Recensioni per
L'importante è essere giovani dentro(?)
di Malefix

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
22/05/17, ore 11:58

Sarà che non accedo a EFP da una vita, sarà che su altri siti le storie belle hanno un seguito smodato e quelle brutte un seguito stranamente inaspettato ma, in linea del tutto generale, le storie hanno tutte il successo che meritano... per cui, perché?! PERCHÈ?! leggasi come: perché questa storia non ha il seguito che merita, perché credimi, lo merita. 
Sarà almeno una manciata di anni che non entro qui con un account che uso (usavo?) per recensire, normalmente rubo le letture in anonimato, e sguscio via veloce verso altri felici lidi. Però, però... non lo so, mi è salita una rabbia (???) una rabbia che sovrastava tutto il resto, soprattutto la tenerezza che la storia mi ha provocato. Perché una storia del genere non è possibile che non abbia recensione. NON È POSSIBILE. Non che la mia valga a cancellare l'assenza di altre ma, ancora una volta, non è possibile.
Okay, vogliamo approfondire meglio la questione? Cominciamo! Io sono succhan, e questa è la mia lista di 5 o forse 10 cose per cui non è possibile che questa storia non abbia recensioni (e nel mentre recensirò). 
Numero 1. Lo stile. Okay, Malefix, posso chiamarti così? - Facciamo che ti chiamo così - allora, parliamone. Probabilmente non è lo stile più leggero del mondo, ma sembra essere stato smussato ai lati dal tempo, dal vento e dalle idee. È uno stile più maturo, più di quanto mostrino altre storie, storie che magari qui o lì hanno più seguito. Come se la scena si spiegasse davanti ai nostri occhi, ci sono queste lenzuola arricciate, queste onde del mare che sciabordano oltre la finestra chiusa e le persiane abbassate. Possiamo sentirlo, con Suga, il rumore del mare e l'odore acre di salsedine e sudore. E cosa c'è di meglio? Non è certo una scena di guerra, una scena di battaglie o una scena erotica, ma è lì, morbida e delicata nel suo essere lì. A fare bene attenzione, potremmo sentire Daichi russare (se non russa, peggio per lui, io me lo immagino a russare), col classico respiro profondo di chi se la dorme grossa, il petto che si alza e si abbassa regolarmente nella sua irregolarità. Ed è una scena semplice, forse banale come dici tu, ma è perfetta. È vita vera, è la normalità. Ed è questo che si vuole per una coppia come loro, per una storia su di loro, gioia, coccole e ninne. In quest'ordine o in ordine sparso non importa. Ed è così: è come fluttuare, con Suga, abbracciato a Daichi, in un letto che sa di mare, sudore e di loro. E forse non è proprio il massimo perché stiamo entrando in un momento intimo, in uno stralcio di vita che di quotidiano ha poco, perché ieri, loro due con qualche magheggio ai limiti della legalità nipponica, si sono sposati (hanno bevuto tanto, mangiato e - come ci farà candidamente notare poi, Daichi, scopato). E questa fotografia, semplice, me la immagino coi toni tiepidi di una mattina tarda col sole che non ha proprio intenzione di uscire e tu proprio non vuoi uscire dal letto. (Insomma, fossi in Suga, neanche la colazione potrebbe trascinarmi via da lì), e me la immagino così perché tu hai descritto il giusto. Inutile caricare di troppo una storia, soprattutto se si tratta di oneshot è inutile marcare e sottolineare ogni dettaglio.
