Recensioni per
Bone Machine
di Violetta_
Ahhh, |
200esima recensione, yeee! |
Ciao!!!! |
Puoi essere bello, gentile, intelligente e maledettamente irresistibile quanto vuoi. Puoi essere un agente, il migliore del dipartimento, un affascinante doppiogiochista che ama prendersi gioco delle persone che vogliono ficcare nei tuoi affari. Puoi essere il più razionale del Giappone, ma quando c'è di mezzo una ragazza non c'è nulla, e ripeto NULLA, che possa frenare quel piccolo fastidio che, in pochissimi secondi, si trasforma in una sirena d'allarme: e così avviene quando Furuya fiuta un potenziale pericolo, identificato come giovane e prestante calciatore single pericolosamente al centro delle fantasie da fangirl di mezza popolazione femminile giapponese, che ronza troppo attorno al suo territorio privato. A quel piccolo raggio di follia, contraddittorietà, sarcasmo, isteria ed inquietudine di cui non riesce proprio a fare a meno. E di cui non può affatto fare a meno. E così, siamo tutti estremamente compiaciuti di vedere finalmente il piccolo agente Furuya che inizia a rosicare, mettendosi da subito sulla difensiva: in pochi nano secondi rende subito manifesta la sua disapprovazione per lo scambio fin troppo rilassato di ringraziamenti fra la sua Shiho e Higo, intervenendo con una tempestività invidiabile. Perfino più tempestivo di quando deve disinnescare bombe o schiantarsi contro sonde spaziali. Ma in poco tempo è costretto a cedere alle divertite condizioni della fidanzata che, come noi tutti, è compiaciuta e divertita da questa evidente gelosia che Shinichi ha cercato di scatenare nella prima parte della storia: l'ex occhialuto di prova, ci gira attorno, ma non riesce a scalfire la poker face del cameriere del Poirot. Nonostante i suoi occhi abbiano visto una scena piuttosto intima (anche se questo né Rei né Shiho lo sanno ancora), il nostro detective Kudo non si rassegna: vuole la prova, quella definitiva, che incastri entrambi. E Rei sembra quasi tradirsi, ma non abbastanza per dare una vivida conferma ai sospetti del liceale. Anche il giovanotto sembra già gioire di questo piccolo spiraglio di incertezza. |
Ahahah, |
Che ridere! |
Ciao Violetta |
Povero, piccolo, innocente Rei: forse, ha firmato l'affare della giornata e, allo stesso tempo, la sua più grande condanna. Se già prima Shiho era molto parca di attenzioni, più incline a prenderlo in giro che dargli affetto, con una piccola pallina di pelo bianca come rivale non ha più speranze: Haro gli ha rubato tutte le carezze che gli spettavano. Obiettivamente: come si può non immaginare, nonostante la germofobia, che un simile cagnolino avrebbe rubato il cuore della scienziata? Qualsiasi disinfettante passa in secondo piano quando si tratta di Haro. Credo che con una scodinzolata sia in grado di ottenere il cuore di Shiho per l'eternità. E quindi al bravo cameriere non tocca altro che pulire a terra e cambiarsi i pantaloni prima che il caffé bollente... Vada troppo in profondità. |
Buon anno carissima, |
Ciao Violetta, |
"Stai calma". |
Ognuno ha i suoi punti di forza, le sue debolezze. E forse i momenti più divertenti, o più disastrosi, si vivono quando si cerca di forzare troppo la mano sui propri limiti. Per Shiho valgono entrambe le cose: effettivamente, vedere la propria ragazza che non centra la palla nemmeno piangendo il turco, potrebbe essere divertente. Ed in effetti, Rei infondo infondo ride un po' della goffaggine di Shiho. Ma non lo esplicita troppo: non vuole certo finire massacrato in una buca piena di calce. Ed è qui che mette in evidenza tutto l'amore che prova per la sua Shi-chan: nel vederla profondamente umiliata e rossa in viso, decide di non demordere. Non vuole vederla fustigarsi, ma cercare di farle godere il più possibile quei momenti normali che non ha mai potuto vivere, che le sono stati brutalmente negati: decide di prenderla per mano, di incoraggiarla e di farle da tutor - e che tutor! - senza mai indietreggiare di un passo. Ed è solo con la sua infinita bontà, la sua perseveranza (se non preferiamo chiamarla dura testardaggine) ed il suo amore così sincero che Shiho capisce dove il suo adorabile fidanzato voglia arrivare: non si tratta di una gara, di un'umiliazione, una presa in giro o una forzatura. Si tratta solo di volerle fare assaggiare il lato spensierato della vita. Di farle ampliare un po' quegli orizzonti e quelle capacità latenti che sono limitati dal suo triste trascorso, dal ricordo di una vita oscura che non è mai stata normale. |
In che guaio ti sei andato a cacciare, Rei, non lo immagini nemmeno. Soprattutto quando elaborerai il fatto che dovrai trovarti tutta la famiglia Akai a qualsiasi cena parentale. E allo ra sarà peggio di una scazzottata su un tetto, peggio dei rimproveri di un'agente americana, peggio di stare un mese intero senza vedere la tua cara, adorabilissima, letale gattina. Ammetto che, nonostante la tristezza iniziale nel vedere Shiho abbattut- scherzo: ero compiaciuta. Ho sogghignato. Sarò sadica, ma ho sogghignato: era poi ora che Shiho venisse a patti con i suoi veri sentimenti e ammettere che Rei le manca da morire è una gran conquista. Quindi posso dire che ho riso per tutto il capitolo. Per l'accoglienza e le offerte di Sonoko, per la scazzottata fra i due tori in cima ad un tetto ("Lo sapevo che c'era qualcuno fuori da quella finestra. Sei un depravato!": effettivamente, sono morta dal ridere. E poi è vero che Akai è un depravato) e per la vena sarastica con cui Rei è ruscito a condire l'ansia di Shiho a fine capitolo: effettivamente, l'ha descritta proprio bene. |
Ciao Violetta, |
Come dare torto a Shiho? |