Recensioni per
Il Fiore di Envers
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/09/20, ore 22:09

Mi sono imposta tra ieri e oggi di completare la lettura di questa storia ed eccomi qui <3 piano piano sfoltisco la lista!
Non potevo non farmi catturare dalle sirene: di norma evito i fantasy o le storie originali (soprattutto i fantasy originali, perchè non sono il mio genere) eppure questa storia mi ha conquistata, anche per l'originalità che vi ho trovato: innanzitutto per le protagoniste e il mondo in cui si muovono, ma anche il titolo è fenomenale. E poi tutta l'ambientazione fa respirare un mondo a sè, che si sa reggere sulle sue spalle e che hai saputo costruire benissimo: man mano che leggevo avevo la sensazione di toccare con mano un mondo fiabesco ma al tempo stesso pericoloso e che non avrebbe riservato alcun lieto fine. C'era qualcosa di ammaliante, nelle tue descrizioni, nel tuo stile, e nelle parole di Freya.
Sotto sotto mi è dispiaciuto per Ajanah, per quello che ha sopportato, anche se il suo dolore l'ha devastata al punto da diventare così spietata, eppure è un passaggio che amo molto nella narrativa.
Bellissima (e terribile, ma mi è rimasta mooooolto impressa) la descrizione di come in breve ci siano cadaveri ovunque, sugli spuntoni di roccia e nelle grotte. Sono riuscita attraverso le tue parole a immaginare tutto quanto! Potresti farmi amare il fantasy, eh!
Tornando ai personaggi, Freya invece è una protagonista che si comprende a fondo e per la quale non si può non provare empatia, le cose sono narrate dal suo punto di vista, ma il modo in cui le racconta sembra l'ultimo canto di una sirena che ammalia anche i lettori e li introduce in un mondo che non avremmo mai considerato e con un finale che non è esattamente da fiaba Disney, anzi, lascia l'amaro in bocca ma è pieno di bellezza struggente. 
Bellissima la sua storia d'amore con Daniel poi, tratteggiata in breve, ma intensa, forte.
E anche Daniel mi è piaciuto parecchio, mi  ha dato un senso di purezza, di uomo buono: «Sembri fatta di schiuma e seta» mormorava mentre, con tremore reverenziale, sfiorava la mia pelle diafana e creava giochi d'acqua sulla mia guancia. «È come toccare la superficie del mare più cristallino.»
Cioè, che parole stupende,una descrizione breve che dice tutto <3 poesia.
E poi il finale, le parti finali, dove Ajanah si può solo odiare e per il destino di Freya il lettore soffre e si arrabbia. Bellissimo quando Freya pensa ai gabbiani e pensa che le sarebbe piaciuto volare insieme a loro. E' una storia bella e straziante, delicata e incantevole.
Ora, passiamo all'ultima cosa che ti voglio dire: lo sai, mentre leggevo, cosa che non mi capita quasi mai coi fantasy perchè mi annoiano, io... sembrava stessi guardando un film. Hai uno stile incredibile, man mano che descrivevi Envers, il mare, le sirene, ogni cosa, io riuscivo a vedere tutto, immagini, suoni, colori. E' stata una sensazione bellissima che non provo con tutti gli scritti, è un grandissimo tuo merito <3
E quindi grazie per averla segnalata del gruppo perchè è una storia che merita di essere letta e conosciuta. 

Recensore Master
09/10/18, ore 16:07

Uhm... la storia non è male, ma l'ho trovata terribilmente pesante.
Lenta, poco chiara nei contenuti: il povero Daniel in cosa è diverso dagli altri? Sì, ok, è un'amina pura, ma a conti fatti cos'è che lo rende 'l'ultimo', quello che serve ad Ajanah per sferrare il suo attacco?
Attacco poi che è così vago da rendere incomprensibile perché la città sia stata abbandonata.
La protagonista è pedante e buonista. Che una creatura "aliena", che non conosce il male, non sappia come reagire ci sta, ma l'ho trovata completamente priva di personalità.
Immagino che dopo tanti commenti entusiasti non ti aspettassi una mezza stroncatura e mi dispiace fare questo commento, ma preferisco essere onesta.
L'atmosfera fiabesca c'è tutta, la claustrofobia del sommerso anche ed è sicuramente un pregio, ma allo stesso tempo l'ho trovata "soffocante", con frasi "piatte" che non permettono al lettore di respirare (non per l'assenza di punteggiatura, come succede di solito, ma per l'eccessiva linearità).
Ti segnalo alcune piccole sviste:
• Ajanah aveva osteggiato tale dono con troppa innocenza -> ostentato

• C'era una tacito accordo -> un

• Riemergo per la seconda volta e mi trascinò -> cambio di tempo verbale

Alla prossima, spero. >.<

Recensore Master
12/09/18, ore 13:49

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ciao, Nirvana!
Ho deciso di iniziare a segnalare storie che, per me, meritano di raggiungere più persone possibili, e questa si classifica senz'altro.
Questa è sicuramente una delle storie d'amore più belle, trascinanti e al contempo strazianti che abbia mai letto, perfettamente sposata con il tuo stile prezioso, curatissimo; ogni singolo vocabolo è attentamente soppesato, ogni virgola ragionata: l'impegno che metti in tutto ciò che scrivi è evidente. Mantieni un lessico alto con naturalezza, e soprattutto lo fai senza mai risultare pesante.
Leggendo questa storia si viene trascinati nei ricordi di Freya, desiderosi di saperne sempre di più: non si può distogliere lo sguardo, bisogna bersi questa tragedia in un sorso solo, abbandonandosi all'inevitabilità degli eventi e alla malinconia della situazione.
Non stufa mai.
Non importa quante volte la rilegga, commuove sempre; sono poche le opere che riescono sempre, inevitabilmente a farmi piangere in certi punti.
Hai costruito un intero mondo dal nulla, particolarmente degno di nota è, per me, il modo in cui hai rivisitato le Sirene: hai mantenuto i tratti caratteristici come la voce e l'appartenenza al mare, ma hai totalmente rivoluzionato tutto il resto, creando qualcosa di nuovo, personale e meraviglioso - nonché tragico.
L'introspezione di Freya è quella più presente, ovviamente, dato che utilizzi il suo punto di vista per narrare la storia; anche così, ci offri una rappresentazione a tutto tondo di Ajanah, della sua disperazione e del suo odio, del suo desiderio di vendetta.
Ci mostri meno Daniel, per ovvie ragioni, ma con poche battute è proprio lui il personaggio che colpisce di più nella storia; l'unico innocente, che nella prima battuta si proclama 'pazzo' e forse lo è davvero, nel non scappare dalla creatura che gioca con lui senza mai concedergli una parola, l'unico con cui il lettore possa empatizzare fino in fondo; sono tutti vittime, in fondo, ma mentre Ajanah è vittima dell'odio e Freya della sua volontà di non abbandonare la sorella, Daniel è vittima del suo amore per una creatura sconosciuta, vittima della sua innocenza. Lui è l'unico, se non altro, a non ferire nessuno deliberatamente.
Insomma, è una storia triste, inevitabile, commovente, raccontata dal tuo stile semplicemente superbo, completamente adattato al personaggio.
Hai mostrato l'altra faccia dell'amore, le sue infinite possibilità di ferire, e l'hai fatto magnificamente.
Credo davvero che meriti di finire nelle Scelte, e spero che avvenga.
Ancora una volta, tanti complimenti per questa perla!
Un abbraccio,
Mari

