Chi non muore si rivede, vero?
E allora eccomi qui a commentare questa perla, una bella fic raccontata da un originale puinto di vista e in modo magistrale.
IL ritmo è fin da subito incalzante, non ci sono inutili giri di parole, la situazione è immediatamente inquadrabile:" La senti, non è vero? È arrivata.
Si tratta della fine..."., la fine di Vincet in quanto essere umano, di quell'uomo con una storia, una vita fatta di lacrime, risate, amore, visttorie, delusioni, una vita totalmente umana per cedere posto a quel lato oscuro che non è nato con lui, ma in lui si è insediato come un seme che con gli anni è maturato. Il seme del male, quella parte oscura che in fin dei conti tutti abbiamo dentro ma che nel caso dell'ex Turk è stata coltivata con cura dalla malvagita altrui e che ha trovato terreno fertile in un cuore ferito.
Hai "personalizzato" CHaos in modo eccellente, gli hai attribuito una coscienza, ma la sensazione che ho è che, oltre al momento preciso della storia in cui prende fisicamente il sopravvento, si possa facilmente generalizzare all'istante in cui Vicent, l'uomo, cede; la sua coscienza cede a quell'ombra nascosta e sensuale che è a parte che nessuno ammette di avere. Non so se mi sono spiegata.
La voce bassa e sibilante di Chaos che, latente, bisbiglia nell'animo di Vincent fino ad esplodergli nella testa. La bestia prende il sopravvento, come un predatore che a lungo ha atteso la sua vittima nascoto ma sempre in agguato, in attesa del momento giusto per uscire allo scoperto e per dilaniare la vittima con i suoi artigli.Ciò che mi piace molto di questo particolare rapporto è che, nonostante Chaos conosca la sua superiorità, in un certo punto rispetta Vincent, lo definisce addirittura "compagno", forse è l'unico a conoscerlo veramente a fondo. Il suo predominio, più che fisico, è mentale: sa che prenderà il soppravvento sull'uomo, sa che di lui non ne resterà traccia ma, da ne ricvonosce il valore.
Poi, la metamorfosi, anche quella fisica che ribadisce la cancellazione totale, la cessazione di un'esistenza.
Ovviamente, la parte che preferisco è questa : "...è l’ultima immagine quella più importante: il sorriso imperituro di una principessa né donna né bambina – per te troppo dell’una e troppo dell’altra – che ti ha insegnato la tenerezza e fatto riscoprire il calore. Ed è il suo tiepido tocco che percepisci sul viso, in un’estrema carezza di commiato." e non tanto perchè è delicatamente Yuffentine, ma soprattutto perchè si percepisce il freddo lontano da quel tocco gentile. Trovo che sia un delizioso contrasto con il rapporto tra il turk e la bestia, riassunto nell'ammissione: "Io che ho ingoiato la tua rabbia, la tua paura, il tuo dolore. Il tuo odio. E li ho fatti miei". Qui sembra quasi materno, Chaos, e insieme parassita, a tratti sembra averlo accompagnato nelle vicissitudini della vita e a tratti sembra esserglisi attaccato addosso nutrendosi delle ultime forze dell'ornganismo che lo opsita per poi rigurgitarlo fuori totalmente prosciugato.
Poi il finale, "Finalmente, Vincent Valentine, anche tu conoscerai la pace", la pace eterna che nulla più fa provare perchè strappa la coscienza e nega l'esistenza e,contemporaneamente, quella pace confortante che protegge dal dolore. Anche la fine, per il nostro sfortunato personaggio, ha una natura doppia come la sua personalità.
Spero di non aver espresso un'interpretazione esageratamente fantasiosa e di non esssermi allontanata troppo da ciò che volevi comunicare.
In attesa di vedere nello stesso letto due tizi di nostra conoscenza (Yuffie e Vincent, ma io non ho detto nulla) rinnovo i miei complimenti e ti abbraccio forte.
Mi manchi, torna presto <3 |