Recensioni per
E tu, lo vorresti?
di missredlights

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/03/18, ore 17:05

Recensione 3/3 per esserti classificata al 3° posto al Contest " Come neve nella notte di Natale [Multifandom: Naruto&Dragon Ball]" indetto sul forum di efp.

Ciao missredlights, eccomi con la terza ed ultima recensione ^^
Io trovo questa One-shot semplicemente dolcissima e bellissima.
Sappiamo tutti com'è fatto Shikamaru e come è fatta Temari e vederli in queste situazioni di Slice of Life io mi sciolgo per l'amore e la dolcezza che esprimono. 
Shikadai lo trovo  A D O R A B I L E  *w* 
E' un bambino tenerissimo; geniale come il papà e furbo come la mamma! XD
Sarebbe stato interessante se Shikadai avesse avuto davvero una sorellina, perché una Nara al femminile ci sarebbe stata perfettamente *w*
Comunque, davvero complimentissimi ;)
Un bacio :*




Nede

Recensore Junior
04/06/17, ore 20:19

Recensione giudizio contest "Seconda chance ~ perché tutti ne meritano una"

Grammatica e stile:
4,5/10
Direi che non ci siamo, né con la grammatica e né con lo stile. Ho riscontrato una moltitudine abnorme di errori, mi sono praticamente ad ogni paragrafo per correggerli, il che è piuttosto snervante. Si va dalle ripetizioni alle parole scritte in maniera scorretta, dai verbi coniugati male alle particelle pronominali messe un po’ a caso. Andiamo con ordine.
 
“Aveva preso la sfrontataggine di lei e la pigrizia di lui, l’esuberanza di lei e l’intelligenza di lui”: ripetizione di lei/di lui; risolvi così “Aveva preso la sfrontataggine di lei e la pigrizia di lui, la propria esuberanza e l’intelligenza del marito”.
 
“E non solo le diede della seccatura, come le diceva sempre il marito, ma il tutto era stato condito da delle linguacce del figlio”: il soggetto della è Shikadai, è inutile ripetere “del figlio”. Toglilo, è dannoso e superfluo ai fini della frase.
 
“ma lui il bagno proprio non voleva farlo. Voleva aspettare suo padre, giocare con lui e fare il bagno con lui”: ripetizione di “lui”, “bagno”, “fare” e “voleva”. si risolve così “ma lui non voleva lavarsi; al contrario, desiderava aspettare suo padre, giocare con lui e farci il bagno assieme”.
 
“Sua madre non l’avrebbe fatto giocare in bagno, non gli avrebbe permesso di giocare a battaglia navale, cosa che invece acconsentiva a fare Shikamaru, con il pretesto di vedere il quoziente intellettivo di suo figlio. Peccato che tutto il macello, poi, doveva sistemarlo Temari, e no, stavolta proprio non voleva”: ripetizione di “suo” e “giocare”. Inoltre, le parti “acconsentiva a fare Shikamaru” e “stavolta proprio non voleva” mi suonano davvero male; da correggersi preferibilmente come “Sua madre non gli avrebbe permesso di giocare in bagno a battaglia navale” (la ripetizione precedente è superflua) “cosa a cui invece avrebbe acconsentito Shikamaru, con il pretesto di testare” (non “vedere”) “il quoziente intellettivo del figlio. Peccato che poi Temari avrebbe dovuto sistemare tutto e no, quella volta non ne aveva la minima intenzione”.
 
Infondo era suo figlio. Infondo era suo figlio. Infondo… infondo un bel niente”: voce del verbo infondere, seconda coniugazione, diatesi attiva, tempo presente, prima persona singolare… già, questo è esattamente ciò che, in analisi grammaticale, hai scritto. Non so quante altre volte in vita mia dovrò ripeterlo, tuttavia non mi stancherò mai di farlo: se scritto tutto attaccato, “infondo” è un verbo, mentre con la grafia “in fondo” è un avverbio di modo! E comunque, a mio avviso, qui l’hai ripetuto fin troppe volte.
 
