Recensioni per
L’inosservanza del ritardo nell’Arte degli affetti
di Nanas

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Buonasera dolce Nanas! :3 finalmente ho trovato un momento di tempo per poter leggere con calma e concentrazione questa tua One-Shot, quindi eccomi qui con una meritata recensione! <3 Vorrei subito rassicurarti dicendoti che sì, sai scrivere le DaiSuga. Secondo il mio modesto parere hai saputo descrivere il loro rapporto nel modo più giusto ed equilibrato possibile. Sono due personaggi molto maturi, quindi lo scenario e il contesto in cui si svolge la loro storia d'amore è più che coerente con le loro personalità. Daichi è adulto e, forse, il più audace dei due, che si dichiara a Daichi con tutto il coraggio che ha in corpo durante un tramonto dai colori caldi. È colui che non tralascia il lavoro, ma che allo stesso tempo non rinuncia all'amore, che ha un senso del dovere e della responsabilità oltre misura, in un certo senso quasi maniacale. Queste caratteristiche che ti ho elencato le trovo estremamente IC, come trovo estremamente IC l'atteggiamento pacato e disteso di Koushi, il suo istinto materno (<3), il suo essere paziente e il suo lasciarsi sfuggire un impeto d'ira davanti ad un equivoco. 
Daichi che fa da ago della bilancia tra il poco e il troppo è una caratteristica estremamente azzeccata; è un giusto, Daichi. Apprezzatissimi anche Asahi sempre in anticipo e Noya costantemente in ritardo, sono così loro! XD 
La seconda parte della storia mi ha veramente sorpresa. Voglio dire, non mi aspettavo di vedere Koushi circondato da bambini. Di chi sono? Perché sono lì? Perché sono con Suga? E fino a che non si svela il mistero sono rimasta con il fiato sospeso, impaurita di trovare una moglie e una madre in incognito che sarebbe presto finita sotto le grinfie di Suga. Che dolcezza i tuoi bambini! Sto con loro tutti i giorni e li hai resi veramente in modo verosimile. 
Ma! Passiamo alle mie parti preferite: i dolci ricordi dei due innamorati, di come si sono conosciuti e di come hanno intrapreso la loro relazione e, sopratutto, la comparazione tra Suga e l'arte, e ciò che questo ragazzo prova davanti ad essa. 

"Il giallo, ad esempio, aveva scoperto essere espressione assoluta della passione: Vibrante, libero, intenso nella sua tonalità e pericolosamente totalitario, pronto ad inghiottire tutti i colori della realtà fino a quando non fosse possibile vedere la stessa solo filtrata attraverso la sua lente. Una tinta assuefacente, proprio come l’assenzio diluito che il fragile e progressista artista era solito ingerire durante la sua fase di estraniamento dalla realtà. Una tinta che, per molti versi, aveva ricordato a Daichi lo stesso Koushi, quella lente incredibilmente umana attraverso la quale il mondo sembrava diverso, così mosso e così vivo, talmente brillante da consumare persino la notte e, successivamente che il loro rapporto si era evoluto, talmente luminoso da rendere lo stesso buio incapace di scendere a portare il suo blu ed il suo viola su quel letto, ove il giovane ed amatoriale artista che era Daichi amava ogni sera quell’amato tripudio di giallo capace di dominare le sue tele notturne." 

QUANTO È SCRITTA BENE QUESTA PARTE. MA QUANTO! Adoro l'arte e i colori e giuro che sono rimasta senza fiato a leggere queste righe, sono così poetiche! <3 
A proposito di poesia, vorrei spendere due parole sul tuo stile: è molto complesso, non posso dire il contrario, e devo ammettere che in alcuni tratti ho trovato le proposizioni veramente troppo lunghe e articolate. In ogni caso usi il linguaggio con maestria e precisone, termini specifici e hai delle capacità descrittive invidiabili! 
Insomma Nanas, la mia recensione non sarà lunga quanto lo sono state le tue, ma non posso che farti una tonnellata di complimenti, mi ha fatto davvero tanto piacere leggere qualcosa di tuo come autrice! Sei davvero brava, spero di leggere qualcosa di tuo di nuovo! :3 
_Noodle 

