Recensioni per
Il Destino e la Speranza
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 594 recensioni.
Positive : 593
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
19/12/17, ore 08:52

Ciao Alessandro, sono riuscita a tornare prima del previsto, pronta ad iniziare il secondo capitolo. Come mi avevi anticipato nella risposta alla precedente recensione che ti avevo lasciato, questo si ambienta sei anni dopo, quindi nel 1921.
Mi è piaciuta lìatmosfera di quiete che si è respirata ad inizio capitolo, una quiete però apparente, che Anahìd è ancora fortuna a vivere, visto tutto quel che succede agli armeni.
"Ormai, a Bitias non si parlava d’altro se non delle tremende marce della morte, della violenza subita dal popolo armeno e dall’implacabilità dell’odio che i turchi stavano riversando sulle minoranze dell’Impero."
Una descrizione davvero terribile e forte, ma incredibilmente vera, che fa entrare subito nell'idea che le cose non dovevano essere facili al tempo. Tuttavia, Anahìd ha ancora la spèeranza che le cose possano andare meglio, che la guerra non li toccherà se non in minima parte. Speranza che passa anche al lettore, anche se purtroppo, si sa che non sarà affatto così, e che le cose per la ragazza e per tutti gli armeni non saranno affatto facili. Tuttavia, voglio godermi questa piccola fiamma di speranza finché c'è.
Piccolo errore di battitura:
hai scritto "dall'implacabilità" anziché dell'implacabilità".
E poco dopo, "nei piccolo villaggi" anziché "nei piccoli villaggi".
Non ho ancora capito quanti fratelli ha Anahìd, ma se ho compreso bene, sono ancora tutti uniti, nessuno è partito per la guerra o è morto, e questa credo che al tempo fosse una gran fortuna.
Andiamo avanti.
"Comunque, all’improvviso, la tempesta era dilagata ovunque, generata e spinta da coloro che avevano promesso tanto e che ripagavano con la moneta dell’odio."
Anche queste sono parole molto intense, soprattutto "la moneta dell'odio". Odio è una parola forte, che però è azzeccata, descrive perfettamente la situazione e crea un clima di tensione.
Mi sono piaciuti molto i discorsi iniziali tra Anahìd e Salih, sul fatto che comunque continuano a vedersi di nascosto e a pensare l'uno all'altra. La loro amicizia è davvero molto forte, è come se i loro cuori fossero legati da un filo invisibile. ono sempre insieme, anche quando non possono vedersi, anche quando son occupati ognuno con le proprie faccende. Ma le loro menti corrono l'uno all'aktra e viceversa, e i loro cuori battono per andare avanti anche per l'altro. Spero di non essere risultata troppo poetica in questa mia descrizione, ma è quello che penso sul serio.
Eppure, nonostante la loro grande amicizia, e il desiderio di quei due ragazzi che in parte si sentono ancora bambini (perché chi ha dei sogni così innocenti e belli rimane un bambino, in fondo, e questa è una cosa bellissima), la realtà bussa alla loro porta sempre più insistentemente, ed entrambi devono cercare di accettare la triste, quanto dura e amara, consapevolezza che le cose non potranno mai più essere come prima. E' qualcosa di davvero brutto e difficile da accettare per i due amici, che infatti non ci riescono del tutto anche se si sforzano e ci provano, è evidente. Ma purtroppo spesso, la vita, ci mette davanti ostacoli e difficoltà, e noi non possiamo sempre cambiare le cose. A volte bisogna solo affrontare le difficoltà, aspettare e sperare che tutto andrà meglio, dando tempo al tempo, anche se dovessero volerci anni.
"“Domani stesso mi arruolerò nell’esercito”.
Quella frase cadde su Anahìd come se fosse stato un pesante macigno. La giovane strabuzzò gli occhi.
“No, non farlo. Non tu! Non c’è un modo per…”.
“L’Impero ha bisogno di ogni uomo valido, da utilizzare sia al fronte che al suo interno. Non posso sottrarmi ai doveri e agli obblighi dei miei antenati; mio padre pareva ben disposto anche a pagare e corrompere un funzionario**, in modo che non fossi chiamato alle armi, ma mi sono fermamente opposto alle sue intenzioni. Sul fronte, ogni giorno muoiono decine e decine di giovani turchi, che combattono per la loro patria; che razza di uomo sarei, se mi rifiutassi di prestare servizio?”, disse improvvisamente Salih, come un fiume in piena e interrompendo la ragazza, che si limitò ad annuire.
La giovane sapeva che anche Mehmet, il fratello maggiore di Salih, era stato chiamato alle armi da parecchi mesi, e che ben presto sarebbe giunto il momento anche per l’amico, ma aveva sempre creduto che il vecchio Mohamed, il padre dei due fratelli, avesse impedito in ogni modo l’arruolamento di entrambi, salvandone almeno uno. Ma, a quanto pareva, entrambi avrebbero imbracciato i fucili.
Mehmet era una personalità diversa da Salih, e per la sua tempra forte, motivata e perfida avrebbe potuto proteggerlo da ogni evento, ma il giovane ed esile fratello minore pareva molto più debole, sia fisicamente che mentalmente. La ragazza non aveva idea di quanto avrebbe potuto resistere, sul fronte.
Alla fine, Anahìd fece l’unica cosa che poteva fare; annuì ed abbassò la testa. E fu in quel momento che il ragazzo si spinse oltre, afferrandole le mani e stringendogliele tra le sue."
