Recensioni per
Tanto va la convivenza che ci lascia lo zampino
di Sacchan_

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao! Sono qui per lo scambio a catena. ^^
Non avevi espresso preferenze nel commento, quindi ho deciso di spulciare un po' il tuo profilo e andare dove mi portava il cuore. Non conosco nessuno dei fandom in cui scrivi, purtroppo, per cui ho optato per questa storia visto che, quantomeno, ho giocato abbastanza a Dolce flirt da poterci capire qualcosa.
Infatti, sapere di avere davanti una CastielxNathalien mi ha emozionata. Mai vista questa coppia ma ammetto che, per gli amanti dello Yaoi, può essere il top. Solitamente adoro i personaggi molto differenti fra loro.
Allora, mi è piaciuto l'inizio nel bar come contesto; l'ho trovata un'idea originale quella di farci un AU.
Mi è piaciuto il modo in cui hai sviluppato il tutto. Succede tutto in modo rapido, perché è comunque una one-shot, ma più che plausibile. Ho adorato i battibecchi fra i due e ho apprezzato il fatto che, nonostante questa storia sia una AU, i personaggi rimangono perfettamente IC. Secondo me con le AU si  rischia molto di stravolgerli, soprattutto se si accoppiano coppie (scioglilingua xD) così bizzarre e inaspettate. Eppure, hai mantenuto i personaggi IC e credimi, io non ci sarei riuscita con questi due, in questo contesto! 
Ho adorato la scena dei gattini. Mi ha ricordato un illustrazione che si sblocca durante gli episodi, così come il riferimento al cane di Castiel.
Alla fine i due hanno iniziato ad andare d'accordo, e io ho iniziato a shipparli.
Purtroppo hai concluso la storia sul più bello XD mi sarebbe piaciuto leggere ancora ^^
Alla prossima!

Recensore Master

Ciao! Sono qui per lo Scambio Recensioni :) 
Non conosco precisamente il Fandom in cui ti sei mossa ma ho letto la storia come una originale e non ho avuto alcun problema a comprenderla e soprattutto ad entrare all'interno dei fatti, seguendo il progredire lento ma inevitabile dell'avvicinamento tra i due protagonisti.
Parto con il dirti che hai usato un tipo di narrazione che io su Efp ho letto solo una volta, in generale comunque molte poche volte e personalmente di solito non rispecchia pienamente i miei gusti. Ma questo solo perché l'utilizzo di una seconda persona singolare rompe sicuramente l'illusione della scrittura e mostra dietro il racconto chi ci sia, la mano vera e propria dello scrittore e la sua voce che sembra sempre rivolgersi ai protagonisti, muovendoli. E all'inizio, ma solo per una questione personale e non per un tuo errore o altro, riuscivo poco a immedesimarmi nei personaggi o a sentirli più approfonditamente di quanto sarebbe stato l'uso di una terza persona o soprattutto di una prima persona singolare. 
Ma tu sei stata capacissima, hai mantenuto il punto tutto il tempo e non ho trovato la minima sbavatura, hai tratteggiato ogni incontro con maestria e le sensazioni sono state belle e piacevoli. 
Sei riuscita anche a parlare di temi importanti, come il divorzio e la nascita di queste nuove famiglie allargate e i segreti che si possono nascondere all'interno di ogni tipo di famiglia.
È un messaggio sottile ma sempre presente durante tutta la narrazione e non lo hai mai fatto dimenticare. Il  salto tra passato e presente è netto e separato anche graficamente e di questo anche ti dico brava perché così aiuti il lettore durante il viaggio-lettura. 
Ho letto pochi M/M ma questo l'ho trovato molto dolce e ben riuscito. Mi hanno fatto entrambi tenerezza e la fine mi ha fatto solo venire voglia di scoprire di più (il rating comunque è pienamente rispettato!) 
Errori non ne ho notati e la formattazione è curata. 
Sono contenta di averlo letto! Complimenti davvero :))

Recensore Veterano

[Valutazione del contest It's too cliché - Seconda edizione]

Titolo:

Il titolo non mi convince molto: è carina l’idea di usare come base quel proverbio, soprattutto perché si adatta bene alla tua storia, ma questa tua “interpretazione” un po’ nonsense la vedrei più adatta a una storia comica/parodistica piuttosto che alla commedia romantica che invece hai scritto.
Tuttavia è sicuramente originale, e attira l’attenzione del lettore suscitando in lui non poca curiosità.



