Recensioni per
Veleno nubile e vergine
di TheLoneDarkness

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/12/17, ore 08:59

Non preoccuparti, non credo ci sia chi si metterá a sperimentare con la belladonna ahahah.
M'é parso di notare un bel balzo in avanti per quanto riguarda la forma narrativa. Un consiglio va al nome degli ingredienti e dei luoghi che tu metti tra virgolette: sarebbe come scrivere "ciliegie" in un testo o "Ponte Vecchio". Vedi? Risulta bizzarro. Anche se luoghi o piante fittizie, non necessitano delle virgolette. É comunque un problema che non si ripresenta in tutto il testo.
Comincio a pensare che Saewen sia una persona un po' freddolosa e malcontenta: continua a lamentarsi del clima di Solitude quando, in tutti gli anni in cui vi ho messo piede, ho trovato sempre strade pulite e un bel sole a bagnarla. Dovrebbe vedere Windhelm, a 'sto punto ahahah.
E, Seorith, con tutto il rispetto, sarebbe stato molto più semplice se avessi pagato le guardie per permettere a TE di raggiungere le celle, senza smuovere il prigioniero, così da evitare questo bizzarro scambio di pacchi. Ma cosa possiamo farci? Qualcuno che va in giro vita natural durante con un incantesimo d'oscuramento a coprirgli la faccia, qualche tara deve averla per forza ahahah.

Recensore Master
13/10/17, ore 20:56

Il N.B. mi ha fatto arrossire... ad ogni modo, puoi tirare un sospiro di sollievo, perché non hai assolutamente fatto peggio. È più raro incappare in ripetizioni e la tua prosa semplice è molto chiara.
Certo che il cappuccio di Seorith deve coprirlo proprio bene, con tanto di bandana sul volto, se ancora Saewen ritiene che sotto di esso possa nascondersi un nord o un mer così come un khajiit o un argoniano ahahah
Trovo bella l'analisi che hai fatto dei pensieri di Saewen mentre ascoltava il brano intonato dal bardo: chi ha giocato a Skyrim e ha dimestichezza col suo andazzo, sa che non vi fosse torto o ragione tra Manto della Tempesta e Imperiali... o meglio, sa che vi erano entrambi. Ma la protagonista è cresciuta in un mondo che disprezza l'idea di un'autonomia di Skyrim e, in quel momento, la sua mente si stava colmando delle parole della canzone, che inneggiavano l'Impero e gettavano odio contro il suo nemico.
Piccolo appunto: il verbo “incutere” ha a che vedere con sentimenti negativi. Il sentimento di pace, invece, può essere infuso o trasmesso.
Ebbene, eccomi infine in pari. E il capitolo si chiude in un momento di quiete, che permette di prendere fiato e attenderne senza troppa ansia il proseguo :P

Recensore Master
12/10/17, ore 23:12

Qui cominciamo a trattare questioni interessanti e, al contempo, un po' in bilico. Quello del Sangue di Drago è un dono divino, non un gene: non si tratta di un fattore ereditario, né tale potere può trasmettersi mediante legame di sangue. Si tratta di una reincarnazione, ma pare che così non sia avvenuto con la protagonista, che ha un altro tipo di legame, non ancora specificato, col precedente Sangue di Drago. Suppongo che tutte le spiegazioni necessarie arriveranno a tempo debito.
Per ora, credo che la giovane Saewen debba mettersi in testa che non le stia andando così male: arriva da una reggia in cui veniva trattata alla stregua d'un animaletto da circo, di un'onta divertente e fastidiosa al tempo stesso; sembra che nel nuovo ambiente le facciano ricoprire il ruolo d'apprendista più che di serva, ma evidentemente lei ancora non comprende la cosa: la cara Dovah-kid dovrà imparare a mettere la cera e togliere la cera, prima di puntare a compiere grandi imprese.

