Recensioni per
Diventeremo alba, mattino; oppure notte
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
28/10/18, ore 20:29

RECENSIONE PREMIO "KISS FLASH CONTEST":
Rieccomi, dopo aver letto la tua storia su Damon e Stefan ho avuto voglia di leggere qualcos'altro di tuo in questo fandom ed eccomi accontentata!
Questa storia è molto intensa, e sposta l'attenzione su Damon ed Elena, altra ship che ho sempre adorato!
Ti faccio i miei complimenti per come hai sviluppato il contest a cui hai partecipato con questa storia, la quale si mostra come particolarmente originale!
Mi sono totalmente immersa nella lettura dei pensieri di Damon che, come sappiamo, sono sempre stati tormentati... Soprattutto quando si parla di Elena. Anche io ho amato la frase detta da Damon nella 3X19, sei stata bravissima a scriverla sotto forma di acronimo, si vede che hai una particolare bravura nello scrivere ma soprattutto nell'emozionare!
Parole e personaggio assolutamente IC, mi piace leggerti perchè mi sembra quasi di rivedere Damon che, ammetto, manca parecchio!.
Grazie ancora per questa intensa e originale storia! Un abbraccio.

Recensore Junior
22/09/17, ore 15:18

ciao, Setsuna
oddio, che mal di testa riprendere la terza stagione!
cioè, l'hai fatto bene come al solito, sono io che sono un po' uscita da quei ricordi
Damon qui è la suo meglio, però. Sono d'accordo con te per aver scelto le serie vecchie, se dovevi mettere il luce lui
era un'altra persona e anche Elena mi piaceva così tanto, in quel periodo
un tuffo nel passato!
la tua amica Sara

Recensore Master
06/06/17, ore 09:52

Prima classificata
e
Vincitrice del premio "Acronym Title"
Diventeremo alba, mattino; oppure notte
di Setsy







Grammatica: 9.2/10

ma preferire →0.1 (preferirei)
perché il piccolo Gilbert non è camera sua a contattare i fantasmi → 0.1 (in camera sua)
Eppure questa notte nel motel, questa possibilità con Elena, stanno accadendo →0.2 ("sta accedendo" poiché il soggetto è "notte" a meno che metti una "e" per congiungere.)
Ha un’opinione radicata delle mie manchevolezze che non so se condannare per la durezza o approvare per la purezza con la quale mi ha soppesato le mie azioni. → 0.3
e che non ho più dimenticata → 0.1 ("dimenticato", poiché è Damon che non ha dimenticato Elena)

La quarta frase che ti ho segnalato non l'ho capita, in ogni caso è sbagliata. La subordinata legata alla coordinata della subordinata (con la quale ecc. per capirci meglio) presenta un errore: il verbo non dev'essere riflessivo, e l'appartenenza la indica l'aggettivo dimostrativo; quindi, va tolto il "ma". Per quanto riguarda la prima parte del periodo, ci sono due possibilità: Damon non sa se condannare le manchevolezze? Oppure non sa se condannare Elena per la sua durezza ecc? In entrambi i casi, la frase va rivista. Ti propongo un esempio per ciascun caso, poi mi dirai tu:

- Ha un'opinione radicata delle mie manchevolezze, che non so se condannare per la durezza o approvare per la purezza con la quale ha soppesato le mie azioni.
- Ha un'opinione radicata delle mie manchevolezze, che non so se condannarla per la sua durezza o approvarla per la purezza con la quale ha soppesato le mie azioni.


Stile: 9.5/10

mi chiedo se ci sia un senso, in tutto questo
Voglio farle scordare ogni cosa che le ha avvelenato l’anima; la paura, i tradimenti[…]
La punteggiatura mi è piaciuta nella stramaggior parte dei casi, tranne con piccole eccezioni. Queste sono solo alcune delle frasi con cui non mi trovi d'accordo. Per il resto, ti do consigli in generale, perché quei pochi errori che si ripetono nel racconto sono gli stessi, che tra l'altro non ripeti sempre, ma sembra che ogni tanto tu ti distragga: usi la virgola all'interno di un unico sintagma; non metti la virgola per separare tutti i participi che fungono da subordinate o gli aggettivi che si presentato con inversione di posto. Ti riporto degli esempi per entrambi i problemi:

- rendendomi un uomo più buono, ai suoi occhi → il sinntagma è uno solo
- Abbattuto, mi chiedo se ci sia un senso → questa è corretta
- Ardenti e tremanti le sue labbra si sono fuse alle mie → qui, invece, andava usata la virgola
- Eccitato le lacero la maglia → anche qui va usata la virgola

Per il resto, ho amato l'uso dell'inversione tra tema e rema; in molti casi l'uso della punteggiatura è particolare ma non errato, e arricchisce il tuo stile, lo fa spiccare tra tanti. L'uso di frasi più o meno lunghe, con subordinate, quasi a dare più immagini e più impressioni di un concetto, in un'escalation di sensazioni mi ha preso molto: è stata ben resa e creata con la giusta dose, senza strafare o caricare il testo.
Non ci sono pressoché dialoghi, ma non servono affatto, perché la storia si basa su una cronica interiore, che gioca con l'esterno in una maniera coinvolgente e studiata alla perfezione, dove narrazione, descrizione e introspezione si susseguono in maniera equilibrata, in un connubio perfetto. Anche le descrizioni dello sfondo non sono molte, ma dai quei tratti essenziali per dare spessore allo sfondo; tutto ha un'impronta personale e originale, che va ad arricchire l'argomento e il tipo di narrazione.
Le metafore sono ben studiate, tra tutte quella principale che fa da sfondo con il titolo. Qui arriva un altro complimento sulla punteggiatura. In parte, ne parlerò nella voce "titolo", ma qui tengo a precisare una cosa su questo passaggio di testo:

- Diventeremo alba, mattino; oppure notte.
Immensi come il cielo velato di pallido grigio e senza confini, o chiaro del brillare del sole orgoglioso; o scuro e spaventoso del buio di spazi siderali freddi e indifferenti?

Lo stesso tipo di punteggiatura che scandisce la prima frase, mettendo in relazione i tre tipi di momenti, viene adoperata per la seconda, creando un legame non solo di significato, ma anche fonetico e grafico. Complimenti!
Il tono narrativo è qualcosa che ho invidiato: è la mente di Damon, sua è la voce narrante, senza alcun dubbio. Ho adorato alcuni passaggi, l'ironia che versa in molti paragrafi, l'astrusità di pensiero, che segue una sua logica, così come è fatto il personaggio. È stata un'avventura entrare nella sua testa.
Le poche ripetizioni presenti, come quella che apre la storia, sono studiate e scandiscono con un ritmo personale lo scorrere dei pensieri, sempre ben dosati.
La lettura è scorrevole, fluida, coinvolge e appassiona.
Il lessico è un misto di ricercatezza, ricco di metafore e similitudini, con alcuni termini mirati, scelti con cure; anche il lessico, quindi, è conforme con il registro linguistico del vampiro, il che ti può solo fare onore.
I dettagli sono un altro punto di forza di questo racconto: come hai curato le informazioni, la scena, non tralasciando mai lo sfondo, davvero un lavoro impeccabile.
Potrei parlare per delle ore, ma rischierei di annoiarti. Sappi che il tuo lavoro è stato un'opera d'arte. Ho adorato e – confesso – invidiato la cura che hai risposto in questa storia. Complimenti!