Numero 2. L'amabile banalità. Okay, la DaiSuga si presta a scene di una banalità pazzesca perché loro, a ben vedere, sono perfetti in tutto. Li potresti mettere su un cavolo di cavallo bianco, sotto la torre Eiffel, mentre nevica in agosto, scrivere due o tre boiate sul filo rosso del destino che lega i loro cuori come fossero mossi da un'intrinseca elettricità e funzionerebbero comunque ottimamente in questo fluff cariadenti che fa morire per combustione spontanea da diabete serafini e arcangeli del paradiso. Ecco. Funzionerebbero bene pure in un'apocalisse zombie, in cui boh? Suga fa il paramedico e Daichi lo sceriffo (???). Funzionerebbero nel Far West di Quentin Tarantino, con di sottofondo qualcosa di Ennio Morricone, mentre Daichi dice qualcosa "la D è muta", a quel punto sarebbe Aichi e... niente, pippe mentali da parte mia su cui possiamo soprassedere... Dicevo? Ah sì, sono perfetti anche nelle scene banali, ma non sono proprio come ti aspetteresti i protagonisti di un film romantico, cioè non prenderesti a giornalate sul muso nessuno (come si fa coi cani quando la fanno in casa), non vorresti dare loro una pedata nel didietro al grido di "questa è Sparta" o non spareresti loro in faccia ridendo e farfugliando un "è finito il tempo delle mele put*ana" di razdeganiana memoria. No, loro sono adorabili, sono teneri, sono perfetti (e non lo dico da fervente fan della DaiSuga... no, per niente - ignora i miei occhietti a cuoricino, per favore). Però è anche vero che bisogna saperle scrivere le scene. Perché una cosa che tu definisci banale, come una mattinata passata a letto di questi due che, cavoli, si sono sposati ieri, dopo essere stati insieme una cosa come vent'anni e passa. Ecco, ecco. Questo voglio. Questo rende questa storia perfetta e meravigliosamente sottovalutata (prendilo come un complimento, eh): sono Sawamura e Sugawara del fumetto, o dell'anime, a seconda, con qualche anno in più ma sono ancora riconoscibilissimi, le loro effusioni, il loro modo di essere, è lì, mediato da anni di convivenza. Ed è questo il bello della storia, non tanto i personaggi e come siano comunque loro, ma quanto ci sia un meraviglioso non-detto dietro, una vita passata insieme nel bene o nel male che li ha portati lì, questa tarda mattina fuori stagione. 
Numero 3. Non che servisse farli sposare. Ecco, una cosa che ho amato, e che mi piace abbia trovato un posto tutto suo nella mia lista/recensione è questo, perché non vorrei che passasse in sordina il messaggio: non serviva farli sposare, ma, vedi numero 2 della lista, sono perfetti anche in questa veste, perché a loro non sta affatto stretta. Ma la cosa importante è che non abbiano vissuto la loro vita insieme nell'attesa di sposarsi, no, perché Suga (e anche Daichi) tende a precisare che loro due già si appartenevano da prima, e che questo certo non cambierà poi tanto le cose. Si sono semplicemente concessi un contratto, un qualcosa che agli occhi della legge li renda l'uno la famiglia dell'altro, ma in cuore loro questo era già così. È sempre stato così. Ed è bello, e se vuoi - solo se vuoi - anche adorabilmente banale che i due siano d'accordo, perché è una cosa semplice e adorabile. Perché, come dici perfettamente tu, "(...) non importa in realtà cosa siano diventati, perché al suo dito c’è sempre stato qualcosa e sono sempre stati insieme, anche senza un titolo effettivo", c'è sempre stato qualcosa a legarli l'uno all'altro, e si può leggere come filo rosso del destino, o come qualsiasi altra cosa, non importa. L'importante è che ci sia, che sia ancora lì e che la sentano entrambi. E niente, io qui già mi disperavo perché tutta questa dolcezza fa impennare il mio indice glicemico <3.
