Recensioni per
KARMA
di Francine

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/03/18, ore 11:53
Cap. 1:

La vita di persone che si conoscono procede su binari paralleli fino a quando, per i soliti motivi della vita - fine della scuola, trasloco, trasferimento… - quelle stesse persone si perdono di vista e continuano la propria vita lontano, in maniera indipendente l’una dall’altra. Fino a quando, però, per caso, ci si ritrova e qualcuno ha la bella pensata di parlarti della tale situazione, di cui non ti importava più nulla da tanto tempo, riesumando nomi ormai morti e sepolti nella tua memoria, credendo che, come ha continuato ad interessarsene lei, lo stesso hai continuato a fare tu. A volte è difficile immedesimarsi negli altri e capire che il passato è appunto passato e riportarlo a galla non solo non serve a nulla, ma, anzi, può essere dannoso. Sì perché quel passato che avevamo abbandonato in una compagnia di persone di cui ormai fatichiamo anche solo a ricordare i volti, o che stentiamo a riconoscere visti gli anni trascorsi, torna nuovamente a parlarci, a fare capolino nella nostra mente, rievocato nel momento più impensabile ed inatteso.
Ed ecco che, non appena ci troviamo più soli ed indifesi, soli con noi stessi, quando vorremmo soltanto addormentarci e preparaci ad un nuovo giorno, quel determinato passato - quel passato di cui apparentemente non ci frega più nulla, perché appartiene ad una persona in cui quasi stentiamo a riconoscerci - ci tormenta, ci tiene svegli, ci porta a compiere ragionamenti fino a quel mattino neppure possibili da immaginare. È a quel punto che capiamo che, per quanti anni siano passati, per quanto la nostra vita sia cambiata da allora, forse non tutto è davvero mutato, forse qualcosa è sempre stato lì, pronto a saltare fuori alla prima occasione buona.
Perché, per quanto si vada avanti, qualcosa di noi resterà sempre indietro e, ogni tanto, dovremo voltarci a vedere dove sia finito, a cercare che fine possa avere fatto, a chiedergli conto del suo ritardo rispetto a tutto il resto. Non è facile comprenderlo, perché magari per tanto tempo neppure ci accorgiamo, di quel qualcosa di noi che manca all’appello; poi, per un caso fortuito, ecco che ce ne rendiamo conto e, a quel punto, sarà possibile continuare, con un po’ di consapevolezza in più, facendo i conti col passato e con noi stessi.
Un racconto davvero molto interessante, che apre numerosi spunti di riflessione, forse anche più di quanti ci si potrebbe aspettare ad una prima lettura; e, infatti, l’ho riletto almeno tre volte, per capire tutto, e probabilmente neppure ho colto ancora ogni singolo significato di questa perla.
Quando un testo mi dà da pensare e ragionare tanto, lo ritengo a tutti gli effetti un signor racconto e sono veramente soddisfatto di essermici imbattuto.
Quindi complimenti!

Recensore Veterano
02/02/18, ore 21:11
Cap. 1:

Ehilà! Entro in scivolata nel tuo profilo grazie allo scambio del Giardino v.v non so se hai visto ma ti ho lasciato pure un commentino in totale amicizia anche alle flash-fic su Utena (ovviamente non devi ricambiare, non ti preoccupare, mi andava solo di fangirlare in allegria).
Venendo a questa shot originale, invece, mi sento di dire solo una cosa: wow.
Devo dire che mi trovi d’accordo su tutta la linea.
La gente cresce. Evolve. Va avanti. E lascia la zavorra – o l’immondizia – dove deve stare. Lontana da sé. Alle spalle.
è la prima cosa che la gente ti dice – dopo «Ciao, quanto tempo! Come stai?» – come se a te fregasse ancora qualcosa dell’intera faccenda. Come se tu, nella loro testa, funzionassi solo in virtù di quel fatto e fossi ancora quella che conoscevano loro
Ok, ok, so che hai inserito la storia nella sezione Commedia, ma questi due pezzi in particolare mi ricordano (non sai quanto) il modo in cui mi sento quando incontro i miei compagni del liceo. Io sono cambiata parecchio da allora, sono migliorata fisicamente e caratterialmente, faccio un sacco di cose che mi piacciono, mentre gran parte di loro sono rimasti sempre uguali, e lo vedi anche quanto ci rosichino, in fondo, del fatto che tu sia riuscita a realizzarti come persona. Neanche uno dovesse vivere in funzione degli schemi mentali che si erano prefissati nel macrocosmo del liceo. Evvabbeh, laggente. Tornando a te…
Lui, quello che ti ha spezzato il cuore tradendoti con un’altra, e l’Altra, appunto, si sono lasciati.