Recensore Master
12/10/17, ore 11:59

Spero tu ti sia resa conto che, dal momento in cui il gruppo raggiunge la bottega fabbro, il 99% dei dialoghi non sia stato trascritto... ci sono solo virgolette vuote. Direi di riempirle, altrimenti tanto vale togliere direttamente la parte finale del capitolo ahahah e, già che ci sei, consiglio di sostituire un po' di “disse” con altri verbi dialogici, perché ce ne sono davvero molti l'uno in fila all'altro.
Altro appunto piuttosto importante: le telecinesi è l'arte dello spostare e manipolare gli oggetti con la mente. Quello cui tu intendevi è la telepatia.
Per quanto concerne invece la frase ”Inoltre, sulla sinistra, v’era un’altra stanza la cui utilità la ragazza non riuscì a comprendere. Sulla destra c’era anche un’altra stanza”, consiglio di trovare un altro modo per descrivere la presenza di un ambiente sulla destra, perché la mera ripetizione che troviamo qui suona un po' rozza. In caso estremo o in assenza di alternative, propongo piuttosto di omettere l'informazione. Lo stesso vale per la descrizione “Era una camera molto piccola, e la porta era in quello che sembrava mezzo muro, infatti non arrivava fino alla parete”, che appare un po' confusa e grossolana. Ci sono altri casi analoghi, ma non li ho riportati. Li troverai e giudicherai tu stessa, se mai tornerai sul testo.
Ebbene, alla fine sono arrivati. Falkreath non è mai stata una grande metropoli, ma non c'è dubbio sul fatto che libertà e autonomia valgano più dello sfarzo. Mi piacciono i capitoli transitori di questo stampo: non troppo massicci, ma comunque esplicativi e quieti. Una piccola boccata d'aria.

Recensore Master
12/10/17, ore 09:22

Saewen ha ragione: per quanto un oppositore possa impegnarsi, sono necessari secoli, a volte millenni, per tramutare un fatto in leggenda. Cinquant'anni non ingannano nessuno.
Comincia a delinearsi ciò che già era intuibile dai capitoli precedenti. La protagonista è molto più lenta di comprendonio di noi, ma non gliene si può fare una colpa: come lei stessa ammette, la sua formazione è stata scarsa e fondata sui dettami di persone che assolutamente non volevano avere a che fare con quel mondo.
Credo ti sia piaciuto scrivere questo capitolo, perché la prosa era migliore dei precedenti, o almeno così è parso a me.
Ad ogni modo, apro il mio solito angolino considerazioni/consigli:
_“ricaricare la mia magicka” = è assolutamente vero che questa storia sia una sorta di messa in narrazione di ciò che ipoteticamente potrebbe accadere all'interno dell'universo del videogame, però “ricaricare la magicka” dà davvero molto di batteria. Forse verbi come “ripristinare” o ”rinvigorire” aiuterebbero a far passare il concetto in maniera meno virtuale e più narrativa;
_“ di aver sempre immaginato diverso un gigante” = “di aver sempre immaginato diversamente i giganti”;
_piccolezza: “Inoltre pareva molto magro e procedeva molto lento con la schiena leggermente ricurva” = “Inoltre pareva molto magro e procedeva lentamente (per evitare i due “molto” e impiegare l'avverbio corretto) con la schiena leggermente ricurva”;
_altra piccolezza: “ io non conosco nessuno che stava qui” = “io non conosco nessuno che stesse qui”.
Detto ciò... c'è molto mistero attorno alla figura dello jarl e, qualsiasi sia il potere che gli consente di solcare gli anni senza invecchiare, è stato probabilmente concesso a una delle persone che meno lo meritassero in tutta Tamriel... un fanfarone lascivo e indisponente.
Ma è ancora presto per qualsiasi giudizio.

Recensore Master
11/10/17, ore 09:15
Cap. 3:

