Recensioni per
Sentences
di Ranessa

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/10/21, ore 17:27
Cap. 1:

Ho scelto di leggere questa storia incuriosita dai personaggi: Severus e Rodolphus sono un accostamento quantomeno insolito, anche se non sono solita leggere dei Mangiamorte in generale. Il rapporto che immagini tra loro mi incuriosisce, non mi sarei aspettata di trovare un Rodolphus ben poco esaltato dagli ideali di Voldemort. Trascinato da chi ha intorno, più che altro. E che sa che Severus è la spia.
Interessante!

Recensore Veterano
29/08/05, ore 23:22
Cap. 1:

Allora, inizio con il ripetere per la decimillesima volta che ti odio: possibile che ci riesci sempre? Lo fai apposta, non c'è altra spiegazione, quando io dico che un personaggio mi dà fastidio, anzi che non lo sopporto proprio, tiri fuori un piccolo gioiellino che, matematicamente va a mettermi una pulce nell'orecchio: "Ma sarà davvero così insopportabile?" Questa volta ovviamente vale per Rodolphus, perchè lo schifido resta ora e resterà per sempre lo schifido, non c'è nulla da fare! Allora, partiamo dal passato:

Rodolphus(perchè io parlo di Roddie, Sevvie l'ha analizzato benissimo Ida, e poi l'esperta in materia è lei...)

Rodolphus è il Mangiamorte meno Mangiamortesco di tutti, tranne forse Codaliscia, ma quella è un'altra storia e ne parlerò un'altra volta... è lì perchè ha seguito Lucius, perchè ha seguito Bellatrix. I suoi amici, la sua fidanzata, loro sì che sono convinti di quello che stanno per fare. Lui no.
Forse si trova lì perchè ha paura di restare solo, di perdere proprio Bellatrix. Per questo gli pesa più l'attesa dopo la marchiatura che quella precedente: con il Marchio impresso sotto la pelle, indelebile, Rodolphus si rende conto di non avere più via d'uscita e ad un tratto si trova a rappresentare una causa in cui non crede. Il Rodolphus Lestrange che giunge per la prima volta alla Torre di Voldemort (dimmi tu come la chiami, io l'apostrofata così) non è che un ragazzino, un bambinetto viziato; il suo problema più importante fino al giorno prima era imparare a fare un anello di fumo perfetto, come i suoi amici.
All'improvviso si rende conto di essersi legato ad un uomo che non esiterà a richiedere da lui qualsiasi crimine ricordandogli la sua promessa di fedeltà, un giuramento di sangue pronunciato nell'incertezza e nel dubbio. Rodolphus ha paura di sapere quale incarico ha intenzione di affidargli Voldemort. La sua domanda: "Perchè hai creduto anche solo per un attimo che qui avresti potuto essere felice?", l'inquietudine malcelata.... Non riesce nemmeno a comprendere perchè gli altri siano lì volontariamente! Forse ha bisogno di rivelare quel segreto soffocante, a mio parere cerca in Piton un semplice osservatore, non un amico nè un consiglio: confessa la verità, ma si stizzisce ai commenti acidi dell'altro. Si rende conto di essersi mostrato vulnerabile, debole, cerca di recuperare il terreno perduto, riesce persino a prendersi gioco di Severus con la sigaretta... Una sigaretta che ha molteplici significati...
Eppure, durante questa conversazione, Rodolphus cambia: in questo momento inizia a crescere, cogliendo la triste, dura realtà; non si può tornare indietro. E si rende conto di aver bisogno di qualcuno. Strano che lo trovi proprio in Piton: non sono amici, questo è chiaro; Piton si stupisce quando si sente chiamare, nel presente si stupisce quando Rod afferma di essere felice di vederlo e di voler parlare proprio con lui. Probabilmente Rodolphus era il James Potter tra i Serpeverde nei confronti di Severus, almeno, a me piace vederla così. Sono diversi, perchè Rod sembra avere almeno una piccola cerchia intorno a sè, mentre Piton è solo, come lo è sempre stato. La differenza qual'è? Se da una parte Severus ha imparato a vivere con solo se stesso, Rodolphus ha chiuso gli occhi sulla realtà: davvero i suoi amici si possono definire tali? O forse è più solo di Piton stesso?

Presente

Rodolphus è appena uscito da Azkaban, precisamente dopo quindici anni ad Azkaban: i suoi gesti, i suoi modi stanno lentamente tornando alla luce, come una lenta ripresa da un coma. Eppure, è diverso: ha paura, paura di tornare ad Azkaban e si è reso conto di un'importante verità: si vocifera di una spia tra i Mangiamorte, si vocifera che sia Piton. E tuttavia non lo attacca pubblicamente davanti a tutti gli altri, non lo denuncia all'Oscuro Signore. Perchè? Certo non perchè ha scrupolo di accertarsi della verità, nè perchè teme le conseguenze che ricadrebbero su Piton. C'è un motivo, un motivo collegato all'altra conversazione che i due avevano avuto proprio in quella stanza. Nessun tradimento nessuna bugia. Nessuno dei due ci ha mai creduto davvero, nessuno dei due. Tra loro non c'è segreto, non c'è bugia, non c'è tradimento. Rodolphus non ha bisogno di spiegazioni, di chiarimenti. Non ci hanno mai creduto. Mai.

