Nanas.
Non so se hai una vaga idea di quanto io possa adorare questa cosa e le cose come questa. Adesso, vorrei sinceramente scriverti una recensione bellissima come quelle che mi hai lasciato tu, ma non so se sono in grado – ti tocca tenerti quello che riesco a scrivere, mi sa.
Quello che mi hai regalato è una finestra aperta su una giornata di vita quotidiana di questa coppia. È una giornata tranquilla, nonostante il terribile e insopportabile ritardo, nonostante i bamini, nonostante la gita al museo programmata da tempo. Non so se ti sei accorta di quanto questa finestra sia delicatissima, estremamente dettagliata ma incredibilmente leggera. Boh, non so se riesco ad esprimere esattamente questa cosa: loro due non mi sembrano personaggi da storie eclatanti, esplosive, da grosse scenate nel bene e nel male. E tu in questo sei bravissima, Nanas, sei davvero brava a tenermi incollata allo schermo anche se quello di cui stai raccotando è un lavoro in eccesso, un ritardo inaspettato, una corsa in metro.
Suga che intrattiene i tre fratellini è dabbero una cosa bela. Sappilo. Tipo lo amo, e Daichi che lo guarda e non sa che dire, non sa nemmeno se deve dire qualcosa di fronte a quello spettacolo tanto inatteso – anche se ho la sensazione che possa succedere abbastanza spesso che Suga si distragga con i bambini, che gli vadano intorno tipo pifferaio magico ma senza quella vena sadica che porta il personaggio della fiaba a farli sparire tutti quando scopre l'inganno della gente del paese. Ma evidentemente questa è un'altra storia e io mi sto distraendo come al solito, quindi adesso cerco di tornare a quello che volevo effettivamente scrivere su questa storia.
Immagino anche un Daichi un po' sotto pressione per la passione inequivocabile del suo compagno per la mat/paternità.
Io non vorrei dire, ma ho follemente amato la parte coi bambini e la batttuta di Daichi sul fatto che Suga sia contemporaneamente la persona più adorabile e più terribile del mondo. Ci hai impiegato quattro parole a descrivere la sua natura così... dicotomica (uso troppo questa parola quando studio, non posso più farne a meno e mi chiedo come mai non si usi così tanto anche nella vita di tutti i giorni, e non so più quale sia una parola che possa sostituirla perché fuori dai libri e dalle tesi/tesine mi sembra anche brutta. O forse no. O forse boh e lasciamo perdere questo pippone sul dicotomico? Già, mi sembra davvero la scelta più saggia) che è una delle sue caratteristiche più evidenti. Sul “devo farti gli auguri” ho avuto la sensazione di percepire il terrore di Daichi di fronte alla certezza che il suo adorabile compagno avrebbe fatto qualcosa che avrebbe ricordato per sempre. E non in modo positivo.
L'arrivo provvidenziale della donna lo libera da quella situazione imbarazzante, e da luogo anche ad una di quelle scene che ti fanno sorridere come una cretina per venti minuti. E mi riferisco a quel “lui è il mio Daichi” preceduto dalla presa di coscienza di cosa sia effettivamente successo, e la conseguente tenerezza di un uomo che è abituato a gestire i bambini per mestiere e per passione.
Ora, tutto quello che hai scritto sulla loro relazione – sul modo in cui è stata una costante nella loro vita, su come sia gradualmente cresciuta senza esplosioni e senza melodrammi, senza gesti eclatanti – in fondo a loro non servono, si conoscono profondamente perché sono cresciuti insieme e si sono aperti l'un l'altro abbastanza per farsi capire.
Non cambierebbe la prima volta che gli ha detto cosa provava per lui, di ritorno dalla palestra, il sole rosso come le foglie di autunno e il cielo viola come l’uva settembrina, lo sguardo spaesato di Koushi, e poi le palpebre che si allargavano, l’emozione, la speranza, la risposta emozionata.
Non cambierebbe il loro primo bacio, non cambierebbe i primi tentativi, gli imbarazzi, le cose lasciate a metà. Non cambierebbe le loro prime ricerche su internet, le risate, la complicità, la prima visita in farmacia in orario di chiusura per prendere quelle cose che avevano letto servissero ma che non avevano avuto il coraggio di chiedere ad una farmacista, aspettando invece chiudesse la struttura per prenderle alla macchinetta lì fuori, sguardo basso, gli spicci nelle tasche e le banconote tra le mani tremanti. questo è esattamente quello a cui mi riferivo. Sono un insieme di piccole cose apparentemente banali che in tante storie che si trovano su questo sito non vengono adeguatamente apprezzate. E invece eccole, le hai messe lì tutte insieme, quasi per caso e sono di una bellezza e di un realismo devastante. Ti adoro un sacchissimo per questo, sappilo Nanas. Per come la vedo io loro sono una coppia da cose piccole, da sfioramento di nasi piuttosto che da limonate due in mezzo alla gente. Sono bellissimi, sono delicati, sono discreti. Sono una cosa piccina e bellissima, e io adoro il modo in cui li hai resi, avrei potuto leggere per ore ancora come procede la gita e poi a casa, la cena, e tutto il resto. E non importa che non succeda granché, perché mi rendono felice e basta.
Ah, c'è un'altra cosa che volevo scriverti, cioè che tutto quello che riguarda la parte strettamente artistica sono *così* d'accordo con te! Daichi è così da arte classica (anche se effettivamente non ci avevo mai davvero pensato) e Suga così da tutto il resto!
Niente Nanas, sono davvero contenta che tu abbia scritto questa cosa. E non mi è sfuggita la parte del Non cambierebbe l’istante in cui gli ha chiesto di perdonare, di dimenticare, di andare avanti insieme. e sono sinceramente curiosa di sapere cosa sia successo, perché loro sono bellissimi e sono perfetti, ma ci sta che in una vita insieme abbiano avuto qualche problema. E ovviamente vorrei sapere quale, perché sì e perché su di loro leggerei volenteri anche una gita al todis per fare la spesa.
E non vedo perché non dovresti saper scrivere di loro, secondo me questa cosina ti è venuta davvero bene: hai la cura e la delicatezza e l'attenzione per i dettagli – nonché la capacità di rendere interessante anche una scena di vita quotidiana.
Mi hai lasciato un sorriso ed è davvero un buon modo per cominciare la giornata. Ora, dovrei stare a scrivere altro al posto di questa recensione, ma non ne ho potuto fare a meno – indi per cui ti lascerò così, con un mezzo commento scritto al volo sull'onda dell'entusiasmo quindi probabilmente poco argomentato, ma facciamo che va bene lo stesso.
Un abbraccio, alla prossima DaiSuga!!!! |