Recensioni per
Inferno
di Star_Rover

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 27
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/07/21, ore 12:58

Ciao Star_Rover,
il tuo racconto ha un realismo spiazzante. La retorica dei belligeranti affoga nell'orrore della guerra di logoramento reale che si è combattuta sul fronte occidentale.
Il linguaggio asciutto e descrittivo del racconto non fa sconti al lettore che osa affrontare questo lavoro per conoscere questo aspetto della guerra reale.
Il lavoro è coraggioso, e non dev'esserti costato poco immaginare e descrivere questo scenario senza cercare di abbellirlo con omissioni o con retorica bellicista.
Alla prossima
MaxT :)

Recensore Master
26/05/18, ore 14:03

Ed eccomi giunta alla fine di questa triste ma veritiera storia.
Alla fine sono contenta che Henri sia riuscito a salvarsi e mi piace pensare che farà ritorno a Parigi per sposare la sua amata.
Questo ultimo capitolo ha solo confermato quello che ho scritto nella recensione precedente: i soldati sono solo marionette costrette a eseguire gli ordini. La scena della sentinella tedesca che offre del cioccolato al protagonista, e poi quando Henri si è dispiaciuto per la morte del tedesco sono stati momenti molto toccanti.
Alla fine la metafora ci sta tutta: nonostante siano ancora in vita e seppur riuscissero a tornare alle loro case sani e salvi, in realtà una parte di loro è morta insieme ai compagni, insieme alle angherie, insieme ai corpi dilaniati e alle urla dei soldati francesi e non.
Ti devo fare i miei complimenti Star, questo racconto è stato davvero splendido e coinvolgente. Non ho riscontrato errori e il testo si è fatto leggere senza problemi, inoltre hai scelto i toni e il lessico giusto per descrivere un periodo tanto difficile della storia dell'umanità.
Bravissima!
Buon week-end,
Nina

Recensore Master
26/05/18, ore 12:23

Buongiorno carissima!
Che bello questo capitolo, nonostante non manchino scene di guerra e immagini cruente di corpi privi di vita con il sangue che scorre a fiumi, l'ho trovato pieno di umanità.
Ti sembrerà strano forse (o forse no, forse era proprio il tuo intento), ma ho scorto umanità nei piccoli gesti, partendo dal soldato che ha sparato al compagno pur di porre fine alle sue infinite sofferenze. Umanità vuol dire anche equità: quando il tedesco si è accanito su Henry e per un attimo i loro sguardi erano identici, entrambi combattevano per sopravvivere, entrambi colmi di paura. Infine l'arrivo dell'esercito vincitore nei sotterranei della fortezza, Henry li osserva e pensa che in fondo sono proprio come loro: stanchi e desolati a causa di una guerra che nessuno di loro vorrebbe combattere. Perché il brutto delle guerre è proprio questo: vengono combattute da esseri umani che si scannano tra loro senza che ne abbiano davvero motivo...
Un altro capitolo bello e suggestivo, complimenti!
Nina^^

Recensore Master
23/05/18, ore 13:59

Ciao Star!
Questa prima parte della mini-long è molto molto suggestiva. Le scene si susseguono come in un film, le ore passano, i giorni passano, così lenti e logoranti da portare alla follia i soldati in trincea. E alla fine lo stesso Gautier ha ceduto alla pazzia, sparandosi un proiettile in testa.
Oltre a tutta l'ambientazione che sei riuscita a ricreare (e che è risultata molto toccante), mi è piaciuto molto il passaggio da un periodo all'altro, senza troppe spiegazioni. Come ti dicevo prima, sembrava lo sbalzo temporale che spesso si vede nei film, dove non c'è bisogno di parole perché le immagini bastano da sé.
Complimenti e a presto,
Nina

Recensore Master
10/01/18, ore 15:41

Eccomi qua.
Permettimi di citare questa frase:
"Nessuno avrebbe potuto far ritorno da Verdun, anche i sopravvissuti si sarebbero trasformati in fantasmi. Le loro anime erano rimaste sepolte nei campi di battaglia accanto a corpi dilaniati di soldati senza nome e senza volto.
Una fila di scheletri marciava verso Douaumont, ombre oscure si stagliavano all’orizzonte nella rossa luce del tramonto."
Potente, straziante, spietata.
Davvero poetica. Mi sono commossa nel leggerla.
A dire il vero, però, tutto il capitolo è di una potenza assurda.
Anche nell'inferno della guerra, i soldati non appaiono disumanizzati; anzi, a tratti sembrano ancora più umani di chi è abituato ad avere tutto e a lamentarsi per un nonnulla. Mi riferisco all'abbraccio tra Picard e Henri, alla clemenza di Henri che lascia fuggire il ragazzino, al tedesco che offre al prigioniero la cioccolata, a Henri che ripensa alla sua fidanzata.
Bellissimo.
Mi prenderai per pazza, ma nonostante la crudezza del tema trattato questa storia mi ha commossa veramente.
Complimenti sentitissimi.
Alla prossima :)

