Recensione per il concorso “Scegli il tuo mandala e ti dirò chi sei…”
Parto subito col dire che in effetti non è il mio genere preferito.
A livello di sintassi e grammatica non posso dirti niente, il tutto scorre senza problemi. Anzi, la narrazione è molto leggera e facile, non ci sono descrizioni chilometriche che appesantiscono la lettura e il tutto si può sintetizzare come un flusso di ricordi dei due.
Ti faccio soprattutto I complimenti per l’atmosfera che sei riuscita a creare, quella di un film caratterizzato da flash back distinti, intervallati da quel presente così silenzioso avvolto in quella note di pioggia.
Mi è subito piaciuta l’idea di fondo: una giornalista che deve entrare e scrivere della vita di qualcun altro.
Un calciatore con un’infanzia infelice, come molti altri in effetti, che ha avuto la sua rivincita dalla vita. Che ha potuto dare la svolta a quella condizione di totale povertà. CI sono pochi casi come il suo in tutto il modo, ma ci sono, quindi non è un punto all’originalità.
Anche se non credo che l’originalità fosse l’obbiettivo primario né quello fondamentale.
Non essendo questa una recensione per determinare la classifica del contest, mi limito a scrivere i miei pensieri e le mie impressioni.
Ci sono due cose che non mi hanno convinta del tutto:
Il personaggio di Marco lo trovo molto stereotipato, e sarebbe stato giusto così se non fosse stato determinante e fondamentale nel corso della trama. Una sua introspezione avrebbe di certo reso meglio questo antagonista. Che poi, da orgoglio di donna, dico direttamente a Robbie: “Io avrei lasciato per molto meno”, ma lungi da me giudicare le scelte amorose della protagonista. All’inizio mi faceva storpiare il naso questa forse contraddizione nelle personalità di Roberta. Forte e decisa, antipaticissima sul lavoro, e poi parecchio succube di Marco, però c’è anche da considerare l’aspetto umano che si cerca sempre di dare ai nostri personaggi e quindi trovo questi contrasti interiori molto “umani”.
Però, ripeto, un’analisi maggiore a Marco avrebbe fatto intendere come mai Roberta non si sia mai accorta di nulla, perché se lui – andando nel locale con lei- si è preso la libertà di allontanarsi con un'altra in totale nonchalance mi fa intendere che non sia di certo la prima volta. Questo è un comportamento da predatore a cui è andata sempre bene. Diciamo che avrei preferito dare un “perché” ad un personaggio così becero.
Altra cosa che mi ha poco convinta sono le due narrazioni. Tralasciando gli argomenti e le considerazioni dei due, non trovo differenze tra i modi di porsi.
Mi spiego meglio: Ognuno di noi ha un determinato modo di parlare, di comportarsi. Ognuno di noi usa parole diversi, ha vocabolari differenti, dei lessici che si distinguono.
Loro due invece li ho trovati molto simili, se non uguali e ciò mi ha fatto storcere il naso perché tutto è basato sui loro pensieri e ognuno ha un modo differente di pensare.
Esempio pratico: Scrivo una storia di due sorelle, una con un lessico “piccante”, l’altra molto pudica e innocente. Ora, quando è la prima a parlare qualche parolaccia qui e là la metto, perché sono i suoi pensieri quelli snocciolati. Non potrebbe essere altrimenti. Quando invece parla/pensa/racconta la seconda, magari uso un lessico più delicato, più in linea con la sua personalità.
E siccome avevamo iniziato con Roberta nel mio inconscio eravamo sempre nella mentre di Roberta anche se era Fabrìcio a parlare.
Per il resto, tutto scorre molto bene.
L’unico comportamento però da “adulti” che ho attribuito ai due è la scelta finale, perché il resto, in realtà, poteva essere anche riconducibile ad azioni compite da adolescenti.
Ti parlo della scelta finale non perché abbia deciso di tenere il bambino, ammetto che se avesse scelto il contrario sarebbe stata più interessante a livello di trama, ma per la paura e il mettersi in discussione di fronte a una gravidanza.
Fabricio la prende molto alla leggera, non vede e non trova problemi di alcun tipo, ma mi è piaciuto il fatto che sia riuscito a mettersi da parte e ad accettare la decisione di Roberta, anche se questo voleva dire che le loro strade si sarebbero separate.
Ho apprezzato anche la testardaggine di Roberta, perché prima di essere entità dedite al parto siamo donne e quindi necessitiamo di avere il nostro posto nel mondo.
Il mandala scelto, per alcuni versi può essere riconducibile a tutti e due, per questo ti dico ottimo lavoro.
Grazie |