Recensioni per
Malombra - Le origini di un eroe
di La_Moltitudine

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
06/07/17, ore 14:27
Cap. 11:

La signora aveva una ragnatela di rughe al posto del viso, [...] pareva avesse duecento anni <--- https://www.youtube.com/watch?v=9no_lgCOsI4

Scusami, non ho resistito alla tentazione. A parte queste sciocchezze: oddio, il fatidico incontro è quasi arrivato! Non vedo l'ora di leggere. Come sempre, scrivi che una meraviglia. Malombra: lo sapevo che si faceva chiamare così u.u La sentinella di sentinella fa decisamente... schifo. Non volevo dirlo, ma purtroppo è così.
Tra poco leggerò anche il 12esimo: sono troppo curiosa, per la miseria! I miei complimenti per come riesci ad intrattenermi. È colpa tua se trascuro lo studio, sappilo.
Un bacio,
Rory!

Recensore Junior
04/07/17, ore 18:10
Cap. 11:

(Eccomi, ritardataria e logorroica come avevo anticipato)

Buonsalve! Devi sapere che io uso una tecnica ben collaudata per capire quanto un testo è coinvolgente. Sarebbe, comincio a leggerlo all’una e mezza di notte e vedo per quanto tempo riesce a risultarmi più d’intrattenimento del mio letto. Sì, lo so, è geniale, congratulati pure u.u
Quiiindi, com’è andata la Malombra in quanto a coinvolgimento? Mezz’ora. Niente di terribile, ma si può fare di meglio – più avanti nei capitoli, com’è ovvio, ha cominciato a interessarmi di più, ma solo perché ho apprezzato altri aspetti della storia e dello stile che mi hanno fatto pensare “ehi, è di qualità, diamogli fiducia!”; ma non dovrebbe essere il lettore a investire il suo interesse, dovrebbe sentirselo strappare anche contro la sua volontà, e questo coinvolgimento istantaneo mi è mancato.

Una delle ragioni sta negli infodump. Sono dell’opinione che un infodump, se proprio strettamente necessario, non deva essere più lungo di tre righe e non deva assolutamente comparire nel primo capitolo. Tu li inserisci di continuo, e visto che scrivi bene, a tratti sono anche piacevoli; ma se si contano pure le descrizioni lunghe e frequenti, dopo un po’ la piacevolezza si perde e il lettore medio (cioè, io) comincia a scalpitare perché vuole la trama. Però non ti direi mai “senza le descrizioni la storia mi sarebbe piaciuta di più”; non è vero, perché il tuo stile, il tono che vuoi dare agli eventi, mi sembra profondamente legato alla composizione attenta delle atmosfere, degli ambienti, dei dettagli della quotidianità. Il tuo scopo, dall’impressione che ho avuto, è inserire il lettore una società che gli appaia il più possibile ben delineata e verosimile, concreta, ma farlo con pacatezza ed eleganza. Il difficile è riuscirci senza annoiare.

Fidati del lettore! Fidati di noi! :) E’ il primo consiglio che mi viene in mente. Gli infodump nella maggior parte dei casi non sono necessari quanto sembra; dai tempo al lettore di arrivare al quinto capitolo, e avrà appreso o intuito da quello che succede, dai dialoghi, dai comportamenti, tutto quello che un infodump gli può dire d’importante. Se non l’ha appreso, magari non è importante, non per la trama. Sono veramente pochi i casi in cui il lettore “non capisce” e si irrita per questo; porsi domande e aspettare di avere abbastanza elementi per collegare da sé i punti coinvolge, a patto che questi elementi vengano serviti. Mentre gli infodump irritano al 100%, rompono la naturalezza, quindi rompono il coinvolgimento, e sono un po’ una resa dello scrittore: “Non posso mostrartelo, te lo devo raccontare io, fermati e ascolta”. Il tuo modo di raccontare sarà anche bello, ma il lettore non vuole stare fermo. Per questo bisogna chiedersi dieci volte se quell’informazione ha un’utilità, se quest’utilità compensa il sacrificio, e se non c’è proprio nessun modo di farla assorbire con il mostrato che non vada a sacrificare qualcos’altro (tipo, boh, l’organicità della storia). Non parlo solo degli infodump veri e propri, ma anche dei mini-infodump, informazioni che spuntano un po’ ovunque senza molta attinenza con quello che i personaggi stanno vivendo.