Nuovo recensore
04/08/05, ore 12:27
Cap. 1:

Personaggi originali, inaspettati. I Mangiamorte. Sarebbe davvero magnifico un approfondimento su di loro, sul loro stato d'animo, sui loro pensieri, sulle loro motivazioni. Sulle loro scelte. Purtroppo il libro si chiama Harry Potter, e non sono loro i punti di interesse. Fortunatamente ci sono persone come te, con un talento incredibile ed enormi capacità. Piton è un personaggio che adoro e quindi ti ringrazio per questa ff magnifica che apre uno squarcio su un altro lato di questa saga stupenda.

Recensore Junior
02/08/05, ore 12:38
Cap. 1:

Ciao Ranessa. Questastoria mi ha colpito mltoe così ho deciso di segnalarla al forum, nella sezione "Comitato Consiglio Fanfiction". Il link è [URL]http://www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=4642&idd=3444&t=1122982500203&p=1#idm44038[=URL]

Recensore Junior
07/07/05, ore 12:25
Cap. 1:

Come ogni tua altra storia, anche questa è scritta benissimo, sempre con quel tuo stile essenziale, che mi piace tanto, dove nessuna parola è mai di troppo. E dove occorre sforzarsi per capire il significato vero che sta dietro le parole.
E’ molto originale, con quella costruzione a paragrafi alternati, in cui non solo contrapponi il tempo, ma anche le iniziative dei due personaggi ed i loro stessi gesti, nonché i luoghi e le occasioni.
L'ho letta due volte, la prima nella sequenza che tu hai dato e poi secondo il corretto ritmo temporale. In questo secondo modo sono riuscita a comprendere meglio la progressione degli avvenimenti ed il loro significato ed ho potuto assaporare fino in fondo le alternanze e le contrapposizioni. Poi l’ho riletta ancora, per commentarla. E poi ancora, per gustarmela bene, fino in fondo.
Una storia triste e amara, la storia di sogni infranti. La storia di due uomini che non hanno mai tradito se stessi, che non si sono mai raccontati bugie. La storia di due uomini che si rispettano.
Non conosco affatto la canzone, ma direi che è stata una notevole fonte d’ispirazione.
Brava, veramente bravissima.

I personaggi

Piton e Lestrange, il personaggio che più amo contrapposto ad un personaggio di cui la Rowling non dice quasi nulla, però è il marito di Bellatrix e già questo fatto lo rende parecchio interessante. La mia idea su Lestrange è completamente mutuata dal personaggio di “Victor” Lestrange costruito da Gwillion, un Mangiamorte enigmatico ed affascinante (e quando mai i suoi personaggi non lo sono?!), un lucido studioso, in un certo senso simile a Severus: certo non un macellaio alla Tiger e Goyle. Su questa mia idea di base, il tuo Lestrange s’innesta alla perfezione e gli dai quel tocco di snob proprio della famiglia Lestrange di Melissa (Torre di pietra). E’ amico di Severus? Difficile dirlo. Certo non nel senso comune del termine, eppure fondamentalmente lo è, perché lo comprende. Perché hanno in comune una scelta importante, mai realmente condivisa, ma per la quale entrambi hanno pagato un duro prezzo. Fino in fondo, senza mai tirarsi indietro. Non è una bugia se non ci hai mai creduto, non è un tradimento se non era quello il tuo ideale. Ma allora perché? Eppure Rodolphus non lo chiede. Un sogno dal quale entrambi si sono svegliati troppo presto e lo sanno perfettamente. Mentre gli altri, di là nella sala, continuano a dormire. Ma non tutti: Lucius sembra solo fingere. Strano usarlo da contro altare a Piton e Lestrange, nel passato e nel presente, dall’altra parte a guardare... solo a guardare. Potrebbe far sorgere delle strane idee anche su di lui.