Recensore Master
10/01/18, ore 15:20

Rieccomi!^^
Che bella storia!
Hai reso benissimo la paura, la disperazione, il senso di smarrimento dei soldati che si trovano invischiati in un conflitto che non comprendono fino in fondo.
Molto suggestiva la scena della colluttazione tra Henri e il tedesco, in cui il francese scorge negli occhi del nemico la sua stessa disperazione: una verità indiscussa, ma che molto spesso viene trascurata da chi non è avvezzo a questo genere di racconti.
Ho trovato il tutto molto realistico, a tratti quasi straziante, grazie alla tua narrazione diretta e priva di sublimazioni. Mi piace questa scelta di mostrare anche i dettagli più raccapriccianti (ma senza mai scadere nello splatter fine a se stesso come si vede certe volte!), è una scelta che si addice perfettamente alla narrazione e le dona spessore.
Complimenti meritatissimi anche qui!^^
A tra poco, per l'ultimo capitolo :)
(Recensione modificata il 10/01/2018 - 03:22 pm)

Recensore Master
10/01/18, ore 14:46

Ciao cara^^
Avevo occhieggiato già da un po' questa storia, e non mi sono pentita affatto di averla iniziata.
Come sempre devo lodare la tua capacità di evocare immagini e sentimenti potenti attraverso brevi istantanee, con una prosa semplice ma non scarna, che va dritta al punto. Il tuo stile ricorda moltissimo i resoconti di guerra, ma non si limita a riportare eventi e nozioni tecniche, anzi: la cosa che più mi colpisce dei tuoi racconti è l'umanità dei tuoi personaggi, che già in questo breve capitolo ci appaiono figure a tutto tondo. Ed è facile affezionarsi a loro, perché la potenza delle tue parole ci porta dritti in trincea, a soffrire e vedere gli stessi orrori insieme a loro... inutile dire che ho già fraternizzato con Henri, e che la morte di Gautier mi ha colpito molto.
Molto intenso e drammatico, davvero brava. A tratti mi veniva in mente la poesia "Soldati" di Ungaretti!
Vorrei saper comunicare anch'io così tanto, con poche parole!
A breve leggo anche gli altri capitoli! :)
(Recensione modificata il 10/01/2018 - 02:49 pm)

Recensore Veterano
19/12/17, ore 17:12

Ciao, cara!
Perdonami per il ciclopico ritardo con cui sto rimettendo mani nella tua bellissima storia. Mi ero promesso, ai tempi, di recensirla tutta d'un fiato... ma ahimè sono stato colpito da una serie di equivoci, da una larga mole di impegni e roba simile che mi ha completamente trattenuto lontano dalla piattaforma. Ho molto lavoro da recuperare, molte storie da leggere e tanto da scrivere... ma ho tutte le intenzioni, comunque, di portare a compimento la lettura di questa storia.

Dopo un breve ripasso dello scorso capitolo, mi sono gettato completamente nel bollente abbraccio di questi scenari che, ribadisco, sono vividi e pulsanti. Sì, pulsano proprio di un'energia bellica costruita a perfezione: la quantità di dolore, lo strazio dei corpi, la morte di ogni diritto dell'essere umano si concretizzano in queste righe, tra le prosa della tua storia, intrecciandosi in maniera favolosa. 
Le tue descrizioni del conflitto, con tutti i risultati sanguinosi e al limite dell'umano, sono ineccepibili, e riescono completamente a travolgere emotivamente e non il lettore, catapultandolo in quel mondo di sangue e terrore, laddove ogni uomo può essere nemico o amico, ma dove tutti sono comunque fatti di carne e ossa. 

Ho apprezzato molto il riferimento iniziale al trauma che corrode ancora l'animo e la mente di Henri, ossia la morte del compagno Gautier. Non solo, ho dato una grande importanza a due elementi che, secondo il mio personale parere, sono magnificamente concentrati nella storia e nel capitolo in questione: amicizia e amore. 

"​Subito cercò Picard, la presenza dell’amico servì a calmarlo. I due camminarono uno di fianco all’altro scambiandosi soltanto qualche frase di incoraggiamento."

Quella che mi appare davanti agli occhi è una scena idilliaca, dove i due amici percorrono lo stesso sentiero annacquato di sangue e cosparso di morti, con finta serenità e con reciproca stima. Temono per sé stessi e temono ognuno per la sorte dell'altro, ed è questo che li spinge ad incoraggiarsi: la paura che possano perdersi di vista da un momento all'altro, la paura che il conflitto possa prendere anche loro.