Trama e uso dell’acronimo: 10/10

La trama ripercorre, quasi minuto per minuto, pensiero per pensiero, la puntata 3x19 del telefilm, con la particolarità che il lettore può partecipare a un episodio che conosce a menadito da un punto di vista privilegiato, ovvero la mente di Damon Salvatore; in più c'è il piccolo Pov di Elena che spezza la narrazione e arricchisce questo mosaico di emozioni e riflessioni. Inutile dire che questo rende felici molti – me, in primis.
L'atmosfera è assolutamente quella introspettiva, e di questa parleremo nella caratterizzazione dei personaggi, ma sono i dettagli che inserisci lungo di essa ciò che mi ha colpito, la loro cura e precisione. A partire dalle movenze, dalle parole e dai gesti, completamente coerenti e fedeli alla trama originali, crei un secondo sfondo e una seconda storia, che ha nettamente l'impronta del bel vampiro; ripercorri non solo l'episodio in sé, ma l'intera vita e l'intera introspezione del protagonista. Ho notato, però, che c'è una discrepanza con l'episodio, ovvero la piccola scena tra Jeremy e Damon, che io non ricordo né trovo, ma che ho inteso come un missing moment tuo personale, quindi non ho sottratto punti, visto che non penalizza l'autenticità del resto.
La scena del motel è un significativo punto di svolta nella relazione tra questi due personaggi, Elena e Damon, perché mostra il cambiamento che avviene tra i due e che poi andrà influire sul resto della storia. Gli elementi dell'episodio e delle sue tappe ci sono tutte: il motel, la soffiata di Rose, la morte di Scary Mary, l'attacco vendicativo di Kol – ci sono riferimenti persino all'antefatto, ovvero quando è Damon a mettere fuori uso l'originale – il ritorno a Mystic Falls. Tutto questo, attraverso la cronaca minuto per minuto: un effetto stupendo. Ho notato anche come hai saputo destreggiarti bene tra gli eventi futuri, quelli che Damon sa e non sa, non confondendoti con ciò che lo spettatore/lettore sa e non sa fino a qui: Damon sa, anche se non si è ancora scoperto nella serie, che è stato lui il primo dei fratelli Salvatore a incontrarla; mentre non sa dei pensieri della sua "defunta" madre.
E poi abbiamo la storia nella storia, un filo di pensieri che abbraccia l'esistenza del vampiro e di suo fratello, della loro infanzia, dei primi incontri con Elena; quindi, anche i suoi dubbi, la sua vera essenza, l'odio verso una non-vita, il legame indissolubile che lo porta a proteggere e detestare suo fratello. In altre parole, hai creato un pathos di informazioni che, neppure per un istante, hanno reso arzigogolato o pesante la storia. Complimenti, una trama ricca, complessa, tra passato presente e futuro, coinvolgente e mai "troppo" carica.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno quarantuno. Inutile contare, perché ho visto che hai praticamente dato un significato più o meno profondo a ogni capoverso, quindi mi limiterò a parlarne in generale, soffermandomi sui quei punti in cui hai dato il meglio di te.
Hai usato molti verbi del divenire e composti, quasi a sospendere ogni definizione in uno stato non ben delineato, effimero e sfuggente: potrei fingere, ho tentato, lascerebbe la sicurezza, dovrei fermarmi, oserei pensare, oscillo… e molti altri che esprimono questa zona di limbo in cui si muove la vicenda, da cui tutte le decisioni partono daccapo.
Poi ci sono verbi e aggettivi che sono perfetti per descrivere Damon: calcolatore, elegante, odora di bourbon, odiare, volere, omicida, sacrificherei, esaudire (a modo suo, ovviamente) baciare, negare (che è quello che fa contro un destino che gli si pronuncia avverso, contro una ragazza che lo fa impazzire e lo spinge a deluderla), impazzisco, orgoglioso, lamentarmi, ostento… i primi di una lunga lista.
Ci sono termini che si riferiscono agli altri protagonisti: titubante e temporeggia per Jeremy; sorrido dolcemente, emozionata per Elena.
Poi ci sono quei sostantivi che regalano piccole metafore o veri e propri emblemi del suo essere: cuore e anima per la sua passione; girandole di stelline per il suo dolore e turbamento, immortali per indicare un'esistenza infinita, che può essere ricca di doni o seminata di condanne; rabbia, abissi di parole non dette, zodiaci, zaffiro, lacrime trasparenti… tutti questi termini descrivono e creano immagini indelebili di piccoli frammenti di cuore di personaggi ben caratterizzati.


Titolo: 5/5

Il titolo!
L'acronimo nel titolo mi ha fatto impazzire: non solo contiene il fulcro di tutta la storia – Damon – ma dentro questa parola c'è la trama e il lavoro che tu gli ha infuso, ovvero l'evoluzione di un rapporto sospeso nel divenire. Il punto-virgola nel titolo è un azzardo, ma è messo al punto giusto, e ha un significato intenso: crea un distacco forte e carico tra ciò in cui spera lui e la distruzione totale di tutti i suoi desideri, come un'opzione che preferirebbe non valutare, ma che da buon stratega deve comunque mettere sul piatto. In quel punto-virgola c'è la ritrosia, il declino di tutte le sue speranze, nonché della sua stessa umanità.
La metafora con le fasi del giorno, poi, è qualcosa di poetico e perfetto, non solo per il personaggio, non solo per l'attinenza, ma anche per l'affinità con il telefilm. Sappiamo che le fasi degli astri, come la luna e il sole, sono molto importanti per incantesimi e vite di creature sovrannaturali. In questo modo, altrettanto sovrannaturale diventa la loro storia, un incanto, una magia; ogni possibilità è associata a un colore, a tipo di temperatura, a un tipo di atmosfera. C'è la delicatezza, il rosa, il tepore di un'alba, c'è il fuoco, il rosso, la luce accecante e la passione del giorno; e poi c'è il freddo, l'oscurità, il blu che diventa nero, malinconico e funesto, della fine di un amore che non è potuto essere. Sono in estasi, non avrei mai pensato a una cosa simile! B-r-a-v-i-s-s-i-m-a!


