Salve,
il tempo di recensire questa storia è finalmente arrivato, per cui pochi indugi, comincerò volentieri a dir la mia, seppur temo verrà qualcosa di fin troppo lungo, ma ahimè la dote di sintesi non mi appartiene.
Di tutti i momenti che avresti potuto scegliere e mettere a nudo i pensieri segreti di un introspettivo Itachi, stanco e debilitato dalla malattia oltre dal male di vivere, questo è sicuramente uno dei peggiori: seduto sul trono di pietra, tra l'altro anche scomodo, povero, gli si sarà fatto il sedere quadrato, in attesa della venuta di Sasuke e della sua spada, a sancire la sua fine.
E per fortuna. Fin dalle prime frasi, presenti un Itachi allo stremo delle forze e della disperazione nel sentir aumentare i rintocchi della sua ora affrettarsi. Umano nelle sue paure che diversamente dal solito esprime, proprio perché affiancato dall'inimitabile ahimè solo ricordo (tienine conto, ce ne saranno molti), compagno di una vita intera prima di diventare “il cuginetto sodomizzato”. Beh, lui ha chiamato così Itachi, ma si sa che chi va col cieco impara a non guardare (?).
Straziante la scelta di usare il jutsu che lo stesso cugino gli aveva insegnato tempo addietro per poter riabbracciare, sentire il suo odore e spirito alitare sul collo e pian piano ritrovare sé stesso, grazie alle cure imparate a memoria, a come adeguatamente hai descritto il loro rapporto tu: abituati a vederli ligi al dovere e con un brandello di sentimento che passa negli occhi, hai mostrato in modo a dir poco poetico, nonostante le parole un poco libertine di Shisui ed additamenti avanguardistici di Itachi (letteralmente morta alla scena), quanto il loro legame fosse a metà tra la preghiera e la blasfemia, momenti aulici si intervallavano a marachelle da giovani amanti che non riescono a tener le mani per sé ed aspettare, forse anche poche ore, prima di poter ritrovare la quiete in cui scoprire centimetri di pelle ed anima, amarsi con la giusta dose di violenza, ma senza togliersi la possibilità di venerare il corpo dell'altro.
La storia tocca molte corde che, alle amanti della coppia, son care e motivo di dolore. L'abbandono e solitudine di Itachi, il dibattito interiore durato due secondi, ma esistente, prima di autoinfliggersi un genjutsu e rivedere l'amato di cui quasi non è rimasto nulla, se non la fredda collana che ancora porta al collo.
Parentesi fessa: non avrei mai immaginato Itachi in veste da “fidanzata” che aveva messo gli occhi sull'anello della suocera per il fidanzamento ufficiale ahahah è stata una bella trovata, seppur molto più aulica come promessa di qualunque legame religioso, forse.
Shisui è bellissimo, e trovo i suoi sorrisi sdrammaticizzanti e battute mordenti davvero tenere, a volte volgari, si, ma fa parte del suo fascino. Nonostante il carattere, non ha risparmiato al cugino le tristi verità sulla morte, altra tematica fulcro della storia, e soprattutto il rimpianto che rimane nei cuori di chi ancora vive, portando il ricordo di chi se n'è andato. È terribilmente umano, ed invece di trattare come il bambino che è Itachi, soddisfa le sue curiosità perché anche lui alla ricerca di qualcosa, qualcuno con cui condividere quell'espressione di sé, che probabilmente nel mondo degli shinobi non era ritenuta consona, visto che il jutsu era stato messo al bando. Si parla, sempre, di un'epoca precedente alla nascita di Naruto, perché poi lacrime e moccio al naso si è sprecato ahahahah
La chiameremo in confidenza, 10 anni P.N.
I commenti di Shisui, nonostante la drammaticità che si respira un paragrafo si e l'altro mezzo nella storia, sono impeccabili, di chi rimane fedele al suo spirito marachello e provocatore, vero motore che da anni ha alimentato la curiosità e fame di apprendimento di un precoce Itachi, oltre che la sua formazione come persona. Si sono trovati l'un nell'altro, scoperti condividendo qualcosa di più dei segreti ed il corpo, e l'ho trovata un'osservazione calzante e pugno dritto allo stomaco, al pensiero che ahimè, nel canonico un lieto fine non hanno potuto mai averlo.