Recensore Veterano
05/08/18, ore 21:13

Eccomi per lo scambio, un po' in ritardo. Tra i titoli da te elencati la mia attenzione è caduta su questa, attirata dalla tematica. Anche se, dato il tuo stile, penso che qualunque cosa avessi aperto sarebbe stata una garanzia. Sono incantata, da tutto, dalla storia, dalla tua scrittura, dai personaggi cui hai dato vita... e anche dalle lacrime che mi hai fatto piangere. Sì, perché alla fine mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi, innamorata anche io di Daniel come la protagonista, arrabbiata con la sorella... all'inizio mi ha fatto pena, ma non nascondo che poi l'ho odiata, mentre Daniel mi ha incantato, come ha incantato Freia. Leggendo queste righe mi viene da chiedermi cosa ci faccia questa storia su un sito di scrittura amatoriale, dovrebbe essere su un'antologia di racconti Fantasy, su uno scaffale di libreria. Va subito nei preferiti e spero di fare altri scambi :*

Recensore Veterano
29/07/18, ore 16:37

Ciao Nirvana!
Sono qui per lo scambio.
Ho scelto questa storia perché mi ha incuriosito e leggendola sono rimasto incredibilmente affascinato dal mondo che hai costruito.
Le sirene di cui narri sono magnifiche, col loro essere parte dell'oceano legate ad esso in maniera indissolubile, e la descrizione è magnifica e incredibilmente dettagliata, sono riuscito a 'vederla' senza problemi. Così come la sorella della protagonista, che è stata 'spogliata' della benedizione del mare e si è trasformata quasi in un mostro del mare, accecata dalla vendetta così tanto da non rendersi neanche conto di quanto faceva soffrire la sorella, usandola per ottenere i suoi 'doni'.
La storia d'amore fra Daniel e Freya è tanto toccante quanto dolce, anche se la sua conclusione è tremenda, con Freya che infine consegna il suo amore alla folle e 'mostrificata' sorella.
Ho amato anche il modo in cui Freya parlava del mare, come un essere che alla fin fine prende e porta via ciò che vuole, ma che non si può odiare perché la sua memoria è fugace e il suo stesso essere è come un infante che non possiede una morale quindi non fa nulla per pura cattiveria.
Mi è piaciuta molto la descrizione dettagliata di Envers, sia durante il suo splendore, una città portuale così meravigliosa e colorata, vivace sia della folla che del colore dei coralli che commerciava, che dopo la sua distruzione ad opera dei marinai incantati da Ajanah, la città ora morta che sembra rispecchiare nel suo lento disfacersi anche quello di Freya che sta venendo privata della benedizione del mare dopo il suo scontro col capitano.
Alla fine il suo affetto per la sorella è stato quello che l'ha portata, in più di un senso, a perdere tutto.
E il finale, il finale è straziante, con lei che semplicemente attende di essere trascinata via dal mare dopo aver esalato il suo ultimo respiro.

Devo dirti, complimenti per aver creato un intero mondo e per essere stata tanto abile da rendere questo mondo così vivido in una storia così breve(e di cui non mi dispiacerebbe neanche leggere un libro su quest'argomento sono serio)
Complimenti davvero
-Anthony Edward Stark

Recensore Veterano
11/07/18, ore 16:43

Ciao! Sono qui per lo scambio di EFP. :)
Prima di iniziare, posso dirti con assoluta sincerità che questa è la fanfiction originale più bella che abbia letto, a tema fantasy oltretutto. 
Hai creato un universo fantastico dal nulla, potevo immaginare Envers e quasi toccarla con mano. Fai delle descrizioni il tuo punto di forza, invogliando il lettore a proseguire. Sono minuziose e accurate, ma non cadono mai in ripetizioni inutili o nella noia della lettura. 
Ciò che più mi ha colpito, in ogni caso, è stata la creazione delle due protagoniste, delle sirene, rielaborata da te in una chiave completamente nuova e originale praticamente da zero. Ho adorato le loro caratteristiche, questa decisiva enfasi riguardo l'acqua come un qualcosa di importante e meraviglioso, nel loro mondo, ma anche pericoloso - risvolto della medaglia. Da qui, il confronto a un bambino che non conosce il valore di bene e male e al quale non è possibile attribuire alcuna colpa. 
Hai caratterizzato divinamente entrambe le sorelle ed è palese la loro evoluzione rispetto all'inizio della storia. Il cambiamento drastico di Ajanah, proveniente da una tragedia non indifferente e che, in seguito, le ha portate entrambe a cambiare. Hai affrontato in maniera veritiera e attenta il loro rapporto, la delicatezza di Freya nel cercare di stare vicino alla sorella, nonostante la consapevolezza di commettere degli errori atroci, compreso il sacrificare l'uomo che ama per lei. Il non andarle contro, perché - come ripeti nel testo - "è comunque sua sorella" e da qui la citazione bellissima che hai aggiunto Il sangue è più denso dell'acqua: ci definisce, ci lega… ci maledice. Come a voler dire: nel bene e nel male, io starò comunque con lei. 
E poi, colpo di scena: la paura di diventare come la sorella, mentre cresce l'amara delusione dentro sé quando vede la realtà... e cioé che, forse, Ajanah la stia odiando, gelosa della sua bellezza. 
Sintassi e grammatica perfetti, stile impeccabile. Sei una meraviglia nelle descrizioni, nelle metafore. Si tratta sicuramente di una storia ben costruita e studiata, è stato piacevole immergersi in quel mondo fantastico, azzurro e cristallino prima, per poi - purtroppo - averlo davanti come fosse l'inferno, pieno di distruzione. Azzeccata anche l'immagine dei relitti delle navi, scena che mi ha fatto venire i brividi. Se poi consideri che tu sia riuscita a racchiudere tutto questo in una oneshot, c'è da ammirarti ancora di più!
Sono contenta di aver scoperto una scrittrice così in gamba. Ancora tanti complimenti con tutto il cuore.
Alla prossima,
Ile

Recensore Master
26/05/18, ore 21:04

Perché non posso piangere? Voglio piangere! Perché non scappa? Perché… mi ama?
Io non sto piangendo... proprio no...
Aaaaah Nirvana questa storia è bellissima e struggente T____T