“Mi sentirà Shikamaru appena tornerà a casa”: “appena sarà tornato a casa”
 
“Vide chiaramente suo figlio fiondarsi con le braccia su suo padre, abbracciandogli la gamba. La gamba di suo padre era lo scudo contro sua madre”: chi è che compie l’azione di vedere? Temari? Ricorda che il soggetto in italiano va sempre esplicitato! Ripeti due volte “suo padre”, tre l’aggettivo “suo/sua”. Modifica, magari con “Temari vide chiaramente suo figlio sul padre” (tra l’altro, a me quel “con le braccia” messo lì suona proprio male, ti consiglio di toglierlo) “abbracciandogli la gamba, come se quella posizione fosse lo scudo contro di lei” (il soggetto è sempre Temari, non ha senso ripetere “sua madre”, così come “la gamba di suo padre” è eccessivo e ridondante).
 
“Così fece l’unica cosa che poté fare in quel momento”: ripetizione di “fare”; “Così fece l’unica cosa che gli fu possibile in quel momento”.
 
“Non disse altro e non diede nemmeno alla moglie il tempo di dire qualcosa”: ripetizione di “dire”; “Non aggiunse altro, né diede alla moglie di dire qualcosa/di fare altrettanto”.
 
Infondo amava quella peste che le aveva riempito il cuore, proprio come ha fatto il suo Shikamaru”: l’ho già detto e lo ripeto: si scrive in fondo, non infondo! Poi qui per me c’è un problema di virgole: ne metterei una dopo peste. Infine – e questa è forse la cosa più grave – hai messo un passato prossimo al posto di un trapassato prossimo. Mettendo “aveva fatto” al posto di “ha fatto”, tuttavia, si viene così a creare una ripetizione con “aveva riempito”; in merito a quest’ultimo, credo che tu possa mettere tranquillamente “riempiva”. La frase corretta sarebbe “In fondo amava quella peste, che le riempiva il cuore,” (qui teoricamente la virgola potrebbe anche essere omessa) “proprio come aveva fatto il suo Shikamaru” (volendo, potresti anche togliere il verbo e lasciare solo “proprio come il suo Shikamaru”).
 
“Sbuffando e rimettendo in ordine per la casa, Temari si diresse verso la cucina, cominciando a prepaare”: “rimettendo in ordine la casa”. Tra l’altro hai scritto “prepaare” anziché “preparare”.
 
“Shikamaru faceva fare il bagno a suo figlio, facendolo giocare e divertire a battaglia navale”: ripetizione di “fare”; “Shikamaru faceva il bagno a suo figlio, lasciandolo giocare e divertirsi a battaglia navale”.
 
“Suo figlio, a dispetto di quello che diceva sua moglie”: ripetizione di “suo/sua”; “Suo figlio, a dispetto di quello che diceva la moglie”.
 
“Anche suo figlio era un’enorme seccatura, ma era una bella seccatura”: ripetizione di “seccatura”; “Anche suo figlio era un’enorme seccatura, ma in senso positivo”.
 
“Io lo faccio tutti i giorni il bagno, solo che lo faccio quando tu vai a letto”: ripetizione di “faccio”; “Io mi lavo tutti i giorni, solo che lo faccio quando tu sei già andato a letto” (ne approfitto per dirti che, sebbene sia un discorso diretto, trovo che dire “lo faccio quando tu vai a letto” sia fin troppo colloquiale).
 
“Non gli mentì mica a suo figlio. Lui aiutava davvero sua moglie a sistemare la casa”: ripetizione di “suo/sua”; “Non mentì a suo figlio. Lui aiutava davvero la moglie a sistemare la casa”
 
“Non era mica colpa sua se quella seccatura aveva un enorme potere su di lui, il potere di accendere e spegnere la sua passione in un istante”: a parte che la frase “Non era mica colpa sua” si trova identica spiccicata appena qualche riga sopra, hai ripetuto due volte “potere”. Quest’ultima parte la puoi cambiare mettendo “[…]quella seccatura aveva un enorme potere su di lui: riusciva infatti ad accendere e spegnere la sua passione in un istante” (anche se, francamente, io quell’“e spegnere” lo toglierei).
 