MA QUANTO SONO IO IN QUESTA STORIA?
Percepisco un non so che di autobiografico, ma giuro, sono io. Questa cosa fa paura ahahahah
Il fatto che la protagonista (tu, io, qualcun altro (?)) non riesca ad archiviare la notizia nonostante tutto il tempo che è passato, anche se hai cambiato diversi fidanzati e la vita è andata davanti è, credo, semplicemente la manifestazione del fatto che all’epoca lo #stronzo™ è seriamente riuscito a spezzarti il cuore. Diciamocelo, durante l’adolescenza ogni evento, anche il più scemo, è amplificato. Certe cose te le porti dietro anche quando le hai superate. Quindi il fatto che il karma regni, in qualche modo, anche se la cosa dovrebbe esserti indifferente, un po’ ti fa sfregare le manine di contentezza.

Oh, almeno la soddisfazione di sparare un “E ti sta bene”, no?

Mi è piaciuta molto questa shot, stile impeccabile e ho apprezzato le note di “parlato” qui e lì, evidenti ma non pesanti o eccessive. Complimentissimi e alla prossima!
Trix

Nuovo recensore
12/01/18, ore 13:33
Cap. 1:

Ciao!
Eccomi qui con la recensione che hai vinto nel gioco "OIOI!" del Giardino.
Ho scelto questa One-Shot per due motivi: il primo è che era da tempo che non leggevo qualcosa nella sezione "Commedia" e ammetto che mi mancava; il secondo è che sono stata tremendamente attratta dal titolo in quanto per me, la parola "Karma", riconduce ad un personaggio di un Anime che amo alla follia (il che non c'entra nulla con la storia in sé, ma se si tratta di "Karma" quasi impazzisco, qualunque sia il contesto).

Inizio subito col dirti che l'ho amata: hai uno stile di scrittura pulito, scorrevole e grammaticalmente corretto.
Hai centrato in pieno il significato della parola "Karma" e il tutto è stato narrato con un ritmo, a mio parere, incalzante.
Anche il registro linguistico da te utilizzato ha giocato la sua parte: l'ho trovato ideale per un racconto del genere, così come l'utilizzo della seconda persona.
Riguardo quest'ultimo punto: ti faccio davvero tanti complimenti perché di storie scritte in seconda persona ne ho lette veramente poche e ammetto che non è uno stile del quale vado matta MA, con estrema gioia, posso dire che questa tua OS è una bellissima eccezione (e questo è solo uno dei tanti motivi per i quali l'ho aggiunta alle ricordate).