Ok. Mi riprendo un attimo e cerco di recensire seriamente.
Il titolo è perfetto, non vedo come altro avresti potuto chiamare questa storia. Il fiore di Envers, Daniel, è il fulcro dei dolorosi ricordi di Freya, è l'obiettivo dei perversi piani di vendetta di Ajanah, è l'unico innocente di questa storia.
L'introduzione va benissimo: una cosa che mi è piaciuta molto - togliendo il turbine di sentimenti che suscitano gli eventi - è la descrizione, l'immagine che hai dato delle Sirene. L'ho trovata completamente tua, non ho mai letto niente del genere prima e mi ha affascinata. Poi beh, hai citato la parte che più mi è piaciuta (insieme al finale in cui Daniel piange "al posto di Freya").
Il tuo stile ormai posso dire di conoscerlo; qui mi è piaciuto particolarmente, l'ho trovato ben sposato alla storia, a tratti lirico ed ideale per passare le emozioni di Freya a chi legge. E' uno stile malinconico, descrittivo, perfetto. Solo, in un paio di segmenti l'inversione aggettivo-sostantivo mi ha un po' stonato (ricordo in particolare un "nere acque"), ma sono gusti personali. In altri punti comunque l'inversione non mi ha disturbata affatto.
Ho trovato solo due refusi:
-I suoi occhi non dubitano delle mie intenzione -> intenzioni
-Un pensiero orrendo mi viene sussurrano dall’oceano -> sussurrato
La trama, come penso tu abbia già capito, mi ha distrutta, ma questo ovviamente è positivo.
Non è una tristezza "angst", però, non mi ha lasciato un peso dentro; è una tristezza malinconica, il racconto e presa di coscienza di un fatto, mi ha lasciato una sensazione di bellezza, delicatezza, malinconia. Un racconto "leggero" che non potrò dimenticare, e che ammiro.
I personaggi sono ben delineati; c'è Ajanah, che preda delle sue stesse scelte non riesce ad accettare la sua caduta e vuole trascinare tutti con sé, non solo gli umani ma persino la sorella; c'è Freya, vittima d'amore. Le scelte di Freya sono comprensibili, ma fino a un certo punto; non posso biasimarla ma nemmeno l'approvo. Non è stata in grado di abbandonare la sorella alla sua follia, di rendersi conto che fosse ormai persa - o meglio, se n'è resa conto ma non è stata in grado di lasciar andare. La capisco ma mi distanzio.
Daniel è ovviamente il personaggio che mi ha più straziata ç_ç
Se n'è visto poco, ma quel che si è visto è bellissimo: già la prima frase che pronuncia, "Sono Daniel e credo di essere pazzo", mi ha fatta innamorare. Secondo me è lui ad avere il finale più triste, perché sebbene Freya abbia probabilmente sofferto di più e più a lungo, lui è completamente innocente ai miei occhi. La bella sirena no, ha sbagliato, anche se per amore.
Direi che non restano dubbi sul finale non scritto della storia: Freya resterà lì, in grado solo di ricordare, finché non morirà.
E qui il mio animo romantico ed inguaribilmente ottimista sogna un suo ricongiungersi a Daniel. Qualcosa mi suggerisce che lui l'ami ancora, per sempre, a dispetto di tutto.

Va bene, credo di aver detto abbastanza. Torno nel mio angolino a piangere.

Ciao cara, complimenti per questa piccola perla!

Mari

Recensore Master
16/05/18, ore 15:59

Ho scelto di recensire questa storia per il nome della protagonista che mi piace un sacco e per via della prima riga della presentazione "Freya è fatta d'acqua". L'acqua è il mio elemento preferito, scrivendo di una "persona fatta d'acqua" mi inviti praticamente a nozze ed ecco perché ho letto proprio questa. Se magari c'era un ordine da seguire, temo lo scoprirò dopo questa recensione xd. Ora vado a leggere la storia perché, devo ancora cominciarla.
Ok, è la storia di due sirene la amo ancora di più, adoro le sirene in ogni forma. Devo leggere più spesso le originali fantasy, ma sono talmente presa a scrivere le mie che quando vado a cercare storie mi butto su fandom che conosco...mea culpa, vedrò di rimediare, perché la storia di queste due sirene mi sta intrigando un sacco: all'inizio sembrava la rivisitazione di quella de "la Sirenetta", ma la presenza della sorella e l'umano come figura negativa mi stanno facendo cambiare idea e voglio proprio sapere come l'umano è riuscito a raggirare Ajanah e a che gli serve avere la protezione del mare, anche se una mezza idea me la sto già facendo... torno a leggere xd.
Ok, no, la mia idea era completamente sbagliata, ma, giuro, questa storia è sempre più bella, la descrizione della sirena è perfetta, mi sembra quasi di vederla e mi piace moltissimo anche il lessico che hai scelto, si vede che ci hai messo cura, è molto ricercato. una sirena quasi camaleontica nelle acque del mare, non l'avrei mai pensata, siamo sempre così abituate ad immaginarle come creature semi umane e quindi con la pelle rosa che una sirena fatta letteralmente d'acqua. un solo appunto, finora, proprio perché hai usato davvero un lessico molto ricercato e appropriato, questa frase mi ha stonato "Ajanah aveva osteggiato tale dono con troppa innocenza" "osteggiato"? forse volevi dire "messo in mostra" e quindi "sfoggiato"? Credo sia più adatto all'interno della frase. Per il resto, finora non ho niente da dire e mi sono immersa di nuovo nella storia di Ajanah e Freya, nel dolore della prima e nel suo desiderio di vendetta, nella sincera preoccupazione di Freya che ama profondamente la sorella e vorrebbe solo che stesse bene e tornasse ad essere felice, nonostante gli sfregi che la devastano e che quindi, per amore, sceglie di assecondare il suo desiderio ed aiutarla a trovare vendetta. Ma dalle prime parole che usa per parlarne...non so... ho l'impressione che qualcosa sia andato storto...vediamo.... E ha inizio la vendetta di Ajanah, coadiuvata dalla sorella che si occupa di trovare per lei marinai a cui lei, poi, strappa la vita con quello che dovrebbe, in realtà essere un simbolo d'amore e che, per lei, suggella una condanna a morte: un bacio. Da quanto ho capito, la vendetta è andata avanti parecchio e molti marinai sono periti perché il desiderio di vendetta i Ajanah si placasse, ma lei non è ancora sazia e fa alla sorella la sua ultima richiesta, che Freya si affretta ad accontentare pur di mettere fine a questo strazio.
E la storia tra Daniel e Freiya mi sta piacendo tantissimo, amo l'ambivalenza di lei, che ama lui, ma è troppo legata alla sorella per abbandonarla, amo ogni descrizione, davvero, L'avrei letta senza fermarmi fino alla fine, ma devo segnalarti una piccola svista qui "C'era una tacito accordo", hai messo una "a" di troppo, una bazzecola (ti segnalo questi errori, quando li vedo, proprio perché la storia mi piace molto ed è un vero peccato che ci siano queste piccole imperfezioni che fanno storcere il naso, perché, nel complesso, finora, è stata davvero piacevole da leggere.
oh, povera me, cos'ho appena letto! Tutto il racconto di come Freya abbia cercato di salvare l'uomo che ama portando un'altra vittima a sua sorella, di come tutto sia stato perfettamente inutile, perché Ajanah ha rivelato, infine, di aver scoperto l'esistenza di Daniel, di come Freja stessa abbia subito una sorte molto simile a quella della sorella e nonostante questo, per Ajanah non è ancora abbastanza... perché ho la sensazione che Freya morirà??? Che cosa triste....
Ok, no, non è morta, non ancora, ma è come se lo fosse, perché, da quando ha permesso la morte di Daniel, per placare la sete di odio della sorella vive solo in funzione del giorno in cui morirà. Ma ho amato il momento, poco prima della morte di lui, in cui Freya e Daniel si sono ricongiunti e hanno potuto finalmente stare insieme completamente per la prima e unica volta.
E.. niente, questa storia è assolutamente bellissima, l'ho adorata, giuro. L'ho messa tra le preferite, perché se lo merita :) Tempo permettendo, proverò a leggere altro perché ne vale veramente la pena :)
(Recensione modificata il 16/05/2018 - 04:02 pm)

