Ciao, arrivo un pochino in ritardo, ma ci tenevo lo stesso a leggerla e a recensire anche se è passata qualche settimana (oddio... quasi un mese) da quando hai pubblicato. Ci tenevo perché il titolo mi ispirava e il concetto che la casa non sia soltanto un luogo in cui vivere, ma anche e soprattutto delle persone. Nel caso di Sherlock, John e Rosie sono la sua casa. E questo concetto che hai espresso molto bene in questa flash, che a tratti è quasi toccante, mi è arrivato in maniera particolare. La flash si apre in modo quasi comico, divertente (e un po' inquietante) il fatto che sì, tutto quanto stia tornando a posto e che di conseguenza ci sia di nuovo un teschio sopra la mensola del caminetto. Chi sarà mai quel teschio? Ho sorriso nel momento in cui John domanda tutto preoccupato se per caso non ha profanato una tomba... divertente, e un po' creepy anche. Sherlock non risponde, perché non ha voglia di giocare ecco e perché ne ha passate abbastanza. Questo è molto chiaro dal modo in cui gli chiede di tornare ed è ormai spoglio di tutto, pudori e paure. Lui vuole soltanto John e Rosie e casa e basta. Il resto, se mai ci sarà un resto, verrà dopo e forse nemmeno conta adesso.

Direi che una delle cose apprezzabili è il Johnlock non dichiarato. Uno è libero di interpretare il loro futuro come meglio crede, apprezzo il fatto che tu non ti si allargata a spiegare che ne sarebbe stato di loro perché non era il perno della storia. Quello era Sherlock, i suoi sentimenti e il coraggio che riesce a trovare di chiedere a John una cosa tanto importante.

Mi ha fatto piacere ritrovarti.
Koa

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Ciao! :) Leggere questa dopo il finale della quarta stagione alimenta le mie speranze di una quinta. E questa sarebbe una scena assolutamente da inserire! Mi è piaciuto come l'hai descritta, utilizzando poche parole ma semplicemente efficaci per rendere al meglio la situazione!
Oltretutto non ho trovato errori per cui è stata anche gradevole da un punto di vista formale! Complimenti ! ^^
Hippolyta

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