Espressivamente encomiabile. Ho letto questa poesia mentre cavoleggiando su EFP, quindi son giunto qui per puro caso.
L'aridità interiore è l’emblema di una condizione esistenziale di prigionia, solitudine e abbandono, di assenza di ogni slancio vitale. La poetessa si vede costretta ad accettare la triste e limitata condizione umana.
Leggendo la poetica chiaramente c’è molto di più che il solo rappresentare la desolazione e sicuramente esprime dei concetti universali. È il racconto dei nostri sforzi, lungo una strada sempre più faticosa, dove ciò che conosciamo muore o si dissolve accanto a noi. I fiumi hanno solo polvere, gli alberi non hanno più linfa, nel cielo non ci sono nuvole a contrastare un sole che sta solo bruciando e accecando. Quasi sulla chiusa c'è quella sorta di falsa speranza, quello del granello di sabbia che apparentemente si salva e qui si può benissimo parlare di illusione.
Da segnalare che nel metaforico "deserto" da te rappresentato non si incontreranno viaggiatori, tuareg, carovane. E' un deserto nudo, volutamente nudo. I contatti con altri esseri umani vengono annullati. La visione di un paesaggio vuoto, enorme, senza nessun segno di vita, riporta all'interiore contatto fluidificando la mente.
Nonostante la poetica non è proprio ottimista o positiva ti sgancio la mia bandierina verde e un gigantesco innaffiatoio. Spero che quanto hai espresso sia solo stato un passaggio e che sei riuscita a lasciarti le tediose dune e di conseguenza l'impervia e arida condizione alla spalle.
Brava e colgo l'occasione per farti tantissimi auguri di buon Natale! |