Recensore Master
16/04/18, ore 00:25

Ehi, buonasera!
Sai, cerco sempre di pormi con delicatezza quando mi affaccio al mondo fantasy: oltre la mia conoscenza minima in materia, ci sono regole e scelte stilistiche da parte dell'autore che bisogna seguire e comprendere a 360 gradi, in modo da apprezzarne ogni singolo aspetto e vedere l'evoluzione di molti generi e aspetti trattati.
Fortunatamente e con piacere, gli elementi fantascientifici sono spiegati con una limpidezza così eterea ma al contempo solida che permettono al lettore di godersi una vicenda in continua evoluzione sorprendente, dove ogni elemento dialoga sapientemente con l'altro e tesse azioni e sentimenti che si incastrano e si sciolgono, per via di un qualcosa di troppo impetuoso da permettere un finale sereno e al limite del fiabesco.
Si comincia visivamente forte con la resa del porto di Envers, che per estensione e tinte celestiali ho ricondotto moltissimo (pensando ai paesaggi del mondo) alle zone della fredda ma bellissima Scandinavia. 
Esso è raffigurato nei suoi punti più unici e caratteristici, variabili sia nello stazionamento che nel movimento di persone, animali e oggetti; è permeato da un'artisticità molto sottile ma percettibile e, come suggerisce una frase del periodo, è un dipinto (e poi scenario importante) fatto di colori che si muovono armoniosamente e con ritmi che ho ricondotto molto all'ideale del romanticismo.
Non a caso penso che dell'arte romantica ci sia non solo la necessità di esplicitare il rapporto tra creatura e natura nelle sue forme più sfaccettate, ma anche la reputazione della quale godono le protagoniste di quest'opera, le sirene, ben distante dal contesto fiabesco.
Sono creature che qui sono a stretto e vitale contatto con l'acqua, parte di loro e della loro bellezza inarrivabile, sostanziosa e così eterogenea, l'elemento acquatico è per loro sicurezza, presunzione e inaspettata violenza per chi le tratta con cattiveria, un tesoro per i curiosi e un abisso nero e silente per chi non merita di tornare in superficie.
Ajanah ha praticamente tutte queste caratteristiche, è da sempre attratta dal mondo umano per una questione di principio e vanto e sarà questo mostrarsi curiosa e bisognosa d'attenzione la condanna per tutto ciò che è l'ambiente di Envers, quello della barriera corallina e la sua storia come quella della sorella, Freya, che la ama nonostante questo cambiamento irreversibile e che sarebbe capace di fare qualunque cosa per lei, anteponendo se stessa più e più volte.
La "strega" è accecata da un sentimento capriccioso che non può accennare a diminuire, è qualcosa di egoista e radicato una volta entrata in contatto con il lato menefreghista umano, brama distruzione e vendetta, non scenderà a compromessi perché considera la specie umana come tossica e subdola, all'attacco per ottenere qualcosa (l'olio del mare) da fare proprio saccheggiando senza ritegno.
Ed è appunto Freya quella che ci guida nell'essenza della storia, la sua narrazione è magica e poetica nelle parti più descrittive e calate nell'introspezione più variegata che riguarda le sue relazioni con l'ambiente e i personaggi, sofferta perché non si risparmia nel raccontare se stessa, il suo ruolo e ciò che è costretta e sarà costretta a fare sempre e comunque (in un certo qual modo), è un'anima straziata e straziante spinta a fare scelte che la privano della luce e della speranza della quale è composta fino all'ultimo attimo, nel suo insieme.
Come atto più grande sacrifica per la sorella il suo grande amore, l'eccezione pura e spontanea di quel mondo umano così condannato, l'unica e possibile ancora di salvezza e che non era interessato a lei per particolarità o per tornaconti ma perché era Freya, la sua metà che rendeva le sue giornate così significative e trascendentali, il fiore puro e profumato di quel mondo. 
Mi si è stretto il cuore quando cerca di spiegare che vorrebbe piangere e strepitare ma non può perché è una caratteristica che non le appartiene, che però assorbe per questo puro amore che prova per Daniel il marinaio; anche nel climax narrativo dove lui piange per Freya e lo strazio che questa guerra odiosa sta portando nella sua totalità, portando la sirena a compiere la decisione più romantica e soverchiatrice, in un'onda della stessa entità che si eleva sulla vendetta della sorella.
In questa epopea si respirano e vivono diversi spettri sentimentali sapientemente descritti e resi con una tridimensionalità paurosa perché arrivano violenti, dove il lato distruttivo di entrambe le sorelle si manifesta insieme sebbene le reazioni siano diverse e comunque portano a una drammaticità inevitabile e tangibile, forse perché è animata per ragioni parallele.
Si passa da colori neutri e apparentemente celestiali che si tingono di freddo e dolore non appena avviene il cambiamento di Ajanah, dando oscurità e macabro agli scenari, che rimangono pittoreschi e approfonditi, specie nel come interagisce l'acqua e la sua spettacolarità, coperta immensa di vantaggi, segreti e incubi. 
Lo stile è minuzioso, ricercato e per questo elegante, i dettagli di ogni frase lo arricchiscono e solidificano nella sua bellezza e tutto questo permette alla narrazione (unita a dialoghi tuonanti e impetuosi) di spiccare e brillare per il suo mai essere uguale a se stessa, come le onde dell'oceano che si formano e infrangono a riva: c'è una narrazione visiva, un’illustrazione limpida e un sentimentalismo che spiega come le emozioni si intavolano e colpevolizzano inequivocabilmente, così come le scelte belliche che non solo Ajanah ma anche Freya compie.
Ajanah dichiara guerra totale all’essere umano, Freya non si ribella guidata anche dallo scetticismo che aveva di quel mondo, seguita da un conflitto interiore immenso una volta che trova l'amore incontaminato, paradossalmente, in quel modo così angosciante.
Penso che sia una storia che espliciti quanto ogni corrente o esperienza intrapresa porti a delle conseguenze, tali da costruire un concetto distruttivo e di rinuncia tipico della natura di esseri viventi.
Se l'essere umano qui è dipinto come grigio e arraffatore, l'essenza delle sirene si plasma di violenza una volta che si sentono minacciate da qualcosa e qualcuno, creando questo circolo che non porterà a un finale sereno e idilliaco, nemmeno con un elemento che può essere l’eccezione e l’elemento di tregua.
È sicuramente una one-shot “romantica”, inevitabilmente disperata e riflessiva, che tesse anche un tappeto di sentimenti che, in fondo, appartengono chiunque viva con forza la realtà circostante, per quanto contorta e confusionaria sia.
Tra le preferite!