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Partiamo da quello che fuoriesce dai pensieri di Damon. Attraverso di essi, infatti, tu delinei diversi personaggi del mondo di The Vampire Diaries. Primo fra tutti Stefan, il vampiro sentimentale, dolce e tormentato, ma anche lo squartatore. Hai ricreato la sua infanzia, le sue colpe passate – è stato lui a far trasformare Damon – il suo amare Elena per la sua purezza e fragilità, la sua lotta contro Klaus, l'inferno superato da poco, la sua bontà e il suo spirito di sacrificio; hai parlato persino delle sue atrocità, dei suoi continui cambi di stile di vita, sei riuscita persino a parlare del suo modo di vestire, seppure attraverso un'ironia che per tutto il tempo di ha fatto ridere.
Poi ci sono i personaggi minori: Katherine, Andie e Rose. Della prima è arrivata la perfidia, il suo modo di giocare con Damon; della seconda hai descritto la sua utilità, hai delineato il suo ruolo importante nei piani ma non nel cuore del vampiro; e poi Rose, la sua morte, i suoi valori, la sua vicinanza che era tutta una possibilità, ma anche le sue battute schiette e il suo modo di parlare della storia di Elena e Damon, il suo riconoscere l'amore che egli prova per lui.
Ha trovato anche spazio Alaric e la sua amicizia con il vampiro, il suo tifare per il suo amore.
Hai inserito anche il distaccato e confuso e protettivo fratellino di Elena, Jeremy. Ho riconosciuto la sua indolenza nel suo modo di stare con le cuffie e toglierle, quasi sotto shock, l'imbarazzo per le battute di Rose, e il suo isolarsi sempre dalla scena, persino in macchina.
Infine i due protagonisti indiscussi!
Elena e i suoi tira e molla, non potrei chiamarli in altro modo. Partiamo però dalla sua gestualità, a cui hai dato un significato. L'hai dipinta in tutte le sue movenze, facendo apparire la sua anima, attraverso la sua mente, ma soprattutto attraverso la mente di Damon. Ella è una ragazza abbandonata, che ha bisogno dell'amore di Stefan ma non può più negare il suo amore per Damon, la sua passione. Mi è piaciuto il contrasto, tra ciò che lei tenta anche senza riuscirci di scappare persino da se stessa, mentendosi, e il suo modo di apparire ormai ben definita dai pensieri di lui. Ella scappa davanti ai suoi occhi e allo stesso tempo vi è calamitata dentro. Prima il suo lasciarsi andare, in quella stanza come se "ciò che accade in un motel di Denver resta a Denver", poi il suo tornare indietro, le sue contraddizioni, le sue incertezze. Hai ripercorso i dubbi sentimentali di un personaggio che è dilaniato da ciò che desidera e ciò che "mentalmente" e disperatamente vorrebbe desiderare.
Damon, invece, è a tutto tondo, come nessuno lo ha mai visto. La cronaca dei suoi pensieri è significativa del suo personaggio: sarcastico, incurante del pericolo, passionale, spocchioso, torturatore di anime, dannato, problematico, pieno di amarezze – come il sentirsi sempre la seconda scelta o il non essere compreso dagli altri, poiché non vuole essere ferito. C'è sia la sua umanità, la sua parte più intima e fragile, che quella dura, la parte che finge, la sua arroganza e folle intraprendenza. E su tutto, c'è questo stato di ironia che non lo abbandona mai, tranne quando parla del suo amore disperato e indistruttibile per Elena. È bellissimo come parte in quarta per ignorarla e farla sentire in colpa, per poi stuzzicare di nascosto i suoi sensi durante il viaggio di ritorno; e infine pensare cento su come conquistarla e farla innamorare di lui il giorno dopo. Damon è imprevedibile, cambia idea in pochissimo tempo, salta da un pensiero all'altro con i suoi modi schietti e disarmanti. Non ha pietà per gli altri, soprattutto quando si tratta di affrontare Elena, ma non ha pietà neanche per se stesso, poiché sacrifica cuore e onore pur di poterla avere anche solo un'istante. C'è del coraggio nel suo essere il cattivo, poiché serve il cattivo in una squadra. Lui è quello che si accolla le parti più pericolose ed estreme, ciò che va fatto ma nessuno vuole fare; ma non chiede la pietà di nessuno.