Uso del cliché:

Il cliché è sviluppato adeguatamente in ogni suo punto: tutta la storia ruota intorno alla convivenza forzata (conseguenza del fidanzamento ufficiale dei genitori) dei due protagonisti; inoltre il loro incontro/scontro prima delle presentazioni ufficiali non viene semplicemente accennato, ma ha un ruolo chiave nella trama.



Caratterizzazione dei personaggi:

In questa tua storia sia Castiel che Nathaniel sono più grandi e si muovono in un contesto diverso rispetto a quello in cui siamo abituati a vederli, ma nonostante questo rimangono (quasi) sempre coerenti con se stessi e con la loro personalità originale.

La storia si apre con Castiel che lavora al bar e osserva quel cliente nuovo che ha attirato la sua attenzione. Lavorando in un pub ha avuto modo di osservare senza essere visto una fauna molto variegata di persone, e trovo verosimile che questo (insieme alla sua naturale inclinazione a capire la gente, anche se poi tende perlopiù a fregarsene e a fare come gli pare) gli abbia permesso di inquadrare subito Nathaniel come un tipo poco avvezzo a luoghi del genere che probabilmente si trova lì perché ha qualche problema.
È verosimile anche che, giacché quel tipo lo attrae, abbia la faccia tosta di presentarsi al suo tavolo e attaccare bottone: sappiamo che Castiel è un ragazzo molto sicuro di sé, e che quando è interessato a qualcosa (o qualcuno) non si fa problemi a mettersi in gioco per cercare di raggiungere il suo obiettivo.
Senza contare che, parlando con Nathaniel, da un interesse puramente fisico è nata una sorta di complicità emotiva per la brutta situazione che sta vivendo a casa e che Castiel per primo ha dovuto sopportare. E qui, di nuovo, si dimostra fedele a se stesso spiattellandogli la cruda verità sulla futura separazione dei suoi (e sul fatto che sia meglio così per tutti, in particolare per lui stesso) senza neanche cercare di smussarne gli angoli – e facendosi quindi mandare al diavolo.

Nathaniel in questa prima scena (che in realtà è spezzata in due, ma io la tratto tutta insieme per praticità) è molto diverso dal suo solito modo di fare gentile e affabile: è impacciato e depresso, schiacciato dal peso dei suoi problemi… eppure Castiel riesce a farlo reagire, tirando fuori quel caratterino irascibile solitamente ben nascosto dietro una maschera di cortesia più o meno sincera.

E infatti, durante la cena della presentazione ufficiale, Nathaniel sfodera con noncuranza il carattere da Segretario Delegato (anche se qui non lo è) che c’è in lui e si comporta in maniera cordiale e impeccabile. Anche troppo, in effetti, ma il modo in cui ne parla sua madre (sempre studioso, sempre educato, sempre impegnato) rispecchia un po’ quello che già conosciamo di lui, ovvero che è una persona sempre attenta a dare il massimo in tutto quello che è “socialmente rispettabile”, per non dare problemi alla sua famiglia e fare anzi in modo che siano fieri di lui.

Castiel, come c’era da aspettarsi, non prende affatto bene in non essere apparentemente riconosciuto da Nathaniel (soprattutto considerando il fatto che invece lui Nathaniel non è riuscito a toglierselo dalla testa) ed è naturale che a fine cena esca sulla terrazza con la scusa di fumare per stare un po’ da solo a sbollire la delusione.

Mi è piaciuta la loro discussione quando Nathaniel esce a chiamare Castiel per dirgli di rientrare, l’ho trovata spontanea e verosimile con Cass che stuzzica Nathaniel a proposito del fumo e lui che si irrita per quell’insistenza ma nonostante questo mantiene ben saldo il suo savoir-faire, anche quando Cass tira fuori l’argomento delicato della relazione dei loro genitori (e delle conseguenze che questa avrà per loro due).