Anahìd ha ricevuto un colpo durissimo. Ha sperato fino all'ultimo che non accadesse una cosa del genere, e invece è successa. Mentre leggevo queste righe ho pensato una cosa: che è come quando si sa che un nostro caro è malato da tempo, e ci si prepara il più possibile perché si comprende che potrebbe morire, e quando questa cosa, sfortunatamente, succede, si comprende che non si era pronti. Ci si può preparare quanto si vuole, ma non si è mai pronti ad affrontare un lutto, o qualsiasi altro tipo di tragedia o difficoltà. Ovviamente questa è solo la mia opinione, ma ci tenevo a farti presente il mio pensiero.
Anahìd ora è distrutta, e anche il mio cuore si è spezzato leggendo quelle righe. Comprendo che Salih voglia servire la patria, è giusto, ed è stato molto coraggioso a volerlo fare nonostante il padre volesse corrompere un funzionario per non farlo partire, ma d'altra parte comprendo anche Anahìd, la sua ansia, il suo gran dolore. Prova una sofferenza vera e intensa, che però cerca di nascondere in tutti i modi, e so per esperienza che fare questo, che nascondere le proprie emozioni. p tremendamente difficile, soprattutto se queste sono molto forti e negative.
Mi è piaciuto molto che i due si siano presi lem mani come facevano da bambini, e ci sono rimasta male quando Anahìd ha sciolto quella stretta. Tuttavia è vero, poteva risultare sconveniente, quindi l'ha fatto per quanto le sia dispiaciuto.
La ragazza non vuole accettare la realtà, spera ardentemente che Bitias non sia colpito dalla guerra, e Salih le tira una specie di secchio di ghiaccio in faccia dicendole tutte quelle cose, parlandole delle violenze che le popolazioni stanno subendo. Tutto ciò ha colpito profondamente anche me, e mi ha fatta commuovere nel profondo. Essendo io una persona estremamente sensibile, soffro quando sento parlare di qualunque tipo di violenza, però credo anche che non bisogni chiudere gli occhi davanti al dolore, ed è per questo che a volteleggo storie che trattano tematiche delicate e difficili, come questa per esempio. Capisco, però, che per Anahìd non sia facile accettare tutto quel che sta accadendo, accettare la sofferenza che il suo popolo continua a subire... che poi, accettare non è il termine giusto. Diciamo che lei non vuole rendersi bene conto di quel che succede, e la sua speranza è viva e forte e questo è ammirevole vista la situazione. Lei mi sta sempre molto simpatica, però credo che, per quanto duro sia, dovrebbe cercare di guardare in faccia alla realtà. Certo, Salih le ha spiegato tutto in maniera un po' troppo irruenta, e difatti si è scusato subito. mi ha straziato il cuore sapere che Ana ha quasi pianto.
La madre di Anahìd è stata molto dolce a preoccuparsi per Salih, ma noin mi è piaciuta affatto la frecciatina che gli ha lanciato, Mi è risultata antpatica, però sono contenta che comunque, come tu stesso hai scritto nelle note, gli armeni e i turchi nei paesi di campagna vadano abbastanza d'accordo. Temevo che Anahìd e Salih, se scoperti, avrebbero potuto essere puniti, o cose del genere. Certo per. ripensandoci bene, se avessero dovuto vedersi davvero di nascosto, non si sarebbero di certo incontrati in quel negozio.
"Anahìd, udendo le cattiverie della madre, quasi si accinse a replicare, ma non lo fece. Sapeva che aveva ragione.
Tra lei e Salih, ultimamente, era accresciuta una certa attenzione, un qualcosa in più della semplice amicizia. E Anahìd non poteva nascondere a sé stessa che un po’ le piaceva quel ragazzo, anche se cercava costantemente di togliersi dalla testa strambe idee e di non pensarci mai.
Eppure, in quel momento non poté far altro che incassare le parole della madre ed accasciarsi sul bancone della bottega di famiglia, ormai di nuovo sola, iniziando a piangere sommessamente, sia per Salih che per il grigio futuro del suo popolo perseguitato."
Suna è stata cattiva, è vero. Ha detto alla figlia cose che non avrebbe dovuto dirle, o magari sì, se proprio lo desiderava, ma con più tatto. C'è modo e modo di dire le cose, e con tutto il rispetto che ho per la cultura armena e per le loro usanze, come ce l'ho per ogni cultura, credo che anche se lei è una mamma autoritaria, in questo caso non avrebbe dovuto esserlo così tanto. Mi rivolgo ora a Suna: tua figlia non prova un semplice dispiacere, ma dolore, dolore vero, intenso. Non capisci quanto sta soffrendo? Ti costa tanto consolarla un pochino? Okay, vuoi che sia forte, che lei e Salih si separino ecc. ecc., ma pensi che sia così semplice?
Boh, forse è la sua cultura che le impedisce di pensare tutto questo, però il suo atteggiamento mi ha fatta comunque arrabbiare.
Infine, il fatto che Anahìd sia scoppiata a piangere, e che abbia dovuto farlo piano per non farsi sentire e per no risultare sconveniente, mi ha fatto male all'anima.
Chissà cosa succederà ora, a lei, a Salih... ho davvero tanta curiosità e tante domande in testa.
Spero di poter leggere il prossimo capitolo oggi o comunque in questi giorni, sono curiosissima!
La storia continua ad appassionarmi, tu scrivi come al solito benissimo, e i pochi errori che hai fatto sono stati di battitura, quindi niente di grave. Anzi, è normale farli, e a volte sfuggono.
Ti ringrazio, infine, per utte le note che hai messo a fine capitolo. Mi sono servite per comprendere meglio il tutto e le trovo estremamente importanti.
Ah, comincio ad affezionarmi tantissimo ai personaggi principali. L'ho fatto già dal primo capitolo, ma in questo ancora di più. Mi stanno davvero a cuore.
A presto,
Giulia

