Questa è una storia che mi ha fatto molto riflettere. Ho dovuto leggerla più di una volta per capirla per bene (ma non perché non sia scritta in modo chiaro o altro, affatto, ma perché è una storia tutt'altro che banale), e ancora adesso non posso dire di aver trovato un'interpretazione univoca, ho solo fatto alcune ipotesi.
Ci sono molte cose curiose in questa storia, a partire dall'identità del protagonista. Un protagonista che non ha un nome proprio, ma che viene identificato come se fosse il rappresentante di una categoria: il Malato, appunto, con tanto di lettera maiuscola. Questo ci fa capire come lo scopo di questa storia, in fondo, non sia quello di parlare specificatamente di una persona, di una vicenda univoca, ma di come il suo scopo principale sia quello di trasmettere un messaggio universalmente valido.
Il punto più enigmatico è, ovviamente, il finale, in cui il Malato si getta dalla finestra e trova quella cura che nessun altro riusciva a trovare. Così, facendo un balzo nel vuoto, un balzo del tutto cieco verso l'ignoto (tanto che addirittura cade all'indietro), riesce a trovare la soluzione.
Forse significa che a volte, il modo per sbloccare le cose, l'unico modo per trovare una soluzione, è spegnere la luce e brancolare nel buio. Fare un salto di pazzia, un salto di creatività, compiere un atto di immaginazione.
Un pensiero inquietante, però, è il fatto che l'Ex-Malato, invece che gioire istantaneamente e pienamente della propria guarigione, pensa di aver trasferito la sua disgrazia a un altro individuo, oppure pensa a tutti gli altri che ancora soffrono. Mi sono fermata a riflettere se questo dubbio sviluppato dal protagonista fosse concreto, o fosse solo un suo assurdo senso di colpa (che tuttavia non è affatto irrealistico. Anch'io non credo che si possa semplicemente "gioire e basta", dopo essere usciti da una condizione di malattia durata vent'anni, durata tutta la vita). In ogni caso, è questo l'elemento decisivo che rende drammatica la storia. È molto curioso perché, annche se la storia di fatto finisce bene, lascia una sensazione di amaro in bocca.
Molto bello anche il particolare del bicchiere d'acqua che viene introdotto subito, all'inizio della storia, per poi essere ripreso sul finale. Si vede che sei attento ai dettagli, e che non scrivi le cose a casaccio.
Un'ultima cosa, anche se non tanto importante, ma ci tengo comunque a dirtela: l'introduzione che hai scelto per la storia è veramente bellissima. Oltre a riassumere in modo davvero efficace tutta quanta la storia, è accattivante, poetica e commovente.
Io sono davvero contenta di aver scovato il tuo profilo, scrivi delle cose parecchio interessanti e poi sono d'accordo con te con ogni parola che hai scritto nella presentazione della tua pagina autore.
Spero che troverò presto un'altra occasione per leggerti.
Alla prossima dunque!
Silvar |