Recensioni per
The dark outside you
di missredlights

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
18/07/19, ore 20:43

Ciao! Mi piace molto il genere introspettivo quindi ho deciso di leggere questa storia tra tutte le possibili scelte. Ho visto anche che hai partecipato ad un contest con questa storia, brava! L’impaginazione è ottima, ho letto tutta la storia da telefono e non ho riscontrato alcun problema o fastidio, così come è successo con altre storie invece, perché c’erano gli spazi ed era tutto chiaro finalmente. Già per questo un punto in più visto che so come Nvu possa essere difficoltoso in certi casi. 
Per la trama devo dirti che mi hai spiazzato. C'è questo inizio molto lento e da fiaba, con certi dettagli e scelte originali che mi hanno fatto proseguire con grande curiosità la lettura e la parte del suicidio non me l’aspettavo. Mi viene da chiedere a questo punto se la scelta del nome non è stata casuale, se in fondo non era un messaggio già dall’inizio.
Brava, non ho notato errori grammaticali :) 
A presto! 

Recensore Master
22/11/18, ore 14:02

Se inizialmente vedevo la storia quasi con toni fiabeschi, quasi fosse una nuova rivisitazione della bella e la bestia o del Gobbo di Notre Dame, mi sono dovuta ricredere.
Il finale mi ha spiazzata, facendo contorcere il mio povero cuore.
Non so perché tu abbia preso la decisione di far suicidare Virginia, a giudicare dal contest credo che tu lo abbia fatto perché è stata la tua prima decisione, ispirazione.
Purché la cosa mi abbia spiazzata, non posso che complimentarmi con te per lo stile narrativo, così scorrevole e - appunto- fiabesco.
Per il modo in cui hai raccontato e delineato la vita e le emozioni di ogni singolo personaggio.
È stato come sedersi su una nuvola, prima di precipitare.
Ma è stata una caduta fenomenale, hai fatto il tutto così bene che è impossibile non lasciarti qualche complimento.

Alla prossima recensione!

Recensore Veterano
24/09/18, ore 18:06

Recensione di partecipazione al contest Buona la prima! Indetto da me sul forum di efp.


Titolo: 13/15

Sospetto che tu (come tutti) non abbia dato un’occhiata alla mia pagina giudice. Non disdegno i titoli in inglese, però mi aspetto di trovare delle note a inizio o fine capitolo che ne spieghi il significato e il motivo per cui è stato scelto.
Detto ciò, devo dire è un titolo evocativo; fa intendere ai lettori che uno dei protagonisti ha un lato oscuro… e devi leggere per capire chi..

Presentazione in 200 parole: 8/10

In centoventi parole hai trovato il modo per richiamare l’attenzione del lettore, unendo un pizzico di mistero alla giovane età del narratore/protagonista.

Attinenza al tema: 4/5

Ammetto di essermi trovata in difficoltà. Dare una valutazione a un tema così… “delicato" non è facile.
Hai trattato dall’inizio alla fine la tematica della “mostruosità" reale o percepita che sia, poco importa con delicatezza, senza aggiungere qualche frase cattiva e piena di odio tipica dell’uomo quando si trova davanti qualcosa che non capisce.

Stile: 7/10

Hai uno stile piuttosto semplice e nonostante questo è pulito, rende la lettura fluida.
Non so se è il tuo modo abituale di scrivere, ma qui è senza particolari pretese, e sfortunatamente, rimane poco impresso. Non lo hai caratterizzato in modo particolare affinché si distinguesse da altri.
Però ho comunque apprezzato la linearità che hai mantenuto per l’intera storia.

Trama: 6/10

Leggendo l’inizio della storia le aspettative erano abbastanza alte. Mi avevi incuriosita e ho iniziato la lettura con molto interesse, sfortunatamente arrivata alla fine della storia ho visto che hai raccontato dei primi anni di vita del protagonista che vive con un “terribile" segreto: in poche parole non hai raccontato nulla che non si sia già letto.
Lui, un segreto da tenere a tutti i costi e una lei.
Nel tuo caso, l’unico elemento che mi ha lasciata senza parole, in una storia, anonima e prevedibile, è il suicidio della ragazza che mai mi sarei aspettata. Solitamente è il cosiddetto “mostro” a uccidere; fatto sta che è stata la ragazza a fare un gesto così avventato, e questo conferisce alla storia una piega particolare che mi ha colpita molto e in positivo. Quindi ho apprezzato questa scelta, ma non basta per riscattare una trama, che, purtroppo è stata vista fin troppe volte.

Originalità: 3/5

Storia che pecca di originalità.
Hai raccontato di un padre severo, ligio alle tradizioni e che piuttosto di pensare al bene e ai sentimenti del figlio si preoccupa delle apparenze, di cosa dice “la gente": già visto, già letto.
Com’è già visto il signorotto arrogante e cattivo che ha una promessa sposa che non lo vuole, il duello e tutto il resto.