Gradimento personale: 5/5

Wow! Anche solo per il grandissimo e accurato lavoro di precisione, meticolosità, approfondimento e cura di ogni minimo dettaglio, meriti un wow! Quest'ultimo, però, è doppio per la stupenda introspezione che mi hai donato. Nelle note d'autore mi hai detto che era solo "io" con Damon potenziato, ma io ho visto la sua essenza scoppiare da ogni parola. Mi hai fatto morire dal ridere quando ho letto che lui non ha "dimestichezza con arcobaleni e unicorni". Era Damon! Nessun dubbio! Nessuna imitazione!
Non credo che mi dilungherò più di tanto in questa voce, perché rischio di sbavare e fare una brutta figura. Sappi che ho adorato ogni singolo passaggio, ogni più piccolo pensiero. È stato come venir risucchiati dentro Damon e fare un giro gratis nella sua anima e nella sua testa: montagne russe a tutta forza!
Ti faccio i miei più sinceri complimenti ancora una volta, davvero un incanto.


Punti bonus: 8/8

Il "perché" contiene l'antefatto, le spiegazione del motivo per cui si trovano lì, lui non dorme e lei è spinta in un mondo sempre più pauroso e pieno di falle.
"Alcune" parla di possibilità, di una sola parte di lui, quella calcolatrice che lascerebbe che sia il tempo a mettere tutto al suo posto, una parte piccola del tutto infinito.
"Persone" è stato un vero colpo di genio, poiché c'è un cambio di Pov, in cui è la menta di Elena a darci la visione fisica del corpo di Damon e quella più confusa di lei, mentre Damon si limita a ciò che pensa di lei lui e del suo modo di fare, lei ce ne offre una sua personale, in cui ella si dice nervosa e incerta. Da notare come lui dia sempre, anche di lei, una visione viva e intensa, mentre nel Pov di Elena, ella si mostra con delicatezza, sfuma dentro dubbi e si nasconde anche agli occhi del lettore, fingendosi preda di dubbi, ma senza dare vere certezze; le stesse di cui lui è sicuro.
"Quando" è il momento del cedimento, racchiude quello che tutti stavano aspettando.
"Vedono" ha un significato molto intenso e profondo, perché non si tratta solo di ciò che vede lui con gli occhi – la sua carne e le sue curve – ma di ciò che vede nel suo cuore: le paure, i tradimenti, i dubbi; ma anche l'integrità della sua esistenza, e non solo la fragile vita mortale che rappresenta solo il guscio.
"Cose" è un tripudio di elenchi, ben ponderati, importanti e meno del suo essere. Tratta la sua ironia mentre pensa al cuore e all'anima – tra l'altro ottima l'idea di iniziare l'acronimo di questa parola con queste due parole, quasi a rispondere alla parola stessa – parla della dignità e di quelli aggettivi che lo rappresentano meglio agli occhi del mondo; ma vi aggiungi anche elementi della scena "esterna" ai suoi pensieri, ovvero il bacio intenso che si stanno scambiando. Ti faccio ancora una volta i complimenti, perché nonostante la mente di Damon sia il protagonista, non dimentichi mai di mettere qualche frase che continui a disegnare la scena e il contesto dentro cui si muovono i suoi pensieri, interno ed esterno.
"Buone", così come il "buona" successivo gioca non solo sul significato diretto del termine ma anche con il suo opposto. C'è il piacere che provano entrambi, la felicità che tocca lui con mano, ma c'è anche la colpa e il pensiero negativo, quasi a farsi beffa di questo errore comune, che gli altri hanno su di lui, considerandolo cattivo.
Ciò che io ho adorato – un po' meno stilisticamente perché è un po' brutto da vedere, ma questo non conta qui – è la pausa della virgola, che porta a un cambiamento di rotta e di scena. Hai perfettamente capito quando ho chiesto di puntare sulle pause della frase che avreste scelto, non solo tra una parola e l'altro, ma facendo notare anche laddove vi era una punteggiatura. Bravissima, Setsy!
