Recensioni per
A promise is a promise
di Fiore di Giada

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/06/17, ore 20:30

Recensione/giudizio contest "Seconda chance ~ perché tutti ne meritano una"

Grammatica e stile: 5/10
Allora. Andiamo con ordine.
Anzitutto, vorrei rivolgerti un plauso per la punteggiatura, visto che ho notato che sei stata una delle poche a chiudere gli incisi mettendo le virgole al loro posto.
Dopodiché, passiamo alla parte dolente.
Non ci sono moltissimi errori, tuttavia – data la complessiva brevità della fanfiction, che conta meno di 1.500 parole – questi ultimi sono pesati decisamente di più. Si tratta principalmente, perlomeno all’apparenza, di errori di distrazione, perché ho notato ad esempio parole scritte in maniera inesatta; sono però presenti anche tempi al modo indicativo laddove sarebbe servito un congiuntivo, e lì è più difficile credere che si sia trattata di distrazione – a meno che il tuo intento non fosse quello di mettere in corsivo una frase antecedentemente pronunciata dal personaggio, e allora non si tratta di un errore (o quantomeno non di un errore grammaticale, quanto piuttosto di una dimenticanza in merito ai tag dell’html).
 
“il rombo sinistro del tuono”: che io sappia, durante un temporale – o nell’avvicinarsi di esso – i tuoni sono più d’uno, per cui metterei al plurale quel complemento di specificazione (ti faccio notare che la forma al singolare si trova anche sul finire della storia, per cui in caso dovresti correggerla anche lì).
 
“Aveva bisogno, in quelle ore tristi, di fissare il volto”: ho capito che ti riferisci al volto di Rock Lee, solo che, se non lo specifichi, la comprensione potrebbe non essere altrettanto semplice per i tuoi lettori. Ah, tra l’altro mancava il punto fermo alla fine della frase.
 
“mormorò e un singhiozzo doloroso spezzò l’ultima parola”: manca una virgola dopo “mormorò”.
 
“aveva affrontato il terribile ninja di Sunagakure Gaara...”: manca una virgola dopo “Sunagakure”.
 
“nulla aveva potuto contro lo strabordante potere”: “strabordante” non è errato (anche se non capisco perché Word me lo dia errore); o meglio, ho cercato sulla Treccani e non me lo segnala come parola esistente, probabilmente il participio di “strabordare” non è utilizzato (Word mi da errato anche “strabordare”, per dirti); suggerirei di sostituirlo con “nulla aveva potuto contro lo strapotere”.
 
“Se c’è una possibilità su un milione che l’intervento fallisce, morirò con te”: se ti riferisci a una frase che Gai effettivamente pronuncia – o ha pronunciato – ti consiglio di metterla in corsivo o tra virgolette alte (“”); altrimenti, se non è questo il caso – e dunque non ti è sfuggito il tag dell’html come invece avevo ipotizzato prima – allora la situazione è decisamente più grave, perché i verbi sono sbagliati e dovresti mettere qualcosa del tipo “Se ci sia una possibilità su un milione che l’intervento fallisca, morirò con te” – a parte che secondo me è proprio strutturata male la frase, qui, io ad esempio avrei messo “Qualora dovesse esserci anche solo una possibilità su un milione che l’intervento possa fallire, allora sappi che, in quel caso, preferirei morire con te, piuttosto che continuare a condurre un’esistenza ingrigita dalla tua assenza” – ma okay, mi rendo conto che mi sono lasciata prendere un po’ troppo la mano.
 
“gridando tra singhiozzi sconnesi il suo nome”: semmai “sconnessi”.
 
“In quel momento, gli tornava alla mente l’esempio meraviglioso di suo padre...”: qui ho un dubbio. Con “in quel momento” ti riferisci al tempo in cui la storia è narrata, ossia quando ormai Rock Lee è morto, oppure a quando lui e Gai stanno parlando, in passato? Perché, se si tratta del primo caso, il tempo verbale corretto è il passato remoto (per cui “gli tornò alla mente”), quello cioè che hai adoperato durante tutta la narrazione della storia, altrimenti, nella seconda ipotesi, sarebbe opportuno un trapassato prossimo (“gli era tornato alla mente”). In ogni caso, resta il fatto che qui hai sbagliato la coniugazione del tempo verbale. Ah, un’altra cosa: io sinceramente avrei preferito l’espressione “tornare in mente” piuttosto che “tornare alla mente”.
 
