Recensioni per
Amato nemico
di mikimac
Stupenda. Serie decisamente stupenda. L'ho letta oggi tutta d'un fiato (partendo da "L'era dei vampiri") e "stupenda" è l'unica parola che riassume in breve tutto quel che penso della storia. |
Un capitolo veramente struggente, questo, di cui mi sono rimaste alcune immagini uniche come l'emergere silenzioso e sinistro dei vampiri dalla nebbia (“…Ombre scure emergono lentamente…”), l'alta figura di Sh accanto a John, la loro grande empatia per cui basta una stretta furtiva, senza guardarsi, per comunicare tante cose (“…La loro intimità, la loro confidenza, la loro complicità…”), il gesto teatralmente terribile di Sh nel sollevare agevolmente Moran, quasi a volerlo cancellare dalla faccia della Terra per la vile uccisione di John . Tanta è l'accuratezza della tua descrizione che mi sembra di udire ancora l'urlo disumano con cui Holmes esprime la sua disperazione. E poi, indimenticabile, mi rimarrà la visione del fuoco della pira funebre contro la quale si staglia, gigantesca nel suo dolore, la figura di Sh che suona, evidentemente per l'ultima volta, il suo violino, che poi sarà bruciato assieme a colui che aveva trovato una strada difficile ma meravigliosa verso un possibile futuro. Altra immagine, molto suggestiva nella sua rappresentazione di uno strazio senza possibilità di ritorno, è quella dell’affascinante vampiro, consumato dal lutto, che consegna il suo cuore, racchiuso nei diari di John, a Rosie. Una magnifica tragedia, ecco quello che ci hai rappresentato, lasciandoci, comunque, un ponte verso la speranza di un futuro migliore rappresentato dall'amore tra la giovane Watson e Sherrinford. Il loro figlio costituirà un passo importante verso il dialogo ed il rispetto reciproco tra due forme di vita così diverse eppure abitanti sullo stesso suolo. |
Ciao!! |
Lo so, lo so, ci avevi avvisato, lo sapevo e ne ero consapevole. Ero preparata. E allora perché ho i lacrimoni agli occhi? Ho anche provato a non leggere e a fermarmi, ma la curiosità ha avuto il sopravvento. Questo capitolo è straziante, però devo dire che sono contenta che tu abbia scelto di far morire entrambi piuttosto che lasciare uno dei due in vita o, peggio, far abbandonare Sherlock da John per tornare dalla moglie e dalla figlia. Non parlerò di nessuna delle parti che mi sono piaciute, anzi parlerò il minimo possibile della storia e solo delle parti felici, se nominassi quelle più intense ricomincerei a piangere. Mi è piaciuta tanto l'entrata in scena di Sherrinford, da subito ho pensato che sarebbe potuto succedere qualcosa tra lui e Rosie ed eccoli lì, dopo poche righe, sposati e in dolce attesa. Che dolcezza, sono riusciti davvero a creare una famiglia. Mi chiedo che fine abbia fatto Moran, spero che come minimo l'abbiano giustiziato. In tutta la storia ho solo un piccolo rimpianto, mi sarebbe piaciuto che John e Sherlock ammettessero i propri sentimenti l'un l'altro, perché è vero che probabilmente sapevano di amarsi, però...non so, nelle loro ultime interazioni abbiamo visto John per ben due volte sminuire il suo rapporto con Sherlock davanti a quest'ultimo. Ecco, avrei voluto una confessione chiara e sincera, avrei voluto ammettessero il proprio amore. Ora mi sta tornando in mente la scena di Sherlock che suona il violino davanti alla pira, oh chissà come deve aver vissuto Mycroft la lenta morte di Sherlock, quanto deve aver sofferto...argh! No basta, pensieri felici, pensieri felici!! Torna presto, non lasciarci troppo in agonia ed in astinenza dalle tue storie...con la speranza che come hai detto tu ci sia meno angst...a me basta anche solo l'happy ending! Alla prossima!! |
Io.. Mi sento svuotata. Te lo giuro. |
Lo sapevo.. me lo sentivo che sarebbero morti entrambi! |
Cara,io non so proprio da dove partire. |
