Molto bella questa storia, sembra scritta da Poe!
Mi piace il tema del gatto, anzi della gattina finta innocente, che come tutti i suoi simili non ha nessun tipo di legame o riconoscenza nei confronti dell'umano/a che l'accudisce, ma al contrario se lo mangia disinvoltamente appena non può più difendersi.
Conviviamo con i mostri, questo sembra essere il messaggio del tuo racconto, ed essi possono nascondersi nelle creature più dolci e inoffensive (o apparenti tali). Ce le teniamo vicine, ce le coccoliamo, ma cosa potrebbero fare se solo noi abbassassimo la guardia?
Infatti il tuo protagonista avverte da subito l'oppressione di convivere con un essere che si è mangiato una guancia di suo zio, e giustamente vive nel terrore che la cosa possa ripetersi.
Un suggerimento irrispettoso: ma uno stage di cucina vicentina, no?
Scherzo ovviamente, complimenti per tuo bel racconto, l'ho letto molto volentieri. |