“eppure, grazie al suo eroico sacrificio, aveva impedito a delle giovani promesse di Konoha di perdere le loro vite. Aveva permesso loro di continuare a credere nei loro sogni e nel loro futuro”: hai ripetuto un po’ troppe volte “loro”; io avrei messo “eppure, grazie al suo sacrificio, aveva impedito a delle giovani promesse di Konoha di perdere la vita. Aveva permesso loro di continuare a credere nei sogni e nel futuro” o, al massimo “credere nei propri sogni e nel futuro”/“credere nei sogni e nel proprio futuro”.
 
“L’oppurtunismo e l’ipocrisia”: si scrive “opportunismo”.
 
“Quante volte lo avevano guardato con perplessità, perché, pur di restare fermo al suo credo, aveva compiuto atti pericolosi o incomprensibili ad una gran parte degli abitanti di Konoha.”: credo che, alla fine di questa frase, serva il punto interrogativo e non quello fermo.
 
“Il suo allievo, con tutto l’ardore del suo animo, aveva creduto alle sue parole e attendeva il suo arrivo”: ripetizione di “suo/sua”; risolvi con “Il suo allievo, con tutto l’ardore che aveva nell’animo, aveva ceduto a quelle parole e ora lo attendeva”.
 
“Alla parete di destra della camera”: per me qui è inutile ripetere “della camera”. Sappiamo che stiamo parlando di quest’ultima, l’hai nominata appena qualche riga sopra, per cui credo che tu possa evitare di dirlo ancora e anzi lasciarlo inespresso, creando così un soggetto sottinteso.
 
“a poca distanza da questo”: trovo che qui ci starebbe meglio “da esso” o, al massimo, “da quest’ultimo”.
 
“coperta da tende bianche, che, scossse dal vento”: semmai “scosse”.
 
“il sibilo del vento e il rombo cupo del tuono”: l’errore a cui ti ho accennato prima; come già detto, trovo molto più corretta ed elegante la forma al plurale, ossia “il rombo dei tuoni”.
 
“ai piedi di queste, giaceva una  tanto ninja dalla lama lunga”: a parte il fatto che qui c’è la presenza di uno spazio in più, non ho capito bene cosa volessi dire in questa frase, suppongo tuttavia che intendessi “una spada ninja dalla lama lunga”. Comunque, lo conto come refuso di distrazione, o al massimo di battitura.
 
“sulla quale risaltavano degli ideogrammi”: questa è più una precisazione di carattere culturale. Sono un’amante di tutto ciò che riguarda il Giappone, mentre mia sorella ha studiato per anni la lingua e la letteratura cinese, per cui so bene che i caratteri giapponesi sono denominati “kanji”, mentre gli “ideogrammi” sono quelli cinesi. È vero che il termine “ideogramma” può riferirsi ad entrambi, tuttavia in una storia ambientata in Giappone gradirei quantomeno un minimo di rigore linguistico.
 
“afferrò l’arma. Quell’arma”: per evitare la ripetizione di “arma”, consiglierei di inserire un sinonimo, come “quella spada” o “quella lama”, oppure, in alternativa, puoi anche ricorrere ad un più semplice “afferrò l’arma. Quest’ultima” e via discorrendo.
 
