Oddio, che piccolo splendore… |
Qui hai perfettamente rappresentato ciò che ha caratterizzato l'atmosfera finale di TFP e cioè quel senso di quiete dolorosa dopo mille tempeste, di pace ritrovata tra troppe cicatrici, di ricerca di un posto lontano da tutto ciò che possa ancora tenerli lontani. Questa ff, così evocativa e delicata, è fatta di immagini e di sensazioni che hanno l’evanescenza, per esempio, dell'odore della notte, di quel brivido lasciato dall'acqua addosso a Sh, del bacio, che ha la delicatezza di un fiore, che John “posa” sulle labbra della sua “Luna”. Ho avuto, nel leggerla, l'impressione che il significato più profondo mi scivolasse tra le dita, perché tanta è la delicatezza di ciò che hai scritto che ho avuto l’impressione di non poterla cogliere, senza rischiare di non vedere nitidamente quello che hai voluto rappresentare. Ho riflettuto sul termine “abbandono”, che poni centralmente rispetto al testo, e non solo visivamente, ma richiamandolo anche con l’altra parola ad esso legata e cioè “eclissi”. Ho cercato la soluzione, tra i vari significati che avrebbero potuto farmi comprendere maggiormente il messaggio di questo tuo pezzo così poetico, in cui le parole hanno una valenza che riflette delle immagini dolcissime. Mi sono soffermata su un’accezione in particolare: “abbandono” come il rivelare se stessi ma anche l’affidarsi all’altro . Sono definizioni, queste, che possono sembrare un po’ fredde e razionali rispetto a quello che tu hai dipinto, con mano così delicata, ma, scusami, ho dovuto accendere, sulle tue parole, una luce più forte per entrare meglio in quella meraviglia emotiva che hai descritto. Sh, molto probabilmente, anche in seguito all’esperienza contingente di un’ipotetica caduta nel fiume, forse durante una pericolosa indagine, sente tutto il freddo, non solo di quell’acqua gelida, ma anche dei deserti che la sua anima ha attraversato senza John. Perciò non maschera più il dolore per ciò che ha passato ma lo “allinea” alla sofferenza del suo “Sole”. E si lascia illuminare e scaldare, finalmente, senza più fuggire. Da parte sua, John lo accoglie con amore, coprendo la sua luce violenta con il riflesso dell’altro. Bell'immagine, questa di loro due come il sole e la luna che si rincorrono eternamente, cercandosi, vivendo l'uno della luce dell'altro, inseparabili ma distanti. Eppure c'è una possibilità di liberazione per loro: quell'angolo nascosto, in cui il loro essere brillanti si attenua nelle ombre dell'altro, nella disperazione che li ha accompagnati. Il trovarsi diventa profondamente vero, questa volta, il cielo può aspettare. Il tempo è trascorso ed ha consumato parte della loro voglia di sorridere ancora, ma essi rimangono indissolubili, l'uno specchio dell'altro. Si vedono le stelle, il futuro. Ho esaurito le parole per dirti quanto mi è piaciuta questa storia, complimenti, davvero. |
Questa drabble è dolcissima, struggente, poetica.. Se chiudo gli occhi, mi sembra di vederli; Sherlock e John che finalmente si baciano, si stringono e si fondono, diventando una cosa sola.. L'immagine è bellissima!! |
Bellissima l'immagine, chiunque sia l'autore. Con le tue parole la hai perfettamente ricreata, facendoci sbirciare un istante nella vita di John e Sherlock. Un momento di cui non sappiamo nulla. Possiamo immaginare che Sherlock abbia fatto qualcosa di stupido, mettendo in pericolo la sua vita. E John lo accoglie non con un pugno, ma con un bacio. L'immagine dell'eclissi come qualcosa che fonda due corpi e non di uno che nasconda l'altro è romanticamente meravigliosa. |