Ad esempio, raccontare dei componenti della famiglia di Giacomo e dei loro mestieri; volevi sicuramente far capire che Giacomo non ha trovato stabilità a differenza degli altri, ma secondo me è superfluo, perché vedendo, sentendo, vivendo quello che Giacomo fa, io percepisco benissimo che non è stabile. Di Lisa al momento non mi interessava niente, e anche quando/se comparirà non mi ricorderò quello che mi hai raccontato di lei. Ho bisogno di cose concrete, mostrate, a cui aggrapparmi. Giacomo entra nella stanza di Lisa, ora vuota, e non ci ha ancora fatto l’abitudine? Giacomo sorride rigirandosi in mano il rossetto che si è dimenticata lì, perché lasciava sempre tutto in disordine? Giacomo si imbatte nel peluche a cui Lisa aveva strappato la testa per ripicca mentre litigavano? Dopo che mi hai fatto percepire questo, puoi dirmi che è andata a Londra e io me lo ricorderò; se non è abbastanza importante da sprecare inchiostro a farmelo vedere, ti dovrebbe venire il dubbio che neanche l’informazione in sé sia importante.
Si sente benissimo che alla storia hai lavorato molto, sei sceso nei dettagli, hai costruito accuratamente; ma più si è affezionati a una storia, a dei personaggi e a un’ambientazione, più non si deve cadere nella tentazione di condividere tutto il possibile con il lettore, anche quando non necessario.

“Il vero problema del Pagusa stava nel suo caratteraccio: era annoiato da più o meno qualsiasi cosa, tendeva a porsi in modo caustico e cinico verso chiunque, rendendo difficile il suscitar simpatia nelle persone intorno a lui, anche quando faceva del bene.”

Io non sono una purista dello "Show, don’t tell!", ma sono sempre a suo favore quando si tratta di descrivere un carattere - specie se si tratta di un protagonista. E non è la questione del “non voglio sapere tutto di lui fin da subito”: non hai certo detto tutto, la gradualità la rispetti, riveli pian piano. Ma secondo me rivelarla così danneggia il personaggio: io Giacomo voglio conoscerlo vedendolo, non sentendomelo raccontare; non me ne importa niente del giudizio del narratore, sono io che sto leggendo e che devo costruirmi Giacomo nella mia testa per affezionarmi. Non lo costruisco con un raccontato, perché il raccontato non comunica; banalizza. Voglio leggere "lui", non su di lui.

Anche per quanto riguarda l’introspezione, ho due esempi da farti.
“L’Ombra lo inquietava, ma al tempo stesso era la forza cui si richiamava quando le cose si mettevano male. Chi dei due era la maschera? Giacomo Pagusa, detto Jack, o l’Ombra, in piedi di fronte a lui?”

Questa è una domanda che si sta ponendo Giacomo. Il lettore può sentire il suo dubbio, può vederlo incerto davanti a uno specchio con l’immagine di un demone dagli occhi rossi, può inquietarsi.
Anche se l’inquietudine sarebbe stata più concreta se questa scena fosse stata messa dopo il combattimento, quando non c’è bisogno del narratore per sapere cos’è l’Ombra, comunque è una bella introspezione. Spontanea e un po’ ambigua, come l’introspezione dovrebbe essere.