Il Passato

Severus giovane è già, in certo qual senso, il Severus di oggi. Già solitario ed appartato, a difendersi dall’altrui immotivato disprezzo, la sua maschera di freddezza già ben calata sul viso.
“Ma questo è il posto giusto per noi” Detto, ridetto, ripetuto e reiterato. Per convincersi, senza riuscirci.
Un Severus giovane eppure già adulto e maturo, a compiere la scelta che ha segnato per sempre la sua vita.
Azkaban, la tua descrizione me l’ha fatta vedere per un attimo, cupa in mezzo al mare, con il gemito di quelle anime dannate che si disperde nel vento: neppure la Morte ama recarsi laggiù.
Molto bella l’immagine della finestra murata, come a spronarlo a vedere una diversa realtà. Una finestra cieca che ti aiuta ad aprire gli occhi e vedere.
Bella l’ironia di Severus, dei suoi ricordi e delle sue parole. Bello il dialogo con Rodolphus, due apparenti nemici che misurano le loro forze. Belli gli intermezzi che spezzano e danno la via di fuga, i prati oltre la finestra di Lestrange, i suoi occhi viola, i movimenti dei due nella stanza. Una scena che si arricchisce man mano di particolari, l’accendino d’argento con la lingua di serpente arrotolata intorno (lo stile non è acqua!) e la cenere in un caminetto spento da centinaia d’anni, mentre il dialogo si fa sempre più teso ed aumenta la posta in gioco. Severus che lentamente cambia sotto i miei occhi, la sua sicurezza che vacilla piano sotto l’amarezza di Rodolphus. Due motivazioni diverse per una stessa scelta, ugualmente sbagliata. Fin dall’inizio.
“Non a tutti una torre diroccata dispersa Dio solo sa dove sembra il posto per sognare Rodolphus”
Non ci hanno mai creduto, neppure all’inizio, eppure le loro mani sono macchiate di sangue.
Condividere una sigaretta è il minimo, dopo aver condiviso quella scelta. Anche se la sigaretta fa schifo, “come molte altre cose a questo mondo”.

Il Presente

Severus sembra il più forte, nel presente come nel passato, ma l’apparente più fragile Rodolphus finisce ancora per dimostrarsi più saldo ed ottenere risposte da Severus per domande che non gli ha mai posto.
Severus imbarazzato di fronte ad un amico che non è mai stato apparentemente tale. E a Severus non piace sentirsi a disagio! Nervosismo ed ansia, ora come allora. E Lucius sempre sullo sfondo.
Ricordi di ragazzo, il bruciore del marchio che si confonde con le pareti umide dei sotterranei di Hogwarts immersi nel buio e “quelle torce che non illuminano l’aria densa ma sembrano inghiottirla invece, la luce”
E come da ragazzo è stato il primo a chiamarlo per nome, ora Severus è il primo a rompere un silenzio greve di significati, a leggere negli occhi dell’altro la sua disperata rassegnazione ed il bisogno di parlare con qualcuno che possa comprenderlo.
La millantata sicurezza che Severus ostenta verso il mondo s’infrange contro la debolezza di Lestrange e Severus sa che la sua voce potrebbe vacillare.
Ancora la stanza con la finestra murata ed il fuoco spento da secoli. La stanza delle rivelazioni, delle domande che sono affermazioni.
Perfetta la reazione esterna di Severus, la spia di ghiaccio.
Ancora un dialogo intenso, frammentato da particolari che lo rallentano, dagli anelli di fumo nei ricordi di Severus alla sua acida cattiveria. Poi la scelta del tono di voce, dell’espressione, dei gesti, quali assi da giocare in una partita a carte con la Morte, mentre il rumore di una sedia trascinata per terra lo assorda. Come da ragazzo, ancora Rodolphus torna indietro rispetto alle sue parole, e di nuovo trascina con sé Severus, sulle ali del ricordo di una passata confessione. Il dialogo sembra quasi non aver senso, se non per il desiderio di Rodolphus di parlare, il suo bisogno di confidare le sue paure, la sua necessità di comprendere chi un tempo lo aveva compreso.
“... per questo in realtà non c’è tradimento, né bugia.”
No, non fra loro, non per loro che entrambi hanno voluto credere che quello “sembrava il posto giusto per noi per sognare Rodolphus”
Non c’è bisogno di un perché o di una spiegazione, non tra loro.
“Sembrava a molti un posto per sognare... Severus”
Una rassegnazione amara, quella del disinganno totale, tenuta nel cuore per tempo infinito, quella che nasce da un sogno mai realmente sognato. Una beffa crudele, per chi ha bruciato in una sola scelta la sua giovinezza, la vita e la speranza per il futuro. Ed ora sente solo il Marchio bruciare la sua anima, per quel sogno che, invece, era sempre e solo stato un incubo.

Una storia veramente bella, ma molto complessa. Io le ho dato la mia interpretazione, quella che nasceva dalla mia anima, dal mio amore per Severus e dalla mia personale interpretazione del suo personaggio. Ma non so, non so sono così sicura che questa sia l’interpretazione giusta, o l’unica interpretazione…

Ida

Recensore Junior
04/04/05, ore 16:16
Cap. 1:

Complimenti. E' scritta benissimo,e Rodolphus è uno dei personaggi che preferisco,non ho mai letto di lui in un confronto con Piton,e in effetti sono due personaggi che accoppiati potrebbero risultare interessante,le loro psicologie soprattutto. Insomma,brava comunque,mi piace molto il tuo stile.