Recensioni per
Sono un medico
di iker

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
15/11/17, ore 15:11

Ehi.
Che breve storia meravigliosa. Non ho parole! Non avevo mai letto qualcosa di tuo, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Ma non mi hai delusa. Queste poche righe dicevano tutto ciò che c'era da dire. Uno scritto impressionante, pieno di rimorsi soffocati, un modo di scrivere fluido e molto gradevole. Lo trovo eccezionale.
Il medico ha tradito se stesso, già. Cosa ben peggiore del poter tradire il proprio padre o il nonno, ecc.
Mi hai fatto riflettere molto con questa storia. Davvero intensa.
Complimenti e a presto, xx

Recensore Master
14/11/17, ore 22:58

Ciao Iker, questo racconto mi è davvero piaciuto, ed anche tanto, le vocazioni a mio avviso fanno rima con passioni, mi ha rattristato questa sorta di monologo interiore di questo dottore costretto a curare gli altri ma nessuno si occupa di "curare" lui, neanche a suo tempo quando il padre appunto lo costrinse a intraprendere la carriera in ambito Medicina.
Il protagonista chiaramente voleva fare il fotografo, e invece... alcuni sogni rimangono nel cassetto e a volte nascono rimpianti.
Un sogno che il medico fotografo avrebbe potuto benissimo realizzare in quanto a livello economico il padre medico senza ombra di dubbio si poteva benissimo permettere ma per una questione ereditaria cosi non è avvenuto, essere risucchiati contro il proprio volere.
Che triste storia, un racconto rivolto a tutti quei genitori che forzatamente stabiliscono percorsi prestabili senza se e senza ma.
Io volendo ne so qualcosa...
Anch'io sono stato vittima delle scelte dei miei genitori, poichè dopo le medie volevo studiare letteratura (la mia più grande passione assieme a quella del cinema) e mi hanno mi hanno indirizzato nell'elettronica e nelle telecomunicazione all'Istituto professionale, dove c'èra tanta matematica che non capivo e in più la scuola non avendo una buona nome dal punto di vista di frequentazione, sono stato vittima del bullismo di cui ho romanzato in parte attraverso il mio racconto "Il bullo".
Questo grazie a mamma e a papà.
Dopo le superiori volevo studiare cinema al Dams di Roma e...permesso negato!
Insomma anche per questo mi piace il tuo racconto!!
Bravo/a componimento promosso con bandierina verde.
Mi farebbe piacere se venissi a trovarmi, ho scritto finora tante "Storie originali" e mi farebbe sempre piacere ricevere qualche tua recensione, ti consiglio il racconto segnalato poc'anzi "Il bullo" essendo uno scritto di storia vissuta credo che potrebbe piacerti.
Buonanotte e alla proxima!!!

Recensore Master
28/09/17, ore 17:37

Questa storia mi fa pensare a tante cose...Mi ricorda tutte quelle persone che non sono libere di scegliere il proprio futuro, proprio perché (come hai specificato in questa situazione) devono portare avanti la tradizione di famiglia. Mi ricorda quanto noi stessi possiamo cambiare, poiché è normale che da piccoli ciò che ci viene imposto non ci piace, ma può anche succedere che, crescendo, la nostra opinione in merito cambi drasticamente. E, confesso, che tutto ciò mi ricorda molte cose che ho vissuto, sia in prima persona che sotto altri aspetti.
Io non sono un medico e non potrei mai diventarlo, però mi piace aiutare le persone. Trovo sia un lavoro nobile, umile, colmo di cultura ed intelligenza. Serve anche coraggio, precisione e pazienza. I medici, quelli veri e che amano il loro lavoro, salvano le vite. Sono degli eroi. Grazie per avermi ricordato tutto ciò con questo racconto. E' scritto molto bene e non voglio nascondere di essermi commossa :) Grazie per averlo pubblicato ♥