Recensore Master
18/12/17, ore 17:23

Amico mio, temo invece che Salih abbia ben compreso la gravità di questo inferno sulla terra.
Ha pure sparato in testa al fratello, vinto dal disgusto più profondo.
Ti ringrazio, sai? Hai fatto fare a Mehmet la fine orrida che si meritava: quel maledetto deve bruciare all'inferno per i suoi efferati delitti e per la sua anima di fango.
Mi piace questo nuovo Salih: così duro e spietato. Ogni tanto ci vuole un po' di durezza, o diventiamo canne che si piegano al vento.
Adesso, grazie alla dolcissima Johanna - quanto la amo! - Salih sa dove si trovi la sua amata: spero davvero che il cammino per Damasco non sia troppo impervio per lui e per Joseph, e che si arrivi in tempo per salvare la nostra ragazza!
Corri, Salih, CORRI!
Capitolo bellissimo e pieno di pathos!

Recensore Master
18/12/17, ore 10:35
Cap. 10:

Buongiorno Alessandro!
Eccomi di nuovo alla tua storia!
Ecco che Salih è arrivato finalmente al fronte, e subito si presenta per lui una situazione difficile e disperata.
Già le condizioni climatiche sono avverse alle persone, visto che l'aria rarefatta impedisce di pensare coerentemente, e difatti Salih per poco non si lascia sopraffare dalla stanchezza, ma poi ha la prontezza di spirito di reagire e di attuare un piano alquanto rischioso ma comunque efficace, al punto da metterlo in risalto agli occhi del suo superiore.
Ed è dolce il fatto che, nonostante tutte le difficoltà, il suo pensiero corra ad Anahìd. Temo per lui però che passerà molto tempo prima che possa vederla di nuovo...
Buon proseguimento di giornata e a presto!