Nelle parole del cugino maggiore, anche quelle più libertine, nei gesti lussuriosi e sussurri arrochiti e minaccianti di bondage nell'aldilà (yesplease), si avverte eppur qualcosa di più profondo che li lega indissolubilmente, e che ha fatto si che l'ultimo dei loro pensieri da vivi sarà rivolto all'altro.
Sprezzanti, dirette, ma empatico come pochi, impiega meno di un secondo a far cadere il sorriso per consolare l'amato in evidente dolore e panico, con l'avvicinarsi della sua dipartita.
Ed è solo grazie a lui, al ricordo evanescente di un geloso Shisui (oddio, quanto è tenero il fatto che Itachi nella sua coscienza, sappia magari di aver commesso “adulterio” ed un pelino di colpa lo senta, investita dall'amante riccio? NonpossoH) che lo rincuora durante un attacco di panico, e droga letteralmente la sua mente a suon di promesse di una vita passata, che non appena Sasuke mette piede nel rifugio, ritrova la forza di rialzarsi e farsi carico di quell'altro insostenibile peso, ma con l'animo più leggero grazie ai baci regalati dall'illusione, ed attuare l'ultima delle sue bugie, per amore del fratellino.
Inserire lacrime a dirotto qui, o meglio dire, cuore dolente, non ne ho stillate alla fin fine, ma ciò non toglie niente al bagaglio di emozioni che la storia ha suscitato in chi può aver letto questa bellissima oneshot, ed in me.
Ogni parola mi dà l'impressione di essere cadenzata, ricercata e vagliata prima di essere approvata come parte del corpo della storia, le scelte di linguaggio di entrambi i personaggi azzeccate, la gestualità giusta, mai troppo accentuata dato che da padroni della storia sono le emozioni. La pensata del rituale cantato è stata geniale a parer mio, oltre per legare ancora di più il testo della canzone al resto del testo ed al fulcro della trama, anche come richiamo azzeccato all'antica cultura orientale, dove musica e riti erano indissolubili ed incapaci di essere attuati l'un senza l'altro. Metodicità e libertà canora, che riassumono sottilmente anche i protagonisti della faccenda.
La storia non è assolutamente corta, ma non ho mai avvertito la pesantezza del testo, ad ogni paragrafo, qualcosa era nascosto e veicolato nelle parole accuratamente scelte per suscitare maggior emozione, uno sperava di arrivare con un quarto di cuore alla fine della storia, ma ahimè era difficile e non ci son riuscita ahahahha
Mi devi un trapianto di cuore, divina.
Il coinvolgimento ti rapisce pian piano, subdolamente, ed alla fine è la morte di chi scrive. Mi sono ritrovata ad avere reazioni simili ai personaggi ancor prima di leggerle, e ciò è sintomo di quanto mi abbia preso la storia. Quando Itachi, per esempio, ha messo il broncio per quel “piccolo” affibilatogli, assorta nel testo ho fatto la stessa cosa.
L'uscita migliore di Shisui comunque rimarrà sempre quel “Ti ingolfa” ahahaha
Questa storia per essere commentata adeguatamente richiederebbe una recensione altrettanto lunga, ma penso sarebbe un affronto anche alla tua bravura, anche perché non sarei capace di spiegarmi efficacemente, e mi scuso per la poca metodicità nello scriverla fino a qui.
La farò breve: un impeccabile riassunto di un rapporto segnato dalla tragicità di questi due shinobi, che molto hanno tenuto per loro, ma tanto hanno dato gli autori come te che si sono cimentati in una scrittura, e sono riusciti a rendergli giustizia. E non è una cosa da poco.
Grazie per aver pubblicato questa storia, e semmai commetterai altri attentati agli animi fragili delle fans di questa coppia, ricorda far un fischio. Anzi meglio, considerati ufficialmente stalkerata da ora in avanti.
Un bacio, e grazie ancora. In bocca al lupo per le storie a cui stai lavorando. |