Alcuni potrebbero lamentare il fatto che l'insistenza sul 'cosa ne sarebbe stato di lei' sia un po' troppo ripetitiva, invece a me piace. Questo pensiero è un'ossessione per la protagonista e non possiamo certo darle torto, quindi continua a ripresentarsi, nonostante tutto ciò che accade, ancora e ancora, senza darle pace.
Ormai sappiamo che gli errori e le ripetizioni nel testo (c'è davvero un uso altissimo di “che”, talvolta evitabili con l'impiego di altre preposizioni o una strutturazione diversa della frase) non sono dovuti alla rozzezza della prosa, bensì a mancanza di rilettura, quindi non perdo tempo facendoli presenti perché saresti perfettamente in grado d'individuarli per conto tuo. Poiché, ad ogni modo, hai già rivelato di non provare grande interesse per questo tuo lavoro, suppongo resteranno tali. Il mio consiglio per il futuro, però, nel caso tu avessi intenzione di pubblicare altre storie incentrare su The Elder Scrolls, è questo: questo fandom mi ha abbastanza stupita e sorpresa. È meno mediocre di altri, i recensori sono tendenzialmente più seri e ben disposti al confronto e, soprattutto, spesso sono bravi a scrivere. Noto che, se in altre sezioni un testo brutto ha comunque recensioni, talvolta persino positive, qui viene completamente ignorato o stroncato (sperando sempre nel migliore degli approcci). Grazie a Dio, non è il tuo caso: questo testo NON è brutto. Il messaggio che volevo far passare è un altro e l'avevo già espresso in precedenza: dare il meglio sempre... e, se non il meglio assoluto, il meglio del minimo.
Nonostante ciò, non posso trattenermi dal correggere questo “ricevettero un'imboscata” = “subirono un'imboscata”.
Piccolo consiglio estraneo alla tecnica, invece, concerne la tua descrizione delle direzioni di viaggio: destra, sinistra, dritto... dici di analizzare passo per passo ciò che il tuo personaggio sperimenta nel gioco effettivo. Ebbene, allora affidati alla mappa e usa i termini più consoni: nord, sud, est, ovest. È vero che una strada va, per esempio, a destra e questo è tutto ciò che la protagonista ne coglie, però il lettore non è presente e non ha una cartina sotto gli occhi: si ritrova sommerso da direzioni di cui si fa ben poco, mentre i punti cardinali creano una suggestione ben più immediata. Come ho detto, ad ogni modo, è solo un consiglio.
Cribbio, leggendo che a ogni passo venivano attaccati da qualcosa mi ci immedesimavo un sacco... maledetti nemici randomici. Quel gioco ne è pieno ed, effettivamente, dobbiamo immaginare che, in un contesto narrativo dello stesso, i poveri personaggi che lo popolano dovrebbero farci i conti mattino e sera.
E per concludere... tra Saewen e Seorith non so chi abbia più bisogno d'un aggiornamento al cervello ahahah da questo potrebbe scaturirne la migliore delle amicizie o la più odiosa delle rivalità. Chi leggerà, saprà.

Recensore Master
10/10/17, ore 22:23

Ah, la nostra fanciulla ha trovato un'anima pia. Per ora spero soltanto che resti tale e, soprattutto, che non faccia una brutta fine.
Per quanto riguarda la prosa, di cui certo non posso lamentarmi troppo, apro un piccolo, classicissimo angolo consigli:
_”aveva impugnato un pugnale” crea una ripetizione non molto piacevole all'orecchio;
_”molto superiore” di per sé non credo sia errato, ma non è neppure propriamente giusto. Più consigliabile sarebbe una formula come “di gran lunga superiore”;
_” i suoi sospetti riguardanti il fatto” = forse, un più semplice “i suoi sospetti sul fatto” suonerebbe più lineare e meno forzato;
_” in tutti i miei cinquantaquattro anni della mia esistenza” = “in tutti i cinquantaquattro anni della mia esistenza”;
_”Era per colpa loro che si trovava lì” = più corretto sarebbe “Era per colpa loro se si trovava lì”;
_ho un'osservazione personale sul tuo impiego del nome originale “Dragon's Bridge”. Mi chiedo se non sia meglio utilizzare semplicemente la traduzione italiana Ponte del Drago. Ciò perché, per quanto banale possa sembrare questa mia affermazione, il brano è in italiano e altri termini, come Sangue di Drago, sono stati da te impiegati nella loro forma tradotta. Dragon's Bridge certo non è in lingua inventata o autoctona del mondo di Skyrim: si tratta di tradizionalissimo inglese e... non so, vedere quest'unico denominativo anglofono in un contesto che d'inglese ha soltanto la lingua impiegata dai produttori per la realizzazione del gioco mi ha distolta dall'atmosfera del racconto e mi ha ricatapultata senza volerlo nella realtà della quarta dimensione. Per questo lo faccio presente. Nulla più.
_”quasi fossero al cospetto di un drago. Attraversarono il ponte, e Saewen non poteva staccare gli occhi di dosso da quel drago di pietra, come incantata. Era come se qualcosa la attraesse verso quel drago” = ci sono un po' troppi “drago” in questa frase;
_” E lei sapeva di non saper fare a difendersi” = “E lei sapeva di non essere in grado di difendersi”/” E lei era consapevole di non sapersi difendere”;
_”Proseguì a dritto” = “Proseguì dritto”;
_” Incoccò la freccia facendo molta tensione al filo” = “facendo” non è il verbo appropriato.
Nella precedente recensione hai confessato come ti manchi la voglia di rileggere ciò che scrivi, ma fidati: la rilettura è fondamentale. Gran parte di questi errori non ti sarebbe sfuggita, se avessi dato una ripassata a quanto hai scritto e, anche se questo sito ha scopo puramente ludico e, diciamocelo, è pieno di schifezze, è giusto che al lettore venga proposto il miglior risultato che l'autore possa offrire.
Detto questo... eheheh, pare che un nuovo Sangue di Drago sia pronto, anche se inconsapevolmente, a spaccar culi.
Rock on.