Mi sono, in buona parte, rispecchiata in questa storia: non è tanto l'aver vissuto la stessa esperienza, bensì l'aver provato le medesime emozioni e l'aver pensato alle stesse cose.
La gente vive la propria vita ogni giorno, e la vita, essendo piena di sorprese (sta a noi decidere se apprezzarle o meno), alcune volte ci riapre delle porte che pensavamo di aver chiuso per sempre, o addirittura di aver buttato via la chiave proprio per non riaprirle più.
Ed è qui che la vita (gran signora proprio come l'hai descritta tu), decide di sfondarle "per noi".
Perché, detta come va detta, cosa ce ne importa di sapere se "colui che non fa più parte della mia vita perché ormai sono andata avanti per la mia strada" ha subito il fantomatico Karma e ha vissuto ciò che io stessa ho vissuto prima di lui e, soprattutto, a causa sua?
Insomma, se non lo cerco più, se non ci penso più e se non chiedo più di lui, un motivo ci sarà.
E invece no, perché quando il suo ricordo riaffiora, è un po' come se quella persona fosse solo rimasta in standby nella nostra esistenza, nonostante il presente lo viviamo come persone diverse e più mature rispetto al passato.
"Quella persona" non sarebbe di certo tornata a tormentare i nostri pensiero se "un'altra persona" non l'avesse menzionata: e "quell'altra persona" forse non ha nemmeno compreso che gli anni sono passati, che tu sei cambiata, che tutti - si spera - col tempo cambiano e - ancora si spera - maturano.
No, perché ovviamente rimane sorpresa, quasi ci rimane male nel constatare che la tua reazione a quella fatidica notizia non è ciò che si aspettava.
É il Karma, anche in questo caso: anni fa magari si reagiva in un modo a determinate notizie (che magari, in passato, facevano talmente tanto scalpore dentro di te che quasi pensavi di non riuscire ad andare avanti), nel presente, a distanza di tempo, sono solo una piccola sbavatura durante la tua routine quotidiana.
Questa piccola sbavatura diventa una macchia abbastanza evidente quando sei sola, quando inizi a pensarci così, senza motivo, domandandoti alla fine il perché continui a pensarci, perché tanto non ti importa (però intanto ci pensi).
Questo fa parte della vita.
Perché le cose superflue ora erano importanti in passato e, detta come va detta, ora sei la persona che sei proprio perché hai vissuto delle "cose adesso superflue" in passato.
Incredibile come tu sia riuscita a narrare tutto ciò, davvero.
Non mi resta che farti nuovamente tanti complimenti, è stato un piacere leggerti.
Alla prossima,

Jill ~

Recensore Veterano
09/01/18, ore 10:20
Cap. 1:

Ciao, ho scelto di recensire questa storia perchè il titolo mi ha colpito e perchè le introspettive mi piacciono particolarmente...
Beh che dire, trovo che la storia scritta molto bene, viene letta senza interruzioni in modo molto scorrevole e piacevole. Ci si riesce ad immedesimare nelle righe che rievocano, più o meno, esperienze che almeno una volta tutti abbiamo passato, magari la questione non era quella ma le sensazioni invece sì.
Per quanti riguarda la grammatica ed il lessico direi che è tutto corretto, avrei solo un appunto, ma che credo sia puro gusto personale, ovvero, alcune volte metti l'iniziale maiuscola ad una parola come fosse un nome proprio, ad esempio "l'Altra", "Quello Sbagliato", "Lui"... posso capire che, forse, sia fatto per sottolineare che si parla di una determinata persona ma non mi entusiasma molto e anzi al contrario mi "turba" un po', sono cosciente che molto probabilmente sono soltanto mie pare ahahah ma comunque mi sentivo di "segnalartelo", stesso discorso vale per "colle/colla" che so essere giusto grammaticalmente ma mi "distrae" perchè sul momento il mio cervello non le legge come preposizioni-articoli ma come parole che si riferiscono ad un oggetto, pensando poi che invece ci andrebbe "con le/con la" per non creare "incomprensioni", ma ovviamente essendo una forma corretta in Italiano non è per niente un errore :)
Concludendo ti faccio i miei complimenti, brava.
Alla prossima.
Alex
Recensione che partecipa all'iniziativa: 10.000 recensioni in un anno
(Recensione modificata il 18/01/2018 - 10:11 pm)

Recensore Master
15/03/17, ore 11:37
Cap. 1:

Sono capitata su questa storia attraverso un giro assurdo e... Beh, mi ci sono ritrovata in pieno sotto tanti aspetti.
Perché è assolutamente reale.
Quegli incontri casuali che ti piombano addosso dopo anni e anni, i convenevoli magari insopportabili ma necessari, e lei, la notizia che ti fa dire: "a che pro? Ma lo sai tu quant'acqua è passata sotto i ponti?" Poi però ti ci arrovelli e ti chiedi se davvero tutta quell'acqua sotto i ponti è passata davvero. Perché forse, se davvero gli anni ti avessero cambiata come credi, di una notizia simile non te ne importerebbe nulla, te la faresti scivolare addosso e invece... E invece magari hai proprio bisogno di metabolizzarla per capire che sei andata avanti e lo hai fatto sul serio, e quanto ti fa bene capirlo davvero!
Oddio, mi sembra di ripetere la storia stessa, tanto più che è in seconda persona XD altra cosa, questa, che ho apprezzato tantissimo, perché non solo ne hai saputo fare un uso magistrale, e non è cosa da tutti, ma credo sia davvero il modo migliore per conferire il giusto tono intimista alla storia.
Insomma, ho trovato questo racconto specchio di molti miei arrovellamenti interiori... Non in campo amoroso magari, ma importa poco: alla fine penso si adatti a qualsiasi aspetto della vita.
Felicissima di aver letto!

Mel

Recensore Junior
04/02/17, ore 23:06
Cap. 1:

Perché gli uomini – e le donne – sono fatti così. Vanno avanti per tentativi, ché nessuno ci fornisce un cavolo di manuale di istruzioni, quando ci sbattono quaggiù.
Penso che l'essenza di questa tua piccola perla sia tutta qui: in quel maledetto manuale d'istruzione che non esiste (e chi diceo scrive il contrario, probabilmente della vita ha davvero capito poco o nulla). Perchè la vita procede così: per tentativi, per inciampi che ti fratturano una gamba e per soddisfazioni che ti fanno credere di volare. Volare davvero.
E di evoluzione. Soprattutto di evoluzione.
E quello che ieri ti avrebbe dato la soddisfazione del gatto acciambellato sulla poltrona, la pancia pieni e i bassi rilassati, oggi diventa un'informazione superflua. E ti martella la testa giusto perchè è qualcosa si inutile, di inconsistente. Te ne ricordi solo perchè sai che una volta (chissà come, chissà quando) sarebbe stata una cosa bella, una cosa importante.
La vita è così: nelle mezze confidenze di una vecchia compagna di classe che ti riporta indietro. Classe II B (o qualsiasi altra. E no, personalmente non mi riferisco alla canzone). A quando è iniziato...qualcosa. Qualcosa che ti lasci alle spalle con gli anni che si sfogliano, con le conquiste e le delusioni che inanelli. Con la vita che procede, insomma. Nelle sue piccole esalatazioni e nelle sue assolutizzanti delusioni.
Perchè ognuno di noi vive il suo personalissimo romanzo, il suo dramma e la sua commedia. Ogni minuto di ogni giorno della sua vita. Con tutti gli annessi e i connessi. Con tanto di personaggi principali, comprimari e comparse che ti domandi se il regista di tutto non te li abbia spiattellate sotto il naso guisto per insegnarti un po' cos'è l'improvvisazione.
E vedere una spaccato di vita, uno spaccato di quoitidianità, così semplice, così "banale", sviscerato con certosina abilità, con la lama chirurgica di un'analisi quasi psichica, fa male. Fa uno stupendo assoluto male.
Di quel male che ti stringe le viscere e ti fa dire c**o è così. E ti ritrovi in uno centro mille dejà-vu. Perchè ci sei passato anche tu, per quel karma. Ci sei passata anche tu e forse solo adesso te ne rendi davvero conto. Perchè è stato come se qualcuno di avesse preso per mano, come si fa con i bambini; e ti avesse insegnato un po' a camminare. Dentro la tua stessa testa.
E scoprirlo è fantastico. E per questo GRAZIE MILLE!
 
