L'idea c'è ma l'esecuzione è un po' frettolosa e poco specifica. Sì, vengono elencati passatempi e interessi prettamente giapponesi ma la narrazione principale sembra più personale dell'autore che di Kiku. Non metto in dubbio che quest'ultimo potrebbe effettivamente trovare quest'angoscia nel mondo moderno, questa nostalgia del passato che effettivamente Giappone esplica canonicmente; eppure sono più propensa a credere che l'esprimerebbe attraverso la scrittura e lettura dei manga o guardando anime e film oppure giocando ai videogiochi (cosa accennata verso la fine) piuttosto che attraverso l'uso di ansiolitici ed il sonno. 
Giappone ha creato attorno a sé tutto il suo mondo perduto, mettendo in pratica quelli che potrebbero essere considerati i suoi sogni nostalgici. Ricordiamoci inoltre che Himaruya parla spesso del distacco di Kiku con il suo passato, del fatto che abbia quasi dimenticato le sue radici e le sue credenze, la sua stessa fede. 

In breve mi sembra che il racconto sia perlopiù OOC.
Non è necessariamente scritto male, ha una buona idea di base (non mi sembra avere errori sintattici o altro), ma manca di quel sale che potrebbe renderlo un racconto fatto effettivamente bene. Magari un po' più di pianificazione a tavolino e di soffermazione sui vari elementi elencati lo avrebbe reso un bel racconto breve.

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