Recensore Master

Nanas.
Non so se hai una vaga idea di quanto io possa adorare questa cosa e le cose come questa. Adesso, vorrei sinceramente scriverti una recensione bellissima come quelle che mi hai lasciato tu, ma non so se sono in grado – ti tocca tenerti quello che riesco a scrivere, mi sa.
Quello che mi hai regalato è una finestra aperta su una giornata di vita quotidiana di questa coppia. È una giornata tranquilla, nonostante il terribile e insopportabile ritardo, nonostante i bamini, nonostante la gita al museo programmata da tempo. Non so se ti sei accorta di quanto questa finestra sia delicatissima, estremamente dettagliata ma incredibilmente leggera. Boh, non so se riesco ad esprimere esattamente questa cosa: loro due non mi sembrano personaggi da storie eclatanti, esplosive, da grosse scenate nel bene e nel male. E tu in questo sei bravissima, Nanas, sei davvero brava a tenermi incollata allo schermo anche se quello di cui stai raccotando è un lavoro in eccesso, un ritardo inaspettato, una corsa in metro.
Suga che intrattiene i tre fratellini è dabbero una cosa bela. Sappilo. Tipo lo amo, e Daichi che lo guarda e non sa che dire, non sa nemmeno se deve dire qualcosa di fronte a quello spettacolo tanto inatteso – anche se ho la sensazione che possa succedere abbastanza spesso che Suga si distragga con i bambini, che gli vadano intorno tipo pifferaio magico ma senza quella vena sadica che porta il personaggio della fiaba a farli sparire tutti quando scopre l'inganno della gente del paese. Ma evidentemente questa è un'altra storia e io mi sto distraendo come al solito, quindi adesso cerco di tornare a quello che volevo effettivamente scrivere su questa storia.
Immagino anche un Daichi un po' sotto pressione per la passione inequivocabile del suo compagno per la mat/paternità.
Io non vorrei dire, ma ho follemente amato la parte coi bambini e la batttuta di Daichi sul fatto che Suga sia contemporaneamente la persona più adorabile e più terribile del mondo. Ci hai impiegato quattro parole a descrivere la sua natura così... dicotomica (uso troppo questa parola quando studio, non posso più farne a meno e mi chiedo come mai non si usi così tanto anche nella vita di tutti i giorni, e non so più quale sia una parola che possa sostituirla perché fuori dai libri e dalle tesi/tesine mi sembra anche brutta. O forse no. O forse boh e lasciamo perdere questo pippone sul dicotomico? Già, mi sembra davvero la scelta più saggia) che è una delle sue caratteristiche più evidenti. Sul “devo farti gli auguri” ho avuto la sensazione di percepire il terrore di Daichi di fronte alla certezza che il suo adorabile compagno avrebbe fatto qualcosa che avrebbe ricordato per sempre. E non in modo positivo.
L'arrivo provvidenziale della donna lo libera da quella situazione imbarazzante, e da luogo anche ad una di quelle scene che ti fanno sorridere come una cretina per venti minuti. E mi riferisco a quel “lui è il mio Daichi” preceduto dalla presa di coscienza di cosa sia effettivamente successo, e la conseguente tenerezza di un uomo che è abituato a gestire i bambini per mestiere e per passione.