Numero 4. I commenti sprezzanti. C'è qualcosa che mi ha sempre affascinato parecchio di Suga, e che lo rende effettivamente un personaggio più complesso nell'ampio panorama furudatiano, oltre a configurarsi come mamma corvo, ha una bella faccia da paraculo (passami il termine). È oggettivamente l'unico a potersi permettere certi commenti al vetriolo passandola liscia, come quando tua madre a cena coi tuoi amici dice una cosa che ti fa venire voglia di sotterrarti ma lei raggiunge la vetta di "mio dio tua madre è davvero troppo adorabile, Su"... insomma. In una buona parte delle DaiSuga esistenti, se non in una buona parte delle Haikyuu!!-related-fanfiction, i personaggi inseriti in una dicotomia coppia o in una dinamica di coppia perdono il loro carattere distintivo (vedi Oikawa che diventa damigella in difficoltà, erotomane ed effemminato - il tutto mescolato a dosi alterne - , quando sappiamo perfettamente essere un personaggio ligio, serio e ben emancipato, oppure Iwaizumi che da amico, severo e un sacco patatone - io lo vedo come un cane di quelli di grossa taglia che non sanno quanta ansia possono mettere ai passanti, ma poi si buttano a terra per farsi grattare la pancia dal primo che passa - che magicamente diventa il fidanzato abusivo, picchiatore in linea del tutto gratuita...); ecco il mio timore ad incrociare nelle mie letture DaiSughiane è trovare sempre un Suga madamigella in difficoltà con gli occhi a cuoricino (che okay, li ha sempre e a noi va benissimo così) che cambia radicalmente il suo comportamento diventando a tratti dannatamente stucchevole, piagnucolino e boh? qualche altra cosa. Quello che fa di Sugawara Koushi, Sugawara Koushi sono appunto i commenti sprezzanti, e da un lato è sì un personaggio educato, posato, gentile e quant'altro, ma è anche umano (sennò sarebbe un cuscino, gente, sveglia!) e ciò che lo rende tale è appunto il saper soppesare la dolcezza con il giusto quantitativo di sale. Ed è questo che rende la storia, la tua storia, ammirevole, che anche in un momento di intimità, in cui potrebbe davvero lasciarsi andare ed essere semplicemente una pallina di coccole e bacetti, ha questo commento gentile e tagliente insieme fermo sulla sua lingua, pronto a frangere l'aria. Ed è Suga, squisitamente Sugawara Koushi. Oppure dovrei dire Sawamura?
Numero 5. Sawamura. Mi piace il gioco col cognome, la citazione a Yasusuke/Jinzaburo Sawamura, una specie di ipotetico antenato shinobi del nostro Daichi la trovo azzeccatissima. Oltre al fatto che Jinzaburo è un nome orrendo (e fa tanta allegria... - sì, lasciami perdere con le mie allucinazioni), ci sta bene prima di tutto perché lasci lì qualche hint della loro vita quotidiana, di un Daichi che sta sempre attento non solo alla voce, ma anche alla comunicazione non comunicata (non verbale?) di Suga, tutta una serie di piccoli indizi, a partire dalla sua voce, per arrivare, senza passare dal via, al livello master di conoscenza: non basta la voce, non basta il comportamento non verbale puro, tipo l'eventuale incedere lento, o le spalle ricurve dalla fatica o da qualche cosa gli passi per la testa, ma il respiro, a dire al fido (detective?) Daichi Sawamura se c'è qualcosa che non vada con la sua dolce metà, o più semplicemente se gli sta per fare una pernacchia. (Che Koushi pensi sia magia è davvero tenero, tra l'altro, ed è ancor più tenero che commenti sprezzantemente la questione con un "Sempre più stucchevole", quando sappiamo perfettamente che si è sciolto lì, tra le braccia di Daichi). E poi mi piace anche la questione che adesso Koushi non possa più fare troppe battute sul cognome di Daichi, visto e considerato che da ieri(?) sono una famiglia e il suo cognome ora non è più Sugawara, ma Sawamura. (Ma Suga-san, continuerà ad essere Suga-san nei nostri cuori).
