Recensioni per
VecchiPensieriVecchi
di Fed

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
28/12/11, ore 11:22

La prima cosa a cui ho pensato leggendo questa storia è la mia terra.
Sono abruzzesAh, dunque quello di cui parlavi all'inizio di questa storia mi è molto, molto, molto familiare.
Per la prima volta dopo tanto tempo sono tornata ad immedesimarmi in un racconto. Mi sono sentita vecchia e con l'erba a solleticarmi le chiappe, tanto per essere chiari.
Ho visto tanta gente attorno a me andare via, pensando che facesse tutto schifo. Andare lontano e solo in pochi casi essere felici. Non sto dicendo che andarsene è sbagliato, attenzione. Ma dentro di me c'è qualcosa che urla che se siamo nati in un posto c'è un motivo e ci è chiesto di essere lì, in quel momento, per fare qualcosa. Ora il momento favorevole. Non un altro.
Altrimenti poi rischi che ti manchino da morire le lumachine che bucano l'insalata, 'nsomma. E di prendere sottogamba le ali delle farfalle.
Molto liscia, questa storia. Spiazza con qualche elemento surreale, irreale, reale. Con qualche tuo solito cammeo di soave bellezza.
L'oriente. Mh. Il pelo rado e spettinato. Il vecchietto di periferia. Mh. I love it.
Eppure la nostalgia è così: semplice. Pur prendendoti a stilettate nella pancia dell'orso panciuto.
Mi è piaciuta la scelta della donna vecchia [che poi dinanzi alla consapevolezza ridiventa una giovane sposa, bellissimo il finale].
Capire la bellezza delle lumache e delle farfalle. Saperle mettere sullo stesso piano, ecco. E' difficile.
Ti ripeto: è un racconto liscio, sereno nelle sue amarezze. Con degli aggettivi che ricamano la trama d'incanto e sogno.
Chissà se ho interpretato a casaccio.
Complimenti

K

Recensore Veterano
05/06/09, ore 16:27

Questa è forse una delle storie metaforiche con il significato più bello che io abbia mai letto. E’ immersa quasi in un’atmosfera onirica. Ti fa vedere in controluce, sotto le parole, una vita che corre via e che ti porta con lei, mentre tu cerchi solo di strapparti di dosso i fili dei tuoi vecchi giorni, senza distinzioni, senza nemmeno riguardarli alla luce del giorno che rinasce. Ma ad un certo punto, ti capita di buttarti uno sguardo dietro le spalle, e di vederli a terra quei fili, ormai inutilizzabili, che avevi tanto disprezzato e che adesso ti appaiono lontani e belli come un miraggio. Non le mancavano le lumachine, a vent’anni. La metafora delle farfalle, belle ed estranee, e delle lumachine, quotidiane e tanto più amabili; è raffinata e al contempo dolce. E la donna che alla fine si allontana con il passo lento delle giovani spose è così amara che fa male. È una promessa, ma che promessa può essere per una donna che ormai ha finito il suo viaggio?
L’ho detto, e te lo ripeto: tu mi incanti.