Quindi sì: ho amato questa tua storia.
Amo te, in questa versione. Sei fantastica, anche fuori dagli schemi di manga e anime. Si vede la tua sensibilità, si ritrova il tuo gusto per l'introspezione, quella nota personale di quotidianità che è una cifra del tuo stile, del tuo essere tu.
E non so perchè, ma mi ricordi Pratto. Hugo. Sì; quello di Corto Maltese.
E no, non è piaggeria. E' da un po' che ci sto pensando, e spesso, quando ti leggo, mi vengono in mente i suoi acquarelli, le sue storie. Le sue atmosfere.
Sì: le atmosfere. Sei una superba pittrice di atmosfere, da quelle più rarefatte a quelle più intense, fino a quelle inconsce e digressive, come questa.
(Recensione modificata il 04/02/2017 - 11:10 pm)

Recensore Veterano
04/02/17, ore 17:12
Cap. 1:

Trovata per caso, ho visto che era svincolata da altri riferimenti e l'ho letta.
Eh, è stato interessante sentire questa versione, che al mio vissuto non si adatta molto (sì, mi è capitato di esser lasciata per un altra, ma per un qualche motivo la cosa non si è inserita tra i miei ricordi base), ma che parla comunque di crescere, andare avanti, e fare i conti col passato, così a tradimento... e quello sì, che lo conosco bene.
Man mano che andavo avanti a leggere mi chiedevo quale fosse il busillis della questione, e dove la protagonista volesse arrivare.
E alla fine mi è piaciuto il punto: non è questione di vendetta, o compiacimente nel veder affondare chi ci ha ferito, quanto il raggiungere una consapevolezza molto interessante. Non è colpa del fiore no.
Non è lei che non valeva abbastanza, ma è lui.
Lui che non è cpace di fermarsi sullo stesso fiore abbastanza a lungo... E' karma.

Recensore Master
04/02/17, ore 15:36
Cap. 1:

Un ritratto perfetto della realtà. 
Quella compagna che sbuca fuori dal nulla con quel suo irritante Ma ciao! Come stai? Novità? - sottotesto: Ti sei sposata? Sta ancora con quello là? E laurea? E il lavoro? I figli? 
E di corollario arriva sempre LA notizia, quella di cui ormai non te ne frega niente, che liquidi con un "davvero?", e lì finisce. (tranne che nella tua testa, dove diventa, appunto, è karma, per la miseria.)
Perché per loro sei ancora la ragazza in jeans, oppure quella introversa, quella che non sapeva stare o la secchiona. Non sanno niente della tua crescita personale, dei tuoi dolori, di come li hai superati e con chi li hai superati - o delle tue soddisfazioni e delle tue gioie. 
Loro vedono ancora la loro compagna, quella a cui si sentivano superiori o inferiori, dipende dai casi - quella da prendere in giro o da cui copiare. 
E tu capisci che non vale neppure la pena di spiegare, di provarci; che, in modo contorto, sono loro rimasti indietro, fermi nel tempo. Che tu sei andata avanti, e la spazzatura è, appunto, dove dovrebbe essere. Buttata. 
E allora forse abbozzi un sorriso, forse un tutto bene, grazie, vado di fretta, e sgusci via, perché quelle persone ti vorrebbero come una volta per dimostrare a loro stesse di essere come una volta - migliori, al vertice, con tutte quelle aspettative di cui blateravano, come se la vita si misurasse solo sulla carta e non sulla pelle. 
E sì, proteggi la nuova te - o forse non ne hai nemmeno bisogno, perché sei più forte, diversa, e vai avanti. E questa commedia ha detto tutto splendidamente, come al solito. 

*crostata alla crema?* ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