Non ho parole.
Ma dovrò farmele venire.
La coppia, assolutamente non mi piace. Non mi piaceva e non mi piacerà. E tu, ovviamente, ne hai tratto qualcosa di bellissimo, insolito, accattivante. La cosa che mi ha letteralmente stregata, durante la lettura, è stata rendermi conto che la coppia non piaceva neanche a te. E allora che potevi fare? O forzarti la mano per incastrare forzosamente due personaggi in una scenografia di grande amore, o essere sincera e farli interagire come loro farebbero, esplorandone gli approcci più oscuri e sfumati e non facendoli entrare a tutti i costi nell'ideale di "grande amore" che a volte viene scambiato per un requisito essenziale di una coppia protagonista.
Hai usato il punto di vista di Neji in un modo che ho amato, che mi ha commossa, che a parer mio gli ha reso profondamente giustizia. Hai abilmente utilizzato un suo flusso di coscienza per ricordare, esplorare ed esporre per noi un momento di un passato che adesso, in un'ora talmente terribile, sembra appartenere ad una vita fa.
Hai usato questo scambio con Sasuke per costruire e approfondire la personalità di Neji, lo hai inserito in un determinato momento della sua vita come a scandire un momento di crescita personale e un'evoluzione del personaggio.
Hai fatto qualcosa di unico.
Lo stile, prima di tutto, era perfetto. Elegante, sfuggente, evanescente. Le metafore erano belle, complesse eppure non ridondanti. Alcuni dettagli particolarmente evocativi.
È stato affascinante vedere il mondo con gli occhi di Neji, vederlo sotto vari punti di vista.
Iniziare scrutando la desolazione del campo di battaglia ma con uno sguardo incredibilmente più positivo di quello che poteva avere negli anni "spensierati" della giovanezza a Konoha. La graduale conquista di una libertà che è prima di tutto da se stesso e dalle convinzioni che lo avevano incatenato. Eppure sì, graduale, perché ancora non è una conquista completata. Kishimoto nel presentarci il suo Neji santone dello Shippuden dà per scontato che il suo personaggio abbia raggiunto la completa maturità interiore e che abbia carpito tutti i segreti dell'universo. Io, come te, credo sia più plausibile che dopo un simile cambiamento di vita e di "credo" Neji si senta mancare la terra sotto ai piedi, che cerchi nuove certezze e un trampolino di lancio. Più un uccellino che esita sulla soglia della gabbia aperta, in quel secondo che precede lo spiccare il volo, piuttosto che una colomba già ad ali spiegate.
Soprattutto considerato quanto sia stato amaro il suo passato d'odio e quanto lo abbia segnato.
I suoi ricordi sono stati bellissimi. I suoi sentimenti verso la famiglia, Hinata, i compagni. L'apatia in cui soffoca il rancore violento, la scelta di autodifendersi mettendo una croce davanti al volto di ogni compagno, alleato o nemico che sia, considerandoli tutti come un qualcosa di alieno rispetto a se stesso. E poi l'ossessione, verso un ragazzo che sente simile a sè. Il desiderio tutto umano di evadere dalla propria mente idealizzando qualcuno, costruendosi in mente un'idea elaborata per soddisfare la propria voglia insoddisfatta d'umanità. E Sasuke si presta benissimo, lui così sfuggente e particolare, così tormentato ed emarginato. Qualcuno in cui Neji possa rivedersi, e allo stesso tempo qualcosa di diverso e sconosciuto. Il fascino dell'ignoto, della scoperta, di uno studio condotto da lontano con i suoi occhi così acuti. Il cambiare idea, forse giorno dopo giorno, dopo ogni nuovo elemento raccolto, il costruire il profilo di una persona rubando frammenti di vita spiati di qualcuno che non gli appartiene e che, essendo una linea parallela, non si incrocerà mai con le coordinate della propria esistenza.
È stato conturbante questo loro incontro, quello di due persone smarrite e contorte, che hanno un'interazione disperata e libera da ogni schema, proprio perché resi quasi folli da una gelida calma autoimposta in mezzo a tutto l'inferno che cercano disperatamente di sopprimere. E non è una storia d'amore. Non sono l'uno l'anima gemella dell'altro. Neji ha trovato la sua luce in Hinata e nell'amore altruistico che ha sviluppato nei suoi confronti, Sasuke vive specularmente rispetto a Naruto, che sembra essere l'unica cosa in grado di tenerlo ancorato a un mondo che vorrebbe solo distruggere. Eppure, per un attimo solo, queste due anime in pena si sono incontrate. Si sono lasciate un segno, una cicatrice che sbiadirà fino a essere quasi invisibile, più o meno insignificante, ma che ci sarà sempre. E così questa parentesi, quest'evasione, torna alla mente di Neji nel momento in cui ripercorre la propria vita prima della fine. Lo fa con un sorriso, forse lo diverte anche pensare a quello che gli sta tornando in mente in un momento simile. Ma, appunto, non solo le persone a noi più care riescono a segnarci. A volte basta un momento, un'occasione, uno sconosciuto, per segnare un momento che ci cambierà.
E forse per Neji quel momento è stato importante, quella piccola follia, quella perdita di controllo. Quella che sembra un'accettazione della propria instabilità, sotto la facciata di perfezione e freddezza.
Ed è giusto che lui ricordi questa oscurità di velluto, questo se stesso così diverso, nel momento in cui si ritrova a ripercorrere la propria vita. Perché anche se adesso è un uomo diverso, che ha scelto un percorso ben preciso e ha deciso di spiccare il volo, specialmente con quell'ultimo gesto, tutti i precedenti volti di sé lo hanno portato ad essere il Neji di quell'ultimo giorno, il Neji che si conquista, davvero, la sua libertà, scegliendo il proprio destino.
Davvero, ti faccio tutti i miei complimenti.
Questa storia mi ha toccata, nella sua delicatezza e nella sua profondità, nel suo modo di sentire e di descrivere conturbante.
Un abbraccio grande <3 |