo, e quindi anche per la metafora del guardaroba che si porta dietro. Ci ho dovuto riflettere un attimo per assimilarla, ma certe cose richiedono il loro tempo. Mi piace pomeriggio sbiadito, perché il pomeriggio non è né l'alba né il tramonto (che per usare metafore ultranote, sono l'una la genesi e l'uno la morte): il pomeriggio sta in mezzo, è quando il sole cuoce addosso dando un senso di spossatezza e le ombre sono troppo corte per poter mimare figure. Rende bene, quindi mi piace.
Mi piacciono questi guardaroba guardavo e logoranti logorati. Mi incuriosisce invece la seconda strofa, che faccio fatica ad interpretare; la terza è carica di rabbia, ma resta in tema con la metafora del guardaroba e questo salto dal "blu" al "rosso" lascia basiti.
E' buono, in generale. Non è la tua opera migliore, e credo che ci sia dell'incoerenza nella metrica che rende più faticosa la lettura, ma una cosa mi piace moltissimo: hai dato una forma, un sapore artistico, a quel "blu" di cui parlo nell'intervento e che mi ronza in testa da anni, ma lo vedo nitido e tiepido soltanto ora in questo tuo scritto. E' una cosa che non ho mai visto fare... Forse perché non ho conosciuto molte persone che comprendessero appieno il significato di quel "blu" della mia colorogia.
Quindi, tre cose: un sorriso nell'intento di rassicurarti che Fame tornerà, un altro d'apprezzamento, e un "grazie" che egocentricamente ti rivolgo per aver dato forma a questo qualcosa così indefinito (e, io credevo, indefinibile).

Recensore Master
09/05/09, ore 18:05
Cap. 1:

E così gliela dai vinta?
E così smetti di combattere, di attaccare, di urlare le tue forti parole e di macchiarle di silenzi ancora più spiazzanti?
Hai deciso di sostituire ciò che di più prezioso ti appartiene con idiozie, cervelli liofilizzati e ridotti a poltiglia inutile, vuota di inutili scemenze?
Decidi di adeguarti, di schierarti dalla parte della maggioranza, di sopprimere te stessa per non essere più calpestata?
Questo mi vuoi dire? Che è finita. Vuoi convincerti di questo? Che nel torto ci sei tu. Tu, che con la tua sfacciata ragione sei finita per marcire nella solitudine, a mangiare il fango. Tu. Che io ho amato, stimato, seguito ed ascoltato. Tu.
Ti posso pregare di non farlo e posso anche dirti che la poesia che hai scritto mi ha letteralmente ferita. Ma che senso avrebbe, sinceramente? Che senso avrebbe, da parte di chi, come me, si sta lasciando marcire nella polvere? Nessuno, appunto.
Solo, sii ciò che sei sempre stata. Sii te stessa senza vergogne e senza pudore, fino all'ultima goccia del tuo vero essere. Non ti sprecare, sei di più di tutto quello.

Recensore Junior
08/05/09, ore 22:49
Cap. 1:

Ha ragione Ego me stesso e io quando dice che la rabbia non può morire e che ciascuno di noi (di noi "anormali" di noi "diversi") dovrebbe usare come appiglio per non lasciarsi morire. Nessun compromesso con chi vuole questo - la morte delle persone - perché non meritano il perdono che negano a noi. La poesia è un bellissimo sfogo, e lascia intendere - tutt'al contrario di ciò che sembra - che sei del tutto lontana da una resa a quello che insegnano nelle scuole! Sembra piuttosto che tu sia consapevole, stanca, irritata...ti prude questa voglia di arrenderti, ma in fondo è un pizzico di zanzara: se non le dai retta, presto passerà! Non tirarti giù, e pensa che qua siamo gia in due a volerti aiutare!^__^ Forza e coraggio. Leo

Recensore Master
08/05/09, ore 19:09
Cap. 1:

Una parte di me è morta. Con questa resa. Ma perchè? Perchè? Cosa posso fare per te? Cosa posso dire? Io non voglio lasciarti andare. I mi rifiuto di capire e di comprendere ciò che hai messo giù, piangendo lacrime che penso sappiano di veleno, di sconfitta, di adeguamento. Non ci posso credere. Non ci voglio credere, diamine. Non farlo. Te ne prego. Non buttarti via. Non lasciarti andare. La rabbia non riesce a morire. La rabbia non vuole recinti. Non vivere adeguandoti a ciò che propinano per sentirsi più sicuri. Non farlo. Te ne pentiresti e non riusciresti più a tornare indietro. Non.Abbassare.Gli.Occhi. Sei tu che hai ragione, non loro.