Caratterizzazione dei personaggi: 5/5

Dalla prima parola letta, non ho potuto fare a meno di sentirmi molto vicina al piccolo Astor per il modo in cui tutti lo guardano. Hanno paura di un bimbo dolce e solare che non vuole altro che essere amato come qualunque altro al mondo. Leggendo speri che il futuro di Astor sia diverso da quello che si prospetta e fino a quando non incontra Virginia va tutto bene; la ragazza, uccidendo se stessa ha ucciso (forse l’ultimo) barlume di umanità di Astor.
Il padre… un uomo che alla domanda del figlio di appena sette anni “sono un mostro anche per te?” non ha il coraggio di guardarlo negli occhi, non un uomo, non è un padre. Essendo una one shot non sapremo mai se il padre si pentirà mai delle scelte fatte a discapito del figlio.

Gradimento personale: 8/10

Bene, sono riuscita ad arrivare fin qui. Non è stato facile, per nulla. Quando devi valutare una storia, devi mettere da parte il tuo parere personale fino a questo punto. Come già detto in precedenza avevo iniziato la lettura con molte aspettative, mi ha incuriosita quel velo di mistero che si avvertiva nella prima parte della storia, però man mano ho iniziato a perdere interesse nel continuare. Da lettrice, a metà della storia avrei chiuso e sarei passata oltre. Il raccontare la vita di una persona che lentamente cambia, che a causa di paure e superstizioni hanno portato un animo buono a diventare, forse, un vero mostro.
Ho avuto la sensazione, forse errata, che il padre abbia avuto altri figli, “fortunatamente” maschi per sopperire alla “disabilità" del suo primogenito… un gran signore, o per meglio dire: padre del secolo.

Tot: 54/70

Recensore Veterano
10/01/18, ore 22:35

Grammatica:
Ortografia 10/10
Un consiglio che non c’entra nulla con l’ortografia (perfetta e priva di errori e refusi): hai mai pensato di giustificare il testo in modo da renderlo più godibile alla vista?
Non so se sia questo particolare testo e il documento che mi è stato inviato ad avere questa formattazione, ma nel caso in cui tu non abbia mai applicato la giustificazione a nessun tuo lavoro, ti consiglio di farlo, in modo da renderlo più gradevole alla vista.
 
Lessico 7/10
All’inizio ho riscontrato un lessico molto semplice, costituito da parole poco ricercate e parecchie ripetizioni, non so se sia stata una scelta voluta e il vocabolario si sia adeguato all’età del protagonista e voce narrate, ma è stato, a mio avviso, un azzardo, soprattutto perché stona con il lessico usato successivamente: più curato, ricercato e raffinato, come se si fosse elevato e cresciuto assieme al personaggio. È una scelta apprezzabile, ma che in una OS tende a dare l’impressione di un racconto disomogeneo e non continuo. Il mio consiglio è di separare la prima parte, in cui si racconta l’infanzia del personaggio, e di trasformarla in un prologo, per poi lasciare il resto della storia come un racconto fatto successivamente, quando la cultura e l’istruzione hanno permesso al protagonista di assumere un lessico più forbito, vario e raffinato.
 
Sintassi 7/10
Anche in questo caso, ho riscontrato una differenza tra la prima parte, in cui i punti fermi sono i padroni, spezzando fin troppo il testo e rendendola una parte molto singhiozzata e non molto piacevole da leggere, e la seconda parte, molto più fluida e scorrevole, in cui le frasi hanno assunto una struttura più articolata e complessa.
Quanto detto per il lessico vale anche qui: o scegli di dividere le due parti (rivedendo comunque la prima e cercando di legare maggiormente le frasi tra loro) oppure utilizzi un unico tipo di sintassi per tutto il testo.
 
Stile: 7/10
È uno stile piuttosto semplice, ma pulito e fluido, che non ha particolari pretese, e forse, per questo, rimane un po’ anonimo e poco impresso. Non ha una caratteristica particolare che gli permetta di distinguersi da altri e rimane nella canonicità. Nonostante questo, ho apprezzato la sua linearità e il suo nitore, molto piacevoli pur nella loro essenzialità.
 
Trama:
Originalità:7/10
La trama non spicca per originalità: viene narrata la vita, o un frammento di essa, di un ragazzo percorrendo la sua infanzia e la sua prima giovinezza, periodo in cui si colloca la sua prima storia d’amore (che si rivela essere fallimentare); questi elementi sono ormai canonici e consolidati, visti e letti molte volte a tal punto da non rappresentare una novità. Così come le storie d’amore con protagonisti mostri o presunti tali sono estremamente diffuse e spesso tutte uguali tra loro, per questo, mi aspetto qualcosa di innovativo e inedito, anche ardito se necessario. Nel tuo caso, l’unico elemento abbastanza inusuale in una storia tanto canonica, anonima e prevedibile, è il suicidio della ragazza che mai mi sarei aspettata e che mi ha lasciata sorpresa. Solitamente è il “mostro” a uccidere in maniera diretta e, nonostante sia lui il colpevole o considerato tale, il fatto che sia stata una scelta della ragazza (per quanto indotta) conferisce alla storia una piega particolare e rinnovativa che mi ha colpita in positivo. Quindi buona questa scelta, ma non bastante per riscattare una trama, che, purtroppo è stata vista troppe volte e non produce nulla di davvero nuovo e mai visto.
 
