Ciao Threathlist, immagino tu sia –Thera- del forum di League of Legends, perché ricordo di aver intravisto la tua storia fra le discussioni dedicate alle creazioni della community. Rammento di essere sempre stata tentata di leggere la tua storia, ma la mia scarsa frequentazione del forum ed una certa avversione per il sistema di gestione delle pagine, mi impediva di essere particolarmente attiva. :D Sono contenta che ti sia iscritta ad EFP ed abbia pubblicato la tua storia qui, frequento e conosco molto di più questo sito, così ho potuto leggere finalmente tutti i sedici capitoli, senza intoppi! :D
Devo dire che sono rimasta colpita dalla storia e dagli intrighi che lascia presagire, sono sempre entusiasta quando un autore cerca di uscire fuori dagli schemi, per proporre una sua visione di un mondo in ristrutturazione come quello della Lega delle Leggende, cercando di gettare delle basi interessanti che possano andare al di là del racconto intimista o autoconclusivo. Grazie alle tue recensioni sul forum, sono riuscita a riconsiderare la mia storia sotto un nuovo punto di vista, perciò colgo l’occasione per fornirti una mia critica costruttiva a riguardo della fanfiction, con la speranza di poterti aiutare a mia volta nella progressione della tua scrittura e delle tue idee! :D
Parto da due solidi presupposti: l’intrigo della storia e lo stile sono piacevoli ed interessanti, la critica riguarda principalmente i personaggi a cui essi sono al servizio. Partirò da quello che più di tutti mi ha perplesso, ossia Caitlyn: lo Sceriffo di Piltover risulta più un espediente anziché un personaggio a tutto tondo, tant’è che non si riesce a percepire perché ella dovrebbe essere così condizionata dal lavoro di Jhin e nemmeno perché questo dovrebbe spezzarla interiormente. Perché una donna come lei, ormai conscia del male che si nasconde nella sua città, dovrebbe provare queste emozioni totalizzanti? L’idea che si cela dietro mi ha ricordato molto Akane Tsunemori di Psycho-Pass alle prese con Rikako Oryo, la studentessa con la passione per l’omicidio delle sue compagne di scuola, di cui dopo lei plasma la forma per creare opere d’arte a dir poco macabre. La differenza più evidente è che l’Ispettrice di Psycho-Pass è poco più di una recluta, mentre Caitlyn ha una storia completamente diversa, essendo una persona che entra fra gli agenti di Piltover dopo aver già subito un trauma ed aver affrontato altri casi privatamente. Un introspezione maggiore, il mostrare i suoi sentimenti ed i suoi pensieri avrebbe aiutato a capire un po’ di più il personaggio, facendo comprendere da dove arrivasse l’orrore che ella viveva in quel momento.
Questa scarsa attenzione per Caitlyn, che si rivela un personaggio decisamente importante nel climax della storia, porta ad uno sbilanciamento verso i due protagonisti, Sona e Jhin, che soffrono di un problema diverso ma, per certi versi, simile. È particolare la visione che mostri di Sona, un’artista molto sicura di sé e delle sue doti, diversa da quella a cui io penso, ma l’interpretazione è comunque interessante, soprattutto perché suscita il desiderio di capire da dove derivino certe sue spiazzanti ed incrollabili sicurezze, come se avesse riflettuto per anni su determinati argomenti, mostrando una somiglianza con il Virtuoso.
Il problema è che entrambi sono ricoperti di una glassa stucchevole e questo mi fa sorridere, perché viene da pensare al silenzio che Sona valorizza in una sua considerazione, all’inizio: i personaggi sono pomposi, raggomitolati su loro stessi nella maggioranza dei momenti in cui compaiono. Non c’è spazio per momenti di silenzio dalle loro continue elucubrazioni, nella forma di discussioni o semplici attività, che avrebbero potuto bilanciare il racconto, dando la possibilità di capirli un po’ meglio mostrando i loro comportamenti al di fuori dei loro pensieri, i quali paiono più dei trattati. Non appaiono come ciò che penserebbero due persone le quali, per quanto speciali ed uniche, vivono comunque in un mondo reale in cui i loro atteggiamenti possono modellarsi in base alle altrui reazioni. Toglie tantissimo alla capacità di entrare in contatto con loro, perché non sembrano dei personaggi con cui sia possibile, un minimo, relazionarsi, ma degli archetipi senza una vita. Per fare un esempio, trovo comprensibile una tale capacità di riflessione persino nelle situazioni peggiori da parte di Jhin, perché la sua identità pare più quella di una creatura sovrannaturale anziché umana (come Louis di Intervista col Vampiro), mentre risulta a dir poco sconcertante questa capacità da parte di Sona, la quale rassomiglia ad una Mary Sue per la freddezza di date sue scelte ed affermazioni, non spiegate in maniera esauriente.
Ci sono altre cose che mi hanno fatto storcere il naso, una su tutte la facilità con cui Jhin sale sulla Leviathan ed uccide Matilda, totalmente inspiegata. La finta morte di Jericho può essere comprensibile, considerato il fatto che l’Alto Generale non si sarebbe lasciato uccidere così facilmente e questo rende la sua menzogna un po’ troppo telefonata. Questa mancanza deriva dal fatto che il ritmo sia troppo serrato, non vi è la possibilità di comprendere, perché l’inquadratura si è già gettata su un’altra scena. Da un certo punto di vista, la fanfiction mi è sembrata una bella serie di momenti collegati fra di loro da un filo fin troppo impercettibile, senza la costruzione di una vera e propria architettura, con lo spazio necessario per far respirare i personaggi.
Sono così critica perché le idee alla base sono molto interessanti e mi piacciono i dialoghi, soprattutto fra i Campioni, perché permettono di vederli tra di loro in relazione, donandogli un po’ di spessore (parlo in particolare di Vi e Catlyn o lo scambio fra Swain e Camille). Ma il modo in cui i personaggi sono gestiti richiede un maggiore approfondimento e la capacità di entrare in contatto con loro, per mostrarli come uomini e donne tangibili e non semplici pedine su una scacchiera, cercando di equilibrare il tutto spezzando il ritmo serrato con momenti più introspettivi e tranquilli.
Complimenti ancora per l’impegno e la pazienza nel portare avanti un progetto complesso come questo, spero che la mia recensione possa esserti d’aiuto. Sono veramente curiosa di vedere come proseguiranno le altre storie collegate! :D |