Bando alle ciance, inizia la carrellata di recensioni arretrate. Mi son svegliata presto (le 10.30 per me sono l'alba) apposta.
Dunque, eccoci qui, con la prima cosa che leggo di tuo incentrata su questa coppia! Io, a scanso di equivoci, ho messo pure questa tra i preferiti ahah.
Sono felicissima per due motivi. Il primo, il fatto che tu voglia sperimentare su di loro ci porta a fantasticare su quale possa essere il tuo progetto su loro due per un futuro... Utopia? Dimmi che c'è un sacco di Itasui in Utopia! Ma come sempre non divaghiamo balzando da una storia all'altra, e veniamo a questa. Che è il mio secondo motivo di entusiasmo, per come è venuta ahah.
Come sempre riesci a stupirmi per l'intensità di cui infarcisci anche le storie che nascono per essere più leggere e "senza pretese" -che comunque questa storia le mie pretese, se ne avessi avute, le avrebbe soddisfatte tutte pienamente-.
Partiamo dal clan Uchiha, che è nella sua forma più smagliante. Gli spaccati di vita quotidiana che descrivi per questa famiglia sono esilaranti, ed è quasi commuovente la spensieratezza con cui ti destreggi tra i personaggi Uchiha e le loro varie interazioni ahah. Ho apprezzato molto che, parlando di loro, tu invece che concentrarti sul legame tra le coppie ti sia permessa di guardare il tutto "a volo d'uccello", non cercando di sottolineare o marcare rapporti singoli ma abbracciando nella narrazione comica le dinamiche generali tra le varie persone e nel gruppo in sè. Il risultato è stato brillante, e avvincente.
Momenti best ever: "Itachi chi?" di Kagami e "tu sta' zitto, Naruto!" di tutti... anche di Sasuke, che zittisce il compagno pure quando questo lo difende. Ahahah. E Demetra e Rin che bulleggiano i loro mariti, la narcolessia collettiva, i presagi della cervicale sulla checcaggine dei propri parenti, Fugaku CON MICROFONOH! Davvero, ti ringrazio per ciascuna di queste perle, non vedo l'ora di rileggermi la storia e godermele di nuovo -oltre che lettrice, sono anche una rilettrice compulsiva-.
Tutto questo è stato uno splendido accompagnamento, e parlando per me, mi ha permesso di farmi entrare di più nella quotidianità del protagonista, che era Shisui. Adesso non so bene come spiegarmi, ma avendo lui questa visione del mondo a tratti demenziale -e a tratti decisamente drammatica, dunque credo la sintesi sia "tragicomica"- alternare, attraverso i suoi occhi, momenti sentimentali e importanti a siparietti demenziali mi ha aiutata a sentirmi più "lui", in questa commistione, e, come hai detto, a scorgere i colori, da quel grigio di partenza, grazie a quello che portano le persone intorno a lui.
L'idea dell'acromatopsia è stupenda, originale nella sua semplicità. Come detto prima, è significativo che Shisui conosca solo i colori che vengono a lui donati da quegli smandruppati che compongono la sua famiglia. Ed è stato bellissimo il modo in cui hai sviluppato il personaggio intorno a questo suo difetto congenito: vedere un mondo grigio, piano piano, gli fa pensare che l'assenza di colore è anche -soprattutto- dentro di lui, di essere anonimo, di essere destinato scomparire dinanzi all'uomo che ama e che per lui invece è come se racchiudesse tutti i colori del mondo, tutto lo splendore che lui sente di non avere. E invece Itachi, quando lo guarda, scorge in lui tutto quello che Shisui non sa di avere, il fascino che non sogna neanche di possedere; mi è piaciuto tanto il momento in cui Itachi pensa che è così strano, pensare che gli occhi dell'altro non distinguano i colori, quando invece sono così brillanti. Quel dettaglio era bellissimo.
Mi sono affezionata a questo Shisui, al suo humor nero, alle insicurezze che lo gravano e che però non riescono a portargli via quell'atteggiamento disinvolto, inconsapevolmente affascinante. Disincantato e sognatore, introverso e sfacciato. Tutti questi contrasti, in lui, mi hanno stregata. Ne hai dato un'interpretazione molte personale e ben riuscita.
Itachi come sempre è il bellofigheiro di ogni universo, ahah, credo che quest'aria di mistica perfezione non gli possa esser tolta in nessun caso. Ho amato anche lui. Quel masochismo misto a un chissà quale imprecisato senso del dovere che lo porta a troncare sul nascere una relazione che invece rimpiange per tutti quegli anni di lontananza. Itachi furbo, scaltro, che adesca Shisui fuori con l'espediente della telefonata, che si lascia lambire dal modo che ha solo l'altro di metterlo a suo agio, di farlo essere se stesso. E che risponde alle battute e alle provocazioni un po' rigido, ma stando al gioco in quel modo tutto suo, perchè lui per primo non riesce a tirarsi indietro da tutto quello.
Il loro bacio è stato emozionante, soprattutto perché hai fatto capire come, nonostante entrambi fossero assillati dai loro dubbi, non era per loro fisicamente possibile resistere. Lo stesso Itachi cede, più che con Shisui con se stesso: dice cose, le pensa, e agisce in modo opposto, avvicinandosi nel corpo inesorabilmente, capendo in fondo che quel contatto è l'unico modo che hanno per esprimere tutte le promesse non dette.
E poi la fine, perfetta, che smorza la tensione e che ci fa concludere la lettura con un sorriso, con una risata... e tuttavia ci lascia anche qualcosa, perchè ci fa capire il legame di affetto e profonda accettazione che intercorre tra i membri degli Uchiha. Sono stata autenticamente felice per Shisui che sì, conquista l'amore, ma oltre a quello viene riscaldato dall'affetto di quelle persone che ci saranno sempre per lui, e che lo accettano per com'è.
Insomma, questa storia l'ho amata, sul serio, e come sempre attendo con entusiasmo ogni tua sperimentazione.
Adesso continuo con la mia carrellata ahah.
Un bacio <3 |
