Recensioni per
La strana notte di J
di Flaxx

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 0
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
06/04/17, ore 11:25

Questa recensione risulterà neutra semplicemente perché in essa esporrò ciò che di questo racconto ho trovato intrigante e ciò che ritengo possa essere migliorato.

Inizialmente, ero profondamente infastidita dal tono colloquiale della narrazione, ma mi sono resa conto, proseguendo nella lettura, che si tratta di uno stile coerente, conservato fino alla fine, una sorta di stream of consciousness che bene si addice al protagonista, il quale non fa che camminare per strada, pensando a tutto ciò che gli passa per la testa, sebbene questo venga espresso in terza persona da te narratore.
Dall'infastidirmi, quindi, questo stile è passato all'intrigarmi, a farmi pensare che abbia del potenziale notevole, perché il tuo personaggio è un uomo qualunque, anzi piuttosto decadente, palesemente sfortunato, e non vi è altro modo con cui elaborerebbe le proprie considerazioni se non con il lessico che hai usato.

Tuttavia...

questa è una strada insidiosa, perché per quanto libero possa sembrare questo stile, per risultare piacevole e interessante deve comunque essere ben pensato.
Ti consiglio dunque di dare una rilettura al testo nella sua interezza e sistemare alcune grossolanità che fanno un po' inceppare la lettura: ad esempio, un'espressione colloquiale come "a calci nel sedere" può funzionare bene nel momento in cui, come dicevo, serve ad esprimere chiaramente lo stato d'animo del protagonista, ma impiegarlo addirittura due volte a distanza di poche righe come succede qui rischia davvero di volgarizzare troppo il testo (dove per "volgarizzare" intendo costringerlo eccessivamente alla lingua parlata). Anche l'utilizzo di un modo di dire puramente italiano come "nuvola di (F)antozzi" si rivela un'arma a doppio taglio perché questo testo è scritto in italiano, io lettore sono italiano, ma il protagonista si chiama J Howard, nome che, piuttosto, fa pensare a una cultura anglofona in cui un detto del genere non avrebbe alcun significato.
Darei inoltre una seconda occhiata alla punteggiatura ed eviterei alcune ripetizioni, come quel "di solito" riproposto due volte a poche parole di distanza o la similitudine col "film dell'orrore", impiegata per qualcosa come tre o quattro volte (quasi) di fila. Infine ricostruirei grammaticalmente alcune frasi, come "Svenne J ovviamente" che ha a malapena senso nella lingua parlata e non può certo essere accettata in un testo letterario, neppure se steso in questo stile Joyciano: il soggetto va posto prima del verbo e ciò avviene praticamente sempre, nella lingua italiana.

Ribadisco dunque il mio consiglio di compiere un rapido controllo generale ("quqlal" al posto di "quella", nell'ultima riga, mi lascia intendere che il testo non sia stato molto riletto).
E dulcis in fundo... non voglio che la mia recensione sia mal interpretata o considerata uno sfogo verso questo lavoro, perché ti assicuro che se non fossi stata interessata al contenuto non avrei speso fior fior di minuti nel compiere tutta questa analisi. Come ho già detto 'pignanta' volte, si tratta solo di miei consigli. Rock on.