Recensore Master
17/12/17, ore 07:33
Cap. 1:

Ciao Alessandro, sono Giulia, o crazy lion, al ragazza alla quale hai lasciato allcune recensioni.
Per ringraziarti ancora di aver utilizzato un po' del tuo tempo per avermi lasciato i tuoi pareri, e curiosa di sapere ciò che tu avevi scritto, l'altro giorno ho fatto un giro sulla tua pagina, e scorrendo tra le varie raccolte di poesie e storie, questa mi ha colpita particolarmente. Ho deciso quindi di recensirla, magari lo farò un po' lentamente a causa della tesi e dei vari problemi piuttosto gravi che ho a casa, ma lo farò, recensendo ogni capitolo come faccio sempre con ogni storia che leggo. Mi sembra importante far sapere a chi scrive cosa penso, anche per premiarli di tutto l'impegno che hanno messo nel lavorare alle loro opere.
Iniziamo, quindi.
La trama mi ha colpita moltissimo, perché hai messo in rilevanza il fatto che l'amicizia tra i due ragazzi è fortissima e continuerà ad esserlo, e immagino che le difficoltà non mancheranno affatto. I nomi dei due ragazzini mi piacciono moltissimo, e siccome non conosco molto bene ciò che è succeso nel luogo in cui è ambientata la storia, sono curiosa di vedere come continuerà. Non sono un'appassionata del genere storico, però questo romanzo (posso definirlo così?) mi ha presa molto. Dicevo, i nomi mi piacciono molto, sanno appunto di una terra lontana e sono molto musicali. Mi piace il rapporto che c'è tra i due amichetti, che nonostante stiano crescendo vogliono comunque divertirsi ancora insieme, passare del tempo assieme tenendo ovviamente fla famiglia allo scuro di tutto. Ho sorriso tantissimo quando hai descritto l'allegria di Anaìd e la gioia di Salih nel rivedersi, e nel fare cose semplici come osservare le nuvole e immaginarne la forma strana.

"In quel momento, guardandolo con attenzione, Ana si chiese se tra qualche anno avesse deciso di lasciarsi crescere i baffi lunghi, quasi emblema dei turchi.
Eppure, i suoi occhi a tratti erano ancora quelli del vecchio Salih, quel bambino spensierato che non pensava affatto al portamento e che si insozzava nel fango saltando nelle pozzanghere alla fine di ogni temporale estivo, non badando ad ogni comportamento.
Anahìd immaginava che l’essere sceso dal suo piedistallo di giovane maschio attraente doveva essergli costato molto, soprattutto per chiederle con così tanta dolcezza di volerla rivedere.
Si vedeva che ci teneva molto a lei, e questo riempì di gioia il cuore della bambina, la quale anch’essa voleva molto bene all’amico."

Questo è uno dei passaggi che ho apprezzato di più, perché fa capire che i due vorregbero ancora restare bambini, giocare, non avere preoccupazioni e non pensare a niente, ma sanno che stano crescendo e questo, credo, metta un po' di paura ad entrambi. Salih sembra non mostrarla, anche se secondo me la prova, mentre Ana la fa trasparire già di più.
Ci sono rimasta male quando i due hanno litigato, afevo paura che Ana se ne sarebbe andata via triste, e che anche Salih sarebbe stato male. Fra amici, non è mai bello discutere. Certo le discussioni sono necessarie per mantenere un equilibrio in un rapporto, ma è inevitabile che facciano soffrire. Bellissimo il momento in cui Salih è corso dietro alla sua amichetta e l'ha abbracciata. Mi sono emozionata tantissimo leggendo quella parte. Sarò sincera: il mio cuore batteva all'impazzata per la gioia nel sapere che quella piccola crisi era stata risolta.