Quindi abbiamo la virgola, una pausa in questa scena di passione e struggimento, che non cambia del tutto scena, ma si sposta su un terzo personaggio. Complimenti!
"Si aspettano" c'è l'attesa per quell'incontro, per quella che potrebbe essere la reazione di Jeremy. Il "semplice" a inizio di questa parte dell'acronimo, non solo è una pausa corta e breve, formata da una singola parola invece che una frase, per spezza il ritmo, ma è anche molto ironico, come tutta l'irreale situazione in cui si trovano. Divertente quanto sarcasmo e esasperazione sei riuscita a imprimere in un singolo termine. Tra l'altro hai usato molti termini, aggettivi e verbi, in cui il significato è proprio l'attesa, l'incertezza.
"Una persona" è un perfetto approfondimento, con un'escalation di nomi e di rapporto con persone. Con l'articolo parli del gruppo, in generale, mentre con il sostantivo parlo dei rapporti importanti, di quelle figure con nomi proprio che hanno un peso nella sua vita.
"Buona", come annunciatoti prima, è quasi un'ironia al significato di questa parola, il che rispecchia Damon, ma non trascuri il senso reale. Quindi, parli delle cose buone che lo contraddistinguono, come la sua autenticità di vampiro e la sua bellezza fisica; e ancora traspare il suo voler bene al fratello, il suo modo di proteggerlo, anche se attraverso una minaccia, i suoi sentimenti sono la sua "bontà".
Ancora un'altra pausa, stavolta un punto fermo. E tu che fai? Salti avanti, cambi scena, tra l'altro precedendo questo con una basta che mi ha fatto ridere ancora una volta, mi è sembrato quasi di vederlo ammiccare e sorridere indolente.
La "e" parla dello sfondo, di una falena. Non hai scordato, ancora una volta, di caratterizzare la scena, l'esterno. Brava.
E poi c'è "io": cosa rappresenta veramente Damon? Elena? No, la forza di Damon è Stefan, il suo "io", la sua "esistenza" non ci sarebbe senza il fratello, nel bene e nel male. Ed è questo rapporto, questo legame, che tu imprimi in queste due lettere. Perfetto!
"Non voglio" è la negazione, il dramma, la perdita e l'incassare una nuova sconfitta. C'è un peso negativo in queste parole, che Damon cerca di allontanare con la sua forza di restare in piedi.
"Dover essere" rappresenta il dovere di Elena, il suo obbligo nei confronti di Stefan. Rappresenta ciò che è giusto fare secondo lei, quello che deve accadere, il ritorno alla "normalità". Dovere non è una parola che piace molto a Damon, quindi ho trovato molto significativo che questa parola rappresenti la sua sconfitta, il suo tornare a essere il cattivo e la seconda scelta. Ciò che dovrebbe ma non è, questo angst, questa lotta interna a cui Damon offre la maschera dura.
Mi fa ridere come, persino dove dovrebbe esserci l'apostrofo, tu inserisca una frase del genere. Ma come ti è venuta un'idea simile? È… superba… sono senza parole!
"All'altezza"! La preposizione è ancora una descrizione di passaggio, ma si collega perfettamente per introdurre l'ingiustizia del momento, un Damon che prova a scuotere l'animo di Elena, di attirarla con la sua indifferenza; mentre i suoi pensieri maledico le stelle e i fallimenti di un destino ancora una volta contro di lui, tutti i suoi tentativi che falliscono.
"Delle aspettative di qualcuno" parla di ciò che sarà, di un futuro, ma anche di ciò che si aspetta e pensano gli altri, di possibilità, del divenire, ancora una volta delle scelte che gli riserva il destino; ma parla anche della determinazione con cui egli perseguirà nel raggiungere i suoi obiettivi, i suoi desideri.
Il finale è la parte più intensa, quella che racchiude il senso della puntata, della frase nella sua interezza e il senso di questa meravigliosa storia.


Punteggio: 48.7+8/50+8
(Recensione modificata il 06/06/2017 - 09:53 am)