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Master
03/02/18, ore 00:03

 
Leggere questa storia è stato un piacere.
Lo dico ogni volta che mi imbatto in un tuo racconto, ma è come se qui io avessi trovato la summa delle storie che ho letto in precedenza; o, più probabilmente, è il mio cervello malato che ha abbastanza tessere per ricostruire un disegno completo, e indulge nel notare tanti, piccoli dettagli che adesso, con una conoscenza maggiore della tua penna, può permettersi di mettere in dialogo.
Il Fiore di Envers è una storia splendida. Parla di sirene, descrivendole non dal punto di vista umano – una donna con la coda di pesce, qualunque cosa questo voglia dire - ma da quello di una creatura fatta d’acqua.  Lo premetti tu stessa nell’epigrafe: che Freyaè fatta d’acqua, e la tua penna mantiene le promesse, mostrandoci un mondo alieno, quello delle sirene, dalla loro ottica.
L’olio del mare, la protezione delle sirene, è, credo, un’idea geniale, che si discosta dalla tradizione, ma la reinterpreta, ché in molte culture la sirena è un trofeo pregiatissimo. A seconda delle latitudini c’è chi vuole mangiarla per ottenere l’immortalità, e chi vuole staccare una certa scaglia, da portarsi al collo per evitare di perire tra i flutti. Come sia, come non sia, anche il marinaio che ha incuriosito Ajanah si prende la sua protezione, nemmeno la sirena fosse una cosa, un ramo caduto da cui strappare pezzo di legno per sagomarlo a forma di scoiattolo per allietare le ore di tedio. La curiosità è una benedizione, ché ci spinge ad andare avanti, altrimenti ce ne resteremmo dentro alla conchiglia come fa il paguro; ma la curiosità deve essere accompagnata da un quantitativo sensato di prudenza. Ajanah pecca in questo, sentendosi superiore al marinaio perché sirena, perché creatura fatata, perché protetta dal mare. Ed è toccare con mano che no, non è sempre così, a lasciarle un vuoto incolmabile nel cuore, che nessuno, neppure Freya, potrà pareggiare.
La vendetta, ti dicevo altrove, è un sentimento assoluto, che acceca e porta a compiere scelleratezze efferate, ma mentre in “La Spirale di Pietra” il sentimento di Kira s’è fatto roccia granitica su cui poi l’antagonista ha potuto edificare il suo regno, quello di Ajanah è di natura differente, ma ugualmente pericoloso. È acqua, sì; ma acqua che al tempo stesso si fa rema ed acqua che si abbatte con violenza sulla costa.
Se in “La Spirale di Pietra” Kira si faceva vendetta, ne “Il Fiore di Envers” Freya non riesce ad opporsi alla vendetta di un’altra persona – sua sorella – finendo per alimentare lei stessa la rovina che colpirà il mondo così come lo conosce.
Questa storia sa d’acqua, ad ogni riga, ogni virgola, ogni pausa, e non solo perché sei bravissima a rendere vive e vibranti le tue descrizioni, a farmi sentire lo stridio dei gabbiani, il suono della risacca, le vele al vento, la sabbia, gli scogli e la fontana che manda zampilli, i passi delle donne sul molo che attendono i loro uomini – padri, fratelli, figli, amanti.
Questa storia sa d’acqua per come si comporta Freya: si lascia scorrere addosso l’ira della sorella, la sua vendetta che non riesce a contenere, arginare, rinchiudere in una qualche bottiglia e gettare via, lontano. Freya, che è fatta d’acqua, diventa acqua per stornare da sé la vendetta furiosa di Ajanah, una vendetta che sa di tempesta e onde alte e mareggiate che si portano appresso l’intera linea di costa. Ajanah è la mente e Freya, che non sa opporsi, che non riesce a circoscrivere sua sorella – per amore, per pietà, per solidarietà di stirpe e di genere – diventa il braccio. Che sì, tutto sommato non ha grossi problemi a portarle ciò che lei vuole, almeno fin quando non le viene chiesto l’irreparabile, ché Ajanah vuole un atto simbolico da parte di sua sorella, un sacrificio, in tutti i sensi possibili e immaginabili. Ma anche allora, anche davanti all’amore di Daniel che non la vede per una sirena da scuoiare, come hanno fatto tutti gli altri marinai, ma che la considera la sua donna, anche in quell’istante Freya non riesce ad opporsi, a controbattere con altra acqua (lei) alla mugghia che Ajanah sta per reversare sulla città, finendo per andare ad ingrossare un’onda che si abbatterà su tutto: Envers, Ajanah, Daniel, lei stessa.
Ho amato il ribaltamento di ruoli: è proprio Daniel, con una giravolta metatestuale, il fiore di questa città, l’essere più puro, quello non contaminato dal fumo nero del tabacco – come se il fumo, in un certo senso, macchiasse anche l’anima di chi lo inspira, ragionamento più che logico da parte di chi respira acqua. Come diceva Einstein, cito a memoria, l’uomo avrà anche inventato la bomba atomica, ma nessun topo inventerebbe mai una trappola per topi gigantesca.
La prima persona è funzionale alla voce narrante: io non la amo e trovo che sia difficile rendere a trecentosessantacinque gradi una vicenda utilizzando il punto di vista del narratore; eppure, tu ti sei limitata all’essenziale, scegliendo di spiegare la morfologia della sirena e la sua anatomia come se fosse una scoperta della stessa Freya, annientando qualsiasi momento didascalico che avrebbe appesantito una narrazione che, invece, doveva essere leggera, ma non impalpabile. Come l’acqua.
Ho sentito il dolore di Ajanah, l’impotenza di Freya di fronte al dolore di sua sorella – ché sì, il sangue non è acqua – e la sua incapacità di prendere una decisione, la sua volontà che non trova sponda nella follia di sua sorella, la sua ansia nel cercare di allietare i suoi giorni, le sue afflizioni, i suoi fantasmi, il suo procedere a testa bassa, come un mulo, pur di non vedere su quali abissi la stava costringendo ad affacciarsi Ajanah, ché certi cammini non si possono intraprendere da soli. Abbiamo bisogno di un compagno, di chi ci assista, ci accudisca, ci assecondi.
Mi hai dato il pathos e la trama, rivisitando un classico senza tempo che continua ad affascinare i popoli di mezzo mondo perché parla di un mostro seducente e affascinante, ribaltando la questione: non sono mai i mostri, le creature bizzarre, ad attaccare l’uomo se non provocate. Una bella lezione, troppo spesso dimenticata.

