Ciao Alessandro, sono riuscita a tornare prima del previsto, pronta ad iniziare il secondo capitolo. Come mi avevi anticipato nella risposta alla precedente recensione che ti avevo lasciato, questo si ambienta sei anni dopo, quindi nel 1921.
Mi è piaciuta lìatmosfera di quiete che si è respirata ad inizio capitolo, una quiete però apparente, che Anahìd è ancora fortuna a vivere, visto tutto quel che succede agli armeni.
"Ormai, a Bitias non si parlava d’altro se non delle tremende marce della morte, della violenza subita dal popolo armeno e dall’implacabilità dell’odio che i turchi stavano riversando sulle minoranze dell’Impero."
Una descrizione davvero terribile e forte, ma incredibilmente vera, che fa entrare subito nell'idea che le cose non dovevano essere facili al tempo. Tuttavia, Anahìd ha ancora la spèeranza che le cose possano andare meglio, che la guerra non li toccherà se non in minima parte. Speranza che passa anche al lettore, anche se purtroppo, si sa che non sarà affatto così, e che le cose per la ragazza e per tutti gli armeni non saranno affatto facili. Tuttavia, voglio godermi questa piccola fiamma di speranza finché c'è.
Piccolo errore di battitura:
hai scritto "dall'implacabilità" anziché dell'implacabilità".
E poco dopo, "nei piccolo villaggi" anziché "nei piccoli villaggi".
Non ho ancora capito quanti fratelli ha Anahìd, ma se ho compreso bene, sono ancora tutti uniti, nessuno è partito per la guerra o è morto, e questa credo che al tempo fosse una gran fortuna.
Andiamo avanti.
"Comunque, all’improvviso, la tempesta era dilagata ovunque, generata e spinta da coloro che avevano promesso tanto e che ripagavano con la moneta dell’odio."
Anche queste sono parole molto intense, soprattutto "la moneta dell'odio". Odio è una parola forte, che però è azzeccata, descrive perfettamente la situazione e crea un clima di tensione.
Mi sono piaciuti molto i discorsi iniziali tra Anahìd e Salih, sul fatto che comunque continuano a vedersi di nascosto e a pensare l'uno all'altra. La loro amicizia è davvero molto forte, è come se i loro cuori fossero legati da un filo invisibile. ono sempre insieme, anche quando non possono vedersi, anche quando son occupati ognuno con le proprie faccende. Ma le loro menti corrono l'uno all'aktra e viceversa, e i loro cuori battono per andare avanti anche per l'altro. Spero di non essere risultata troppo poetica in questa mia descrizione, ma è quello che penso sul serio.
Eppure, nonostante la loro grande amicizia, e il desiderio di quei due ragazzi che in parte si sentono ancora bambini (perché chi ha dei sogni così innocenti e belli rimane un bambino, in fondo, e questa è una cosa bellissima), la realtà bussa alla loro porta sempre più insistentemente, ed entrambi devono cercare di accettare la triste, quanto dura e amara, consapevolezza che le cose non potranno mai più essere come prima. E' qualcosa di davvero brutto e difficile da accettare per i due amici, che infatti non ci riescono del tutto anche se si sforzano e ci provano, è evidente. Ma purtroppo spesso, la vita, ci mette davanti ostacoli e difficoltà, e noi non possiamo sempre cambiare le cose. A volte bisogna solo affrontare le difficoltà, aspettare e sperare che tutto andrà meglio, dando tempo al tempo, anche se dovessero volerci anni.
"“Domani stesso mi arruolerò nell’esercito”.
Quella frase cadde su Anahìd come se fosse stato un pesante macigno. La giovane strabuzzò gli occhi.
“No, non farlo. Non tu! Non c’è un modo per…”.
“L’Impero ha bisogno di ogni uomo valido, da utilizzare sia al fronte che al suo interno. Non posso sottrarmi ai doveri e agli obblighi dei miei antenati; mio padre pareva ben disposto anche a pagare e corrompere un funzionario**, in modo che non fossi chiamato alle armi, ma mi sono fermamente opposto alle sue intenzioni. Sul fronte, ogni giorno muoiono decine e decine di giovani turchi, che combattono per la loro patria; che razza di uomo sarei, se mi rifiutassi di prestare servizio?”, disse improvvisamente Salih, come un fiume in piena e interrompendo la ragazza, che si limitò ad annuire.
La giovane sapeva che anche Mehmet, il fratello maggiore di Salih, era stato chiamato alle armi da parecchi mesi, e che ben presto sarebbe giunto il momento anche per l’amico, ma aveva sempre creduto che il vecchio Mohamed, il padre dei due fratelli, avesse impedito in ogni modo l’arruolamento di entrambi, salvandone almeno uno. Ma, a quanto pareva, entrambi avrebbero imbracciato i fucili.
Mehmet era una personalità diversa da Salih, e per la sua tempra forte, motivata e perfida avrebbe potuto proteggerlo da ogni evento, ma il giovane ed esile fratello minore pareva molto più debole, sia fisicamente che mentalmente. La ragazza non aveva idea di quanto avrebbe potuto resistere, sul fronte.
Alla fine, Anahìd fece l’unica cosa che poteva fare; annuì ed abbassò la testa. E fu in quel momento che il ragazzo si spinse oltre, afferrandole le mani e stringendogliele tra le sue."