La convivenza inizia per Castiel in modo tutto sommato abbastanza tranquillo per quanto riguarda il rapporto con la matrigna (anche se vorrebbe che lasciasse il lavoro per riprendere gli studi), mentre invece non può fare a meno di bisticciare continuamente con il suo nuovo fratellastro. Anche questo lo trovo molto naturale, perché le loro personalità sono così diverse e in contrasto che, fino a quando non accettano di smussare i propri angoli per andarsi incontro l’un l’altro, è ovvio che troveranno motivo di scontro in qualunque minima cosa… scontri che però Nathaniel cerca di stroncare alla radice – per mantenere quell’apparenza rispettabile che è tanto cara a sua madre – cominciando ad evitare (per quanto possibile, abitando nella stessa casa) Castiel.

Questo comportamento di Nath è decisamente immaturo eforse anche in contrasto con l’apparenza da “ragazzo serio e coscienzioso” che cerca di mantenere… però, se consideriamo che nel canon ha chiesto a una ragazza conosciuta una settimana prima di far firmare a Castiel il foglio di assenza per evitarsi la rogna di occuparsene di persona, capiamo che in fondo non stona affatto con il suo personaggio (dopotutto è un essere umano, con pregi e difetti).

Invece non mi convince molto la risposta di Castiel a questo suo comportamento: nonostante Nathaniel continui a parlargli lo stretto indispensabile per salvare le apparenze con gli adulti e poi lo ignori, lui continua a cercare un qualche contatto e a sperare di fargli ricordare quella famosa sera per avere delle risposte.
Ecco, secondo me invece il Castiel che conosciamo manderebbe bellamente al diavolo quella primadonna che si è ritrovato come fratello e festa finita, perché per quanto l’abbia stuzzicato quella sera – e quelle a seguire con il suo ricordo – di fatto non è successo nulla di così plateale da giustificare questa sua ossessione; soprattutto considerato che anche lui in quanto a caratterino incazzoso non scherza, e non è decisamente il tipo da sopportare in silenzio un atteggiamento del genere.

Meglio sarebbe stato (ma è solo un parere personale, nulla più) evitare di specificare che Castiel continuava a cercare un contatto con l’altro anche se lui lo evitava, e lasciare intendere invece che all’inizio si ignoravano a vicenda perché si stavano bellamente sulle scatole, ma poi dopo l’incontro nel vicolo le cose hanno iniziato a migliorare.

Parlando proprio di quella scena, mi è molto piaciuta: è proprio da Nathaniel occuparsi dei micetti del quartiere (e infatti lo vediamo anche nella storyline del gioco) e ho trovato naturale che Castiel abbia colto l’occasione di averlo trovato con “la guardia abbassata” per tentare un passo nella sua direzione, offrendosi di procurargli qualcosa per i gattini.

È verosimile anche che, avendo finalmente qualcosa in comune oltre alla casa e ai genitori, Castiel e Nathaniel abbiano smesso di litigare così spesso e abbiano iniziato a passare un po’ di tempo insieme a parlare come due persone civili… addirittura amichevoli, qualche volta.

Di contro, ho trovato decisamente OOC la scena del bacio sulla guancia, per entrambi: da un lato Nathaniel che si comporta come una ragazzina delle medie (sul serio, si è mai visto un giovane uomo – perché di questo si tratta – dare un “bacio di ringraziamento” ad un altro giovane uomo che conosce da meno di due mesi e con cui solo da pochi giorni ha iniziato ad intrattenere un rapporto civile?), dall’altro Castiel reagisce come un moccioso delle elementari (“Bleah! Che schifo!” davvero non si può leggere in questo contesto, te lo dico col cuore).
E non mi è piaciuto nemmeno quel “Tranquillo, nessuno verrà a sapere di questa piccola macchia sul tuo onore.” che Nathaniel gli dice subito dopo: anche se in misura minore rispetto al resto, l’ho trovata forzata e poco verosimile, non tanto per il personaggio che l’ha pronunciata (anche Nathaniel è uno che quando vuole sa essere spiritoso) quanto per la situazione in cui è collocata (sarebbe stata accettabile in una scenetta comica tra due amici che si prendono in giro, ma l’atmosfera che si coglie in questo caso ha quell’accenno di romanticismo che la rende artificiosa e inverosimile).