“E poi c’era lui, il Pagusa, che a parte l’eroe non avrebbe saputo che altro fare nella sua vita. Qualsiasi alternativa gli destava solo noia, e alimentava quel sentimento di vuoto che riempiva le sue giornate. Se aveva scelto di essere un eroe, non era per nobili ideali, tutt’altro, negli ideali non ci aveva mai neanche creduto. Tutto ciò che lo motivava era la frenesia data da quella violenza socialmente accettata, quel superare le proprie paure, dimostrando a sé stesso di avere coraggio, di servire a qualcosa, anzi, di valere qualcosa.”

Quando l’ho letta una parte di me diceva “Bel personaggio, cavolo, questa cosa del fascino per la violenza socialmente accettata mi piace”, ma l’altra parte diceva “Chissà quanto mi sarebbe piaciuto intuirlo da me durante la storia, sentendo cosa prova quando pesta qualcuno”. Tra sentire e sapere non c’è paragone; questa è troppo esplicita e poco comunicativa a livello emotivo per essere introspezione, è informazione. Un’informazione interessante, ma un potenziale sprecato.
La cosa bella è che tu mica non lo metti perché “non ti va” di perdere pagine a mostrarlo: i pestaggi ci sono, la sua ferocia è mostrata! Avrei intuito questo lato del suo carattere anche senza l’aiuto del narratore; leggerlo prima di assistere alla sua violenza durante il pestaggio non me l’ha resa più chiara, solo più ovvia.

Altro esempio simile, su Gaetano, per cambiare: “Ecco che ancora una volta cercava di fuggire dal suo lavoro, e questo lesto lo ritrovava, sottraendolo a una quiete che per quanto disperatamente ricercata, forse non desiderava affatto, nel profondo del suo cuore.”
Mentre lo leggevo, lo sapevo già. Hai già mostrato la sua curiosità verso Giacomo, il suo rapporto con l’eroismo, l’hai mostrato gradualmente e molto bene, direi. Gaetano non è un’anima stanca e inquieta perché ha bisogno di una vacanza, lo è perché gli mancano i suoi giorni da eroe, questa era l’idea che mi ero fatta. Che avevo percepito. Esplicitandolo togli semplicemente spazio all’interpretazione del lettore, e io, come lettore, il mio spazio lo voglio. Il tuo narratore è un po’ troppo intrusivo.
...Wait: mi è venuto il dubbio che forse quello non fosse un commento del narratore ma un pensiero di Gaetano, e in questo senso non l’avrei percepita come informazione inutile ma come presa di coscienza del personaggio. Il fatto è che a quel punto nella lettura mi era abituata ai commenti del narratore, e mi sarebbe servita una spintarella per entrare nella testa di Gaetano, prima di ascoltare la riflessione sul volere o no una vacanza (magari anche soltanto vederlo aggrottare le sopracciglia).

Esempio positivo: il modo in cui Giacomo controlla se ci sono like sulla foto del pestaggio di instagram. Quello mi ha inquietato, perché non c’era il narratore a dirmi che era inquietante, c’era solo un ragazzo di diciotto anni che guardava la violenza appena compiuta – che il lettore ha visto a sua volta - sperando di avere un seguito.

Ultimo esempio, poi giuro la smetto di annoiarti (ho appena realizzato che sono uscite due pagine word D:). Atto II, il dialogo di Madge e Jack: inizi con un infodump sul loro rapporto, e già lì dicevo “Mostrato sarebbe stato meglio”, poi cominciano a parlare e… Fanno capire tutto. Tutto quello che hai detto nell’introduzione, che poteva veramente essere tagliata di netto. Per carità, utilizzare un dialogo al posto di un infodump può essere orrendo, i dialoghi-infodump a volte sono forzati in maniera fisicamente dolorosa, ma il tuo era uscito bene. Era naturale come gli altri tuoi dialoghi, non imboccava il lettore, lo rendeva partecipe molto meglio di quanto poteva fare il raccontato iniziale o la tua scelta di farlo assistere alla scena dopo il raccontato iniziale. Stesso discorso di prima: dopo, il lettore ha l’impressione che non ci sia niente da scoprire; banalizzerebbe qualsiasi cosa profonda, perché la profondità è data dalle sensazioni che condividiamo sul momento, non dalle informazioni.
Insomma, nel tuo caso non ti sto parlando di “Show, don’t tell!”, ma di “Show as you can, don’t tell too much, and don’t do both!”
 