Anahìd ha ricevuto un colpo durissimo. Ha sperato fino all'ultimo che non accadesse una cosa del genere, e invece è successa. Mentre leggevo queste righe ho pensato una cosa: che è come quando si sa che un nostro caro è malato da tempo, e ci si prepara il più possibile perché si comprende che potrebbe morire, e quando questa cosa, sfortunatamente, succede, si comprende che non si era pronti. Ci si può preparare quanto si vuole, ma non si è mai pronti ad affrontare un lutto, o qualsiasi altro tipo di tragedia o difficoltà. Ovviamente questa è solo la mia opinione, ma ci tenevo a farti presente il mio pensiero.
Anahìd ora è distrutta, e anche il mio cuore si è spezzato leggendo quelle righe. Comprendo che Salih voglia servire la patria, è giusto, ed è stato molto coraggioso a volerlo fare nonostante il padre volesse corrompere un funzionario per non farlo partire, ma d'altra parte comprendo anche Anahìd, la sua ansia, il suo gran dolore. Prova una sofferenza vera e intensa, che però cerca di nascondere in tutti i modi, e so per esperienza che fare questo, che nascondere le proprie emozioni. p tremendamente difficile, soprattutto se queste sono molto forti e negative.
Mi è piaciuto molto che i due si siano presi lem mani come facevano da bambini, e ci sono rimasta male quando Anahìd ha sciolto quella stretta. Tuttavia è vero, poteva risultare sconveniente, quindi l'ha fatto per quanto le sia dispiaciuto.
La ragazza non vuole accettare la realtà, spera ardentemente che Bitias non sia colpito dalla guerra, e Salih le tira una specie di secchio di ghiaccio in faccia dicendole tutte quelle cose, parlandole delle violenze che le popolazioni stanno subendo. Tutto ciò ha colpito profondamente anche me, e mi ha fatta commuovere nel profondo. Essendo io una persona estremamente sensibile, soffro quando sento parlare di qualunque tipo di violenza, però credo anche che non bisogni chiudere gli occhi davanti al dolore, ed è per questo che a volteleggo storie che trattano tematiche delicate e difficili, come questa per esempio. Capisco, però, che per Anahìd non sia facile accettare tutto quel che sta accadendo, accettare la sofferenza che il suo popolo continua a subire... che poi, accettare non è il termine giusto. Diciamo che lei non vuole rendersi bene conto di quel che succede, e la sua speranza è viva e forte e questo è ammirevole vista la situazione. Lei mi sta sempre molto simpatica, però credo che, per quanto duro sia, dovrebbe cercare di guardare in faccia alla realtà. Certo, Salih le ha spiegato tutto in maniera un po' troppo irruenta, e difatti si è scusato subito. mi ha straziato il cuore sapere che Ana ha quasi pianto.
La madre di Anahìd è stata molto dolce a preoccuparsi per Salih, ma noin mi è piaciuta affatto la frecciatina che gli ha lanciato, Mi è risultata antpatica, però sono contenta che comunque, come tu stesso hai scritto nelle note, gli armeni e i turchi nei paesi di campagna vadano abbastanza d'accordo. Temevo che Anahìd e Salih, se scoperti, avrebbero potuto essere puniti, o cose del genere. Certo per. ripensandoci bene, se avessero dovuto vedersi davvero di nascosto, non si sarebbero di certo incontrati in quel negozio.
"Anahìd, udendo le cattiverie della madre, quasi si accinse a replicare, ma non lo fece. Sapeva che aveva ragione.
Tra lei e Salih, ultimamente, era accresciuta una certa attenzione, un qualcosa in più della semplice amicizia. E Anahìd non poteva nascondere a sé stessa che un po’ le piaceva quel ragazzo, anche se cercava costantemente di togliersi dalla testa strambe idee e di non pensarci mai.
Eppure, in quel momento non poté far altro che incassare le parole della madre ed accasciarsi sul bancone della bottega di famiglia, ormai di nuovo sola, iniziando a piangere sommessamente, sia per Salih che per il grigio futuro del suo popolo perseguitato."
Suna è stata cattiva, è vero. Ha detto alla figlia cose che non avrebbe dovuto dirle, o magari sì, se proprio lo desiderava, ma con più tatto. C'è modo e modo di dire le cose, e con tutto il rispetto che ho per la cultura armena e per le loro usanze, come ce l'ho per ogni cultura, credo che anche se lei è una mamma autoritaria, in questo caso non avrebbe dovuto esserlo così tanto. Mi rivolgo ora a Suna: tua figlia non prova un semplice dispiacere, ma dolore, dolore vero, intenso. Non capisci quanto sta soffrendo? Ti costa tanto consolarla un pochino? Okay, vuoi che sia forte, che lei e Salih si separino ecc. ecc., ma pensi che sia così semplice?
Boh, forse è la sua cultura che le impedisce di pensare tutto questo, però il suo atteggiamento mi ha fatta comunque arrabbiare.
Infine, il fatto che Anahìd sia scoppiata a piangere, e che abbia dovuto farlo piano per non farsi sentire e per no risultare sconveniente, mi ha fatto male all'anima.
Chissà cosa succederà ora, a lei, a Salih... ho davvero tanta curiosità e tante domande in testa.
Spero di poter leggere il prossimo capitolo oggi o comunque in questi giorni, sono curiosissima!
La storia continua ad appassionarmi, tu scrivi come al solito benissimo, e i pochi errori che hai fatto sono stati di battitura, quindi niente di grave. Anzi, è normale farli, e a volte sfuggono.
Ti ringrazio, infine, per utte le note che hai messo a fine capitolo. Mi sono servite per comprendere meglio il tutto e le trovo estremamente importanti.
Ah, comincio ad affezionarmi tantissimo ai personaggi principali. L'ho fatto già dal primo capitolo, ma in questo ancora di più. Mi stanno davvero a cuore.
A presto,
Giulia |