“Suo figlio non avrebbe mai potuto capire, proprio come lui non capì alla sua età, e anche negli anni a seguire, le parole di suo padre”: c’è nuovamente una ripetizione di “suo” (suo figlio/suo padre), tuttavia trovo decisamente più rilevante quel “capì”, visto che sarebbe dovuto essere “aveva capito”. La frase corretta è “Suo figlio non avrebbe mai potuto capire, proprio come lui non aveva capito alla sua età, e anche negli anni a seguire, le parole del padre”.
 
“Anche suo padre chiamava sua moglie seccatura, anche lui sbuffava sempre perché la moglie non gli permetteva di poltrire, ma alla fine faceva sempre quello che diceva la moglie”: ripeti tre volte “moglie” e due “suo/sua”; puoi modificarlo con “Anche suo padre chiamava la propria moglie seccatura, anch’egli sbuffava sempre perché questa non gli permetteva di poltrire, ma alla fine faceva sempre quello che gli diceva”.
 
“perché l’ami a tal punto che farai sempre quello che ti chiederà di fare”: ripetizione di “fare”; inoltre “l’ami” è al presente, mentre l’azione di amare è al futuro. Da correggere con “perché l’amerai a tal punto da fare sempre quello che ti chiederà”.
 
“È la maledizione di noi Nara trovare una donna dal pugno di ferro”: serve la virgola dopo “Nara”.
 
È troppo presto! Va bene che anche io mi sono innamorato di Temari molto presto, ma non così presto”: no, va beh, ma ripetiamolo “presto” un altro po’ di volte, eh! “È troppo presto! Anche io mi sono innamorato di Temari quando ero molto piccolo, ma non così tanto!”
 
“Temari li avrebbe ammazzati stavolta”: semmai “Temari li avrebbe ammazzati, stavolta”.
 
“Lo prese in braccio e lo portò in camera, mettendogli il pigiama. Era un rituale ormai consolidato. Dopo il bagnetto c’era sempre il pigiama, i capelli fatti nello stesso modo del padre, la pappa, una storia e la nanna”: ripetizione di “pigiama”, ti consiglio di eliminarlo in prima sede. La parte successiva, quella a partire da “i capelli” fino al punto è molto confusa, più che una frase sembra un semplice elenco di azioni. Ti consiglio di rivedere per bene il tutto; io, personalmente, metterei “Lo prese in braccio, portandolo in camera. Lì ebbe inizio quello che per loro era ormai un rituale consolidato. Dopo il bagnetto, infatti, Shikamaru gl’infilava sempre il pigiama, per poi acconciargli i capelli come i propri; dopodiché veniva il momento della pappa. Infine, in seguito all’avergli raccontato una storia, era l’ora della nanna”.
 
“Mamma ho fame!”: manca la virgola dopo “Mamma”.
 
“Ma aveva imparato, per suo figlio, soprattutto,”: “Ma aveva imparato, soprattutto per suo figlio”.
 
“Era ancora arrabbiata, non poteva farsi vedere debole o cedere a quel fascino che esercitava su di lei quel moccioso di un Nara”: ripetizione di “quel”; “Era ancora arrabbiata, non poteva farsi vedere debole o cedere al fascino che esercitava su di lei quel moccioso di un Nara”.
 
“Ne avrebbero dovuto parlare, vedere se erano d’accordo e…”: “vedere se sarebbero stati d’accordo”.
 
“Chi in modo divertito, chi in modo preoccupato”: espressione ripetitiva; “Chi in modo divertito, chi preoccupato”.
 
“urlando un “Vado a nanna!”, che lasciò di stucco i genitori che scoppiarono a ridere un attimo dopo”: serve una virgola dopo “genitori”.
 
“ci hai mai pensato ad avere”: “hai mai pensato di avere”.
 
non è vero seccatura?”: serve una virgola dopo “vero”; “non è vero, seccatura?”
 
