[Recensione premio per il contest "La Geografia del Buio" - 2/3]
Ciao Gaia, ed eccomi qui con la seconda recensione premio!
Stavolta ho fatto un bel viaggio indietro nel tempo, sia per quanto riguarda le storie da te scritte, sia per me che non ritornavo ad Alola da secoli.
Innanzitutto ti ringrazio per avermi parlato della tua voglia di tornare a scrivere in questo fandom, perché mi hai dato lo spunto per andare a vedere cosa avevi già scritto quassù in passato - è stata una piacevole sorpresa, e sono felice di essere approdato in questi lidi.
Anche se questa storia ha ormai cinque anni, e si vede come il tuo stile di scrittura sia evoluto da allora, si riconosce da subito la tua firma per l'estrema cura che metti nei dettagli. Dice il proverbio che il diavolo sta appunto nei dettagli - ma evidentemente anche tu devi avere un posto privilegiato tra di essi perché sei sempre capace di utilizzarli a tuo vantaggio e per costruire bellissime storie grazie ad essi.
Ancora una volta sono rimasto estasiato dal titolo che hai scelto (davvero, tu devi insegnarmi come dare bei titoli alle mie storie perché sono sempre il mio tallone d'Achille!): non so se questa leggenda sui Marowak che piangono solamente due volte nella vita sia stata presa da qualche fonte para-ufficiale o sia tutta di tuo pugno, ma mi è sembrata così vera e perfetta per nominare questa storia che ho deciso di farla anche mia. È stato un ottimo stratagemma con cui iniziare a bomba la tua storia, e il fatto che questa leggenda costituisca titolo, introduzione, inizio e fine del tuo testo la rende un cerchio perfetto e così funzionale che mi viene da piangere. Perché uno direbbe che nulla cambia, in questa circolarità e ritorno a quel Marowak che piange, o che addirittura si ha un passo indietro - perché non c'è alcun Marowak, alla fine, bensì un piccolo Cubone - ma tu hai reso quel cerchio una spirale di crescita e al tempo stesso ritorno all'origine, e tutto ciò è un capolavoro.
La tua scelta di Iridio come protagonista mi ha commosso, in quanto è un personaggio che ho adorato sia nei giochi che nell'anime, e mi è piaciuto il contrasto che hai creato fra lui e Lilya: per una volta, è lei quella più forte e risoluta, in un capovolgimento dei due personaggi che resta comunque estremamente IC e adatto al tema che hai voluto trattare. Da un lato il dolore per una Samina che non riconosce più suo figlio e si è persa del tutto, dopo l'arrivo delle Ultracreature; dall'altro, una Campionessa che resta lontana anni luce da Iridio, che un tempo avrebbe voluto ma ora è tardi e dunque nulla s'ha da fare, mai più. Ho rivisto nel tuo Iridio devastato da questi due avvenimenti un personaggio molto maturo, uno spirito lacerato al suo interno incapace di darsi risposte che combacia molto bene con una possibile crescita del personaggio che potrebbe esserci, se non fossimo sempre costretti a vedere questi soggetti imprigionati in un'età fanciullesca che tutto cristallizza.
Il viaggio di Iridio per tutto il mondo Pokémon, partendo da Poni dopo un consiglio di Rosso (ma allora parla!) è stata una bellissima occasione per "tornare a casa" in ciascuno dei luoghi da te nominati, un'ottimo stratagemma per mostrarci come tante storie diverse possano unirsi in piccole singolarità e nutrirsi a vicenda, le une con le altre. Soprattutto, ho letteralmente AMATO la tua scelta di Ceneride come luogo simbolo di Hoenn. Hoenn per me è casa, la adoro in ogni modo possibile e immaginabile e soprattuto amo Ceneride alla follia - così come sono pazzo di Adriano e Kyogre - per cui vederla nella tua storia è stato meraviglioso. Lo scambio di battute tra Sapphire e Iridio è perfetto, lei è perfetta ed è l'unica che riesce a far ridere di nuovo Iridio. Non penso sia un caso, dopotutto, che proprio partendo da Ceneride con la sua Grotta dei Tempi che è inizio di ogni cosa, Iridio cominci a comprendere a cosa serve davvero il viaggio che ha intrapreso. E non penso sia un caso nemmeno che Ceneride venga dopo Amarantopoli, che la caldera di un vulcano spento piena di acqua e tempeste e leggende segua una torre bruciata altrettanto leggendaria - in un gioco di opposti e distruzione che finiscono per dare nuova vita e propulsione ad un ragazzo che si sente perso e finito.
Potrei fermarmi a commentare ogni altro segmento della tua storia, ma scriverei un poema e questa recensione è già lunghissima, per cui mi limiterò a toccare ancora soltando il finale.
È stata una pugnalata, leggere di Iridio che trova quel piccolo Cubone abbandonato e lo culla tra le sue braccia, piangendo. Si tratta di una scena così bella e triste e sintomo di qualcosa che è finalmente cambiato in Iridio che ho pianto anch'io, nonché di un'ottima conclusione per questa storia. Finalmente Iridio ha trovato la sua libertà da Luna e da quella sofferenza, ha capito che ci sono altre priorità e proprio allora il sole sorge - e che splendida alba che sarà per questa nuova amicizia con Cubone (che poi, pokémon più perfetto per Iridio forse non c'è!).
Ti faccio i miei complimenti perché anche se è passato tanto tempo questa storia non è invecchiata di un giorno, restando fresca e apprezzabile come se appena scritta - e per questo finisce dritta tra le mie preferite. È anche la dimostrazione che la scrittura è qualcosa davvero di tuo, una capacità che hai sempre padroneggiato e il tempo ha solo aiutato a migliorare. Grazie per avermi regalato questo splendido viaggio in un fandom che amo, ne avevo bisogno.
A presto con la prossima e ultima recensione premio.
Un forte abbraccio,
Asmodeus. |