Ben resa anche la scena del corpo a corpo col militare tedesco, che sviluppa una contraddizione con il finale, un'altra perla del capitolo: i nostri, di fronte al nemico altrettanto sfiancato, appaiono questa volta non come soldati mossi da un'inimicizia di cui nessuno conosce probabilmente le cause, ma come esseri umani tali e quali alla loro controparte. E qui, quasi in modo circolare, si ripropone il tema del silenzio, quello contemplato dalla finta serenità di Henri e Picard, che questa volta viene utilizzato dai due partiti quasi a mo' di monito. Chissà se anche loro intendessero un minimo stimarsi l'un l'altro.

Prometto di passare quanto prima alla lettura dell'ultimo capitolo di questa storia che, seppur a piccoli sorsi, posso assicurarti di star apprezzando moltissimo. La tua prosa è impeccabile e il tuo stile rende tutto scorrevole, piacevole e per nulla pesante. 
A presto e scusa ancora per il ritardo: avrei dovuto informarti ;)

P.S. Ho letto la recensione che hai lasciato alla mia one-shot "Ser Carl e i Giganti di Kaaran"; anche lì, per mancanze di tempo, non ho ancora potuto risponderti a dovere. Non appena avrò uno spazio per me, ti ringrazierò adeguatamente per essere passata dal mio profilo ;)

Makil_
 
(Recensione modificata il 19/12/2017 - 05:15 pm)

Recensore Veterano
01/11/17, ore 15:41

Ciao, cara!
Piacere, sono Makil_, e sono arrivato qui dopo aver adocchiato il tuo nome in giro per la sezione storica del sito. Girovago da poco nella detta sezione del sito, perciò mi sto auto-iniziando, per così dire, a questo genere di letture qui sul sito. Certo è che adoro i racconti storici, specie quelli che lasciano trasparire un realismo tangibile e in cui permea un profondo senso critico, di qualsiasi genere. Complimenti a chi sa scriverne uno, e complimenti a chi non è mai sazio di informazioni, tanto da doversi sfamare - inevitabilmente - di dati storici di qualsiasi genere. E complimenti a chi, con i suoi scritti, vuol divulgare la sua sazietà di informazioni anche ad altri, perché questo è per me il racconto storico. 

Tu, cara, ci sei riuscita benissimo. 
Questo capitolo ne è la prova più importante. La Battaglia di Verdun, immersa in uno scenario tipico della nefandezza del primo conflitto mondiale, è messa in risalto da una serie di avvenimenti, intrecciati a personaggi già ben delineati, che ci vengono illustrati come tetri, caotici, sanguinosi e macabri. Insomma, tutta una serie di aggettivi che si affibbierebbero ad un conflitto, no? 

Attraverso la visione di Henri, il suo legame con Émile Gautier, completamente sconfitto da una follia terribile e le parole del tenente Monreau, l'affresco che ci dipingi, autrice, è uno dei più nefasti e carichi di tensione che si possa immaginare. 
Mi ha provato molto, ad esempio, leggere del siparietto breve in cui Henri brancica nel terreno madido di sangue e liquido viscido, o di quello in cui lo stesso personaggio passa tra le trincee e il campo avvolto dai boati tremendi delle granate e dalle loro apocalittiche voci d'esplosione.
Mi sono sentito immerso nel bailamme della battaglia, sporco di sangue e fango al pari di ogni altro partecipante. E questo, mia cara, è tutto merito della tua bravura in campo descrittivo. 
La storia, ti dirò, mi ha incuriosito molto. Leggerò a breve anche i due successivi capitoli. 

Complimenti vivissimi e a presto, 
Makil_
(Recensione modificata il 01/11/2017 - 03:45 pm)

Recensore Junior
10/10/17, ore 23:37

Buonasera!
Eccomi all'ultimo capitolo.
Crudo e terribilmente umano. Il ragazzino morto mi ha fatto venire una piccola fitta, ammetto. Non è colpa di nessuno ma...lui ed il suo compagno, giovanissimi ed inesperti, riponevano una fiducia timorosa nei confronti del veterano che, senza nessuna colpa, ha tradito le loro aspettative.
Poveri, poveri cuccioli macellati a pacchi per difendere la patria.
Da cosa, poi?
Da umani come loro, con le medesime paure e speranze, avidi di vita e quindi disposti ad uccidere per un giorno in più e la vana speranza di tornare a casa e riabbracciare i cari...
La guerra è terribile e non risparmia nessuno. Henri Bonnet lo ha capito a sue spese, nemmeno si sente più vivo. Non canta, non è felice della vittoria. E' solo uno scheletro che cammina, così come molti altri.
Non ci è dato sapere se tornerà a casa, un giorno. Sappiamo solo che una parte di lui è già sepolta tra le trincee di Verdun, assieme al tedesco che gli ha donato la cioccolata, Gautier e tutti gli altri.