Recensore Master
27/12/17, ore 17:49

Terzo Posto: “Il Fiore di Envers” di Nirvana_04




◊ Grammatica e stile: 10/10 

Ho già avuto la fortuna di leggere alcuni tuoi lavori, quindi sapevo in partenza che sul lato grammaticale non avrei avuto molto, se non quasi nulla, da dire – come in questo caso; quindi non perdiamo tempo e passiamo subito all’altra metà di tale parametro. 
Il tuo stile, lo sai perché ne abbiamo ampiamente parlato, è per me qualcosa di particolarissimo: allo stesso tempo realistico ed etereo, descrittivo ma non così tanto da impedire alla propria immaginazione di volare, una delle tue particolarità è collegare e accostare termini che normalmente non appaiono accoppiati, così da dare una nuova sfumatura di senso a frasi che altrimenti non avrebbero molte particolarità. 
Qui ancor più che nelle altre storie, a mio parere, sei stata abile a far “respirare” a noi lettori il contesto: il mare e la sua bellezza, il porto hanno preso vita davanti a noi, sia nelle proprie luci che nelle oscurità degli abissi, dove si nasconde l’orrore e l’odio. 
I picchi più sentiti si raggiungono proprio quando la vicenda assume i toni più cupi, partendo dalla vicenda dolorosa di Ajanah fino alla distruzione di Envers, dove la tua maestria nel trattare l’oscurità e il dolore, di qualunque tipo sia e in qualunque modo si esplichi, si manifesta con una potenza tale da risultare parecchio concreta – tanto che ho dovuto leggere la parte in due tempi, da quanto ho sentito la tensione. 
Che bello, abbiamo una sirena (^^) tra noi! 



◊ Caratterizzazione personaggio: 10/10 

La figura della Sirena è molto nota nel folklore mondiale, e perfino noi non ne siamo esenti, grazie al mito della greca Partenope (una delle Sirene che cercò di incantare Odisseo e il cui corpo, una volta che lei si fu gettata in mare per lo sconforto di non esserci riuscita, raggiunse le coste della futura Napoli); direi che questa storia giunge proprio perfetta, perché io amo questa figura e non mi stanco mai di leggere storie inerenti a essa. La mia preferenza, devo essere sincera, verte sulla rappresentazione greca del personaggio (mezze fanciulle e mezze uccello); ma adoro scovare quanto ci sia di originale e quanto di, purtroppo, abusato, in narrazioni che mi presentano le classiche donne pesce. 
Detto questo, veniamo a noi: perché ho fatto tutto questo giro per dirti che sono molto contenta di avere trovato un personaggio che esca dagli stilemi del genere dal punto di vista fisico: è tutt’uno con l’acqua, come se fosse una sua diretta emanazione, così che riprende la cupa bellezza delle onde più alte, la limpidezza del cristallo, e possono diventare argentee sotto il pallore della Luna e incendiarsi nel tramonto. Cavolo, questo è sì originale, ma anche perfettamente inerente a loro: mi chiedo perché nessuno abbia mai pensato di descriverle così, figlie del mare e dell’acqua in tutto e per tutto. 
La caratterizzazione psicologica fonda invece più raffigurazioni: la bella Freya e sua sorella Ajanah sembrano ereditare dalla protagonista di una delle più belle fiabe di Andersen la tristezza da una parte e dall’altra quel sottile velo d’inquietudine che pervade tutta la narrazione; mentre la pericolosità e ambiguità per l’uomo, quelle sono incise nel cuore della raffigurazione ellenica e medievale – e in particolare mi hanno fatto ricordare la bellissima leggenda della Sirena di Zennor, rapitrice. 
Tutto questo viene ripreso e fuso in una storia oscura quanto gli abissi: perché questa malinconia, e tutte le scelte che vengono mostrate, hanno delle forti motivazioni alle spalle... ed è questa la parte veramente caratteristica, tua: ciò che porta le tue protagoniste a diventare da entità che degli uomini non si curano o li temono a conoscitrici, amanti, aguzzine e sterminatrici, in una progressiva discesa verso la perdizione. 
Nell’utopia si insinua la forza devastatrice che distrugge l’intera realtà, persino la propria; e quello fa più male di tutti e tutto, rovinarsi da sé, e non sapere più tornare indietro. 
E Freya, la perfetta voce parlante, ce lo mostra in tutte le sfaccettature. 



◊ Introspezione: 10/10 

Un altro dei punti forti della storia è la presenza di non un villain, bensì molti. 
Ajanah, Freya... e gli umani. Già, anche loro, anzi... per primi loro: è infatti l’ingordigia umana, il desiderio di possesso, che spinge quel marinaio a violare la perfezione di Ajanah e renderla una reietta: sporca, indesiderata, una condanna per sé e per gli altri. 
Da questo punto è poi un precipitare degli eventi: il cuore della Sirena si macchia quanto il suo corpo, diventa incubo e terrore, vendetta; e spinta dal dolore per la situazione della sorella, anche quello di Freya cambia, mostrando il lato più distruttivo. 
Proprio lei mi ha colpito tantissimo, ancora una volta: da una parte succube della sorella, ogni morte pesa su di lei come un macigno eppure la catena del sangue la spinge a continuare a uccidere; dall’altra dentro di sé cerca un rifugio nell’amore per Daniel, mentre il mondo si fa sempre più buio e inospitale. 
Due parti di lei in lotta, che la dilaniano e demoliscono lentamente: e se all’inizio si crede che possa esserci una via d’uscita, quando consegnerà l’uomo alla sorella si arriva a capire che la fine è già avvenuta, dentro di lei, e che noi l’abbiamo vista arrivare passo dopo passo. 
È un personaggio tragico, destinato a restare a vedere il dopo e a subire il grido delle proprie colpe senza che ci possa essere perdono; l’unica a pagare veramente. 



