Recensioni per
Connections
di Blablia87
È di una tristezza che fa male questa breve ma intenso frammento di vita che Sherlock e John vivono insieme sebbene ognuno per proprio conto. Riproponi questa figura a specchio, i due momenti potrebbero essere messi uno sull'altro a combaciare, ma ci sono delle differenze. Dei due è john che mi sembra rasentare la disperazione. Lui, a differenza di Sherlock, non può, non più. A questo punto della loro relazione, john assume caratteri davvero più cupi e tormentati, sembra lui adesso quello in salita, quello confuso e cieco. Eppure è lì, ai piedi del barths, nonostante il lutto fresco. Non riesce, o non può, negare la presenza di Sherlock nella sua vita. Sherlock invece dal canto suo è arrivato in cima: in cima al tetto, vede tutto chiaramente, come quando aveva scelto di "saltare" e aveva salutato john piangendo lacrime vere, perché da lassù non aveva senso piangere per finta. Vede chiaramente tutto l'amore che prova e vede che il sacrificio è la sola strada percorribile. Questo flashback sulla caduta non fa che confermarmi che è stato questo il punto cruciale, la svolta fondamentale. Se da una parte ha messo in luce i sentimenti dei protagonisti, dall'altra ha creato una frattura che, a questo punto della serie, è ancora dolorosamente viva. |
Ciao carissima, è sempre un immenso piacere leggerti! |
Originale” è la prima caratteristica che mi viene in mente da attribuire a questa tua flash, perché, alla possibilità che John e Sh si recassero proprio lì, contemporaneamente, a quell’anniversario, non avevo mai pensato. Vedi come vengono le idee più inaspettate, nel tuo caso semplicemente guardando la pioggia. Credo molto nella potenzialità evocativa delle gocce d’acqua che cadono e cambiano la nostra percezione di ciò che vediamo, tocchiamo ed annusiamo; a guardare fuori dalla finestra, nei giorni in cui piove, la mente si scioglie dall’immediato e vaga libera. Se poi trova, in una goccia che scende, immagini tristi ed angoscianti come quelle che compongono la tua flash, perché non accogliere quegli spunti di riflessione?! Non è necessario divertirsi o far divertire gli altri a tutti i costi: il piacere di sciogliere i pensieri, anche in direzioni che provochino tristezza, rimane una necessità per salvaguardare l’interiorità e la personale capacità di leggere la realtà. Qui stiamo parlando di lettura e della successiva rielaborazione che ognuno di noi compie su una ff che ci ha coinvolto nel suo angolo di mondo, ma è la stessa cosa: l’angst, naturalmente se scritto con il cuore come sai fare tu, può diventare uno strumento per liberarci da pesantezze e situazioni mentali statiche. La pianto qui con le mie riflessioni che, comunque volevo comunicarti perché si riferiscono anche a quello che hai scritto nell “Angolo dell’autrice”, esprimendo una preoccupazione che, secondo me, non trova alcuna ragione d’essere. Dopo aver letto la tua ff, composta di due drabble, a proposito di pensieri che si liberano in direzioni impensate, mi è venuta in mente un’immagine che ti riporto, anche se può apparire sciocca ed inadeguata, ma è realmente ciò che ho visto con gli occhi della mente: un paio di orecchini. Davvero, li ho notati tempo fa sulla bancarella del mercato e mi hanno colpito per la loro particolarità: erano in argento e smalto, uno rappresentava un, ovviamente piccolo, foglio di carta e l’altro una penna. La mente li ha richiamati alla memoria proprio in relazione alla tua ff, mentre stavo pensando a come trasmetterti l’efficacia della struttura narrativa di “Connections”, presumo perché il loro più intimo significato è che l’uno non ha valore senza l’altro. E mi riferisco sia ai personaggi sia, appunto, alla tua flash: Sh avrebbe sì, senza John, il fascino che ci ha ammaliati ma, senza lo specchio degli occhi del suo blogger, brillerebbe di meno e quest’ultimo sarebbe ugualmente un uomo particolarmente interessante ma, privo dell’energia speciale trasmessagli da Holmes, perderebbe molta della sua umanità e della sua carica vitale. La suggestione di quel fatidico anniversario che li vede entrambi nello stesso posto da cui si è sviluppato un dramma che ha marchiato le loro vite in modo indelebile, sta tutta in quella contemporanea presenza, da loro ignorata. Noto la struttura simmetrica con cui metti in risalto il loro diverso ma convergente modo di vedere il passato, il presente ed il futuro: ad esempio, mentre Sh percepisce che John possa provare un rancore soffocante nei suoi confronti (“…Forse…maledicendo il suo nome…”), quest’ultimo attribuisce all’altro, in un’ondata travolgente di sconforto, un atteggiamento di superficialità nei confronti del loro legame (“…Forse…dimenticando il suo nome…”). Due anime che brancolano nel dolore e nell’impossibilità di far scendere l’oblìo su ciò che provano l’uno per l’altro. Dal Barts è cominciato l’inferno, al Barts è possibile ritrovare il paradiso negli occhi di chi si ama. Scusa le chiacchiere, ma il fiume di parole ha allagato lo schermo del pc, liberato dall’incanto della tua storia. Grazie. |
Ma che meraviglia trovare un tuo racconto. |