Recensioni per
Il colloquio
di Lupoide

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
23/01/20, ore 22:21
Cap. 1:

Buona sera, dopo aver trovato finalmente un poco di tempo libero sono riuscita a leggere un altro dei tuoi piccoli capolavori.
Mi complimento per la sensazione di ansia perenne che hai saputo darmi ma soprattutto anche per come hai curato la parte del colloquio di lavoro.
Chi non si è mai trovato in tale situazione? Stessi pensieri, stesse paure... è meraviglioso riuscire ad empatizzare così tanto con un protagonista.
E a parte questo, è spaventoso di per sé un colloquio che finisce in questa maniera ma caspita, essendo che si tratta di un'agenzia di riscossione è anche peggio.
Personalmente credo tu sia riuscito a descrivere in chiave horror tutto ciò che non va nella società, dunque i più sinceri complimenti per essere riuscito nell'intento.

Ci leggiamo presto!

Recensore Junior
19/11/19, ore 16:02
Cap. 1:

Recensione Premio per il Contest "Giardino - tra Foglie e Vita"

Ciao! Eccomi qui con la prima recensione premio, dunque ho scelto questa storia sia per la trama, sia per il titolo (perché sono una di quelle persone che viene attirata molto dal titolo), sia per il consiglio di Valeria, che mi ha suggerito questa storia. Sono vari gli aspetti che mi hanno colpita di più, lo stato d'ansia del protagonista descritto nei minimi dettagli, la metafora finale è il tocco di soprannaturale che cottradistigue il plot twist. Fino alla fine il senso di curiosità mi ha divorata perché volevo scoprire il segreto nascosto all'interno di questa azienda, ci si arriva in modo piuttosto lento (questo è uno dei pochi appunti che ho da fare), ma la curiosità regge per tutto il racconto. Il ritratto del protagonista è ottimo, mi è piaciuto anche notare qualche piccolo dettaglio come i vari errorini che commette per l'agitazione nelle conversazioni ad esempio. La parte più interessante però, almeno per me, è stata la grande metafora inserita sopratutto alla fine, ovvero il "succhiare/prendere" letteralmente il sangue della povera gente che per vari motivi non riesce a ripagare i propri debiti. Insomma, è un ottimo spunto di riflessione.

Elisa

Recensore Master
13/11/19, ore 19:44
Cap. 1:

Ciao! Sono passata a leggere questa storia, incuriosita dall'anteprima nell'introduzione. È stata una lettura sicuramente particolare. L'introspezione del protagonista è resa benissimo e mi è piaciuto molto vedere come l'ansia naturale e normale di un colloquio sia stata descritta in modo preciso e plausibile... Salvo poi scoprire che il vero motivo di preoccupazione sarebbe dovuto essere un altro. Forse la scoperta finale sulla vera identità di Massimo è arrivata troppo rapidamente, ma personalmente questa soluzione di scrittura mi è piaciuta: rende proprio la condizione mentale del protagonista che, totalmente assorbito dalla sua ansia personale, quasi è cieco di fronte ai segnali esterni finchè la sconcertante realtà non gli si palesa del tutto davanti. Una storia diversa e interessante. Complimenti per l'idea! A presto:)

Recensore Master
01/11/19, ore 11:30
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Horror post moderno, in poche parole e in una unica OS l'autore riesce a rendere pregnante un tipo di sgomento che tutti noi abbiamo affrontato. La presenza di mostri al suo interno è pura allegoria della condizione umana di questi tempi, senza alcuna esagerazione.

Recensore Master
01/11/19, ore 11:28
Cap. 1:

Ciao!