Numero 6. I personaggi a margine. Sebbene non praticamente presenti nella storia, si sente la presenza anche del resto della squadra (sottinteso o meno, a ben vedere). Asahi e le sue mani sudate e il suo balbettare, ce lo vedo un pochino a fare l'avvocato (magari ha cacciato fuori un po' di grinta con l'andare degli anni), e mi piace anche la comparsata non comparsata di Noya, in una scena che, non nego avrei voluto vedere (Daichi che agita il batacchio davanti ad un povero Azumane che fa colazione, solo per il piacere di vederlo soffocare... sì, valeva la pena anche farsi scannare da Noya---). E quindi niente, i personaggi che sono lì a margine e che non ci sono, ma li sentiamo, contornano questa storia come una cornicetta di quelle che facevano fare nel tempo libero alle elementari... (ricordi di un ventennio fa su per giù...), che magari le mie non è che fossero perfette, ma rendevano più tenerino il mio orribile quaderno a quadretti con Hello Kitty.
Numero 7. La quotidianità. Te l'ho detto, anche prima al punto 5 tipo, dove lasci lì qualche indizio della loro vita quotidiana... ecco, c'è una frase che secondo me rende molto l'idea, mentre Daichi è intento ad usare il bagno e Koushi si affaccia senza preoccuparsene troppo (insomma tutto quello che c'è di Daichi lo conosce bene, e ormai sono una coppia "ben rodata" e stanno insieme da una vita, per cui non bisogna fare troppo mistero dei misteri della fisiologia, come la fanno tutti... la farà pure Daichi, no? Comunque la frase vale la pena citarla, perché nella sua semplicità racchiude tutto: "È davvero bizzarro come, ormai, tutte le convenzioni sociali, tipo espletare in privato certe funzioni fisiologiche, siano venute meno. Fino a qualche anno fa ancora resisteva il mistero di quello che facevano in bagno privatamente, e poi improvvisamente quella porta aveva cominciato a rimanere aperta".
Numero 8. Il setting. A ben vedere, si tratta solo di una stanza d'albergo, col suo bagno, in bassa stagione. La storia si svolge in queste quattro mura. C'è una finestra che dà sul mare, le cui veneziane sono abbassate. C'è odore di salsedine e pioggia, e sudore e c'è l'odore di loro. Sostanzialmente, la storia si svolge in queste quattro mura (bagno compreso). Nel letto, tra le lenzuola. In uno spazio esiguo, tra l'altro, perché Suga è schiacciato sotto la mole (dolce) di Daichi. Eppure c'è dell'altro. Lasci immaginare la loro vita insieme, in una casa che - non so perché - potrebbe non essere così ordinata (o almeno, io me la immagino così) - magari in un appartamento non molto grande, con un tavolo grande, però, per ospitare tutti i loro amici (sì, pippe mentali, lasciami perdere). E poi c'è questa costante, questa lingua di spiaggia in cui sono andati in molte tappe della loro vita. Prima di mettersi insieme, quando sono andati a vivere insieme... poi adesso. (Tra l'altro, mi piace che sia stato Koushi a chiedere a Daichi di andare a vivere insieme e non il contrario, e soprattutto mi piace il "E praticamente me la stavo facendo addosso dalla gioia." di Daichi a cui Suga risponde "Bell’immagine, Dai, non c’è che dire. Una tale poesia, da premio Nobel per la letteratura.", e niente li ho adorati!). Comunque, dicevo, la lingua di spiaggia che è stata una costante nella loro vita insieme... ecco, questo mi piace ancora di più... perché sostanzialmente, ci racconti la loro vita insieme con delle fotografie, con loro che si ricordano questo o quell'avvenimento senza appesantire la storia e, soprattutto, uscendo da quelle quattro mura di un albergo in bassa stagione, senza mai uscirne veramente. Relativamente alla loro vita insieme, aspetta il punto numero 9.