Ora, tutto quello che hai scritto sulla loro relazione – sul modo in cui è stata una costante nella loro vita, su come sia gradualmente cresciuta senza esplosioni e senza melodrammi, senza gesti eclatanti – in fondo a loro non servono, si conoscono profondamente perché sono cresciuti insieme e si sono aperti l'un l'altro abbastanza per farsi capire.
Non cambierebbe la prima volta che gli ha detto cosa provava per lui, di ritorno dalla palestra, il sole rosso come le foglie di autunno e il cielo viola come l’uva settembrina, lo sguardo spaesato di Koushi, e poi le palpebre che si allargavano, l’emozione, la speranza, la risposta emozionata. 
Non cambierebbe il loro primo bacio, non cambierebbe i primi tentativi, gli imbarazzi, le cose lasciate a metà. Non cambierebbe le loro prime ricerche su internet, le risate, la complicità, la prima visita in farmacia in orario di chiusura per prendere quelle cose che avevano letto servissero ma che non avevano avuto il coraggio di chiedere ad una farmacista, aspettando invece chiudesse la struttura per prenderle alla macchinetta lì fuori, sguardo basso, gli spicci nelle tasche e le banconote tra le mani tremanti.
questo è esattamente quello a cui mi riferivo. Sono un insieme di piccole cose apparentemente banali che in tante storie che si trovano su questo sito non vengono adeguatamente apprezzate. E invece eccole, le hai messe lì tutte insieme, quasi per caso e sono di una bellezza e di un realismo devastante. Ti adoro un sacchissimo per questo, sappilo Nanas. Per come la vedo io loro sono una coppia da cose piccole, da sfioramento di nasi piuttosto che da limonate due in mezzo alla gente. Sono bellissimi, sono delicati, sono discreti. Sono una cosa piccina e bellissima, e io adoro il modo in cui li hai resi, avrei potuto leggere per ore ancora come procede la gita e poi a casa, la cena, e tutto il resto. E non importa che non succeda granché, perché mi rendono felice e basta.
Ah, c'è un'altra cosa che volevo scriverti, cioè che tutto quello che riguarda la parte strettamente artistica sono *così* d'accordo con te! Daichi è così da arte classica (anche se effettivamente non ci avevo mai davvero pensato) e Suga così da tutto il resto!
Niente Nanas, sono davvero contenta che tu abbia scritto questa cosa. E non mi è sfuggita la parte del Non cambierebbe l’istante in cui gli ha chiesto di perdonare, di dimenticare, di andare avanti insieme.  e sono sinceramente curiosa di sapere cosa sia successo, perché loro sono bellissimi e sono perfetti, ma ci sta che in una vita insieme abbiano avuto qualche problema. E ovviamente vorrei sapere quale, perché sì e perché su di loro leggerei volenteri anche una gita al todis per fare la spesa.
E non vedo perché non dovresti saper scrivere di loro, secondo me questa cosina ti è venuta davvero bene: hai la cura e la delicatezza e l'attenzione per i dettagli – nonché la capacità di rendere interessante anche una scena di vita quotidiana.
Mi hai lasciato un sorriso ed è davvero un buon modo per cominciare la giornata. Ora, dovrei stare a scrivere altro al posto di questa recensione, ma non ne ho potuto fare a meno – indi per cui ti lascerò così, con un mezzo commento scritto al volo sull'onda dell'entusiasmo quindi probabilmente poco argomentato, ma facciamo che va bene lo stesso.
Un abbraccio, alla prossima DaiSuga!!!!

Nuovo recensore

Okay,
Okay, okay, okay.
Dovresti prenderti le tue responsabilità perché io sono qui a leggere - e recensire - questa storia invece di lavorare (disperatamente e pazzamente!)  per il mio malefico lavoro non pagato (che per comodità chiameremo tirocinio), anche in una giornata che dovrebbe essere di festa per tutti, ma tant'è...
Che dicevo?
Ah, sì. Dovresti prenderti le tue responsabilità da brava persona adulta perché io, di certo, non ho colpe se sto qui a squittire appresso a questa storiella tanto tanto carina. Io non sono una che recensisce, recensisco così raramente che ad oggi, in anni di esistenza di questo account, i messaggi lasciati agli autori possono ancora essere contati sulle dita di una mano. Però sono qui, e sto ignorando le scartoffie sul tavolo, le riviste scientifiche aperte alle mie spalle, il cervello di gomma antistress che campeggia felice e sereno alla mia sinistra, perché questa storia andava letta. E non certo per un qualche sentimento amicale, andava letta perché - oltre al titolo - odorava già di buono. 
La descriverei come una di quelle storie che potresti leggere per essere felice, con una tisana all'anice e tarassaco in una mano, raggomitolata in una coperta mentre fuori c'è la bufera, o potresti leggerla anche sul treno, in mezzo al casino dell'ora di punta, con la gente che brontola perché non c'è spazio fisico per respirare e, comunque, sentirti sul divano, raggomitolata nella coperta. 
A me piace molto come scrivi, anche se questa è una versione molto più light del tuo solito modo di scrivere, e mi piace anche questo. Okay, a me piace tutto quello che scrivi tu, anche se forse non te l'ho fatto presente adeguatamente. Pieghi le parole in un modo talmente elegante come se fossero continui neologismi, come se fossero parole nuove e utilizzabili solo e soltanto da te e solo e soltanto in questo contesto.
Sinceramente non so perché questa storia quando l'ho aperta non avesse già un fiume di recensioni, perché ne meriterebbe centinaia e centinaia, è dolce, gentile e delicata. È come una nuvola di pioggia in primavera, di una finezza sconcertante.
E, quindi niente, io non so veramente che dire, perché la storia parla da sé, è una serie di piccole fotografie che scaldano il cuore.
Mi è davvero molto piaciuta e lo testimonia il fatto che mi sia fermata a recensire, avrei potuto mandarti un messaggio su whatsapp, praticamente e sarebbe bastato, credo. E invece no. Merita di avere tutte le attenzioni possibili perché è proprio una storia bella. Di quelle disarmanti, che ti fanno squittire dall'inizio alla fine. 
E io ora ti saluto e me ne torno squittendo e con più vigore ai miei compiti a casa da tirocinante non pagata.
(Me la rileggerò stanotte, credo)