Margheeeeeee!
Finalmente riesco a passare, e lo faccio dopo aver ascoltato la canzone che ti ha ispirata (okay, non è affatto il mio genere, ma apprezzo moltissimo il frammento che hai inserito).
E comunque… Ma che gioia rivederti, con una storia, poi! E su Andreth! Come sciogliermi in due nanosecondi!
(poi, oh, tra te e Mel state tutte attentando al mio cuore. Come fare una Kan felice in poche semplici mosse!)
Il frammento di canzone nella sinossi avrebbe dovuto avvisarmi più del genere "Angst", perché già lì ho sentito il cuore stringersi, la lacrimuccia scendere, e l’urlo da lontano “AEGNOR È TUTTA COLPA TUAAAAAAA”.
Poi mi sapeva di Andreth vecchia e amareggiata e non posso resistere ad Andreth vecchia e amareggiata, è tipo croce e delizia della mia vita, E INFATTI QUESTO MI HAI DATO.
OH MAMMA, MARGHE, MAMMA MIA!
Già dalla prima riga, come una scema ho immaginato Aegnor-sole (che a questo punto diventa un sole dei Teletubbies versione adulta ed elfica… creeeeepy), che tramonta dalla vita di Andreth e lei che rimane con un pugno di sogni infranti e tanta delusione. Mi sento un po’ prof di letteratura a vedere certe cose in due righe, ma davvero quell’incipit è stato un terremoto. Perché, of course, Andreth teme la notte, è una mortale, la sua gente si è svegliata col sorgere del primo sole e la notte è piena di tenebra e ricordi di maledizione e dannazione dei loro avi. Ma per qualcuno come Andreth, che ha avuto l’occasione di stare così vicino agli Elfi, la notte è anche il loro momento, quello delle stelle che tanto amano e come si può guardare il cielo notturno senza pensare al Popolo delle Stelle?
Non si può.
Ouch.
E lei si affida alle stelle, che vede come testimoni, per riversare il suo dolore nel silenzio della notte. Ogni volta che il giorno muore, si ricorda che morirà anche lei e che per quello Aegnor non l’ha voluta, e ce credo che si sente sciocca e ingenua (anche se non lo è, è solo meravigliosamente umana). Non so se in questo momento ha già avuto le famose chiacchierate con Finrod, ma di sicuro vedere il fratello dell’uomo che ha amato e che l’ha illusa non aiuta a sentirsi meno sciocca, meno manchevole di qualcosa su cui non ha potere, qualcosa che le è stato strappato dai suoi antenati e dagli orrori che hanno attirato su di loro l’ira di Ilúvatar (mossa furba ridurre gli anni di vita, almeno concentrano le malefatte in pochi anni, i guess :P I luv atar ♥ …e con questa, FUORI).
Cioè questa frase:
“[…] il più amaro, seppur controllato, dei pianti. Il più straziato e sincero dei canti.” – a parte che rima, ma è uno strazio immaneeeeH
Soprattutto seguita da quell’ultima invocazione ad Aegnor (“dolcissimo fra i supplizi” – DAMN), con tanto di accenno all’Athrabeth (quel dare qualsiasi cosa per un attimo “della fiamma”, oh mamma) che si conclude come anche nel testo, con un ribadire la sua mortalità. Perché è grazie a quella mortalità che Andreth è disposta a tutto pur di avere un attimo con Aegnor… e lì sta tutta la differenza tra le due stirpi.
Per finire, ho adorato la descrizione dell’avanzare dell’età, è davvero un elemento a cui tengo quando si tratta di Andreth, perché non può fare a meno a ripensare all’eterna giovinezza di Aegnor (e delle altre donne della sua stirpe che avranno l’occasione di vivergli sempre al fianco, per sempre giovani e belle. Andreth, piccolo spoiler: non sarà così. Ma tu non puoi saperlo. E IO PIANGO). La delicatezza e la poesia con cui descrive i segni del tempo, segni che mi rendono Andreth così cara, così vicina. Dalle piccole rughe, alle ciocche bianche (luce di stelle, Andreth, sono certa che Aegnor l’avrebbe vista così ♥ )
Insomma, Marghe, ci voleva qualcosa su Andreth, ancora di più Andreth ormai nella vecchiaia, e il tono di questa storia riecheggia benissimo la sua voce, mi sembra di sentirla parlare tra le righe, lo sguardo abbassato per nascondere i ricordi che si agitano dietro i suoi occhi, le lacrime che le solcano le guance segnate dalle rughe, i capelli che stanno uscendo dall’acconciatura, e sola. Tremendamente sola.
Così come sola andrà oltre i confini di Arda :(
(quel riferimento al “luogo oltre tutti i luoghi” mi ha fatto pensare proprio ad Aragorn che schiatta nelle Appendici e quel discorso ridicolamente lungo che fa prima di “addormentarsi”, oh yes)
Non so cosa possa aver fatto io per averti incoraggiata, non sono stata presente nemmeno un 10% di quanto avrei voluto! Grazie mille per questa storia e spero sul serio di rivederti presto con qualcos’altro, Marghe ♥
Un abbraccione e alla prossima,
Kan |