Numero 9. La loro vita insieme. Ecco a noi lettori viene solo raccontata una parte, la storia sarebbe durata in eterno (non che mi dispiaccia) se avessi raccontato tutte le loro vicissitudini. Come ho detto per la vita quotidiana, lasci degli hint qui e lì per poterci dire, o lasciare intendere, che evidentemente non è stata facile arrivare fino a questo punto. Che evidentemente, hanno avuto delle difficoltà, come tutti, ad stare insieme per più di vent'anni. E ci sta bene, perché li rendi più umani. Il bello di Haikyuu!!, è infatti la complessità dei personaggi, il fatto che siano umani in tutto e per tutto. Facendo un rapido raffronto, c'era l'assurdità degli allenamenti stile civiltà-piombo in Attack no.1 (conosciuto da noi come Mimì e la nazionale di pallavolo), in cui sostanzialmente la complessità del personaggio (o dei personaggi) si reggeva nella pesantezza delle catene che legavano i loro polsi negli allenamenti (è legale, no?), oppure sempre con Mimì, le muore il fidanzato ma "Ehi devo andare a giocare la finale de sta ceppa per cui, allunga pure le zampe Sutomo", per intenderci (oppure era lui che diceva "No tranquilla, tanto muoio uguale che tu sia qui o meno, vai a giocare va..."); oppure l'assurdità di "Non posso stare con te, Shiro, perché o gioco a pallavolo o ho il fidanzato" di Mila e Shiro (al secolo Atakka YOU!), perché chiaramente o si pratica uno sport o si ha una vita sociale, le due cose NON POSSONO COINCIDERE. MAI. Ecco, quello che volevo dire? Ah, sì, i personaggi qui hanno avuto una vita insieme, sono umani e non sono mere macchiette (vedi punto 4) e hanno una serie di vissuti. E ce lo dice anche Suga, o meglio il tuo narratore esterno e interno allo stesso tempo che dice che sono invecchiati tutti e due, non che siano poi così vecchi, ma cominciano a non avere più l'età (per fare certe cose, tipo ubriacarsi e stare svegli tutta la notte a parlare a fare... insomma, la storia l'hai scritta tu, te lo ricordi), e Suga ci dice anche (mentre è tutto preso a guardare il marito, senza sbattersene di quello che gli sta dicendo) che Daichi forse è più figo di prima e che, se Suga ha qualche ruga in più a far intendere a tutti che comincia ad avere un'età  "a rammentare al resto del mondo che anche Daichi comincia a farsi adulto, ci sono solo dei puntini grigi tra i capelli, ancora per lo più di questo sfavillante nero corvino, facendo sembrare quelle infinitesime scintille cenerine schegge di stelle.". E niente, credo che tutti quelli che si avviino ad una certa età metterebbero la firma nel far descrivere a qualcuno i propri capelli grigi come "schegge di stelle".
Numero 10. I programmi per il futuro. All'inizio della storia, Suga, abbastanza rimbambito dalla nottata precedente proprio non riesce a ricordarsi di cosa stessero parlando... programmi per il futuro, presume. Ma a me piace pensare che Daichi, anche lui abbastanza brillo, abbia condiviso con lui quanto dirà in chiusura della storia. Che sta pensando a qualcosa per il futuro, a prendere una casa lì, al mare (che io sconsiglio perché a persona che vive al mare, la manutenzione di una casa è una cosa inenarrabile... ma, insomma, io non ho nessun Daichi a occuparsi della mia casa, per cui...). E mi piace che dopo una battuta delle sue, Koushi acconsenta al piano.
Numero 11. L'importante è esseri giovani dentro. Devo dire che il titolo è azzeccato, come il leitmotiv di questo non avere più l'età... Daichi e Suga si sono sempre configurati come figure di riferimento, se non figure parentali, sono sempre stati più maturi rispetto all'età, e ora che si dovrebbero comportare come degli adulti responsabili, praticamente, stanno facendo le loro esperienze "da giovincelli". Nella realtà, a giudicare da quello che dici, off-screen per così dire, Daichi e Suga ne hanno fatte di cretinate. Prima tra tutte? Fare sesso in spiaggia, che può sembrare una buona idea, ma... cavoli, la sabbia dappertutto. E mi piace il fatto che la storia si conclude con loro che decidono di "essere giovani dentro", e dimenticarsi la vita di tutti i giorni fintanto che sono chiusi in quella stanza a godersi il mare e la pioggia.
