Recensioni per
Scattered pictures
di Hotaru_Tomoe

Questa storia ha ottenuto 351 recensioni.
Positive : 351
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/01/18, ore 14:48

L’espediente degli incubi, che siano di John o di Sherlock, l’ho trovato molto spesso, ma è sempre molto piacevole da leggere, mai noioso o ripetitivo, ognuno ha un approccio diverso, dopotutto.
E qui, senza dubbio, la ragione degli incubi di Sherlock è molto diversa da quella che John poteva aspettarsi, così come per noi che leggiamo... la sua paura è quella di vederlo allontanarsi di nuovo da lui, non sogna frammenti di esperienze passate e traumatiche durante i due anni di lontananza. Il fatto che i due ci prendano gusto a dormire nella stessa stanza e che cerchino quasi un modo per evitare di tornare alla normalità è molto tenero, così come il detective che torna ad essere disturbato nel sonno non appena non sente più la presenza di John accanto a se... non sto nemmeno qui a ripetere quanto siano tremendamente dolci e ben assortiti, e sopratutto brava tu a gestirli <3

Recensore Master
07/06/17, ore 22:12

Ciao!
Scusami per il ritardo nel recensire anche questa seconda storia, ma è un periodo un po’ impegnato. Anche questa è relativa al “nuovo periodo” post ritorno di Sherlock ed è piena di dolore e sofferenza per lui. In effetti, c’è da dire che, nella serie della BBC, Sherlock sembra stare anche fin troppo bene fin da subito.
Comunque, mi è piaciuto molto come si siano detti la verità solo alla fine, invece che in una delle tante notti passate insieme. A volte, quei due sanno essere proprio… stupidi.
A presto (spero),
Viviana

p.s. ti segnalo due frasi poco chiare:
“ma non che potrei mai rinunciare a tutto questo.”
“Non sopporto non avere il controllo del mio mezzo di trasporto.”

Recensore Master
09/05/17, ore 23:48

Era da tanto che non leggevo più ff in generale, ma di loro due specialmente.. e niente, le tue sono magiche come sempre, mi fanno tornare ai bei momenti in cui sherlock mi faceva sognare come nessun'altra cosa.. grazie. Una perla questa storia

Recensore Master
05/05/17, ore 22:36

Anche se siamo nel post Reichenbach, l’atmosfera sembra essere tornata quella delle prime due Stagioni della Serie, perché non c’è la presenza, per me ingombrante di Mary, e i due personaggi principali sembrano essere ancora coloro per i quali è ancora valido il “noi due contro il resto del mondo”. Addirittura John sembra proprio essere rientrato nei panni del “Tre Continenti Watson”, alla caccia di piacevoli serate in dolce compagnia. Quel loro riguadagnare la tranquillità del 221b, dopo la positiva risoluzione di un caso, mi ha ricordato piacevolmente l’inizio di tutto e precisamente la splendida scena finale di ASIP (“…Cena?..”). Domina fin dall’inizio un John energico e solare, contrapposto ad uno Sh più crepuscolare, malinconico e sfuggente e, agli occhi del suo “coinquilino, non sfugge questa sua particolare ombrosità, che sembra proprio diversa dalla sua consueta teatralità.
Mi è piaciuto molto il paragone che hai usato per descrivere con efficacia la sorpresa e l’imbarazzo del consulting di fronte alla soluzione che John gli prospetta di dormire con lui (“…Sherlock si blocca, come un cervo accecato dai fari di un’automobile…”): spavento, stupore, disorientamento, incapacità di reazione. Questo stato d’animo di Sh lo metti in contrasto con la tranquillità di John, veramente deciso ad aiutare chi soffre di qualcosa che lui ha conosciuto bene. L’affetto per Sh lo fa diventare un porto sicuro, un approdo in cui trovare la pace. E tutto questo lo concentri nei vari atteggiamenti dai quali traspare tutto il suo interesse per l’altro, ma quella che mi ha intenerito di più è quell’immagine iniziale dei due a letto insieme, con John che si mette a leggere pacificamente un libro ma poi, vista l’inquietudine di chi ha vicino, interrompe quel passatempo così consueto e comune. Piacevole anche il modo con cui descrivi quello stringersi inconsapevole a John che Sh fa durante il sonno: diventa un orso, una piovra, una pianta rampicante, un prezioso tessuto a cui Watson tiene al di sopra di tutto (“… lo ritrova sempre drappeggiato su di sé…”). Il tuo modo di scrivere scivola con facilità, senza intoppi cervellotici verso la fine che ha la dolcezza di un abbraccio. È tutto così naturale e rassicurante, qui; la presenza di un John così accogliente e coinvolto è veramente ben inserita nel contesto di quello che è il vero problema di Sh e cioè la sua incapacità di rimanere senza il suo “conduttore di luce”. Un bel pezzo, che s’inserisce armonicamente in quella raccolta di momenti indimenticabili che hai fissato nella tua raccolta.

Recensore Master
05/05/17, ore 13:28

Credo che questa sia la prima volta che vedo trattato il tema degli incubi su Sherlock invece che su John, che è quello che mostra (nella serie) di avere questo problema. Mi è piaciuta l'idea di Sherlock che non solo ha segni di cedimento dopo i famosi due anni, ma che fa di tutto per tenere John con sé, perché teme che prima o poi se ne vada. Analizzando a fondo questi due aspetti di Sherlock che vengono fuori secondo me molto bene in questa tua storia, si nota la complessità caratteriale del personaggio che non è stata messa da parte. Da una parte c'è un uomo profondamente segnato da anni di "lotte" e torture, di inseguimenti e di una vita lontana da casa e dagli affetti, due anni che hanno davvero lasciato qualcosa dentro di lui. Un uomo che ha dovuto fare scudo contro tutto il male che riceveva e che anche quando torna a casa, ed è fuori pericolo, continua a nascondersi e a fare finta di nulla, a non parlare con nessuno dei propri problemi. Anche se gli incubi non c'entrano con le torture e i traumi subiti, ma hanno a che fare con John, io credo che in qualche modo c'entri la paura di Sherlock di soffrire ancora dopo tutto quello. Se fosse una paura più superficiale e data solo da un sentimento come l'amore, io credo si manifesterebbe in un'altra maniera, invece viene fuori con gli incubi. La paura che John se ne vada è penso il perno dell'intera storia e si capisce che è un terrore vero e reale, per Sherlock, non solo da sogni che lo tormentano o da lui che cerca di non dormire, ma anche dalla maniera, molto dolce lo ammetto, con cui Sherlock prova a tenerselo stretto. Che è proprio quell'altro aspetto di Sherlock che ho apprezzato tanto ovvero questo suo modo infantile quasi di affrontare i sentimenti. Infantile non nel senso dispregiativo del termine, ma assolutamente in positivo. Diciamo inesperienza. Un modo "sherlockiano di vedere la vita e le emozioni". Crede che John un giorno se ne andrà, perché si sposerà, perché vorrà una famiglia e lui che ha da offrire? Peccato, o per fortuna, John non ha intenzione di andarsene. Che belli questi universi in cui Mary è solo il nome del pesce rosso o della madre della regina... XD

Non credevo ci sarebbe stato un finale romantico, pensavo che Sherlock e John avrebbero accettato che dormire insieme fa bene a tutti e due. E invece qualcosina c'è, molto delicatamente e senza esagerazioni fluff o erotiche che siano.

Alla prossima!
Koa