Recensioni per
Scattered pictures
di Hotaru_Tomoe
L’espediente degli incubi, che siano di John o di Sherlock, l’ho trovato molto spesso, ma è sempre molto piacevole da leggere, mai noioso o ripetitivo, ognuno ha un approccio diverso, dopotutto. |
Ciao! |
Era da tanto che non leggevo più ff in generale, ma di loro due specialmente.. e niente, le tue sono magiche come sempre, mi fanno tornare ai bei momenti in cui sherlock mi faceva sognare come nessun'altra cosa.. grazie. Una perla questa storia |
Anche se siamo nel post Reichenbach, l’atmosfera sembra essere tornata quella delle prime due Stagioni della Serie, perché non c’è la presenza, per me ingombrante di Mary, e i due personaggi principali sembrano essere ancora coloro per i quali è ancora valido il “noi due contro il resto del mondo”. Addirittura John sembra proprio essere rientrato nei panni del “Tre Continenti Watson”, alla caccia di piacevoli serate in dolce compagnia. Quel loro riguadagnare la tranquillità del 221b, dopo la positiva risoluzione di un caso, mi ha ricordato piacevolmente l’inizio di tutto e precisamente la splendida scena finale di ASIP (“…Cena?..”). Domina fin dall’inizio un John energico e solare, contrapposto ad uno Sh più crepuscolare, malinconico e sfuggente e, agli occhi del suo “coinquilino, non sfugge questa sua particolare ombrosità, che sembra proprio diversa dalla sua consueta teatralità. |
Credo che questa sia la prima volta che vedo trattato il tema degli incubi su Sherlock invece che su John, che è quello che mostra (nella serie) di avere questo problema. Mi è piaciuta l'idea di Sherlock che non solo ha segni di cedimento dopo i famosi due anni, ma che fa di tutto per tenere John con sé, perché teme che prima o poi se ne vada. Analizzando a fondo questi due aspetti di Sherlock che vengono fuori secondo me molto bene in questa tua storia, si nota la complessità caratteriale del personaggio che non è stata messa da parte. Da una parte c'è un uomo profondamente segnato da anni di "lotte" e torture, di inseguimenti e di una vita lontana da casa e dagli affetti, due anni che hanno davvero lasciato qualcosa dentro di lui. Un uomo che ha dovuto fare scudo contro tutto il male che riceveva e che anche quando torna a casa, ed è fuori pericolo, continua a nascondersi e a fare finta di nulla, a non parlare con nessuno dei propri problemi. Anche se gli incubi non c'entrano con le torture e i traumi subiti, ma hanno a che fare con John, io credo che in qualche modo c'entri la paura di Sherlock di soffrire ancora dopo tutto quello. Se fosse una paura più superficiale e data solo da un sentimento come l'amore, io credo si manifesterebbe in un'altra maniera, invece viene fuori con gli incubi. La paura che John se ne vada è penso il perno dell'intera storia e si capisce che è un terrore vero e reale, per Sherlock, non solo da sogni che lo tormentano o da lui che cerca di non dormire, ma anche dalla maniera, molto dolce lo ammetto, con cui Sherlock prova a tenerselo stretto. Che è proprio quell'altro aspetto di Sherlock che ho apprezzato tanto ovvero questo suo modo infantile quasi di affrontare i sentimenti. Infantile non nel senso dispregiativo del termine, ma assolutamente in positivo. Diciamo inesperienza. Un modo "sherlockiano di vedere la vita e le emozioni". Crede che John un giorno se ne andrà, perché si sposerà, perché vorrà una famiglia e lui che ha da offrire? Peccato, o per fortuna, John non ha intenzione di andarsene. Che belli questi universi in cui Mary è solo il nome del pesce rosso o della madre della regina... XD |