“Sto parlando davvero Shikamaru”: serve una virgola dopo “davvero”; ““Sto parlando davvero, Shikamaru”.
 
“ma glielo aveva mai detto”: qui credo che intendessi “ma non glielo aveva mai detto”.
 
“Vuoi perché sua moglie gli intimò dopo il parto che uno bastava e avanzava”: “gli aveva intimato”.
 
Solo suo, come sua era quella seccatura fra le sue braccia”: ripetizione di “suo/sua”; “Solo suo, come sua era quella seccatura che ora teneva fra le braccia”.
 
“Temari lo voleva, voleva un altro figlio da quell’uomo che amava con tutta sé stessa e per la quale aveva rischiato la vita più volte”: è Temari che rischia più volte la vita per Shikamaru, per cui “per il quale aveva rischiato la vita più volte”.
 
“i loro corpi aderirono come una seconda pelle l’uno nel corpo dell’altra”: ripetizione di “corpi”; “i loro corpi aderirono come una seconda pelle l’uno contro l’altro”. (“l’altro” perché corpo è maschile)
 
“mentre le mani di lei andarono fra i capelli di lui, sciogliendogli”: meglio “mentre le mani di lei finirono fra i capelli di lui, sciogliendo”.
 
Come vedi, se sommati tutti assieme, gli errori sono molti e decisamente pesanti. Per giunta, il testo è molto corto, pertanto una presenza così soprabbondante di errori è ancor meno accettabile. Poi, io non vorrei dire, eh, però dal momento che sai che la storia parteciperà ad un contest non ti viene spontaneo ricontrollarla più e più volte? Perché io, francamente, leggendo la tua storia ho avuto esattamente quest’impressione, ossia che tu l’abbia buttata giù in fretta e furia e poi, nella fretta di consegnarla/postarla, non l’abbia ricontrollata a dovere. Ci sono un sacco di errori di distrazione (ti faccio l’esempio di quella parola scritta male) che con delle attente riletture sarebbero potuti benissimo essere stati debellati, per questo ti dico che, secondo me, non hai prestato la dovuta attenzione a questa storia. Anche i verbi sbagliati (il passato remoto al posto del trapassato prossimo, l’indicativo anziché il congiuntivo o il condizionale) sono francamente degli errori molto gravi, per cui non riesco proprio a giustificarmi come tu abbia potuto lasciarli lì, nonostante tutto.
Parlando dello stile, sinceramente non l’ho trovato affatto adatto alla situazione. Nel senso, dal momento che decidi di far concorrere la storia ad un contest non ti viene spontaneo cercare di scrivere qualcosa di più “raffinato”? Con questo non voglio dire che avresti dovuto presentarmi un elaborato pieno zeppo di termini aulici alla Dante Alighieri, solo che sinceramente trovo che il registro linguistico che hai deciso di utilizzare sia fin troppo “colloquiale” per un testo scritto. Espressioni come “lo ammazzo, come non ho mai fatto in vita mia!”, “aveva il carattere di quella seccatura ai piani bassi”, “i due coniugi stavano quasi per morire” o “crybaby” appartengono alla lingua parlata e non sono per niente raffinate, non mi sognerei mai e poi mai di inserirle all’interno di una fanfiction (“crybaby” è un termine inglese, i protagonisti della storia però sono giapponesi. Capisco che ormai sia la lingua internazionale, solo che ripeto, sinceramente non lo trovo proprio adatto). Se vogliamo restare su una questione più “grafica”, invece, non tollero né le parti scritte tutte in maiuscolo e né tantomeno quelle messe in risalto tramite grassetto e/o sottolineatura. Sinceramente, sono dell’opinione che per mettere in evidenza i propri pensieri ci siano ben altri modi, ad esempio usare la punteggiatura in una determinata maniera (i tre puntini di sospensione “…” creano suspence, i due punti “:” provocano una pausa più lunga che consente di dare maggiore spessore al concetto che viene espresso subito dopo di essi – e via dicendo) piuttosto che tramite i codici dell’html. Un’altra cosa che non ho apprezzato, inoltre, sono le frasi di Shikadai con le lettere mancanti: capisco che è un bambino e, per forza di cose, debba esprimersi così, solo che ti garantisco che è sgradevole sia da leggere che da vedere.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 6/10