Altre osservazioni random e chiudo: (per random, intendo random)

  • 1. Come già detto, le descrizioni le ho apprezzate, hanno un tono poetico al punto giusto, e anche alcune delle più semplici le trovo fatte molto bene (come l’inizio primo capitolo). Quelle più noiose invece sono quelle statiche (come il vestito di The Gentlemen al primo capitolo). Insomma, ti consiglio di aumentare le descrizioni dinamiche, fatte per verbi oltre che per aggettivi. Ti vengono pure bene, quindi…
    2. …Broccolo*-* E’ uno dei nomi più belli della storia della letteratura.
    3. ...Ma c'è una fazione di eroi criminali? *-* Comunque, Marcellino, confido in te. Come main villain lui mi ispira.
    4. La trama, come pensavo, è originale e penso abbia un bel potenziale, tra l’A.E, Triade, Instagram e psicologia inquieta dei personaggi. Ben impostata, insomma, promette diversi conflitti su diversi piani.
    5. Il carattere della storia mi sembra piccolo, ho ingrandito per leggere. Di solito la visualizzazione cambia passando da telefono, Ipad e computer, non c’è una grandezza che vada bene per tutto, ma la maggior parte su efp sono scritte più grandi (mi pare).
    6. Ti consiglio di usare le virgolette « » invece dei trattini, sia perché sono più eleganti, sia perché ti permettono di far interrompere le frasi ai personaggi con più chiarezza e naturalezza, mettendoci un trattino. Intendo:
“«Ma questa osservazione è praticamente inuti-»
«Coscienza, taci.» La interruppi”
  • 7. Non mi convince molto il capo della banda con la pistola che aspetta che tutti e sei i suoi scagnozzi siano umiliati prima di tirarla fuori. Poveri scagnozzi. Però la scena del combattimento mi è piaciuta molto, c’è un mix ben riuscito tra mostrato e raccontato.
    8. Non so se l’hai già letto, ma una tizia chiamata Gamberetta ha scritto nel suo blog un mini-manuale molto completo sullo Show don’t tell (anche su dialoghi e descrizioni); non concordo in assoluto con tutto quello che c’è scritto, ma l’ho trovato utile, se vuoi te lo linko.
    9. Continuerò a seguire la storia, ma se recensirò di nuovo sarà una recensione breve e semplice, promesso! :D
    10. La cosa più banale che ti può consigliare un recensore: continua a scrivere, perché cavolo, scrivi bene. Sono solo molte scelte stilistiche che non condivido, ma quelle sono scelte: tutte le tecniche raccontato/mostrato/descrizioni varie che ho consigliato o criticato le sai già utilizzare, lo so dal terzo capitolo. Non lo dico per dire, insomma: nella tua scrittura, oltre che impegno, c'è potenziale. 

  •  

Recensore Master
04/07/17, ore 13:52
Cap. 11:

Hai trasmesso benissimo la sensazione di attesa e speranza che prova Jack aspettando il telegiornale.
L'unica cosa che non mi convince del tutto è che non ci sia neanche un riferimento alla famiglia.
Dal capitolo 9 sappiamo che la madre è in casa, in questo viene scritto "Dopo aver imposto il silenzio in tutta la casa" quindi non dovrebbe essere solo.
Secondo me ci andava qualche riferimento ai suoi genitori, anche semplice "i suoi genitori presero a borbottare fra loro preoccupati".
Per il resto tutto bene, anche se prima mi esalti l'animo con l'inizio per poi interrompere il capitolo troppo presto, lasciandomi in attesa del prossimo capitolo.