Ti dirò schiettamente che questa OS è andata ben oltre i confini della gradevolezza nel mio caso, dato che l'immedesimarmi con Angelo Olivetti è stato sin troppo elementare poiché mi è capitato un colloquio pressoché identico a quello affrontato da lui, solo che nel mio caso non c'erano lupi mannari veri (e non so se sia stato meglio o peggio). Bravo, anzi bravissimo: come mi capita di dire spesso quando leggo storie horror o che rasentano tal genere, utilizzare semplicemente essere umani per rappresentare situazioni che generano paura e sgomento è la scelta migliore senza scomodare vampiri , fantasmi o lupi mannari, per restare in tema. Si comprende sin troppo bene che si tratti di una mera allegoria: Mr.Luperco parla come un qualsiasi HR umano di una società che si occupa di recupero crediti, tranne probabilmente per il riferimento ai predatori e alle prede ma sono certo che è stata soltanto la mia fortuna a non avermene fatti incontrare. Sei stato capace di toccare i tasti giusti del mio sgomento con grande efficacia, ti metterei una bandiera super verde ma ahinoi non è prevista. Farò un tentativo di segnalarti alle storie scelte, anche se non so se funzioni ancora il servizio.
Un caro saluto e a presto.
Will D.

Recensore Junior
24/10/19, ore 17:29
Cap. 1:

Ultima recensione premio! Anche se sono mortificata per questa bandierina azzurra...

Allora... anche qui mi tocca segnalarti che è necessaria una revisione, anche se meno invasiva rispetto agli altri capitoli che ho letto. Però ti consiglierei di rivedere la punteggitura, correggere qualche parola che è stata lasciata incompleta e di infilarci qualche sinonimo in più.
Lo so che centra poco nulla, ma dopo un po' ho trovato quell'"ehm" ripetuto sempre nei dialoghi veramente superfluo e ripetitivo.

Passando alla storia, mi è piaciuto particolarmenti l'inizio: quel dettaglio sulle dita scottate che pian piano si amplia e delinea tutta la situazione del protagonista. Molto bello, attira molta curiosità.
Altro dettaglio che mi è piaciuto davvero tanto è stata la descrizione dell'ansia e del panico di Olivetti; mi sono piaciute davvero tanto queste descrizioni, le ho trovate originali e coinvolgenti. Trovo tu sia davvero bravo a dare vita ai personaggi e questo invoglia davvero alla lettura.

Adesso che abbiamo spiegato il perchè mi sia piaciuto l'incipit del racconto e del perchè ne abbia apprezzato particolarmente i tratti introspettivi, passiamo al perchè il testo non mi sia piaciuto nel suo complesso.
Sinceramente la seconda metà non mi ha colpita particolarmente... Non saprei ben dire il perchè, ma non mi ha appassionato. Non mi ha nemmeno attratta troppo il passaggio dalla situazione quotidiana descritta all'inizio verso quella anormale dentro gli uffici. Non mi ha inquietato come dovrebbe, non mi ha trasmesso quel senso di alienamento, di irrealismo che solitamente questi passaggi trasmettono.
Secondo me, tutto ciò, può essere attribuibile al fatto che è tutto... troppo diretto. Non vi è un senso d'angoscia crescente (o meglio... c'è all'inizio durante l'introduzione della storia quando empatiziamo e conosciamo il protagonista), diciamo che i dettagli (quelli che dovrebbero farti capire che la situazione sta degenerando, che dovrebbero farti rabbrividire) sono semplicemente messi nel testo senza una vera e propria evoluzione. Messi lì per farti capire dove la storia andrà a parare

Prendo ad esempio questo punto:
"Osservandolo bene, Angelo, cominciò a notare che Massimo aveva qualcosa di insolito e strano. Era molto peloso, tanto che dei lunghi peli neri fuoriuscivano dai polsini e dal colletto della sua camicia, il viso era stranamente lungo e da lontano anche le unghie sembravano tanto lunghe da apparire quasi ricurve."

Questa scena, che dovrebbe essere un crescendo di tensione perchè il lettore sta iniziando a delineare il pericolo, ma personalmente mi ha solo comunicato un "oh, ok... ecco il mostro della storia... bene, più o meno so com'è fatto, grazie per la descrizione".

Una cosa che però mi è piaciuta molto è stata la reazione impassibile del protagonista, che non ha consapevolezza (oppure sì... affascinante dettaglio!) del mondo che si sta modificando attorno a lui.

Hai trattato con molta cura l'interriorità le la psicologia (fai capire cosa succede dicendolo in modo sottile o comunque in chiave narrativa) del protagonista, ma tutta il resto mi ha lasciata abbastanza delusa (ho trovato che infrangessi la regola dello show don't tell quando non era ancora il momento di dichiarare palesemente la natura di questi mostri, rendendo il tutto abbastanza didascalico).

