Ciao!
Per me non è stato facilissimo leggere questa storia introspettiva perché l'ho sentita particolarmente vicina a me, sia per riflessioni che facevo io da ragazza e sia perché purtroppo certe persone a me vicine hanno scelto quella strada...
Posso dirti che è stato un colpo lancinante e mi ha veramente fatto tremare a fine lettura, in quanto è uno scritto che riflette in maniera schizofrenica sulla vita e il perché compie un gesto che va contro la sua etica.
Da questa storia è possibile leggere la caratterizzazione poliedrica di un'anima che ha veramente provato a essere idealista e sentimentale fino all'ultimo, cercando di dare forza e coraggio a chi la ascoltava e sosteneva ma qualcosa è sempre andato storto e questo l'ha privato di tutta quella forza che possedeva fin da sempre e quando era piccolo, probabilmente.
Penso sia riduttivo considerarlo un semplice sproloquio-lettera per condannare l'indifferenza totale che la natura (e quindi la vita) riserva per persone con dei semplici, puri obiettivi da fare propri, specie quando dal punto di vista emotivo-sociale si vuole lasciare la propria impronta caratteristica, anche avendo una personalità non immediata e ambigua, nel senso fraintendibile da persone che non vogliono soffermarsi.
Il/La protagonista di questa storia è un'anima tormentata dal fallimento e che purtroppo non riesce ad apprezzare tutto il lavoro di ricerca che è riuscito a ottenere nel corso dei suoi capitoli.
Però è uno spirito umano, ma purtroppo è in solitaria e in quanto diverso da un qualunque altro animale ha bisogno di essere una persona accettata e non colpevolizzata per le piccole pretese che ha e mostra al mondo, cercando di sembrare senza paura: ma il limite è stato raggiunto fino a portare a una consumazione finale e niente sarà come prima per via della ridondanza e del dolore che quotidianamente si prova.
Si abbandona un qualcosa (o un qualcuno) anche perché si è stati troppo innamorati fino a scoppiare, dato che si è perdo quell'affetto speranzoso che alimenta il desiderio e la volontà di lottare per qualcosa.
Per cui il finale ha tantissime sfumature diverse, che vanno (almeno secondo me) dalla visione di suicidio da parte della persona protagonista, spiegando che è semplicemente andare dall'altra sponda di un qualcosa di grande e imprescindibile (la più plausibile visto anche il titolo dell'opera), oppure parlando di un tradimento per quel grande dono e una considerazione più arrendevole, di andare incontro a una rovina che significa che la persona si annullerà e verrà soggiogata dalla società che tanto criticava aspramente per trovare una felicità di plastica e comoda dando vita a un capitolo sagace ma triste comunque, chissà.
Una storia molto profonda e capace di far riflettere ed emozionare, considerando tutto il dolore che c'è dietro sfogato, oltretutto pensato e vissuto secondo una visione personale e più ampia del dovuto, con uno stile altamente personalizzato e splendidamente introspettivo, coinvolgente e tendente al pessimista-realista, grado per grado.
Mi piacerebbe capire cosa ne pensi a riguardo e come sei arrivato a scrivere questo, cosa ti ispira e ti porta al tutto, sarei veramente curiosa.
Ciò non toglie che sia un lavoro meritevole e sentito dal punto di vista sentimentale, capace di esplorare, capire quanto la mente umana possa ammalarsi per una serie di fallimenti in progetti in cui si dà corpo e anima, come cambi la nostra personalità (e persona) man mano che si diventa più adulti e più vulnerabili, con le forze che mancano e si crolla a pezzi con il dovuto poco interesse attorno.
Complimentoni!
Alla prossima :)
liz |