Recensore Master
09/10/17, ore 21:42

La narrazione è ferma da un po' quindi non so se sia stata abbandonata né se questa recensione verrà letta o meno, ad ogni modo eccoci qua, a commentare il primo capitolo.
La realtà che hai creato è, secondo me, più che verosimile. Molto può accadere in cinquant'anni e il territorio di Skyrim non è mai stato quieto.
Inoltre, il tema dell'intolleranza e della mancata accettazione è radicato nella storia della regione, come viene più volte ribadito nel quinto capitolo di The Elder Scrolls, quindi è più che probabile che la cosa perpetri anche dopo tanto tempo. Soprattutto, fa sorridere vedere i nord dall'alto lato della medaglia: sottomessi e (relativamente) tolleranti, laddove un tempo erano dominanti e (tendenzialmente) chiusi.
La prosa è buona. A volte incappa in qualche formula un po' macchinosa, ma tendenzialmente è buona. Ho trovato solo pochi, davvero pochi errori che possano considerarsi tali e, dato che credo che la narrazione di per sé meriti attenzione, esporrò le mi considerazioni:
_“non tutto il territorio di Skyrim da loro controllato vede di buon occhio il dominio imperiale” = il soggetto della frase è l'Impero quindi la frase corretta sarebbe “non tutto il territorio di Skyrim da esso controllato vede di buon occhio il dominio imperiale”;
_”un’avventura in cui il sangue di drago si sarebbe avventurato” = sostantivo e verbo creano una ripetizione; stessa cosa accade in “Scesero lungo la discesa”.
Be', che dire, la cara Saewen è appena caduta dalla padella alla brace.