Poco tempo dopo i nostri si ritrovano di nuovo a pranzo nel ristorante che in un certo senso ha visto l’inizio di tutto, e di nuovo Castiel si ritira sulla terrazza a fumare. Mi è piaciuto che Nathaniel l’abbia seguito anche stavolta, e mi è piaciuto che l’abbia fatto non con lo scopo pratico di farlo rientrare ma perché preferisce stare in sua compagnia piuttosto che dentro con i genitori. È una cosa molto naturale, e in più ha contribuito non poco a creare una certa aspettativa nel lettore, anticipando una “chiusura del cerchio” che poi effettivamente c’è stata (anche se in seconda battuta).
Mi è piaciuto anche che in questa occasione i due si aprano un po’ l’un l’altro, in particolare Castiel: sappiamo bene quanto sia chiuso e introverso, e il fatto che Nathaniel cerchi (finalmente) di conoscerlo meglio vale tanto quanto Castiel che decide di essere sincero con lui.
È quel “piccolo passo” che nessuno dei due, ben saldo nelle sue convinzioni, aveva davvero accettato di fare finora (sì, Castiel cercava di conoscere Nathaniel, ma allo stesso tempo non lasciava che lui lo conoscesse realmente) e che è un enorme passo avanti nel loro rapporto.

E poi Nathaniel rivela a Castiel che anche lui non ha mai scordato la sera in cui si sono conosciuti.
Anche questa parte di dialogo mi è sembrata verosimile, perché da un lato spiega bene le motivazioni di Nathaniel (dapprima pensava che Cass non si ricordasse di lui, dopo era troppo imbarazzato per tirare fuori l’argomento), dall’altro si capisce che, giustamente, Castiel è di molto irritato all’idea che Nathaniel gli abbia tenuto nascosto quell’informazione che tanto gli premeva conoscere.

Il chiarimento finale, nella stanza di Nathaniel, è ben strutturato: i protagonisti lasciano cadere le ultime barriere e decidono di essere sinceri fino in fondo con l’altro, ponendosi tutte quelle domande che assillavano entrambi (a proposito, ho apprezzato questo sottolineare come anche Nathaniel abbia rimuginato su quel primo incontro, chiedendosi ad esempio che cosa avesse spinto Castiel ad andare a sedersi proprio con lui, tra i tanti clienti del locale) e colmando ogni possibile vuoto in quello che è stato il travagliato inizio di quel loro strano rapporto.


Non sappiamo quanto tempo sia passato prima dell’epilogo (ne parlerò anche dopo), ma nell’ultima parte abbiamo una situazione familiare apparentemente stabile, con tutti i personaggi che giocano il proprio ruolo con tranquillità e naturalezza.
Molto bello il dialogo di Castiel con la sua matrigna, in cui lei gli rivela i suoi passati timori sul fatto che lui non l’avrebbe accettata e che non sarebbe andato d’accordo con Nathaniel e si dichiara felice nel rendersi conto che invece tutto è andato per il meglio.
In particolare mi ha fatto sorridere il “patteggiamento” del ruolo che avrebbe avuto durante la festa di quella sera (anziché chiamare i suoi amici per suonare avrebbe servito i cocktail), perché in questa scena ho notato tra i due molta complicità e familiarità.

Anche la breve scena con Nathaniel è ben descritta, e sia atteggiamenti che dialoghi sono naturali per due che ormai hanno una relazione consolidata (anche se ancora clandestina)… anche se continuo a non capire per quale motivo Nathaniel non voglia “consumare” il loro rapporto in camera propria e insista per andare invece sempre e solo in quella di Castiel.


In ultimo, una breve panoramica su altri due personaggi della storia che, pur non essendo protagonisti, sono comunque molto importanti: la madre di Nathaniel e il padre di Castiel.

La madre di Nathaniel compare di rado, ma abbastanza da riuscire a conoscerla tanto quanto la conosce Castiel (dopotutto gli è stata presentata pochi mesi fa): è molto fiera di suo figlio e non perde occasione per dimostrarlo con gesti e con parole; è una donna elegante e raffinata tanto che all’inizio appare anche piuttosto snob (ma questo forse deriva dal vederla attraverso gli occhi di Castiel), ma poi per fortuna si “ammorbidisce”; persona fondamentalmente buona e tranquilla (anche se un po’ rompiscatole, soprattutto per quanto riguarda gli studi e i vestiti), innamorata del suo compagno e desiderosa di far funzionare la sua nuova famiglia.

