Per oggi mi fermo qui, ma riprenderò presto a recensire altro di tuoi, promesso. Non lo faccio con altre poesie perché, almeno per me, commentarle non è sempre così semplice scrivendo su altri generi e, per quanto adori ciò che scrivi, devo concentrarmi tantissimo per scrivere recensioni perlomeno decenti. Spero non ci rimarrai male.
Una volta ho letto di una ragazza agorafobica che faceva fatica a stare all'aperto. Era stata rapita e chiusa per molti giorni e una volta uscita le faceva paura rimanere fuori perché le ricordava il momento in cui, da bambina, era stata portata via dal parco in cui stava giocando. (Non era una storia vera, almenoo spero di no, si trovava su questo sito).
Io di sicuro non sono agorafobica. Ma l'ansia, come sai, mi crea alcuni problemi perché quando esco mi manca il respiro e sto male, succede abbastanza spesso soprattutto se devo incontrare qualcuno.
La tematica che hai deciso di trattare è molto forte e, anche se la poesia è corta, si vede che dietro c'è molto lavoro.
"Sto rinchiuso in una nicchia,
altrove,
ove nessuno può vedere"
Di sicuro è così per l'agorafobia, ma posso confermare che lo è anche per l'ansia. Nel mio caso, stare chiusa in casa - soprattutto da sola - mi fa, in un certo senso, bene, perché almeno sono più tranquilla, ma mi fa anche male perché non ho molta compagnia.
L'immagine dei serpenti mi ha molto colpita in quanto la paura può essere paragonata ad un serpente che si insinua pian piano in noi.
"sparisco dal mondo, da tutto il possibile."
Penso che a volte la paura blocchi, paralizzi, sicuramente nell'agorafobia questa cosa è accentuata e si vorrebbe solo sparire per non provarla più. Rifacendomi alla mia esperienz con l'ansia e non solo, posso dire che anch'io a volte vorrei sparire, rifugiarmi in un angolo per non dover affrontare la vita e il mondo. E non è un modo di scappare per vittimismo, è che a volte davvero mancano le forze per far fronte alla vita e ai problemi, anche solo all'ansia stessa, allo scavare in noi per capire quali sono le vere difficoltà, cos'è che ci blocca. O almeno, io provo questo.
Bravissima! Non è facile trattare tematiche del genere, molto spesso se ne parla - purtroppo - in maniera superficiale e sbagliata, senza documentazione, tatto e sensibilità. Tu, però, hai fatto il contrario.
Giulia |