Per dire, questa descrizione mi è piaciuta molto anche perchè era alla fine, nel posto giusto, quando la natura della creature era stata praticamente svelata:
"In quel momento vide un lampo nello sguardo mentre la conformazione dei lineamenti di Luperco cominciò a mutare, allungandosi e protendendosi verso l'esterno. Cominciò ad aumentargli visibilmente il pelo sul corpo, tanto che dai polsini e dal colletto cominciarono a fuoriuscire gli stessi lunghi peli neri che aveva visto pochi minuti prima nella stanza di Massimo, la mandibola schioccò mentre si ristringeva e allungava sporgendo notevolmente. Le orecchie cominciarono a farsi a punta e a spostarsi verso l'alto mentre le unghie curate cominciavano a trasformarsi in lunghi artigli ricurvi."

Detto ciò, spero che tutto sia chiarom nel caso fammi sapre!

Recensore Junior
18/10/19, ore 15:15
Cap. 1:

Ciao Lupoide,
sono **Alya92** su EFP e Lara Spadaro su Facebook.
Rieccomi qui. Ho prenotato l'ABC delle Recensioni al Giardino e ho letto questa one shot, che era tra le due da poter vedere.

Allora, premetto che per me i lupi sono animali affascinanti e che ADORO veramente le storie su licantropi e lupi mannari - saprai che hanno differenze l'uno dall'altro - .

Allora, ho letto questa one shot e anche se è un pezzo unico, devo dire che hai caratterizzato fisicamente e caratterialmente i personaggi, attraverso le descrizioni fisiche ed il diverso modo di parlare - anche se sembrano personaggi di un livello medio-alto - .

E' stato dettagliato il particolare delle dita per la sigaretta, all'inizio del testo, fino ad uno 'zoom' sulla mano e poi sull'azione del protagonista Angelo e del uso dialogo a se stesso. Sei stato davvero descrittivo puntigliosamente, come se una telecamera ingranasse dal particolare delle dita alle mani di lui, fino al vestiario. La particolarità è che l'hai descritto facendolo anche agire, dando un po' di movimento anche a questo passo. In più, dopo un po' lo collochi a Piazza Barberini - uno dei luoghi preferisco in tutta l'Italia - . Il particolare del tritone è azzeccato.
La prima parte riguarda appunto la corsa del protagonista e del movimento che hai posto con una descrizione sparsa, per ravvivare la lettura, la seconda riguarda l'attesa ed il primo impatto con il sig. LUPErco - del quale dice un bel cognome stesso - , e la terza il giro dell'azienda che riguarda il segreto dello stesso capo aziendale.
In ogni parte ho trovato descrizioni ai luoghi ed un po' di 'miccia' per tenere viva l'attenzione - il caso dei due coniugi - .
Il finale è stato entusiasmante e colpisce perché già avevi messo degli indizi... potresti scriverci una long fiction se vorrai, per le descrizioni e l'ambientazione accurata.
Si vede che i sei documentato come sono un po' i palazzi curati di Roma, dve io sono pure andata.
Un lavoro ben fatto ed accurato anche il tuo, molto realistico.
A presto ed un abbraccio,
Alya92

Recensore Master
18/10/19, ore 10:01
Cap. 1:

Beh, sono senza parole. Però devo recensire, e qualcosa va detta! Dunque, ammetto di essere rimasta molto incuriosita dal titolo e dalle battute iniziali, ma che dal contesto non sapevo proprio cosa aspettarmi da questo racconto. Un giovane che va a un colloquio di lavoro non è niente di che, normale amministrazione; una compagnia di successo sita in un edificio imponente e grigio, quasi noioso, se non fosse per il modo semplice ma d'impatto con cui li descrivi. Tanto che il modo in cui Angelo viene accolto risulta irritante, per non parlare della sequela di corridoi e porte di cui parli, che diventa asfissiante, angosciante e claustrofobica. Per poi dare un alito di respiro solo quando Olivetti arriva nell'ufficio di Luperco, che è invece luninoso e finestrato, o perlomeno penso. La continua e persistente paura del giovane di non essere adeguato ne all'altezza del suo compito è ben espressa, come il concetto che credo tu abbia voluto esprimere su queste società di recupero crediti, penso. Ci avrei visto meglio dei vampiri dietro quelle scrivanie, e non dei lupi mannari, ma alla fine, l'idea di fondo e il risultato non cambiano. Bella l'idea, l'ho apprezzata, e ad ogni passaggio! Lo stile è diretto, pulito, lineare e senza sbavature, ho sofferto con e per Angelo Olivetti, odiato Massimo e adorato il signor Luperco... ( I cattivi sono i miei preferiti, ma stò Massimo lo brucerei!) Vorrei solo sapere quale sia stata la risposta del ragazzo alla domanda del mostro, se così si può chiamare, anche se, mi spiace per Angelo, credo già di conoscerla! Per cui complimenti davvero, un ottimo lavoro.
Tea.

Recensore Master
17/10/19, ore 14:39
Cap. 1:

Ciao Lupoide,
Aprendo il tuo profilo ho trovato subito interessante l'incipit di questa storia e, devo dirti la più sincera verità, sono rimasta soddisfatta sia dal tuo stile che dalla tua creatività. Fino alla fine della storia ci fai credere che, dopotutto, Angelo sta facendo un normale colloquio, in un'azienda senza scrupoli, che fa affidamento, di certo, a metodi sicuramente poco umani ma... beh non credevo si trattasse proprio di inumanità al 100%. Sai, non è semplice ingannare il lettore come hai fatto tu. Hai continuato con lo stesso ritmo per tutta la shot; questa non ha mai lasciato che il mio interesse si spostasse altrove: ero troppo impegnata a chiedermi se Angelo avrebbe acconsentito o no, se quelle dimostrazioni con i futuri colleghi non potessero, in qualche modo, farlo desistere. Ecco cosa hai fatto, hai centrato l'attenzione su Angelo e ci hai fatto immedesimare in lui, con la sua ansia, le sue paure, il suo tentativo di comportarsi come gli è stato insegnato, per non sembrare un debole. E noi siamo lì, un po' Angelo, e aspettiamo di capire cosa farebbe lui...

Il finale mi ha spiazzato davvero. Il concetto di Preda e Predatore è di certo realistico, anche nell'ambito diverso da quello animale. Laddove la gente si arricchisce, qualcuno si impoverisce. Laddove qualcuno sale, altri scendono. E Angelo?
Angelo non è più implicato nel lavoro, in questo caso, ma più in un atto di sopravvivenza. Luperco – e forse il nome la diceva già lunga, di prede e predatori ne sa fin troppo e, forse, è questo il segreto del suo successo?
Un finale, poi, davvero di impatto; una risposta che non avremo mai, a quanto pare.
Complimenti per lo stile, per i dialoghi, per la forma e per le idee. Davvero, è stata una lettura piacevole, e vederla ambientata nella mia città, mi ha fatto sorridere!
A presto, ti rileggerò volentieri.
Miry

Nuovo recensore
04/05/19, ore 11:02
Cap. 1:

Ecco sono arrivata anche a questa storia.

Premetto che non sono una cultrice di lincatropi e vampiri ma questa è una questione di gusti e valuto la modalità di scrittura: come stile è interessante, pulito chiaro e diretto, senza eccessivi giri di parole. Hai descritto davvero molto bene le sensazioni provate da Angelo, l'ansia e l'incertezza tipica di chi si sente un po' insicuro. Direi che lui è decisamente più una preda, non lo vedo a far quel lavoro.
In alcuni punti manca qualche virgola e punto e virgola, ma sono cose che si sistemano dando una riletta veloce. In un punto hai ripetuto due volte una parola, ma sono sempre errori di distrazione.
Nel complesso è una buona Storia, e pare quasi avere tra le righe una provocazione sociologica, perché il lupo rappresenta in un certo qual modo l'accanimento.
Sono contenta di averla letta, sarebbe forte se tu proseguissi sul filone dell'horror quotidiano, cioè commissionare elementi paurosi a fatti della vita comune.