Ecco, questi sono tutti gli errori che ho trovato. Non sono particolarmente gravi – alla fine, se li vai a guardare con una maggiore attenzione, ti rendi conto che sono perlopiù riconducibili alla distrazione o a delle inesattezze avvenute al momento della battitura al computer – tuttavia capisci anche tu che, in un testo così corto, anche delle piccolezze del genere possono pesare enormemente. In effetti, questo mi dà un po’ un’idea di trascuratezza, come se non avessi prestato la dovuta attenzione o non avessi riletto più di una volta la storia prima di inviarmela. Questa, secondo me, è una cosa abbastanza grave, perché se sai che la storia parteciperà ad un contest dovresti prestarci quantomeno il doppio dell’attenzione, no?
Neppure lo stile mi ha molto convinta: i fatti mi sono passati davanti agli occhi in maniera così veloce che per un momento ho creduto che avessero preso un treno ad alta velocità. Un momento prima Gai riflette sul destino così crudele che ha colpito il suo allievo prediletto, quello dopo è già nella camera da letto a togliersi la vita. D’altro canto, ti sei soffermata fin troppo a lungo – perlomeno per i miei gusti – su dettagli che, personalmente, ritengo inutili alla fine della trama: basti pensare che hai speso quasi 200 parole per descrivere la stanza in cui si trova Rock Lee in una storia che, lo ripeto, di parole non ne ha nemmeno 1.500. Per me c’è una sproporzione fin troppo grande, qui. Per cui mi dispiace ma non posso dire di aver apprezzato questo stile.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 5/10     
D’accordo, arrivo subito al punto: Gai è certamente un personaggio dalle reazioni esagerate, una drama queen, se vuoi, tuttavia io mi chiedo se sarebbe stato in grado di arrivare al punto di togliersi la vita per questo.
L’ho già spiegato ad un’altra partecipante, tuttavia lo ripeterò anche qui: essendo questo un contest sul what if?, ossia dove dovevate andare a esplorare cosa sarebbe potuto succedere se un avvenimento fondamentale della trama dell’anime/manga da voi scelto fosse stato modificato, il mio compito era quello di stabilire se, nonostante tali sostanziali cambiamenti, i caratteri e i gesti dei vari personaggi fossero giustificabili o meno, nonostante tutto. E, mi dispiace, ma qui non è stato così, affatto.
Reputo molto più credibile che, in seguito a quella promessa, Gai decida di onorare la memoria del suo allievo: si sarebbe certamente abbandonato alle lacrime, in seguito a tale perdita, tuttavia poi sarebbe andato avanti – ma col sorriso – pur di riscattare il ricordo del giovane Rock Lee. Probabile che gli ci sarebbe voluto del tempo, per riprendersi, tuttavia proprio per questo stento ad immaginare che Gai possa essersi tolto la vita così, nell’immediato. E per cosa, poi? Per una promessa fatta a Rock Lee? Perché quest’ultimo sarebbe stato, a detta di Gai, arrabbiato con lui, se non l’avesse a sua volta seguito nell’aldilà? Ragazzi, ma stiamo scherzando, vero?
Mi rendo conto che, dopo aver perso una persona cara, la lucidità sia davvero l’ultima cosa che ci si possa aspettare da noi. Comprendo anche che questo possa portarci, spesso e volentieri, a compiere dei gesti azzardati, temo tuttavia che qui si stia sfiorando l’esagerazione più totale. Gai, tuttavia, è adulto e vaccinato: per quanto a volte certi suoi comportamenti possano non farlo sembrare così, in realtà ha dimostrato di saper anche essere accorto e ragionevole, all’occorrenza. Possibile che, in quel momento, non abbia pensato che, togliendosi la vita, avrebbe privato Neji e TenTen del proprio insegnante? D’accordo, magari non gli è venuto propriamente spontaneo, tuttavia che non gli abbia neanche attraversato l’anticamera del cervello mi dispiace ma no, non riesco proprio ad accettarlo. Proprio perché non è uno stupido, Gai avrebbe dovuto capire che Rock Lee avrebbe preferito di gran lunga che il suo maestro fosse andato avanti con la sua vita, piuttosto che si uccidesse, no?
Vorrei dire inoltre una cosa a proposito di Gaara: lui è il mio personaggio preferito di Naruto, fondamentalmente perché trovo che la sua caratterizzazione sia la più riuscita e realistica da un punto di vista umano tra tutte quelle presenti all’interno dell’opera. Gaara è un personaggio che soffre, Gaara è un personaggio che vive un forte dissidio interiore e che ha subìto degli orribili abusi psicologici fin dalla più tenera età, non un sadico che si diverte ad andare in giro e a infliggere dolore ai propri avversari. Cerchiamo di non fare confusione tra le due cose, eh.
 
