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Non so bene se mi piace o se odio far paura, ma sembra proprio che io emani quest'aura intimidatoria - senza nessuna valida ragione, peraltro. ^__^
Comunque, visto che ti ho "beccata" appena pubblicato, ecco i giudizi a coda.
suni
Dunque, che posso dire.
La sensazione che mi ha lasciato questa fic è strana. Mi sembra che dica e non dica, che aleggi senza colpire. E’ un’impressione personale che non vuole essere offensiva e forse risulta pretenziosa, non saprei nemmeno definirla meglio. Non la saprei, sinceramente, nemmeno ben motivare.
La messa in scena non è delle più originali – lo scontro finale tra i due eterni rivali – ma è compensata da un trattamento che invece, sì, ha profondità e incisività. A livello puramente espressivo, con mia genuina gioia, non ho assolutamente nulla da ridire: grammatica e sintassi sono pressoché impeccabili. Soggettivamente posso dire che avrei messo periodi e frasi più lunghe – ci sono troppe parole solitarie, per i miei gusti – ma si tratta di una pura inezia che di fatto non ha influenza. La resa dei personaggi è a sua volta ben riuscita: soprattutto Sasuke, che è esattamente la macchina insondabile dello Shippuuden, è proprio Sasuke come lo vedo. Onesto anche il fatto che, in effetti, Naruto sappia in fondo di non essere lì per Konoha, ma per lui.
Forse il “problema” (lungi dall’essere veramente tale, visto che si tratta di un lavoro più che riuscito) è che sembra essere un esercizio di stile, un flusso di considerazioni – centrate, peraltro - più che una storia. Stile che, comunque, è irreprensibile, ricco, scorrevole.
Il mio tasto dolente (anche questo per modo di dire), comunque è il tema.
Ho trovato interessante e davvero profondo il discorso del filo, di quel rosso che li unisce e in cui ciascuno dei due cerca qualcos’altro. È delicato e vero, mi è sinceramente piaciuto. Ma non ho trovato il collegamento con la tematica imposta forte quanto l’avrei voluto. Forse è un problema mio e mi è sfuggito qualcosa, ma disgraziatamente uno dei giudici sono proprio io e vi tocca sopportarmi ottusa come sono. Non voglio dire che non sia presente, ma forse non abbastanza, o non con sufficiente chiarezza. Ho un paio di teorie diverse su quale dovesse essere il senso finale, ma non sono sicura di nessuna delle due. Forse semplicemente alla fine che nessuno dei due vede veramente l’altro al di là del rosso fino a quando non è troppo tardi, che è una cosa triste ma anche autentica. Forse però avrei voluto vedere qualche indizietto in più, perché non è stata una comprensione immediata – e qui torniamo alla lentezza e all’ottusità, ahimé, della sottoscritta. Sarebbe del tutto secondario confrontato ai pregi che invece sono indubbi.
Mi congratulo anche per alcune espressioni particolarmente avvincenti, come le righe finali che ho trovato molto suggestive – l’ultima frase soprattutto, è particolarmente ad effetto.
Tutto ciò, per dire che in pratica non c’è nulla che giustifichi vere critiche negative degne di questo nome. Quindi in effetti avrei potuto fare una recensione di due righe, ma mi sentivo di dover cercare tutti i peli nell’uovo, altrimenti avrei potuto semplicemente lasciarti un commento alla storia come un lettore qualunque.
Ed è tutto, direi.
Cogratulazioni per la vittoria.
Izayoi007
Devo ammettere, innanzitutto, che anche io, come la mia collega, mi sono trovata in difficoltà “nell’inquadrare” questa storia. Ho dovuto rileggerla più di una volta e con sempre maggiore attenzione. Ad ogni modo, mi trovo d’accordo per ciò che riguarda la grammatica: davvero, quasi impeccabile, tolti un paio di errori qui e là dovuti, presumibilmente, alla distrazione. Quello che mi ha fatto storcere un po’ il naso è l’utilizzo di periodi così brevi e bruscamente staccati che sì, hanno un grande impatto su chi legge e tengono alta l’attenzione con un ritmo calzante e abbastanza costante, ma spezzano un po’ la scorrevolezza della lettura. Uno stile del genere è utilizzabile in una parte di scene particolarmente tese, poiché tiene alta l’eccitazione, ma in tutta la storia è leggermente di troppo. Ciò che ho trovato interessante è come hai trattato il tema. Per quanto riguarda questo argomento, io e suni ci siamo trovate entrambe in difficoltà. Dopo averla riletta due volte, mi sono trovata a riflettere e sono giunta alla seguente conclusione: il tema, seppur non perfettamente esplicito è abbastanza chiaro. È interessante come Naruto e Sasuke non riescano a scorgere reciprocamente ciò che veramente è l’altro e come lo nasconde dietro la parvenza che ostentano a vicenda. Eppure, sanno che c’è di più; si conoscono e cercano, anche inconsciamente, ciò che sono realmente e che è invisibile agli occhi esteriormente ma loro sanno esserci dentro l’altro e, quindi, si sforzano di trovare.
“[…]Naruto aveva lasciato vagare gli occhi sul vecchio compagno, cercando nell’attuale atteggiamento, l’ombra del bambino che era stato. […]” o “[…]Dove aveva nascosto il sorriso, Naruto? Non che se lo aspettasse - quel sorriso, lo aveva perso molto tempo prima – ma di solito affiorava sempre nelle iridi cerulee. Non rideva con la bocca, ma con gli occhi; con quell’azzurro cielo su cui doveva essere splendido volare libero, una volta per tutte.
Sasuke non vedeva il sorriso.[…].” Sono entrambe dimostrazioni di come ambedue ricerchino il vero volto del compagno perduto dietro la facciata che esibiscono. Inoltre, il non riuscire a ritrovarsi a vicenda li induce a rafforzare ancora di più la maschera che si ostinano a ostentare rendendo ancor di più “l’essenziale invisibile agli occhi”.
Il dominio del colore rosso, inoltre, è sconvolgente. Il rosso è un colore così carico di significato e con così tanti significati. Il rosso è il colore dei loro occhi quando sono posseduti da quella parte di loro stessi che li porta a nascondere la loro essenza, il rosso è il colore del sangue; una costante nella loro vita come uomini e come shinobi. Il filo rosso è ciò che li lega, anche quando sembrano davvero troppo distanti l’uno dall’altro.
Infine, mi trovo concorde con suni riguardo alle parte finale, particolarmente d’effetto.
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