"“Magari potessimo stare tutto il giorno in questo posto, a guardare il cielo”, mormorò Salih, sciogliendo l’abbraccio e mostrando una smorfia dispiaciuta sul suo piccolo volto.
“E’ vero. Un giorno, quando saremo più grandi e avremo più tempo per noi, potremo tornare qui in santa pace, senza più nessun genitore che ci richiami a casa”, rispose ingenuamente la bambina.
Anahìd sapeva che una volta adulta sarebbe stata sposata e che non avrebbe più avuto modo di trascorrere del tempo ad oziare, ma in quel momento la sua giovanissima mente non voleva affatto pensare al lato oscuro del futuro. Per ora, il futuro era solo un qualcosa di lontano e intangibile, un qualcosa che poteva nascondere e contenere tutti i desideri, persino quelli più infantili.
“Lo spero. Lo spero davvero”, rispose l’amico, mogio, prima di allontanarsi, salutandola con un semplice gesto della mano destra.
Anahìd aveva inteso dal suo tono di voce che neppure lui credeva a ciò che lei aveva appena detto, ma poco importava."

Anche questo è un passaggio molto bello. I due amici si sono fatti forza a vicenda in un piccolo momento di tristezza. Sanno che presto dovrano abbandonare i giochi infantili e diventare dei giovani adulti, sposarsi, farsi una famiglia, anche perché immagino che in una cultura come la loro ci si sposi in giovanissima età, come capita ancora oggi presso alcune popolazioni, per cui i due amici saranno costretti, dalla società e dalla loro cultura, a crescere molto in fretta, ed è ovvio che questo li faccia sentire male.
Il capitolo è terminato con la consapevolezza che i due si rivedranno l'indomani, per cui come tu steso hai scritto la cosa importante per loro è vivere il momento, diciamo, apprezzare ogni singolo attimo passato insieme. Sono ancora un po' piccoli, Anahìd e Salih, ed è ovvio che non pensino ancora molto al futuro, è anche giusto.
Scrivi molto bene, hai uno stile scorrevole e fluido e non ho trovato errori grammaticali, di battitura o di altro genere.
Ti faccio anche i complimenti per come sai descrivere le emozioni dei personaggi, facendole praticamente uscire dalla storia in modo che il lettore le possa provare fin nel profondo (o almeno, questo è quanto è successo a me). Sei anche molto bravo a portare avanti una storia così lunga. So bene quanto sia difficile lavorare ad una long con tanti capitoli, per cui capisco, ma comunque ti ammiro perché non è da tutti scrivere così tanto. Inoltre, si vede che ti piace molto l'argomenot trattato, che ti sei documentato tantissimo, e che metti cuore, corpo e anima in questa storia. Certo per ogni scrittore è così, ma ci tenevo comunque a dirti che dalle tue parole traspare tutta la passione che metti nella storia e si vede già, deal primo capitolo, il tuo forte e bellissimo legame con i personaggi.
Bravissimo!
Inutile dirlo, ma la storia promette bene e mi piace molto.
Spero di riuscire a leggere altro, oggi. Intanto, questo romanzo va nelle mie seguite.
A presto,
Giulia

Recensore Master
17/12/17, ore 04:35

E nulla, alla fine ho continuato a leggere...
È molto... umano, il rapporto tra Joseph e Salih. Il primo è irruento e schietto, il secondo è più scrupoloso, prudente, a tratti perfino più maturo. Direi che c'è molto di tedesco in Joseph. Non so dirti esattamente cosa, ma so che è così^^
E come si può non dare ragione a Salih? Riallacciandomi al commento che ho lasciato al capitolo precedente, io penso che un turco realmente amante della propria patria avrebbe parlato come lui. Gli armeni abitavano quelle comunità da secoli, e non avevano mai - scusa lo slang - rotto le scatole a nessuno. L'impero ottomano era per natura multietnico, un po' come l'impero romano, quello macedone o quello persiano, ed è ovvio che una realtà del genere per rimanere coesa doveva tener conto anche delle minoranze. È vero, non sempre è facile la convivenza tra culture così differenti, ma di certo il pregiudizio e l'intolleranza a oltranza non aiutano. A questo punto, meglio che ognuno stia per conto proprio, no?
Ma vabbè, mi sto perdendo in divagazioni, sarà l'ora tarda^^
Come sempre ti rinnovo i miei complimenti per questa storia (c'è bisogno di ripeterlo?) e ti saluto, per stavolta.
Alla prossima! :)
(Recensione modificata il 17/12/2017 - 04:36 am)

