Recensioni per
Il sogno di Maglor // Silmarillion OS
di Razu

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
06/06/17, ore 15:42

Buongiorno Lindirswife!

Devo proprio farti i complimenti: rispetto all’ultimo tuo racconto che ho commentato sei migliorata moltissimo!

Il testo è più scorrevole, la separazione tra i paragrafi facilita la lettura, la grammatica è nel complesso corretta e hai fatto meno errori di punteggiatura.
Per quanto riguarda i due aspetti che ti avevo segnalato allora: non ho notato troppe ripetizioni e l’attribuzione delle battute nel discorso diretto è l’unico punto in cui persiste ancora qualche problemino (ma moooolti meno rispetto l’ultima volta).
Quindi: brava per i tuoi miglioramenti nella forma!

Passiamo al contenuto.
Ho trovato interessante la scelta di trasporre un fumetto in prosa. Non l’avevo mai visto fare e mi è piaciuta come idea. (Ricordati però di citare l’autrice! Se ti può essere d’aiuto, su DeviantArt credo sia conosciuta come greenapplefreak)

Ho trovato significativo anche il fatto che tu abbia scelto, nel tuo adattamento, di scambiare il sogno con la realtà. Nella tua versione, quello di Maglor non è più un incubo in Aman, bensì un sogno fatto nel Beleriand da un Maglor rimasto a soffrire solo. Mi ha colpito, perché io tendo a fare l’opposto, cioè ad evitare la tragedia immaginandomi un tempo in cui i Feanorion vivevano una vita quasi tranquilla, tu invece nel dolore ti ci butti a capofitto!!

Ti faccio solo un piccolissimo appunto: hai scelto di usare nomi Sindarin, e può essere una scelta condivisibile dato che siamo nella testa di un Maglor "versione Beleriand", ma attenta che nella battuta di Maedhros mescoli le due lingue: “Maglor ma che diavolo… Curvo, Carnistir”.

Ti lascio citando una frase che mi è piaciuta particolarmente dal punto di vista della scrittura: "Ci mettevano due ore solo per fare un esercizio, poiché stavano a dire cose stupide e a ridere di conseguenza, ricordò Maglor con nostalgia."
Quel “ricordò Maglor con nostalgia” fa la differenza tra un autore che scrive senza soffermarsi troppo a ragionare, e uno che scrive tenendo presente che ha scelto di utilizzare un punto di vista soggettivo. Insomma, è un'ulteriore riprova di quanto tu stia migliorando.

Continua così, Lin!

Losiliel

Recensore Veterano
24/05/17, ore 22:57

Ciao Lucy!

Avevo un po' di tempo e ho pensato di dare una letta a questa storia (sarà che a leggere il fumetto che l'ha ispirata, mi sono incuriosita e ho voluto vedere come lo avresti reso, anzi, a incuriosirmi di più sono state le note e il desiderio che hai espresso di "approfondire le emozioni" - magari giusto segnala chi è l'autrice, appena rimetti mano alla storia!).

Tanto per cominciare, ho trovato molto agrodolce che tu abbia scelto di rendere il centro del fumetto il vero sogno, quando nel fumetto il post-Guerra d'Ira è il sogno. Quando si sveglia nella stanza, alla luce di Laurelin,

Mi ha colpita molto questa descrizione che fai della vita di Kano dopo "il lancio del Silmaril":
"Lui non aveva casa, era un vagabondo mezzo morto di fame, vestito di abiti laceri e rovinati dal fango e dalle intemperie. Faticava perfino a guadagnarsi qualche soldo, a causa dell'arpa che non poteva suonare per via delle mani bruciate.
Il suo tetto era il cielo, punteggiato di stelle o illuminato dal sole, talvolta gli alberi, il suo giaciglio la nuda terra."

Non è un momento che ho visto spesso, della vita di Kano, e mi colpiscono i dettagli realistici e per nulla edulcorati (e per questo strazianti) con cui la descrivi in poche frasi, molto efficienti tra l'altro. Non hai bisogno di sbrodolare per trasmettere il messaggio che vuoi e questo è uno dei casi in cui lo dimostri.
In altre situazioni, questa tua sintesi gioca un po' a tuo sfavore, per esempio nelle tre prime righe del racconto, che sono un po' troppo frettolose e per questo non rendono il lento risveglio che sembra avere Kano. Sei andata sì dritta al punto e chiaramente avevi fretta di passare alla parte succosa del racconto, ma magari la prossima volta, in rilettura, se vedi che l'inizio è troppo frettoloso, prova ad approfondirlo, che ne sei capace ;)