L'ho letta con un cuoricino microscopico e sofferto. Scriverla deve essere stato piuttosto doloroso, immagino.
Una storia riuscitissima, prosa meravigliosa, cruda e poetica sull'insensatezza della guerra.
La metto tra i preferiti e rinnovo i complimenti.
A presto!

~Paws

Recensore Junior
10/10/17, ore 23:36

Buonasera ~
Con ENORME ritardo eccomi a recuperare questa magnifica storia!
Una storia terribilmente cruda e violenta ma anche molto umana, dove il vincitore ed il vinto finiscono per mescolarsi, fino a diventare la stessa cosa, indistinguibili l'uno dall'altro.

I tedeschi hanno conquistato il forte. Ma a che prezzo?
Morti e feriti. Lo sanno bene, con le loro arie stanche, mentre lasciano fuggire i malconci prigionieri dal forte.
Le guerre le decidono i grandi e loro, teneri e piccoli soldati, non possono che lottare per sopravvivere, fisicamente e mentalmente, appellandosi disperatamente a ciò che rimane della loro umanità.
Un amico, una lettera sbiadita della fidanzata...

Ed è qui che voglio complimentarmi vivamente: è un racconto molto duro e teso, che non si sofferma sugli aspetti tragici ma gli lascia fluire, sempre sull'attenti, in attesa del momento di pace o della granata che lo porterà via. Come se fosse davvero vissuto, nella sua interezza, da Henri Bonnet, senza inutili abbellimenti di trama.

Passo all'ultimo capitolo!
~Paws

Recensore Veterano
09/08/17, ore 12:48

La prigionia nella prima guerra mondiale (come in tutte le guerre precedenti e in quelle successive) vedeva spesso l' utilizzo di campi di internamento militari dove, in alcuni caso, le condizioni di vita non differivano molto da quelle delle trincee... in questo caso Henri e Moreau imprigionati presso le trincee nemiche non hanno vissuto fortunatamente anche quel pezzo di guerra potendo sperare in una liberazione poi avvenuta una volta caduta la trincea "nemica".... nemica? Le lacrime di Henri davanti al corpo martoriato del giovane soldato della cioccolata sembrano chiedersi "perché?" come anche perché è la mia domanda di fronte alla presa di coscienza della "morte dei vivi" sopravvissuti al fronte dopo sangue e morte.

Recensore Veterano
09/08/17, ore 12:20

Che sia nelle viscide trincee dove si annega nel fango o tra le mura delle fortezza bombardate per i soldati la guerra non cambia molto nel suo orrore... il protagonista sotto il peso degli orrori comincia a vacillare e solo portare la mente fuori da quell' inferno può essere di consolazione o flebile speranza. Buon capitolo. La lotta con il tedesco disperato mi ha ricordato la Guerra di Piero di De Andrè... ottima anche la rappresentazione della fratellanza fatta di regole non dette tra i soldati dei due schieramenti (La Tregua di Natale insegna).

Recensore Veterano
06/08/17, ore 13:04

Quando mi trovo di fronte alle storie che rievocano il disastro umano della Grande Guerra la prima cosa che mi viene in mente è semplicemente "Perché?"... una guerra sanguinosa e disastrosa, milioni di morti, famiglie distrutte e nazioni talmente segnate dal conflitto da scivolare nel burrascoso dopo guerra nell' incubo dei fascismi. Tutte le sofferenze dei soldati al fronte a cosa sono servite a fronte della pessima gestione della pace operata dagli stessi leader che durante la guerra hanno mandato migliaia e migliaia di ragazzi al fronte a farsi massacrare? Non si può neppure dire che l' umanità abbia imparato la lezione dato il resto della storia del 900 (e la nostra storia recente). In ogni caso bella storia. Rievoca molto bene il sangue, il terrore e soprattutto il fango delle trincee... appena possibile leggerò il resto con molto interesse.

Recensore Master
01/08/17, ore 13:09

Che finale eccezionale. Dolorosissimo, poetico, terribile. I sopravvissuti sono i morti, i morti hanno trovato una pace terribile e silenziosa e tutto si confonde nell'ultima marcia, dove anime e scheletri sembrano separati in quello che sembra una sorta di apocalisse biblico.

Davvero, non ho altre parole, è una delle chiuse di racconto storico più evocative che ho letto.
Complimenti.

Morgengabe

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