Recensore Master
17/12/17, ore 04:02

Salve, carissimo!
Avevo voglia di leggere ancora qualcosa da questa storia, quindi rieccomi.
È angosciante, molto angosciante la loro situazione, ma pare che i turchi non siano ancora determinati a farli fuori: le conoscenze mediche di Sarkìs fanno comodo...
Tuttavia, mi ha infastidito molto il comportamento sprezzante di Mehmet, che come sempre non si smentisce. La cosa peggiore è che la sua è la crudeltà del tipico giovinastro ideologizzato e incapace di pensare di testa sua, col cervello gonfio di slogan e frasi fatte.
Nonostante tutte le sue ciance, non è sterminando un popolo pacifico come gli armeni che dimostri la tua devozione alla Patria: io penso che in fondo lui ami solo il suo smisurato ego, senza alcun riguardo verso gli altri. Penso che in contesti come quelli, di personaggi simili ce ne fossero molti, visti i toni anche piuttosto accesi e quasi apocalittici della propaganda.
E più mi rendo conto di quanto sia delicata la materia che stai trattando, più mi accorgo di quanto tu lo stia facendo bene, senza distorsioni ideologiche, retorica e vittimismi dolciastri.
Questo te l'avrò detto almeno cinque o sei volte, ma come dicevano i nostri antenati, repetita iuvant^^
Devo lasciare un piccolo appunto anche ai pensieri di Anahìd su Salih: sì, il ragazzo lo meritava davvero. Sinceramente io spero davvero che si ritrovino, e che magari Anahìd decida di dare una possibilità al suo amico, che ci sta davvero mettendo l'anima per tentare di salvarla.
E ora direi che posso andare a letto. XD
A prestissimo! :)
(Recensione modificata il 17/12/2017 - 04:02 am)

Recensore Master
15/12/17, ore 16:29

Buon pomeriggio Ale,
Per mia fortuna, io posso leggere la tua storia come se fosse un libro, dato che ho ben 50 capitoli a disposizione e che probabilmente se ne aggiungeranno altri da qui a che ci sarò arrivata :-)
Questo capitolo è pieno di una tristezza inevitabile, dato che abbiamo accompagnato Sona e Aràm nel loro ultimo viaggio. Mi è piaciuto il fatto che i genitori di Mehmet abbiano cercato in qualche modo di porre rimedio a tutto il dolore causato dal loro sciagurato figlio, e per fortuna Padre Michele e riuscito a far capire ad Anahìd che le loro intenzioni sono buone.
Molto struggente anche la scena finale, in cui i dimenticati abitanti del cimitero si uniscono a lei nella sua preghiera.
Bravo!
A presto!

Recensore Junior
14/12/17, ore 17:25

Ana si sta riprendendo: adesso può mangiare e bere, e presto tornerà ad essere la bellissima ragazza bionda che era prima di questa maledetta deportazione.
Forse è stato un bene che il mercante di schiavi l'abbia adocchiata o sarebbe morta. Certo che quell'uomo è veramente un essere odioso: cattura Ana e le altre ragazze per darle in pasto a un vecchiaccio, queste cose sono insopportabili. Che schifo di gente.
Kassim sarà ancora vivo? risucirà a scappare con Anahid, magari tenteranno la fuga insieme? Anahid non si sarebbe lasciata deportare, voleva andare con padre Michele, ma ha dovuto seguire suo padre, che era un bravissimo uomo, ma molto testardo e rigido. Adesso non dovrà farsi più scrupoli per scappare, se le si prospetterà la possibilità di farlo!
Mi raccomando, Alessandro: falla fuggire, non voglio che sia venduta allo sceicco!
Ci conto.
Bravissimo e coinvolgente.
cate

