Ed eccomi qui, a leggere ancora qualcosa di tuo.
Sono stanca e prima mi sono sentita anche male, quindi non ce la farò a leggere più di una poesia oggi, ma domani spero di tornare o comunque nei prossimi giorni. Questa però l'avevo notata qualche tempo fa e volevo leggerla, per cui alla fine ci sono. :)
Il salice piangente... non ricordo se l'ho mai toccato, quell'albero. Probabilmente sì, ma boh ora non mi viene in mente. Ad ogni modo non mi sono mai soffermata molto a pensare ad esso, anche se grazie alla tua poesia l'ho fatto. Questo è un componimento carico di frustrazione, di tristezza, pieno di dolore e che trasmette, almeno a me, un forte senso di solitudine. Mi domando se l'hai scritto in un momento particolarmente difficile, o semplicemente in un giorno in cui stavi male o eri giù per qualche ragione, perché il dolore che c'è in o ngi parola di questa poesia sembra troppo profondo, troppo grande per non appartenere a te, è come se le parole ti fossero arrivate direttamente dal cuore, da qualcosa che hai provato o vissuto, no so se mi spiego.
"Ho pianto troppe lacrime ormai già scappate,
dissolte e disilluse in quelle tristi giornate,"
capisco bene questo tuo sentimento. Anch'io spesso dico:
"Ho versato troppe lacrime, non riuscirò più a piangere"
e cose del genere; e invece, appena accade qualcosa che mi fa star male, ecco che scoppio. E ultimamente, credimi, piango praticamente ogni giorno, e soprattutto ogni notte. Anche per stupidaggini. Ma vabbè, non stiamo parlando di me ora.
"Ho scorto l'eleganza di un essere a me uguale,
un'entità viva che ha patito del male."
Okay, su questi due versi ho un bel po' di cose da dire. Cominciando dal primo: è bello trovare qulacuno di simile a noi, che ci somiglia nel carattere o che prova sentimenti simili ai nostri, soprattutto quando ci troviamo in periodi difficili, di grande difficoltà, sofferenza o confusione, nei quali ci sentiamo soli. E' consolante sapere che qualcuno ci sta accanto e ci comprende davvero, e non fa come tanti altri che dicono di capire e invece in realtà non lo fanno... perché la realtà (o almeno, per quel che io ho potuto sperimentare nella mia ancora giovane vita) è che molti purtroppo se ne vanno quando tu (il tu è generale ovviamente) stai male. Perché la vita va avanti, perché non ci si può fermare, perché le persone depresse/ansiose/ che soffrono per qualsiasi motivo restano sempre indietro, perché non c'è èpiù rispetto per il dolore. o almeno, tanti non hanno più rispetto. Che schifo! Ma ci sono quelle persone, che per fortuna sono molte (anche se troppo poche) che ci capiscono, che ci danno i nostri tempi per sentirci meglio, per reagire, per trovare la forza di andare avanti, che non ci obbligano a fare tutto questo subito o quando ancora non siamo pronti. Ma la cosa particolare di quel verso (e qui arrivo al punto, mi scuso per la digressione) è che tu (o comunque la protagonista di questo scritto) hai trovato consolazione e comprensione no in una persona, quindi in un umano, ma in un elemento della natura: un albero. Una pianta che tu giustamente definisci"viva". Spesso siamo portati a pensare che quegli esseri non soffrano e non provino niente, ma non è assolutamente vero. Lo fanno anche loro, benché in modo diverso da noi. Una volta ho visto un programma che diceva che la pianta grazie alla luce che la colpisce fa dei piccolissimi movimenti, impercettibili ai nostri occhi, che sembrano proprio un respiro, e ricordo che questa riflessione (fatta da un esperto di botanica) mi ha molto colpita. Quindi, questo salice piangente ha sofferto (come dice il secondo verso che ho citato) e tu hai trovato consolazione in esso perché entrambi avete provato dolore. Bellissima come immagine, sul serio. Molto suggestiva devo dire, mi ha proprio rapita.
"copioso di misteri, non compreso dalla gente.
Mi unisco all'amarezza che lo rende dolente,
mentre ascolto il suo lamento, un fruscìo sempre presente.
Dispera nella certezza che lo dimenticheranno nell'oblio,
ma non sarà mai solo se con lui soffrirò anch'io."
Cosa intendevi esattamente con "copioso di misteri"? Che quest'albero non viene capito dalla gente ma per quale motivo? Quei due versi non mison chiari, anche se le parole "non compreso" mi fanno pensare a quella povera pianta che si sente sola e la cosa mi provoca dolore. Povero salice piangente, mi dispiace per lui. Vedi, Arianna? Vedi che potenza sei riuscita a scatenare con quelle parole? Mi hai fatta sentire male per un albero, il che significa che wow, questa poesia è straordinaria! Non so come spiegare, è come se l'albero in questo componimento fosse personificato e avesse sentimenti e provasse emozioni simili a quelle dell'uomo, è bellissimo veramente! Addirittura psera che la gente lo dimenichi... allora dev'essere proprio disperato e deve sentirsi solo, deluso, trattato male e Dio solo sa cos'altro se prova una cosa tanto orribilecome il desiderio di essere dimenticato. :( Hai ragione: non sarà solo perché tu soffri con lui. Ed ora soffro anch'io con il salice. Io non lo dimenticherò, non voglio che si senta così, non deve restare solo. Gli farò copagnia anch'io. :)
Un componimento molto intenso, che parla di dolore e di soitudine della persona ma anche di un albero, e di quanto il rapporto tra uomo e natura possa essere forte e stretto, anche ai giorni nostri.
Bravissima, gran bella poesia. Piccola, ma in poche righe sei riuscita a trasmettere tantissimo. Poi non so, io l'ho intesa nel senso più letterale, magari tu l'aveviscritta in senso più metaforico. Spero di non aver fatto una figuraccia a dirti cosa ne pensavo, magari il mio commento ti sembrerà troppo letterale e poco profondo... Boh,fammi sapere. In ogni caso sappi che mi sono impegnata avvero tanto a scriverlo e che ho riflettuto molto prima di farlo.
Giulia |