Come dimostra la descrizione della camera di Kano (mi ha fatto piacere trovare la ghironda tra i suoi strumenti, ma magari sono di parte eh eh eh – mentre ho trovato un po' melensa la divisione degli spartiti per emozione? okay, sono gusti, e sospetto che tra qualche mese  ti dirai da sola "è un po' smielato", ma comunque è un tuo headcanon alla fine XD), descrizione che riesce a non essere solo della stanza ma anche del suo occupante: l'ordine la dice lunga su di lui, così come la quantità di strumenti dimostra un amore per la musica a 360 gradi.
E quando apre la porta e rivive i ricordi d'infanzia legati alla casa, è un altro momento che dimostra un certo impegno da parte tua nel caratterizzare il personaggio, questo volta attraverso il suo passato. Mi ha fatto una certa tenerezza questo riaffiorare di ricordi ♥

L’incontro con Nerdanel e Tyelko all’insegna dei fraintendimenti è stata una bella aggiunta, mi sarebbe piaciuto se ti ci fossi soffermata di più, per mostrare meglio il rapporto tra Kano e Nerdanel, o con Tyelko, proprio come hai fatto quando Kano decide di andare a cercare Nelyo, e rivive le ragioni che lo rendono il suo fratello preferito e quello per cui ha sentito di più la mancanza, per assurdo, nonostante sia stato l’ultimo a lasciarlo e quindi abbiano passato più tempo insieme… ma dopotutto prima che nascessero gli altri, Nelyo è stato anche il suo unico fratello e il più grande, unico compagno di giochi e avventure, restare da solo con lui alla fine della Prima Era è stato uno struggente contrappasso, diciamo così. 
(Quel “no, nulla, lascia stare” mi ha fatto scassare, lo ammetto, suona così adolescenziale in maniera così realistica… XD)
Quei frammenti in cui approfondisci i rapporti tra i personaggi in maniera clinica, scendendo dritto al sodo, sono la tua forza, davvero!

E poi sei una bestia, perché dopo tutto questo idillio, questo riunirsi dei fratelli, le lacrime di Kano (MOAR uomini che piangono, yessss!) e la commozione generale… BADABUM, Kano si sveglia e scopre che tutto questo era un incubo vero e proprio direi, visto lo schiaffo che gli dà al risveglio. 
Che crudeltà, davvero, hai scelto l’interpretazione di quel fumetto più angstosa possibile XD 

Detto questo, raccolgo di seguito un po’ di consigli sparsi, che penso potrebbero esserti utili o farti piacere ;)

C’è questo passaggio:
"-È bello sapere che mi vuoi bene- disse Celegorm guardandolo storto. -Maglor! Ti sembrano cose da dire a tuo fratello? E cosa intendi per "dovresti essere da sola"?- Lo rimproverò Nerdanel. -È...è difficile da spiegare...voi non dovreste essere qui-"
In cui sarebbe stato più chiaro chi parla se fossi andata a capo in questo modo:
"-È bello sapere che mi vuoi bene- disse Celegorm guardandolo storto. 
-Maglor! Ti sembrano cose da dire a tuo fratello? E cosa intendi per "dovresti essere da sola"?- Lo rimproverò Nerdanel. 
-È...è difficile da spiegare...voi non dovreste essere qui-"

Poi ti suggerirei di evitare di mettere “diavolo” nella bocca dei personaggi di Arda visto che, ecco, il diavolo non esiste (tecnicamente nemmeno l’inferno, per ricordare una battuta filmica :P)
Inoltre, sempre precisineria: “nana” è Sindarin. Se non vuoi usare “madre” in italiano e vuoi per forza andare di lingue elfiche, almeno i Noldor nati ad Aman e senza genitori Sindar potrebbero usare “amme” – o nel caso del padre “atto” invece di “ada”. Giusto perché stona davvero tantissimo un Kano che, in un sogno in cui crede di essere nella casa d’infanzia si rivolga a sua madre con “nana”? 
Così come quel “mio piccolo cantore” che dice Nerdanel pure nelle mie conoscenze limitatissime mi suona un po’… awkward. Se non altro perché riconosco con chiarezza quel “nin” come Sindarin, insieme a un “pityo” che è Quenya, ehm. 
(Per i nomi dei Feanarioni in Sindarin, immagino si tratti di una scelta consapevole)

Non mi fa impazzire questo chiamare Kano in venti modi diversi (il Cantore, il Feanoriano, ecc), anche perché qua tecnicamente siamo nella sua testa e tu quando pensi a te stessa ti riferisci con soprannomi? Anche nei momenti più folli dubito :P
Capisco sia un modo per evitare le ripetizioni del nome (e che la scuola contribuisce a trovare questi espedienti ridicoli per evitare le ripetizioni, anche se in genere è più una spinta dei prof a espandere il proprio vocabolario), ma spesso li usi quando hai usato il nome proprio mooooolte righe prima e quindi la ripetizione non suonerebbe fastidiosa. Nel caso puoi sempre usare un semplice pronome e risolvi lo stesso ;)

Vai così, Lucy, c'è potenziale in te, mia giovane padawan :*

Kan

P.S.: e sì, nonostante tutti i suggerimenti finali, bandierina verde-speranza-che-ho-in-te ;)