Nanas.
Scrivo adesso a caldo il commento, che potrebbe essere anche molto molto breve nonostante io abbia aperto il pc solo per questo. La storia la stavo finendo di leggere dal cellulare, altrimenti forse non l'avrei letta mai, ma questo non fa parte di quello che volevo dirti come prima cosa.
Ora, sappi che è una delle storie più belle che io abbia letto da quando ho ricominciato a frequentare efp. E non lo dico per compiacerti e roba simile.
Come sai la mia otp non è questa, ma non ho letto tante altre storie come questa, e ad un certo punto mi sono quasi commossa, sappilo. So che non c'era granché da commuoversi, ma devo dire che mi hai riportato indietro a pomeriggi estivi delle prime volte, delle prime scoperte. Ma non era nemmeno questo che volevo dirti subito.
Quello che volevo dirti immediatamente - e che palesemente è passato in cavalleria, anche se non troppo - è che questa storia è veramente veramente bella. Hai un modo di scrivere che rende tutto alla perfezione, rende l'incertezza, il dubbio, la dolcezza e il desiderio mai veramente sperimentato, e rende Kenma e rende Kuroo, e rende la cura e l'attenzione, e rende l'estate in città, e la pigrizia di un pomeriggio troppo caldo anche per pensare. Non lo so, non sono riuscita a staccare gli occhi dallo schermo - piccolo - del telefono e ho un messaggio in sospeso al quale finita la recensione risponderò.
Ora, noto con piacere che questa storia ha suscitato più reazioni delle altre tue, ma continuo a pensare che non sia abbastanza. Non hai idea di quanto sia stato bello per me leggere questa cosa, e non so come fartelo sapere, quindi mi limito a provare a scrivere una recensione che esuli dal solo esprimere la mia adorazione.
L'inizio è bellissimo.
La primissima parte, con la descrizione semplice della città, del pomeriggio di agosto e del caldo, e dell'umidità, e del silenzio e della desolazione delle strade non percorse da nessuno, della gente che cerca di fuggire alla calura estrema camminando rasente i muri o sotto gli alberi dove una lingua d'ombra da la parvenza di una maggiore frescura - come fanno i cani quando devi portarli a spasso prima del tramonto l'estate, che tirano per schiacciarsi contro il muro, con quel caldo anche le persone rispolverano l'istinto di sopravvivenza.
Si tratta di un numero piccino di righe, ma già da quel primo paragrafo si capisce che la storia sarà molto superiore alla media della sezione - almeno di quello che mi è capitato di leggere fino ad ora.
E poi il silenzio, il silenzio caldo di un banalissimo e sonnolento pomeriggio estivo, così in contrasto con quello che sta succedendo nella stanzetta di Kenma, che ancora noi non abbiamo avuto il piacere di visitare.
L'arrivo di Kenma nella storia poi è così naturale che passa quasi inosservato: eccolo, è quello il suo ambiente naturale, nella stanza che gioca a nascondino con la luce del sole. E devo dire che anche questo mi fa venire in mente episodi reali, in cui rotolavo letteralmente via quando l'ombra si spostava un po'. Niente, è tutto così tremendamente reale che mi è davvero sembrato stesse accadendo sotto i miei occhi. Ed eccoli lì, i bambini che non si fanno fermare da quel caldo soffocante, che corrono e che giocano e che da un lato disturbano quel silenzio sonnacchioso, dall'altro si meritano un po' di invidia per la loro vitalità spensierata.
Nella panoramica della stanza silenziosa - che silenziosa non è poi troppo, piena dei ronzii, dei sussurri e dei fruscii che in assenza di suoni più prepotenti riempiono davvero le orecchie e la testa - ecco che compare un grosso libro. Noioso, sicuramente. Non serve aprirlo, è una stupida raccolta di poesie da leggere per forza, lo ha detto il professore... eppure a volte anche i professori possono dare compiti che risultano utili ben oltre il raggiungimento di un buon voto. E Kenma se ne accorge quasi per caso, che la poesia parla un po' a tutti. Che la letteratura parla a tutti e parla di tutti, basta essere nella giusta disposizione d'animo. E mi è sembrato di vederlo, il suo stupore nel rendersi conto che un testo così breve e così vecchio potesse raccontare quello che lui prova e che ancora non ha chiaramente pensato, che una poetessa morata da centinaia di anni, in un mondo completamente diverso da quello che vive lui possa parlare delle stesse emozioni. E ancora una volta hai dipinto le immagini con una chiarezza veramente incredibile: le descrizioni non sono pesanti o noiose, ma al contrario hanno qualcosa di magnetico, ti tengono con gli occhi incollati alla pagina per scoprire come renderai il prossimo minuscolo gesto. Sei stata indecentemente brava.
Un'altra cosa che OVVIAMENTE va commentata è la scena del primo bacio. Quanta dolcezza può esserci in un primo tentativo di approccio, quanta delicatezza si può usare per descrivere un rifiuto, la paura dell'incerto, il desiderio di non lasciarlo andare solo per l'imprevedibilità del "poi"? Non lo so, ma qui ne hai messa talmente tanto che quasi ti si ferma il cuore quando pensi che Kuroo, giustamente, stava per tirarsi indietro, per giustificare un gesto dettato dall'impulso urgente di dimostrare a Kenma che il loro rapporto doveva evolvere. Quasi, perché l'incertezza di Kenma un po' la capisci, perché nel frattempo sei entrata nei suoi panni e stai vedendo il mondo coi suoi occhi, perché questo hai fatto, ci hai catapultato nel suo corpo in quel momento e la sua incertezza l'hai fatta sentire sulla pelle di noi poveri lettori che tante emozioni nemmeno ce le aspettavamo. E niente, ho ovviamente tirato un sospiro di sollievo a quel gesto minuscolo, a quella minuscola richiesta di scuse, a quella piccolissima ammissione di paura. E Kuroo-santo-subito aspetta e lo accontenta, e ammette che abbia bisogno di tempo e glielo regala volentieri.
Niente Nanas, io ho davvero amato questa storia, è veramente veramente bella e non sai quanto avevo voglia di leggere una cosa così. Non lo sai perché fino a che non l'ho aperta non lo sapevo nemmeno io. E pensare che rischiavo di non leggerla nemmeno! Perché quando mi muovo da casa ho ovviamente un romanzone da leggere, e a casa ormai il pc lo accendo pochissimo se non per vedere roba in streaming. Non Gotham, ma questo è un altro discorso.
Torniamo a noi, sì? Beh, direi di sì, non puoi rispondermi e la recensione è mia, quindi alla fine faccio come mi pare.
Ovviamente, poi c'è la loro prima volta. è così emozionante che non so se riesco a rendere l'idea. Ti giuro che non sto esagerando, mi sono sentita così presa dalla storia che non... boh, facciamo che mi sono sentita davvero tanto presa e persa insieme all'incertezza di Kenma, insieme al suo senso di spaesamento di fronte a quello che stava succedendo, e al suo desiderio inesprimibile a parole, e all'istintività dei movimenti. Non lo so, questa storia meravigliosa. Tipo un piccolo tesoro nascosto in mezzo al ciarpame.
E volevo scriverti quali sono i passaggi che mi sono piaciuti di più, perché ti giuro che alcuni sono veramente meravigliosi, ma non so se posso scegliere, veramente veramente veramente bella tutta.
E basta.
Credo.
Posso sempre aggiungere cose se mai dovessi avere il coraggio di rileggerla senza farmi scoppiare il cuore.
Ti prego, scrivine altre così.
Baci baci! |