Numero 12. Marito. Marito. Marito.. Ecco, parliamone, Malefix... Suga e Daichi stanno insieme da una vita, ed è chiaro che il cambiamento di status sia una cosa difficilmente digeribile in uno scambio di promesse, anelli e quant'altro... e mi piace che Koushi non riesca ancora a carburare le informazioni, che non si sia già abituato... che non sia semplicemente andato con la corrente. E anche Daichi, che guarda sempre avanti, nella totale determinazione di chi affronta la vita prendendola di petto, è del tutto inebriato dal fatto che si sono sposati. E mi piace tuttal a storia ma soprattutto "Marito. Marito. Marito. Koushi potrebbe ripeterlo all’infinito. A voce alta o nella sua testa, non importa. (...) Però ora è formale, ora che c’è il suo nome nel registro di famiglia dei Sawamura, ed è di Daichi a tutti gli effetti – e Daichi è suo, ufficialmente, praticamente, legalmente. Sono uno la famiglia dell’altro, uno la casa dell’altro, e sì, lo erano anche prima, lo sono sempre stati e certo un foglio di carta non cambierà di tanto le cose, ma ora è ufficiale e sarà un po’ stupido ma la cosa gli dà una felicità stratosferica.". Perché si racchiude tutto, come nel punto 3, non serviva farli sposare, ma è perfetto. E mi piace anche Daichi, che anche lui è felice, ed è inebriato dalla questione... "«È assurdo.» farfuglia, e non sa veramente con quale aria trasognata lo stia dicendo, perché, sì è davvero strano il suono che è uscito dalle sue labbra.Daichi ride, e si accomoda su un fianco, vicino a lui. «Lo prendo come un commento positivo».«Siamo sposati, Dai.» mormora e fissa lo sguardo sulle travidi legno massiccio che reggono il soffitto. E suo marito ride ancora, con un trasporto indicibile, mentre si intreccia i suoi capelli color cenere tra le dita. «Lo so, c’ero anche io ieri, sai? Mentre Asahi sistemava tutte quelle carte per il tuo inserimento nel mio registro familiare, con le mani tutte sudate. Spero non abbia macchiato col suo sudore radioattivo le importantissime carte firmate, siglate e timbrate che dicono che tu sei la mia famiglia.» farfuglia.".
In fine ultimo, ma non per importanza, solo perché racchiude tutto, tutto. Numero 13. Tutta la benedetta storia. Ecco, a questo punto forse si sarà capito che la storia mi piace da impazzire. Così com'è, con il suo stile, con la sua narrazione morbida... mi piace proprio in ogni sua singola parte, come i precedenti 12 punti hanno esemplificato e forse non ho approfondito abbastanza alcune cose... ma sarebbe da citare tutta, la storia, frase per frase... e mi sento in dovere di ringraziarti, perché non è quello che mi aspettavo leggendo una DaiSuga in un sito italiano, e mentre leggevo mi rendevo sempre più conto che, sì non era quello che mi aspettavo, ma era quello che volevo. Quello che desideravo leggere, e che non ho trovato con tanta facilità. Ci sono molte storie belle, in giro, e questa è assolutamente una di quelle. Una storia semplice, e forse un po' banale come dici te, ma per niente banale all'atto pratico. Perché sono loro, e sono in una stanza, e c'è comunque un mondo fuori che li saluta e li attrae a sé, sono loro e sono come li vogliamo noi, fan della coppia: adorabili e insieme, che si controbilanciano. Affatto OoC, se questo dovesse preoccuparti. Sono loro, che hanno avuto una lunga vita insieme, proprio quello che speriamo tutti per le nostre coppie preferite. E niente, mi piace proprio tanto questa storia e questa recensione è più positiva di una semplice bandierina verde, sarebbe oro. Sarebbero un sacco di cuoricini e che ne so?! Boh, grazie!

... Per cui, noterai, è finita tra i miei preferiti perché cavoli è meravigliosa. E merita davvero molto più seguito, molti più feedback... spero di leggere presto qualcos'altro di tuo. Anche non su di loro.
Grazie di averla condivisa con noi.
su.