Il problema della caratterizzazione dei tuoi personaggi è che tu hai esasperato i loro atteggiamenti e no, questo non è il modo di renderli correttamente, affatto.
Lo sappiamo che Shikamaru è indolente, che Temari non sopporta questa sua caratteristica e che pertanto finisce ogni volta per arrabbiarsi con lui, per poi puntualmente sfogarsi sul povero ragazzo. Non c’è bisogno di ripeterlo/scriverlo/mostrarlo ogni volta affinché il lettore lo capisca; indipendentemente dal fatto che il fruitore della storia conosca o meno l’universo di Naruto, nella tua storia la situazione viene talmente inspessita da diventare quasi pesante (attraverso i continui riferimenti a quanto Temari sia arrabbiata, ad esempi): ecco, secondo me non è questo che deve fare, una buona fanfiction. Nel senso, se i personaggi sono IC o meno devo riuscire a dirlo attraverso uno sguardo, un gesto o una parola, non perché Temari è tanto arrabbiata perché Shikamaru è un pigrone e bla bla bla. Capisci quello che intendo dire? Non devi dirmi tu che “Temari è arrabbiata” o “Shikamaru è pigro”, per arrivarci basterebbe semplicemente scrivere che Temari rivolge un’occhiata fulminante al marito quando lo vede viziare il figlio, oppure che Shikamaru acconsente ai capricci del figlio rispondendogli in maniera indolente, no? Che poi, a proposito di questo: capisco che il tuo intento fosse quello di creare una storia leggera e atta a far divertire, tuttavia trovo che tu stia passando un messaggio negativo: indolenza o meno, non credo che Shikamaru avrebbe mai permesso al figlio di fare quel che vuole. Non ho capito: Temari passa un inferno nel tentativo di convincere il figlio a farsi il bagno e poi arriva Shikamaru che gli dice “Va bene, tesoro, facciamo come vuoi tu, ci laviamo insieme”. Ma what??? E Temari chi è, la schiavetta che pulisce tutto il casino che lasciano loro? Sì, certo, come no. Se io mi fossi comportata così, quando ero piccola, i miei genitori mi avrebbero messa in punizione per almeno una settimana. Anche questa cosa che Shikadai dia per scontato che sia dovere della madre pulire tutto: capisco che sia solo un bambino, però sarebbe il caso – visto che ormai ha tre anni e comincia ad essere grandicello – di spiegargli che ci sono dei doveri di cui bisogna prendersi carico, non credi? Comunque, trovo la tua visione di Temari alquanto maschilista: lei è la donna di casa, per cui deve provvedere a tenere la casa in ordine, a preparare da mangiare e a pulire. E Shikamaru e Shikadai? Oh, loro non fanno niente tutto il giorno: il primo potresti giustificarlo dicendomi che è impegnato tutto il giorno a causa della mole di lavoro che Naruto gli ha affidato, mentre il secondo replicando che è troppo piccolo. Però io sono femminista – nonché una persona estremamente realista – per cui ci tengo a farti notare che mi dispiace ma questa tua visione non mi piace affatto. Naruto è solo un mondo di finzione e queste cose non accadono sul serio? Certo, il che però non ci legittima a far comportare i personaggi senza un briciolo di coscienza o di cognizione di causa. Poi al di fuori di qui tu sei libera di continuare a pensare quello che vuoi, tuttavia se vuoi mettere un briciolo di credibilità credo che la prossima volta dovresti cercare di scrivere di uno Shikamaru che, sebbene ceda al volere del figlio, cerchi anche di fargli capire che comportarsi in questo modo con la madre non va affatto bene.
 