Recensore Master
14/12/17, ore 16:27

Rieccomi, come promesso sono riuscita a leggere anche un altro capitolo.
La povera Anahìd si trova ora alle prese non soltanto con la morte della madre e del fratello, ma anche con l'apatia del padre. Per fortuna, in suo "soccorso" è giunto il sacerdote, che con la sua autorità pare aver preso in mano le redini della situazione. Lei è solo una povera ragazza giovane e smarrita, ed anch'io al suo posto avrei delegato volentieri qualcun altro invece di affrontare la dura realtà.
Mi ha fatto anche piacere vedere nuovamente il nostro buon Salih. Come giustamente fai notare, lui è totalmente all'oscuro di quanto ha combinato suo fratello, e forse è meglio così perché se lo sapesse forse abbandonerebbe l'addestramento e correrebbe a casa, rischiando di diventare un disertore.
Il suo addestramento pare svolgersi positivamente, e molto probabilmente lui sarà uno di coloro che andranno al fronte a combattere, posso immaginare.
Torno a ripetere che, mano mano che mi addentro nel racconto, trovo la storia sempre più interessante e coivolgente. Ormai mi sono abituata al tuo stile di scrittura, e trovo che non infici affatto sulla qualità del racconto :-)
A presto!

Recensore Master
14/12/17, ore 14:56

Buon pomeriggio carissimo!
Come avevo immaginato, l'epilogo della perquisizione da parte di Mehmet e compari è stato il peggiore in assoluto. Se Aràm fosse rientrato pochi minuti più tardi forse tutto questo non sarebbe accaduto, ma il destino ha voluto che i due vecchi "rivali" si incontrassero.
Capisco la reazione di Arèm alle ingiustizie subite dalla sua famiglia: spesso anch'io mi incavolo come una bestia nel sentire alcune notizie, anche se fisicamente non posso fare nulla per cambiare la situazione. La sua ribellione ha alimentato la furia di Mehmet, forse in parte già dovuta alla sua condizione di semplice gendarme e per non avere raggiunto un grado più alto nell'esercito.
Comunque, la sua posizione è stata sufficiente a dargli il potere di decidere arbitrariamente il destino della famiglia Haikiàn, terribilmente decimata.
Ora, per la povera Anahìd e suo padre non so quale futuro possa prospettarsi.
Hai ragione, il capitolo parla da sè, e di sicuro è uno dei principali della storia, dove si ha la svolta principale della trama.
Complimenti, perché la storia mi affascina molto, non soltanto dal punto di vista dei personaggi che sono ben caratterizzati ma anche dal punto di vista storico.
Se riesco, cercherò di leggere anche un altro capitolo :-)
A presto!

Recensore Master
14/12/17, ore 14:49

Spero che il fortuito incontro con la suora possa aiutare la nostra piccola amica: forse sarà lei che potrà indirizzare Salih nel cammino per ritrovarla.
Le attenzioni viscide di Khaled sono più che altro fastidiose: sa benissimo di non poter abusare di Ana, perché deve mantenersi vergine per la vendita.
Ad ogni modo, la cosa importante è che Ana sia viva, che si rimetta in forze, che possa mangiare e bere.
Solo così potrà pensare di fuggire, di fare qualunque cosa.
Mi preoccupa il fatto che le altre prigioniere la guardino in cagnesco: non vorrei che le giocassero qualche brutto tiro, magari mentre Khaled è distratto.
Meglio che io taccia sulla tratta delle bianche, CHE ESISTE ANCORA OGGI.
Sempre interessante e sul pezzo, caro Alessandro: sto col cuore in gola, sperando che la nostra piccola amica possa essere libera e felice!
A presto.
Lou

Recensore Master
13/12/17, ore 19:56

Non ho resistito, dunque rieccomi qui.
Ebbene, cosa potrei dire per rendere giustizia a questo istante di tremenda drammaticità? Ho letto tutto il capitolo col fiato sospeso e col cuore in gola, e ancora mi sento turbata da ciò che è appena accaduto.
Abbiamo perso due personaggi che hanno costituito un esempio per l'intera comunità: lo stimatissimo Padre Michele e il possente armeno barbuto.
Credimi, la scena della preghiera collettiva è stata qualcosa da far accapponare la pelle... in senso positivo, ovviamente. La comunità armena, vessata e abbandonata a un destino infame, unita da qualcosa di più forte della mera solidarietà... un ultimo gesto, quello di Padre Michele, carico di un significato profondamente umano prima che religioso. Lo ricorderemo così, con stupore e commozione...
E anche l'armeno, col suo coraggio di affrontare a mani nude il gendarme turco, rinfacciandogli tutte le sue nefandezze... è chiaro che quell'uomo non avesse ormai più nulla da perdere, e la sua morte può essere quasi definita eroica.
E sono sempre più in ansia per Anahìd e Sarkìs, che iniziano ad avere allucinazioni per il troppo caldo e la sete, e vedono cadere uno dopo l'altro i loro compagni di marcia, gente che magari neanche conoscevano, ma che si è trovata a condividere con loro qualcosa di più feroce della morte... e ovviamente, quell'ultimo devoto istante di Padre Michele.
Beh, cavolo... qui mi fai soffrire e commuovere seriamente xD
A prestissimo :)
(Recensione modificata il 13/12/2017 - 07:58 pm)