Recensore Master
29/06/17, ore 16:37

Ciao iker. Non so come ti chiami, quindi per ora ti chiamerò con il tuo nickname.
Generalmente, ricambio sempre chi mi recensisce. Mi sembra giusto e poi, come forse hai visto dalla mia pagina, ho lasciato tantissime recensioni perché, lo ammetto, mi piace commentare le stoire. Penso che sia un valido auiuto per gli autiri spere cosa gli altri pensano di ciò che scrivono.
Questa storia è, a mio parere, meravigliosa. Lo dico sinceramente. E' scritta benissimo, non c'è nessun tipo di errore, né di grammatica né di sintassi. C'è qualche ripetizione, come della parola "sangue" per esempio, ma forse l'hai ripetuta per dre più enfasi alla storia, per far capire di più le emozioni e le senazioni provate dal protagonista.
Sai, io, a meno che si tratti di scritti autobiografici come quello che hai letto e recensito, non sono mai riuscita a scrivere in prima persona storie in cui era un personaggio da me inventato a parlare. Ci ho provato, ma non ce l'ho mai fatta; e ritengo che chi ci riesce sia un vero e proprio artista, fose più di chi scrive in terza persona. Scrivere in prima è un dono, secondo me. Un dono che non tutti possiedono e che tu hai la fortuna di avere.
Dall'inizio alla fine, in ogni singola parola di questo piccolo scritto, si percepisce il dolore del protagonista. La sua è una sofferenza profonda, di cui nessuno si rende conto e di cui, probabilmente, il padre non vuole affatto accorgersi.
Ci sono stati tantissimi passaggi che mi ha fatto male leggere, ma questo più di tutti:
"Mi capita ancora di incontrare quel ragazzino impressionato dal sangue.
Lo vedo allo specchio quando mi sistemo la cravatta prima di raggiungere l’ospedale, cammina al mio fianco lungo i corridoi del reparto, gioca a calcio con una pallina fatta con il mio ennesimo elettrocardiogramma.
Lo vedo, con i suoi occhi pieni di sogni, guardarmi disgustato.
Non ho mai tradito mio padre.
Non ho mai tradito il padre di mio padre.
Ma ho tradito lui."
Questo ragazzo ha dovuto rinunciare alla vita che desiderava e ai suoi sogni per fare ciò che il padre gli diceva. Penso che sia qualcosa di davvero tristissimo. Come si fa a studiare qualcosa che non piace? Come si riesce a fare un lavoro per il quale si sa di non essere portati? Il protagonista, secondo me, sta morendo dentro giorno dopo giorno, lentamente; ed è questa la cosa terribile, ovvero che si sta consumando pian piano. Dio, chissà quanto deve tar male! Non riesco nemmeno ad immaginarlo! Ricordo un film che ho visto molto tempo fa, di cui non rammento il titolo. C'era un professore che insegnava poesia ai suoi alunni, ma in modo diverso, cioè non seguendo i libri di testo. Un ragazzo a cui insegnava voleva fare teatro, ma suo padre desiderava ch facesse medicina. Alla fine sai cos'è successo? Che questo giovane si è tolto la vita. Un mio professore, con cui avevamo visto il film, ha detto che non era stata colpa del padre. Io allora ho pensato:
Ah no? E di chi dovrebbe essere, allora? Gli ha distrutto i sogni, gli ha rovinatocosì tanto la vita che questo giovane se l'è tolta, e lei ha anche il coraggio di dire che non è colpa del padre?
Guarda, mi sono arrabbiata così tanto per quell'affermazione insensibile!
Questo per dire cosa? Che la vicenda che ti ho appena raccontato si ricollega, secondo me, perfettamente alla storia che hai scritto. Certo qui il protagonista non la fa finita, maè come se dentro, la sua anima fosse già morta. Quando si riferisce alla "bellissima giornata della mia bellissima vita" sta ovviamente ironizzando. Dice questo per provare ad andare avanti, ma in fondo sa che non ci riuscirà, ch per colpa del padre rimarrà sempre quel ragazzino che voleva diventare un fotografo e non potrà mai.
Un altro pezzo che mi è piaciuto tantissimo è questo:
"L'ho odiato.
Ho odiato lui e la sua aspirazione perché mi hanno distrutto pezzo per pezzo. Mi hanno distrutto, poi hanno ripreso in mano i pezzi e hanno fatto di me un medico."
Quest parte riprende un po' quanto ho appena detto, ma il protagonista qui ammette anche di aver provato odio verso il padre, il chesignifica che, almeno dentro, si è ribellato. NOn ha accettato la cosa passivamente (del resto, chi lo farebbe? Nessuno, credo), ma avrebbe tanto voluto lottare, buttar fuori l'odio e la rabbia, scagliarglieli contro. Tuttavia, sapeva benissimo che non sarebbe servito a niente, e così non l'ha fatto. Probabilmente, l'odio e la rabbia hanno cominciato a corrodergli l'anima e a macinare dentro di lui, finché si sono trasformati in rassegnazione.
Uno scritto molto intenso e vero, questo, pieno di sogni, di speranze e di desideri che però vengono infranti e, per di più, sovrastati da un immenso dolore.
Bellissima storia e ottimo lavoro, complimenti!
Giulia

Recensore Veterano
14/04/17, ore 14:12

Ehi ciao, bella storia. E' vero, il "medico" ha tradito se stesso, però è stato oppresso dalla volontà del padre, non è giusto. Hai descritto bene questa parte. E poi come fa un bambino che ha paura del sangue diventare un medico? Potrebbe non fare bene il suo lavoro e uccidere i pazienti! Tutti, invece, dovrebbero seguire le proprie ambizioni. Non ho notato errori gravi, anzi in realtà non ho notato nessun errore. Devo andare, ciao!

Recensore Master
11/04/17, ore 11:06

Ciao carissima! Hai esposto alla perfezione i pensieri del tuo protagonista. Purtroppo, molto spesso capita che i genitori "obblighino" i propri figli a seguire una carriera che non vorrebbero, e i figli sono troppo codardi per ribellarsi e si adattano a vivere un'esistenza che gli va stretta ma che oramai è troppo tardi per cambiare. Molto bella l'immagine del ragazzino che "accompagna" il medico oramai adulto.
Attenta solo agli spazi dopo le virgole, mi raccomando...
:-)
Bacioni!