Efficace ed emozionante, la voce di Rosie che ci fa rivivere quello che già ci ha raccontato John da un punto di vista tutto diverso: ritroviamo, in lei, lo stesso cocciuto orgoglio del padre, ma reso più vibrante dalla giovinezza. Il passo dal toccante al patetico è solitamente breve, ma tu mi hai autenticamente commossa nel mostrare la fiera fiducia che questa giovane donna riesce a riporre nel padre, anche davanti alle foto in cui lui guarda "il nemico" con tenera complicità. Ho trovato che sarebbe stato più facile raccontare una Rosie in - anche transitoria - crisi di delusione davanti alle prove di un genitore che riesce ad andare avanti nella propria vita mettendo la figlia tra parentesi: evitare questo clichè rende ai miei occhi la tua Rosie non solo più eroica, ma anche paradossalmente più autentica, fuori dagli schemi in questa sua reazione come in altri riuscitissimi dettagli ( bellissimo il rapporto con la madre, alla pari e con un senso di protezione reciproca come, forse, solo in una famiglia di sole donne può essere). |
Povero John! Ho le lacrime agli occhi mentre scrivo.. |
Ciao! *W* |
Ci ho messo un po' a commentare.. un po' non sapevo che scrivere e un po' il cell non mi voleva far uscire la tastiera xD allora pare che il mio desiderio del meglio-morto-che-con-mery si sia avverato.. non so come sentirmi in effetti, anche perché avevo avvisato che c'era da piangere.. con il punto di vista di rose penso diventi tutto un po' più triste. Adesso mi chiedo, che è successo a quell'incontro? E Sherlock? Aspetterò in altra lunghissima settimana per saperlo. La consapevolezza però che sia l'ultimo capitolo mi uccide!complimenti ancora! Un bacio |
Ok, direi che il pensiero della prossima morte di Sherlock o John è sempre stato ben fondato :') |
Giusto e utilissimo, ai fini della narrazione e del procedere della storia, quel cambio di POV che ci porta a leggere i pensieri di Rosie. È attraverso i suoi occhi, infatti, che assistiamo agli eventi ed a quello che li ha preceduti, durante il lungo periodo in cui John è stato prigioniero dei Vampiri. Hai espresso con veridicità il vissuto della figlia di John, riportando le sue emozioni con precisione. Infatti dal punto di vista narrativo, per esempio, l’angoscia e la paura che lei ricorda invadere la sua vita nella notte dell’attacco agli Uomini da parte dei Vampiri, le racchiudi efficacemente in frasi ritmicamente brevi, convulse che rendono perfettamente i sentimenti predominanti in quei momenti così drammatici (“…È ancora notte, quando le sentinelle ci svegliano…”). Poi le strutture narrative si distendono nel racconto dei fatti successivi, dove predominano la ragione e l’esame lucido degli eventi, quindi dai spazio a frasi più lunghe ed articolate. Si staglia, nel racconto di Rosie, la figura di Mary, sua madre, che tu caratterizzi con doti di coraggio e cocciuta determinazione anche nella disponibilità a sacrificarsi per il bene comune. In questo contesto sgombri le nubi che l’hanno accompagnata nella quarta Stagione BBC e ce la presenti positiva e risoluta. “…Mamma mi allunga delle fotografie…”: mi è piaciuto molto il cambio di angolazione con cui hai proseguito la narrazione, facendoci guardare Sh e John dall’esterno. Fino ad ora, grazie al diario di Watson, avevamo avuto uno sguardo “dall’interno” dell’evoluzione del loro rapporto così anomalo, ora, invece, abbiamo la conferma che tra i due si è stabilito uno scambio d’affetto e di stima, ritratto nella prospettiva oggettiva di qualche foto che li ritrae insieme, a loro agio, sorridenti. Un’osservazione a proposito di Rosie: ne fai trasparire il carattere determinato ed il grande amore che la lega al padre e che, con la sua energia, riesce a far breccia nella risolutezza della madre, convincendola che il posto di John è con loro. Nella conclusione del capitolo ritrovo le frasi brevi, ma non sono indice di paura o di angoscia: hanno la funzione delle lapidi cimiteriali. Sono parole di un dolore pesante come la pietra, sono parole di morte. |
E già. |
senti, io nel dubio comincio a soffrire ora. |