Utilizzo del What if: 2/10
Ed eccolo qui, il punto più dolente di tutta la storia, quello che mi ha fatto seriamente dubitare che tu avessi letto il bando del contest prima di iscriverti e/o consegnare. Io vi avevo chiesto di scrivere delle what if?, ossia delle storie in cui vengono modificati degli elementi cardine della trama. Ho riportato perfino l’esempio presente nella dicitura di what if presente su Efp, “cosa sarebbe successo se i genitori di Harry Potter non fossero morti?”. Ora, dimmi: dov’è che sta il what if, nella tua storia? Prendi un momento che si trova dopo la serie di Naruto, per cui non canonico, né vai a modificare degli elementi fondamentali della trama dell’anime. È davvero una pretesa campata per aria, non sta né in cielo né in terra che quello che hai consegnato possa essere in qualche modo considerato un what if. Può essere in senso lato un missing moment, sicuramente, perché vai a narrare uno spaccato di vita quotidiana di questa famiglia, tuttavia non ci sono “elementi cardine” modificati, né tantomeno un what if degno di essere considerato tale – perché no, scrivere di un ipotetico capriccio del figlio di Shikamaru e Temari non è considerabile come what if, semmai come missing moment post!serie ma mai sarà definibile altrimenti, certo.
Mi dispiace, tuttavia per le ragioni che ti ho spiegato non posso darti un punteggio maggiore di questo.
 
Gradimento personale: 5/10
La storia non mi è piaciuta.
Al di là dei valori diseducativi che io possa avervi riscontrato, questa fanfiction ha tre grandi problemi: una quantità preoccupante di errori grammaticali, una forma non propriamente accettabile – parlo di frasi intere scritte in maiuscolo, parole in grassetto o sottolineate senza alcun motivo apparente, per me una caratteristica inaccettabile: quando mai potremmo trovare in un libro elementi del genere? – e, soprattutto, la più totale assenza del what if, se non in un modo che, tecnicamente, non sarebbe neanche corretto chiamare what if. Forse avrei dovuto squalificare questa storia, tuttavia se non l’ho fatto è stato solo per la mia negligenza nel non essermi accorta prima di questo. Visto che ciò non è avvenuto, francamente non mi sarei sentita onesta se avessi deciso di squalificarla quando ormai il tempo era agli sgoccioli. È stato un mio errore, per cui me ne assumo le responsabilità lasciando concorrere la storia al contest, tuttavia ciò non toglie che io possa darle un voto basso, date le gravi ed evidenti mancanze sopra riportate. Tengo a ribadire ancora una volta che, inoltre, non ho riscontrato neppure un IC soddisfacente, dato che quello presente nella fanfiction è un esaspera mento dei caratteri dei personaggi fin troppo calcato, dato che, almeno a mio avviso, finisce col rasentare il ridicolo.
 
Titolo e impaginazione: 3/5
Al mio primo contest venni ammonita dal giudice perché avevo usato come titolo una frase ripresa para para dal testo della mia fanfiction. Da allora, ho deciso che non avrei mai più affidato titoli del genere alle mie storie; in questa situazione, mi vedo costretta a fare la stessa cosa. Non apprezzo più titoli del genere, trovo sinonimo di poca fantasia dare alle storie titoli ripresi da frasi presenti all’interno dello scritto; a meno che non ci sia un valido motivo, non mi sento di accettare questo genere di escamotage (lo tollererei solo se la frase fosse estremamente significativa rispetto alla fanfict; per quanto certamente in questo caso possa avere un senso, non l’ho trovata sufficientemente pregnante da poterla attribuire come appellativo). Quanto all’impaginazione, invece, apprezzo molto la scelta del Times New Roman, anche se forse l’avrei messo leggermente più grande.
 
Totale: 17,5/45

Recensore Master
19/04/17, ore 21:45

Ciao!
Ma che OS deliziosa! Adoro le storie di vita familiare sulla mia coppia canon preferita, se poi c'è anche il piccolo Shikadai allora è proprio il massimo!
Sei stata bravissima a mantenere i personaggi IC, soprattutto Temari, che secondo me è la più difficile da gestire.
Un secondo figlio.. una bambina magari, sarebbe bello! 😍
Ti faccio tanti complimenti!