Il padre di Castiel, invece, paradossalmente (dato che Castiel è il protagonista e quindi, al contrario della matrigna, dovrebbe conoscerlo molto bene) viene delineato con meno cura: dalle poche informazioni che troviamo sparse nella storia possiamo solo capire che è un gran lavoratore (nell’ultimo paragrafo riceve una promozione importante), ma nella vita privata è uomo dal carattere debole, che si sottomette docilmente a ogni singola decisione della compagna (dal ristorante in cui pranzare alla casa in cui andare a vivere); vuol bene a suo figlio (cui è grato per il supporto ricevuto dopo che la precedente moglie li ha abbandonati) ed è affezionato al figliastro, ma ad eccezione di qualche sporadico invito a non litigare non si interessa granché di nessuno dei due.



Stile e trama:

Lo stile è introspettivo ma non pesante, ricco di discorsi diretti che favoriscono un ritmo intenso alla narrazione senza però velocizzarlo troppo e con una sintassi semplice ma ben curata.

Per quanto riguarda la punteggiatura, ho riscontrato alcuni errori ricorrenti in particolare nell’utilizzo della virgola:
- Non metti mai (o quasi mai) la virgola prima e dopo un vocativo, mentre invece è sempre obbligatoria.
- Salvo rare eccezioni, va messa anche prima del “ma” avversativo, e nella tua storia spesso invece è assente.
- In alcuni punti apri delle frasi incisive senza però chiuderle con una seconda virgola, col risultato che la frase principale risulta spezzata. Ti faccio un esempio per spiegarmi meglio.
“Con due birre in mano lo raggiungi e le posi sul tavolino, esattamente sotto i suoi occhi e tanto basta ad ottenere un minimo di attenzione.” --> La frase “esattamente sotto i suoi occhi” è l’incisiva, ma non essendo seguita da una virgola risulta logicamente collegata alla seconda parte “e tanto basta ad ottenere un minimo di attenzione”che invece sarebbe da considerarsi insieme a “lo raggiungi e lo posi sul tavolino”, perché è quella l’azione che comporta l’ottenere la sua attenzione, mentre il fatto che le birre siano “proprio sotto i suoi occhi” è solo un particolare in più che sarebbe facilmente opinabile.

Il lessico è quotidiano, senza fronzoli, e si mantiene tale sia nei discorsi diretti che nella narrazione indiretta (cosa che, essendo una storia in seconda persona, non stona affatto).


Prima di parlare della trama in sé, voglio soffermarmi un momento su un particolare che mi sta molto a cuore (anche se magari potrà sembrare una puntigliosità eccessiva): la narrazione in seconda persona è molto bella, ma insidiosa; informazioni che con la prima o la terza persona potresti dare al lettore semplicemente scrivendole, con la seconda talvolta è necessario “aggirare l’ostacolo” e lasciarle solo intuire, altrimenti la frase risulta artificiosa e appesantisce la lettura.
Ti cito una pezzetto della tua storia come esempio:
“Sì, sai, perché in fondo gli uomini non ti dispiacciono affatto.”
Ecco, con la prima o la terza persona non avresti avuto problemi (con la prima è il personaggio che racconta se stesso, con la terza un narratore esterno che rivela ad altri questo particolare, e in ogni caso tutto quadra perché l’ascoltatore non è a conoscenza di quest’informazione), ma utilizzando la seconda persona parli di Castiel con Castiel stesso, e questa frase risulta forzata (tanto più che prima avevi già detto che Nathaniel “sembra avere quella giusta quantità di muscoli e grasso che sembrano renderlo irresistibile e che sai essere di tuo gradimento”, quindi il concetto di fondo era già stato chiarito).
Per farti un esempio proprio terra terra, è come se qualcuno venisse da me e dicesse “Sì, sai, perché a te i gatti piacciono molto”, e io a quel punto risponderei “Grazie tante, guarda che lo sapevo già” (in effetti io sarei molto più sarcastica, ma questo è un altro discorso).