◊ Gradimento personale: 10/10 

Dopo tutto ciò che ho detto, posso riassumere così: non si è proprio capito che mi è piaciuta, vero? ^^ Ripeto solo che è molto raro vedere elementi e situazioni così ben esposte; e il contesto è decisamente accattivante e seducente. 
Concludendo, è indiscutibilmente un bel lavoro. 



◊ Eventuali punti bonus: 0/2 



Totale: 40/42 

Recensore Junior
16/11/17, ore 16:18

Eccomi per l'iniziativa "l'ABC delle recensioni" (e scusami se arrivo pelo pelo) :)
Ti dico solo che ho un paio di lacrime che ancora mi stanno bagnando gli occhi. Il dolore profondo di Freya mi ha commosso nel profondo e non posso che farti i complimenti!
Inizio con il dirti che ho scelto di leggere questa storia per il titolo che le hai dato, perché è molto evocativo e viene ripreso varie volte all'interno del testo... mi sembra più che attinente, perché "fiore" può significare la bellezza di Ajanah che era nel suo massimo splendore quando le è stata portata via ed è un'interpretazione molto bella e suggestiva da accostare a una sirena.
Sullo stile... beh, non posso che farti i complimenti (già, sono ripetitiva). È molto dolce nel descrivere i pensieri della protagonista e sembra risuonare della delicatezza del mare e allo stesso tempo della profondità delle sue sensazioni ed emozioni. Le racconti con una delicatezza che arriva a fare centro. Sei stata esemplare da questo punto di vista, non rendendo mai pesante o noiosa la narrazione.
Parlando dei personaggi, posso arrivare a capire entrambe le sorelle, anche se per quanto riguarda Ajanah solo fino a un certo punto. La vendetta contro gli umani la acceca rendendole impossibile vedere quanto amore la sorella dedichi a lei e alla sua assurda richiesta. Non riesce a distinguere più chiaramente l'amore in chi lo prova da quando a lei è stato strappato via insieme alla sua bellezza. Anche questo è un tratto particolare su cui vale la pena soffermarsi a riflettere.
Freya è un personaggio che mi ha travolto, letteralmente. Forse perché è lei la voce narrante, o forse perché per la sorella rinuncia all'uomo che ama, in un gesto che veramente in pochi farebbero. Lei abbandona Daniel e la sua anima, la sua personalità unica e diversa da tutti gli altri marinai (quella diversità che ha permesso che lei se ne innamorasse!)... e Ajanah butta tutta questa dedizione nel fondo dell'oceano, se mi passi la metafora.
Lui appare più come immagine e innamorato di Freya che come attore principale della storia, ma le poche frasi che pronuncia lo rendono un personaggio prezioso agli occhi di Freya (il che ci permette di capire i sentimenti di lei nei suoi confronti).
La storia è davvero molto bella... ho ancora il cuore che batte forte dopo averla letta! Ad essere sincera non sapevo cosa aspettarmi da un fantasy di un solo capitolo, ma sono rimasta colpita davvero molto piacevolmente! ...oddio, forse piacevolmente no, visto che ho pianto, ma era per rendere l'idea.
Non mi sento di darti consigli, perché non ne hai davvero bisogno!
Sono contenta di aver letto la tua storia :)
Alla prossima :D

Ps. non so quante parole ho scritto, ho cercato di essere il più esaustiva possibile ;)

Recensore Master
05/09/17, ore 15:47

io sono veramente a bocca aperta!
giuro, non credevo che questa storia potesse essere così bella: certo, ho visto i premi, e spesso sono indicatori affidabili...ma dipende dal giudice, come sappiamo ùù
insomma, ero curiosa dopo aver letto il titolo...oddio...
non ho mai letto una storia di sirene così fantastica! la cosa più affascinante è la descrizione della creatura come "fusa" con l'elemento acqua, con unapatrasparente, morbida, liquida, oliosa... l'ho immaginata, ho immaginato come sarebbe sentirla sotto le dita
io ho una fissa per toccare le cose..a stento nei musei mi trattengo dal toccare i quadri! O.O
e la trama? non il solito noioso principe da sirenetta Disney, ma un uomo "normale" che però accende la fantasia delle due sorelle
Devo dire che quella cattiva la capisco tanto, eh.
che brutta sorte le è toccata, è entrata a contatto con gli umani, noi razza violenta, orrida e distruttrice
la perdita della sua personalità a favore di un lato oscuro, quello da "strega" che si vede in tutti gli esseri femminili quando il male o la vendetta si impossessano di loro, è progressivo, curato e totalmete credibile come psicologia
il finale poi mi ha lasciata nella disperazione.
possiible che l'unica cosa che rsta sia la morte? in una fontanella, a disseccarsi?
ma no... che capolavoro, che delizia
andrai superforte, con questo gioiello!
baci, sirenetta bella,
Setsy *.*

Recensore Master
22/08/17, ore 18:28

1° posto - Il Fiore di Envers di Nirvana_04 con 50.5/52
Premio “Anima selvaggia” per la migliore creatura
Valutazione per il contest Echi dell'Occulto sul forum





Grammatica e stile: 10/10
Eccomi qui con un’altra valutazione.
Visto che, all’interno del testo, non ho riscontrato errori grammaticali o sintattici di sorta, passerò subito con il giudizio generale su questo punto.
Come detto di sopra, la storia non possiede alcun refuso, sia esso di distrazione o non, che ne intacchi la lettura, cosa che tendo a lodare sempre, visto che, anche quando si parla di oneshoot, è normale che un qualche errorino ci caschi sempre. Non essendo però questo il tuo caso, devo complimentarmi con te.
Passando allo stile, personalmente l’ho trovato davvero molto gradevole.
Hai saputo creare uno stile che non solo si adatta all’atmosfera quasi “eterea” del racconto, ma possiede un notevole potenziale evocativo, che permette al lettore di immergersi direttamente nel racconto e sentirsene parte. Facendo un ampio uso di metafore e similitudini, hai reso le tue descrizioni incredibilmente suggestive e la narrazione praticamente impeccabile. È impossibile non innamorarsi dell’atmosfera di potente struggimento che sei riuscita a creare, immedesimandosi nelle situazioni da te create.
Un traguardo indubbiamente notevole, che ti permette di ottenere senza problema alcuno il punteggio massimo.


Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10
Anche i personaggi sono molto ben costruiti.
Sia Ajanah che Freya sono incredibilmente descritte, fin nei minimi particolari. Grazie alla notevole forza introspettiva del racconto, riesci ad aprire un vero e proprio spiraglio nell’animo dei tuoi personaggi, facendo si che le parole del racconto rievochino nell’animo del lettore quelle stesse emozioni che loro stanno provando.
L’amore incondizionato di Freya per la sorella è il cardine della psicologia del personaggio. La Sirena è ancora, nonostante tutto, convinta che nell’animo della sorella vi sia rimasto un qualcosa di ciò che era un tempo, e la speranza di riaverla con sé le impedisce di pensare lucidamente. Sebbene infatti sia consapevole degli scempi da lei commessi, il legame che la unisce a essa è troppo forte per essere spezzato, e la fa rimanere al suo fianco fino all’ultimo, costringendola a sacrificare persino ciò che più ama al mondo.
Anche Ajanah, d’altro canto, è ben descritta. Il lento decadimento che la rende ciò che è mostra un’incredibile paradosso tra la sua precedente e immacolata innocenza e la successiva scelleratezza. La Sirena non sa darsi pace, la sua sete di vendetta è insaziabile, e non basterà certo un solo uomo a saziarla … infatti, alla fine del racconto, il Fiore di Envers, da cui la storia prende il nome, si spegne per sempre, inghiottito dall’odio e dal rancore di lei.
Tuttavia, per quanto esse siano ben costruite, non posso dire altrettanto di Daniel.
La base c’è, e si può intuire parte del suo carattere dolce e comprensivo, dagli atteggiamenti e dai modi che ha nel relazionarsi con la sua amata. Tuttavia, avrei preferito, anche nei suoi confronti, una maggiore introspezione e qualche dettaglio in più sul suo passato e sul suo carattere.
Restano comunque dei buoni personaggi, e penso quindi che tu abbia tutti i motivi per esserne fiera!


Utilizzo del pacchetto: 10/10
Come sempre, qui non c’è molto da dire.
Tutti gli elementi sono stati rispettati senza problemi, e spenderò quindi qualche parola su quelli che mi hanno colpita maggiormente.
Sebbene anche le tue Sirene mi abbiano colpita molto, di esse preferirei trattare nel punto successivo, mentre qui mi soffermerò su altri elementi che ho particolarmente apprezzato.
Inizierei con la citazione. Essa è perfettamente integrata nel racconto, viene ripresa più e più volte, mostrando come, a dispetto degli innumerevoli travagli subiti da Ajanah e Freya, alla fine il mare dimentica sempre. Esso è un’entità vasta e immutabile, indifferente allo scorrere dei secoli e delle passioni … assiste in silenzio ai dolori dei mortali, li fa propri e li inghiottisce nel proprio abisso eterno, per poi passare oltre. Freya ne è perfettamente consapevole, e tale consapevolezza crea in lei un forte senso di malinconia, per tutto ciò che avrebbe potuto avere ma a cui, invece, alla fine ha rinunciato.
Altro elemento che ho apprezzato molto è quello del Porto. Non solo l’hai descritto incredibilmente bene, all’inizio della storia, ma esso diventa, assieme alla Lama, il luogo in cui si consuma l’amore di Freya e Daniel. Impossibile è, quindi, non notarlo.


Originalità e Trama: 10/10
Ritornando alle nostre Sirene, devo assolutamente farti i miei complimenti.
Sei riuscita a riprendere una creatura mitologica dalle sfumature fortemente contrastanti, di cui si è parlato molto, forse troppo. Tuttavia, nella tua rivisitazione, non vi è alcuna traccia di cliché banali e scontati o di stereotipi alla Andersen ormai letti e riletti all’infinito.
Il rischio era, in effetti (vista la creatura da te scelta), quello di cadere nel banale. Cosa dire di nuovo, su un elemento così spesso trattato e così tanto descritto?
Eppure, paradossalmente, sei riuscita a costruire qualcosa di originale e innovativo al tempo stesso. Le tue Sirene sono creature radicalmente diverse, sia dalla versione omerica che da quella disneyana … esse sono rappresentate come creature dalle forme quasi “eteree”, esseri perfetti e immutabili che non hanno nulla a che vedere col mondo terreno, dal fascino quasi divino. Sei riuscita, altresì, a integrare perfettamente tale fascino con la leggendaria mortalità del loro canto … le tue Sirene sono si belle e ammalianti, ma anche letali e pericolose, se ve ne capita l’occasione.
Inoltre, l’approfondita e dettagliata descrizione sul loro aspetto permette al lettore di figurarsele chiaramente. Mi ricordano quasi una delle opere del mio illustratore preferito, Paolo Barbieri, che le ha raffigurate esattamente come quelle da te descritte: creature eteree, dalla pelle acquosa e traslucida, le cui pinne non sono che veli trasparenti nell’immobilità dell’oceano.
L’idea della “protezione del mare”, inoltre, mi ha affascinata moltissimo. Assieme, ovviamente, a ciò che accade nel momento in cui una Sirena dovesse perderla.
Complimenti!


Gradimento personale: 10/10
Come avrai forse capito, questa storia mi ha letteralmente conquistata.
La rivisitazione a dir poco fuori dagli schemi delle sirene, la trama originale e immancabilmente tragica, assieme ai personaggi così ben costruiti, mi hanno fatta innamorare del tuo racconto.
Quando una storia non è solo scritta bene, ma presenta anche tematiche innovative e profonde, oltre che un intreccio tanto coinvolgente, diviene impossibile non rimanerne affascinati, motivo per cui posso farti i miei complimenti.
Hai costruito veramente una gran bella opera, di cui puoi andare indubbiamente fiera!


Totale: 50.5/52
(Recensione modificata il 22/08/2017 - 06:29 pm)

Recensore Master
03/06/17, ore 17:40

La bellezza dolente di questo racconto è difficile da rendere con le parole, ma ci proverò lo stesso.
Hai dato voce a creature immaginifiche, inafferrabili e misteriose, quali sono le sirene: per tramite tuo, ci narri una versione su di loro che, Deo gratias, non ha nulla di disneyano o di fiabesco (alla Andersen, tanto per intenderci). Piuttosto ha qualcosa di omerico.
Quando una creatura fatata si tramuta in un mostro?
Quando l'essere umano la calpesta. Diciamocelo francamente: noi umani ci meriteremmo un trattamento simile a quello perpetrato dalle due sirene ogni qual volta violentiamo la Terra e le sue creature (piante ed animali).
Non che io giustifichi l'omicidio, sia chiaro. Ma proprio non riesco a condannare le due sirene per quanto fatto.
L'Uomo si è spinto troppo in là, una volta di più. Già solo accostarsi ad una creatura magnifica come un sirena ha qualcosa di sacrilego. Ma deturparne la bellezza è un crimine senza nome.
E poi... lo stile. Hai adoperato un tessuto stilistico elegantissimo, con cui hai intrecciato un arazzo di incomparabile bellezza.
Chapeau. 10, 100, 1000 volte.
(Recensione modificata il 03/06/2017 - 05:40 pm)

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