Utilizzo del What if: 6/10
La definirei un’occasione mancata, questa. C’erano delle buone premesse – un elemento della trama forse un po’ più marginale rispetto ad altri, ma che, con le dovute modifiche, avrebbe potuto dare luogo ad un what if? davvero interessante – tuttavia è inutile dire che, per così com’è stata sviluppata la storia, la resa non è certo delle migliori, affatto.
Secondo me hai sbagliato i tempi della narrazione, perché hai corso laddove avresti potuto soffermarti maggiormente sull’introspezione e hai invece lasciato rallentare il tuo stile in dei punti assolutamente inutili, lasciando quasi che il racconto si sedimentasse sul fondo di un lago paludoso. Direi che no, questo non è affatto un effetto piacevole.
Questo “ristagno” appesantisce terribilmente tutto il racconto, ti fa fermare in dei punti inutili e invece quelli davvero importanti ti sfrecciano davanti agli occhi, senza possibilità di farli rallentare.
Non me ne importa niente della sfumatura di azzurro di cui sono tinte le pareti della stanza in cui si trova Rock Lee; spiegami piuttosto in maniera più approfondita il dissidio interiore che Gai vive: perché preferisce uccidersi, anziché continuare a vivere e tenere alta la memoria del suo allievo?
Ah, a proposito: tutta la vicenda è avvolta, perlomeno a mio parere, da un’aura di eccessiva drammaticità, che ricorda quasi il finale di Romeo e Giulietta. Per cui volevo chiederti: era tua intenzione inserire un fondo di romanticismo e suggerire che tra Gai e Rock Lee potesse esserci di più che un semplice rapporto maestro/allievo o è una cosa che ho percepito solo io? Per carità, lungi da me giudicare, visto che la mia OTP suprema si basa sulla stessa dinamica, tuttavia credo che, qualora dovesse essere così (anche se forse si tratta più di un’attrazione platonica e onesided da parte di Gai) faresti meglio a segnalarlo, quantomeno nelle note della tua fanfiction.
 
Gradimento personale: 6/10
La storia non mi è piaciuta.
Come ho detto, avevo intravisto del buon potenziale nel what if? da te scelto, tuttavia trovo che lo sviluppo di quest’ultimo da te realizzato non sia sufficientemente approfondito, laddove un’introspezione ben fatta avrebbe reso decisamente di più, qui – in maniera quasi prevedibile – manca praticamente del tutto. Gai è ridotto ad una marionetta che agisce non per razionalità, quanto piuttosto sulla base di promesse che avrebbe fatto al suo giovante allievo. Peraltro, nel momento in cui si toglie la vita, Rock Lee muove appena le labbra, come se fosse ancora vivo: giusto un momento prima avevi detto che ormai era già morto e sepolto, mentre adesso è di nuovo in una stanza d’ospedale e, addirittura, forse ancora vivo? Possibile che Gai non si sia accorto di questo, o quantomeno non abbia neppure provveduto a controllare in che situazione si trovasse il suo allievo? Mi dispiace, tuttavia continuo a trovare tutto ciò piuttosto poco credibile, inoltre, data l’elevata presenza di errori a tratti perfino sciocchi all’interno di un testo tanto breve – il che, come detto, mi fa pensare che tu non abbia riletto a sufficienza la storia prima di postarla sul sito, o quantomeno di inviarmela – non posso attribuire alla storia un voto più alto, in questo parametro.    
 
Titolo e impaginazione: 2/5
Il titolo è forse un po’ banale, tuttavia riprende un concetto che, per quanto sbagliato possa essere ai miei occhi, è cruciale ai fini della trama della tua storia, per tanto non mi sento di poterlo criticare più di così.
Per quanto riguarda l’impaginazione, invece, devo dire che non mi è piaciuta per niente: il Georgia 18 che hai scelto era fin troppo grande, inoltre non riesco a tollerare un testo colorato. I generi di questa storia sono introspettivo e malinconico (due tra i miei preferiti, per giunta, soprattutto l’introspettivo) e, se devo essere sincera, non trovo che un testo colorato rispecchi l’atmosfera più seria che questa storia dovrebbe invece avere, dati i temi trattati.
 
Totale: 24/45