Ci tengo a sottolineare che questa sensazione di forzatura si avverte di rado, nella tua storia, perché gran parte delle informazioni che dai al lettore sono ben inserite nel contesto e la lettura scorre naturalmente; tuttavia ho voluto comunque farti notare questa cosa perché è un problema con cui mi sono trovata a confrontarmi io stessa, dal momento che scrivo quasi esclusivamente in prima persona, e credo che prestare attenzione a questi particolari aiuti notevolmente a migliorare la fluidità della narrazione.


La trama è semplice e lineare, si sviluppa tranquillamente attraverso tutta la storia senza sbalzi né intoppi… con due eccezioni.
- Una positiva, all’inizio: mi è piaciuto lo stratagemma di troncare la scena del primo incontro di Cass e Nath e riprenderla in un secondo momento come flashback; oltre a vivacizzare il ritmo del racconto, credo che aiuti il lettore a mettere istintivamente in contrapposizione i due incontri dei protagonisti e, di conseguenza, i loro diversi atteggiamenti.
- Una negativa, alla fine: il salto temporale dal penultimo paragrafo (che termina con Cass e Nath che decidono di diventare amici) all’ultimo (in cui sono una coppia ormai consolidata) è veramente eccessivo, secondo me, perché in una storia dove hai giustamente impiegato molto tempo per raccontare il modo in cui Cass e Nath da “nemici” sono gradualmente diventati amici, poi non puoi semplicemente buttare lì che “Come sia scattata esattamente la cosa non ricordi bene” e “Le cose sono venute poi da sé e ora siete ufficialmente una coppia di fatto” (tra l’altro, a o dici “siete ufficialmente una coppia” o “siete una coppia di fatto/siete di fatto una coppia”, perché in questo modo è ridondante e brutto da leggere) e saltare a piè pari tutto il periodo dell’avvicinamento romantico, sperando che il lettore si accontenti di queste “briciole”. A me ha dato l’impressione che ci fosse un enorme “buco narrativo”, lasciato forse dalla mancanza di tempo, che hai cercato di arginare in qualche modo con quelle poche frasi nel paragrafo finale.

Voglio anche farti notare un’altra piccola incongruenza con la trama (non eclatante, ma comunque fastidiosa): hai specificato che “pochi giorni dopo quell’incontro ufficiale ti sei trasferito in quella che sarebbe diventata la tua nuova casa”. Ecco, il fatto è che per organizzare una convivenza occorrono ben più di pochi giorni: ci sono moltissime cose da preparare e organizzare insieme, il che implica che sia la madre di Nathaniel che il padre di Castiel avessero programmato già da mesi di compiere quel passo importante… e mi sembra piuttosto inverosimile che abbiano aspettato gli ultimi giorni per le presentazioni ufficiali. Meglio sarebbe stato, per lasciar intendere che comunque è successo tutto molto in fretta, usare l’espressione “poche settimane”, anziché “pochi giorni”; in questo caso sarebbe comunque verosimile sia per i tempi tecnici (il trasloco, l’acquisto dei nuovi mobili per Nath e il conseguente montaggio) che per quelli sociali (nonostante siano molto innamorati hanno entrambi un figlio, quindi prima di sconvolgere la sua vita con un cambiamento di questo tipo è logico pensare che volessero fargli conosce e apprezzare il nuovo partner e il futuro fratellastro).

A parte questo, come ti dicevo, la trama scorre lineare dall’inizio alla fine, e ho molto apprezzato la gradualità con cui fai evolvere il rapporto di Castiel e Nathaniel: dal superficiale interesse di Castiel per quel cliente bizzarro (e carino) si passa ad un’altrettanto superficiale antipatia per il nuovo fratellastro che poi, molto lentamente, si evolve dapprima in una “tolleranza civile” e poi in amicizia vera e propria (e poi in relazione sentimentale, ma di questo ho già abbondantemente parlato).

Il finale è molto dolce e descrive lo spaccato familiare di una normalissima famiglia moderna in cui tutti i componenti vanno – più o meno – d’accordo e si vogliono bene.
E poi c’è quel “segreto di famiglia” che forse – prima o poi – sarà rivelato, e che fa concludere la storia con un sorriso divertito sulle labbra.



Gradimento personale:

La tua è una storia dolce e tenera, di cui ho apprezzato particolarmente il lento ma inesorabile avvicinarsi dei due protagonisti, che col passare dei giorni lasciano cadere ciascuno la propria maschera per permettere all’altro di vedere come sono fatti davvero.