Recensore Veterano
01/05/17, ore 21:20

Dunque, secondo capitolo. Stavolta cercherò di andare alla svelta, in modo da passare presto a quelli successivi.
Già dalle primissime righe scopriamo uno dei poteri della tua protagonista: la capacità di influenzare il fuoco, seppure fino ad ora paia in modo involontario (cosa che però viene smentita e spiegata più avanti nel testo, il che è ottimo).
Ho trovato un po' esagerato il comportamento di Hùldaer, ma quello è un personaggio che hai solo tratteggiato, e non posso pronunciarmi sui suoi comportamenti.
Particolare anche l'idea che Siddgeir intendesse già in partenza comprare la ragazza, il che mi fa chiedere cosa sarebbe accaduto se la madre non avesse avuto intenzione di farlo.
Incontriamo qui il personaggio di Kiytald, che sin dalla sua prima comparsa si propone come una figura di appoggio e promette di essere nel progredire della storia un sostegno per la protagonista.
Purtroppo alla partenza del gruppo da Solitude ho trovato un dettaglio che mi ha fatto storcere un po' il naso: a Saewen vengono dati subito spada, arco e frecce; per maneggiarli serve essere addestrati ed allenati, non basta averli visti usare. La ragazza ci viene presentata come una serva, con alcuni piccoli privilegi, certo, ma non addestrata alla guerra, e mi è parso strano che un soldato appena conosciuto le metta in mano delle armi. In ogni caso, fin qui le descrizioni sono buone, migliori che nel primo capitolo, come ti avevo già accennato nella prima recensione, per cui niente di male.
Ti segnalo solo un paio di errori che mi sono saltati agli occhi.
Per prima cosa una T mancante nella parola "stesso", alla fine di questa frase: "Arrivarono al grande ponte di pietra caratterizzato dalla scultura del volto di un drago che aveva denominato il paese che si affacciava sul fiume nonché lo sesso ponte “Dragon’s Bridge”.
Nella frase " E lei sapeva di non saper fare a difendersi." mi pare che manchi qualcosa. Forse ti è sfuggita una parola durante la stesura, ma non è niente di che, perché il concetto si capisce comunque :D
In ultimo, mi piace moltissimo l'idea di inserire gli incontri del tuo personaggio del videgame all'interno della storia. Lo rende movimentato sia per chi legge che per te che scrivi, e credo sia stata una buona idea.
Per ora direi che concludo, e passo ai capitoli successivi.
A presto!

Recensore Veterano
07/04/17, ore 19:37

Ciao :D
Premetto col dire che ho letto tutti i primi capitoli che hai già postato, ma non volendo fare una recensione riassuntiva - non voglio perdermi dei dettagli o farti sorbire un papiro - ne lascerò una per ciascun capitolo, un po' per volta mano a mano che riesco a trovare un minuto per scrivere.

Dunque, cominciamo dal primo, dall'incipit della tua storia.
Hai una scrittura che non è affatto male. E' un po' "acerba" in alcuni punti, ma già dal secondo capitolo ho visto un grosso miglioramento. Ho avuto un po' l'impressione che questo volessi smazzartelo alla svelta, per passare a punti più interessanti e corposi della storia; di tanto in tanto sorvoli su alcune informazioni, come l'identità di Corunir (una citazione velata alle opere Tolkieniane?) e di Hùldaer, che inizialmente avevo preso rispettivamente per il marito ed il tirapiedi di Mìrdan, invece che per il figlio ed il marito, ma queste mie lacune sono state integrate poco più avanti e nei capitoli seguenti, per cui nulla di male.
Solitamente non sono una fan delle spiegazioni preventive, come quella che hai inserito alle primissime righe per inquadrare il periodo storico della tua storia, perché spesso ho visto che tendono a dare troppe informazioni tutte insieme. Nel tuo caso però le hai riprese bene nel testo, per cui su questo punto non ho nulla da lamentarmi.
Come dicevo, ho avuto un po' l'impressione che volessi lasciarti presto alle spalle il capitolo, e questo per due motivi: la velocità con cui si susseguono gli avvenimenti e le descrizioni scarne delle parti meno importanti per la storia. 
La riunione degli Jarl, per esempio, mi è passata davanti agli occhi in modo molto leggero, mentre le descrizioni di Solitude, della torre di Castel Dour e della bandiera, sono molto ben dettagliate e mi hanno dato una perfetta immagine dell'ambientazione. La protagonista, che se non ho sbagliato i conti dovrebbe essere ventenne, in alcuni momenti mi ha dato l'impressione di essere più giovane, ma ci sta: in fondo è stata considerata una specie di reietta per la maggior parte della sua vita, ed è normale che ogni tanto abbia dei momenti un po' remissivi :)
Ho trovato strana l'ammissione di una relazione extraconiugale da parte di Mìrdan davanti a tanti Jarl, ma mi ha molto incuriosita la strana giovinezza di Siddgeir, e nel complesso mi piace molto il concetto di seguire il destino del proprio nome, che sono curiosa di vedere come lo approfondirai nel tempo.
Bene, per questo primo capitolo direi che non ho altro da osservare, e non mi resta che spostarmi al successivo.
A presto, e buona scrittura (si dirà "buona scrittura?") 
Afep