Recensioni per
Ciò che fu il Mar Mediterraneo
di Carlo Di Addario

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/01/19, ore 16:32

È una storia molto interessante: breve ma equilibrata che accenna un quadro di desolazione e smarrimento piuttosto pittoresco nel suo grigiore. I personaggi, anonimi ma reali nel loro sedere a bere tè e lavorare su un tavolo con la tovaglia rossa a rose ricamate, sono sviluppati molto bene e la contrapposizione delle loro idee rende bene l'ipotesi di uno scenario futuristico diviso tra utopia e distopia. Noi lettori, da questa parte dello schermo, percepiamo molto bene la voce di chi biasima la distruzione di tanta bellezza, bellezza che noi, al presente, amiamo e stimiamo perché è NOSTRA; riusciamo sicuramente bene a percepire il rammarico nell'immaginare scomparso il nostro stupendo mare, con le sue bellezze e le sue estensioni di sogno... le città costiere, i panorami... noi comprendiamo bene tutto questo, eppure, attraverso l'occhio critico di questo racconto in qualche modo giaciamo noi pure abbandonati in quei fondali svuotati della loro acqua, della loro fauna... perché in questo futuro vi regna chi il mare non l'ho visto e vissuto e perciò in qualche modo non può percepire il nostro rimpianto con la medesima intensità: credo che la forza di questa storia sia nel farci percepire la malinconia di essere 'dimenticati', di avere i nostri stessi sentimenti e vissuti 'invalidati' da un'ipotetica egemonia futura in cui i "morti" non possono più ribellarsi.
Adatta, quindi, la chiusura grigia e fredda dell'immagine finale... "quella plumbea e controversa utopia ingegneristica".
Solo sollevando gli occhi dallo schermo, alla fine del racconto, possiamo tirare fuori un sospiro di sollievo e chi, come me, abita vicino al mare, può volgere lo sguardo ad esso, quasi parlandogli col cuore: "chi potrebbe mai farti tutto questo male, amico?"
Eppure, ecco la critica nascosta: siamo noi stessi a farlo, ad ucciderlo in mille modi diversi; non sarà una diga ma siamo colpevoli di rovinare le bellezza, che tanto con la bocca elogiamo, coi nostri atteggiamenti incivili e gli inquinamenti.
Complimenti per questo racconto. È breve e incisivo ma dice molto!