A presto,

Wtd

Recensore Master
22/10/18, ore 22:56
Cap. 1:

Ciao Lupoide!

Perdono se mi sono fatta attendere! Questa shot è singolare, davvero. A livello di trama, mi è piaciuta molto. Hai dedicato una cura certosina alla descrizione di Roma. Essendo della Capitale anche io, ho riconosciuto quasi con esattezza il percorso che hai dipinto. Bellissime anche le metafore che hai utilizzato (su tutte quella del compasso), ma in verità l’intera storia è una puntuale metafora della società moderna, dove si può scegliere se essere lupi o pecore. In questo caso, mannari. E qui il tocco finale aggiunge davvero qualcosa alla storia rendendola particolare. Per quanto concerne la motivazione del signor Luperco nel voler assumere il nostro Olivetti, procede in maniera invero curiosa: prima gli fa intendere che ha un profilo interessante (per l’azienda) poi però tenta di dissuaderlo perché, provenendo Angelo da una famiglia dignitosa ma umile, temendo che possa farsi ammorbidire dal mestiere del recupero crediti. Questo concetto in verità lo esprimi bene non tanto qui, dove il dialogo forse toglie qualcosa alla descrizione, quanto nel finale perfetto che mi è davvero piaciuto molto: è la fame a fare di un predatore tale. È la fame che spingerà forse Olivetti a ipotecare case e a sfrattare gente, che lo renderà sordo alle lacrime.

Questa shot è davvero molto bella e interessante: se il finale mi è piaciuto moltissimo, l’inizio trascina letteralmente nella storia. La parte centrale avrebbe forse potuta essere arricchita da alcune descrizioni in più di Angelo soprattutto nella breve scena in cui lui e il futuro capo-mannaro entrano nell’ufficio di Massimo, ma forse non avrebbe giovato con l’economia della storia, il soffermarsi troppo a lungo nella stanza.
Per quanto concerne lo stile, devo dire che è molto fluido e scorrevole.

Mi sono piaciute molto le riflessioni di Angelo in romano perché erano credibili, vere ed esatte. Personalmente preferisco sciogliere le abbreviazioni come “sig” e che i numeri siano scritti a lettere, ma sono dettagli. Come refusi, c’è solo la ripetizione sparato/sparato (inserita in una frase bellissima, peraltro). In conclusione, ho trovato questa shot intelligente e piena di contenuti di natura sociale che sono solo parzialmente nascosti nel testo.

Ora che ci penso: l’espediente di far dire che Olivetti, più avanti, non ricorderà come era vestita la segreteria Silvia è forse indice che lui morderà e sarà lupo?
Grazie per la lettura interessante e perdona ancora per l’immenso ritardo!

Un caro saluto e a rileggerci preso,
Shilyss

Recensore Veterano
22/10/18, ore 18:46
Cap. 1:

Ciao, sono qui per lo scambio di recensioni del gruppo "Amici di EFP" :D
Vorrei andare in ordine con questa recensione, ma il finale mi ha lasciato spiazzata e non posso che iniziare con quello.
Avevo iniziato ad intuire il lato sovrannaturale della storia dall'incontro con Massimo, che possedeva alcune caratteristiche lupesche (tra l'altro ho notato solo ora l'associazione che si può fare anche con il tuo nome su EFP e con il nome dell'addetto alla selezione del personale, Sig. Luperco). Diciamo che se uno non ci pensa non lo associa, mentre dopo la lettura ci fa caso.
In qualunque caso ho apprezzato ogni singola associazione, mi piace quando vengono sparsi indizi nel corso della storia che possono essere capiti da un lettore attento o dopo la lettura.
Tralasciando questo fattore molto apprezzato, mi è piaciuto lo stile di scrittura, che ho trovato scorrevole e piacevole (a parte alcuni piccoli errori di distrazione che non ho pensato di appuntarmi, chiedo venia).
L'unica cosa che posso segnalarti è l'uso dell'abbreviativo di "signore" nelle conversazioni, che forse non è utilizzato quando si parla (ma magari non è così, parlo per esperienza personale).
Parlando invece della trama, mi è piaciuta.
La storia inizia con un'introspezione nel personaggio, che lo dipinge agitato per l'imminente colloquio; sicuramente una fedele riproduzione di quello che potrebbe accadere nella realtà. Più si continua con la lettura, più ci si riesce a introdurre nel vero e proprio ambiente lavorativo e qui sei riuscito a descrivere molto bene l'ambiente caotico.
Anche con le descrizioni delle emozioni e delle movenze del personaggio ti sei destreggiato bene, con consapevolezza di certo.
Comunque ho apprezzato moltissimo l'unione di una normale situazione di quotidianità al sovrannaturale (sempre incentivato da parte mia), hai saputo unire le due cose.
In più, analizzando anche l'introduzione proposta per stuzzicare l'attenzione del lettore dopo aver letto la storia, ho notato che la frase: "Il classico colloquio per una rinomata società porterà il sig. Angelo Olivetti a scoprire cosa si nasconde dietro una società capitalistica e consumistica" potrebbe avere in un certo verso un doppio significato. Mi spiego: può essere contestualizzata sia in una situazione assolutamente normale, senza nulla di strano (una società nella quale lavorano persone senza scrupoli, a tratti malvagie e ciniche), sia in una situazione sovrannaturale come questa (uomini lupo che vengono dipinti come senza scrupoli, a tratti malvagi e cinici, aggiungerei solo "animali"(termine che può essere associato anche ai primi soggetti cosidetti normali)). Non so se fosse il tuo obiettivo, ma io l'ho interpretato in questo modo.
Nel complesso, comunque, davvero una bella OS, mi è piaciuta.
Alla prossima :D

Recensore Master
31/08/17, ore 12:12
Cap. 1:

Ciao^^
inizio col dirti che questa storia mi è piaciuta davvero molto. Innanzitutto, è scritta molto bene, è scorrevole, con un linguaggio adeguato alla situazione, riesce a gestire molto bene la progressiva presa di coscienza del protagonista fino al "botto" finale.
Molto bello anche il concetto di fondi che esprimi: o si è prede o si è predatori. La società del signor Luperco (nomen omen) appare inzialmente come una normalissima società, con membri seri e professionali, e con quella competitività aggressiva tipica delle aziende emergenti. Solo man mano il protagonista si rende conto di come stanno veramente le cose.
Ci lasci con una domanda che ognuno di noi potrebbe (e dovrebbe) rivolgere a se stesso: ti senti più preda o predatore?
Una storia molto bella, complimenti!^^

Recensore Junior
21/08/17, ore 20:30
Cap. 1:

Okay... che dire?
Ho notato la tua storia tra le tante e, dopo essere arrivata fino alla fine, mi sono chiesta il motivo per cui è rimasta senza recensioni. Agli inizi non sembra nemmeno di leggere un racconto horror, il testo è scritto veramente bene e il lettore è talmente preso a seguire l'ansia (ben marcata) del protagonista, che si rende conto della verità dei fatti solo alla fine. Proprio come accade al povero Angelo, in fin dei conti è lui a essere costretto ad assistere alla scena raccapricciante, dovrebbe ricevere una medaglia per questo merito.
La storia procede tranquilla e serena come se fosse destinata a diventare la classica commedia italiana, eppure gli eventi la pensano diversamente. Un vero trabocchetto, sei stato davvero bravo in questo.
Mi piacciono i discorsi e di come viene descritta la politica dentro all'azienda, di come Angelo si addentra in quel mondo bello solo d'apparenza, ma che è marcio proprio come le persone che ci lavorano. Sembra tutto così realistico, come se fosse un fatto di quotidianità.
Eppure ho apprezzato anche come hai gestito il segreto e di come viene preparato il lettore per accettare il finale, di come viene segnalato all'interno del racconto grazie a piccoli accorgimenti come il cognome del dirigente, i peli che spuntano dalla camicetta di Massimo... Un modo perfetto e sublime, non trovo parole più adatte e sincere per definirlo.
Secondo me dovresti continuare a scrivere, mi piacerebbe vedere altre recensioni sotto questa storia perché secondo me le merita, le merita tutte.
Alla prossima!

PentagramLily.