Recensore Master
13/12/17, ore 19:11

Ciao!^^
Le avventure di Joseph e Salih sono sempre più "da film" xD
Ma non di quei film pacchiani e pieni di effetti speciali farlocchi, no... qui, a me sembra di vedere le scene come se si proiettassero di fronte ai miei occhi, e anche se fino a poche settimane fa questo contesto mi era solo fumosamente noto, adesso riesco quasi a vedere ogni dettaglio che tu molto realisticamente delinei, con parole dirette e incisive, dritto al punto.
Come sempre hai il dono di tenere incollati alla pagina, e di rendere partecipi delle ansie e delle speranze dei tuoi personaggi, che sono talmente vivi da dare l'impressione, a tratti, di poter saltare fuori dalla pagina da un momento all'altro... e non manca un capitolo dove non sia presente un colpo di scena!
E nulla, mi stai facendo immedesimare un sacco, intrattenendomi e insegnandomi tante cose che non sapevo.
Che dire, io adoro certe cose, e sono sempre più contenta di aver scovato questa storia, perché merita davvero.
A costo di essere ripetitiva, ti rinnovo i miei complimenti... bravo, davvero.
Alla prossima! :)

Recensore Master
13/12/17, ore 17:44

Buon pomeriggio Ale!
Ed ecco che il racconto entra nel vivo, cominciando a mostrare quegli incubi che oramai attendevo. Quella che pare una normale giornata, allietata dalla presentazione della futura sposa di Aràm, per la quale Anahìd prova anche un po' di gelosia, si trasforma all'improvviso in un incubo. Ora che è diventato un gendarme, Mehmet può sfogare tutta la sua rabbia repressa nei confronti degli armeni, comportandosi come un vero animale, ben consapevole che quei poveri inermi non possono nulla contro di lui. Il suo comportamento mi ha fatto inorridire, a maggior ragione pensando che queste cose sono avvenute davvero.
Grazie per avermi aperto gli occhi su questa parte di storia recente che non conoscevo ancora.
Il capitolo è scritto benissimo: in questo caso il tuo scrivere con accuratezza non pesa ma anzi alimenta la tensione del momento.
Buona serata e a presto!

Recensore Junior
13/12/17, ore 11:46

Buongiorno, caro Alessandro! :)
Stavolta sono stata decisamente più puntuale...xD

Il viaggio forzato della nostra giovane protagonista continua con muta rassegnazione e dolore. Il destino di Anahìd sembra sempre più cupo e nefasto, specialmente dopo aver appreso ciò che le aspetta non appena saranno arrivati a destinazione dal dottore.
Quest'ultimo, pare provare un'attrazione particolare per la giovane, proprio perché Anahìd è esteticamente molto diversa rispetto alle sue coetanee e questo attira, inevitabilmente, l'attenzione un po' di tutti.
Non ho assolutamente idea di quello che accadrà prossimamente alla nostra amata protagonista, mi auguro solo che Salih riesca a trovarla e a portarla via da quella vita che sicuramente non potrebbe mai renderla felice. 
Credo che l'apparizione fugace di Johanna nel racconto ci riserverà delle sorprese... Forse sarà proprio la missionaria ad aiutare Salih, svelandogli dove recarsi per ritrovare Ana. (E' una mia supposizione, ovviamente... xD Chissà se avrò ragione o meno).
Tantissimi complimenti per l'ottimo lavoro svolto, Alessandro. :) Il tuo racconto non fa che migliorare sotto ogni punto di vista e sono sicura che saprai terminarlo al meglio. :)
Aspetto con trepidante attesa il prossimo aggiornamento e ti auguro una buona giornata. c:
Angelica.