Coerenza: 8/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda la prima istanza non ho nulla da ridire: il personaggio, pur nella sua follia, è coerente con se stesso e non commette azioni assurde o prive di una motivazione profonda.
Nel primo caso non ho nulla da ridire, per quanto le decisioni e le azioni del protagonista somiglino a quelle appassionate e avventate di un romanzo dell’Ottocento (come “Cime Tempestose”) sono comunque coerenti con la persona e il contesto.
Per quanto riguarda il secondo punto, sono rimasta piacevolmente sorpresa di come tu sia riuscita a comprendere e a esprimere, almeno in un accenno embrionale, quanto io richiedessi: tutta la storia verte, infatti, su cosa possa essere considerato “mostruoso” e cosa “normale”; in questo caso l’eterocromia del ragazzo è considerata una mostruosità, una diversità fatale e assurda. L’esagerazione e l’esasperazione delle reazioni dei personaggi (che mantengono il segreto, cercano in tutti i modi di curarla e ricercano addirittura la morte) hanno sottolineato maggiormente quanto fosse assurdo il fatto che considerassero un mostro il ragazzo, evidenziando come la definizione possa cambiare la stessa a seconda della provenienza: il padre, i medici, Virginia, gli amici e chiunque altro la considera un abominio, mentre per la sorella (e noi lettori) è un aspetto che lascia basiti e sorpresi ma non a tal punto da considerarlo una mostruosità terrificante. Date le premesse ci si aspetterebbe chissà quale malformazione grottesca e terrificante, mentre, nella realtà, si tratta semplicemente di un paio d’occhi di colore diverso. Calandoci nella realtà della storia possiamo capire come anche questa diversità insignificante possa essere stata considerata, ma rimane comunque una punta di incomprensione di fronte alle manifestazioni tanto teatrali e melodrammatiche, che non riusciamo a condividere appieno.
Il problema viene posto nuovamente alla fine, in cui il ragazzo ci pone di fronte al quesito fondamentale: chi davvero può essere considerato un mostro? Chi ha un aspetto esteriore mostruoso o chi è un mostro internamente?
Mi aspettavo un approfondimento di tale questione, soprattutto perché l’hai introdotta in maniera molto bella, utilizzando ad hoc la citazione, e invece mi sono scontrata con una pagina bianca.
Per questo, non riesco a darti un punteggio più alto: hai introdotto il problema, iniziando a discuterlo ma senza un approfondimento e una conclusione veri e propri e lascandolo in sospeso, non nel senso che hai mostrato come non ci possa essere una soluzione, ma troncandolo proprio sul nascere, ed è un vero peccato perché ne sarebbe risultato qualcosa di estremamente interessante che merita di essere indagato più a fondo.
 
Scorrevolezza:7/10
Nonostante l’evidente diversità tra le due parti, la storia procede senza intoppi, dipanandosi in maniera scorrevole e fluida Ho trovato, forse, un po’ stonato e affrettato il passaggio tra i vari anni, che avviene in maniera, a mio avviso brusca e improvvisa, catapultando il lettore da uno all’altro, rendendogli più difficile la comprensione e confondendolo. In netto contrasto con questa tendenza è quella della seconda parte, in cui gli avvenimenti si dipanano con maggiore tranquillità e lentezza, diluendo pochi giorni in molte pagine. Il mio consiglio è sempre quello di separare le due parti o di renderle omogenee limitando al minimo la differenza tra i due ritmi: più serrato e pressante il primo, maggiormente sciolto e fluido il secondo.
 
Personaggi:
Caratterizzazione: 7/10
I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto grazie ai loro gesti, ai loro parole e alle loro espressioni che esternano perfettamente la loro indole: il padre severo e attento a mantenere le apparenze, la sorella comprensiva e aperta, dolce e gentile (che, forse, meriterebbe uno spazio maggiore e un ruolo più importante), la timida e fedele Virginia che poi si rivela essere uguale a tutti gli altri e un enorme delusione da questo punto di vista, e il protagonista che credo incarni l’idea di uomo romantico (come lo erano Foscolo e Goethe, per quanto la storia sia ambientata un paio di secoli prima): è appassionato, avventato, travolto dai sentimenti e incapace di riflettere quando questi prendono il sopravvento, è anche molto ingenuo e puro e questo non fa altro che rendere ancora più straziante il trattamento che gli viene riservato. Possiede anche aspetti tipici dei signori di buona famiglia: è sicuro di sé, avvenente, un tantino arrogante e goliardico, ama ancora i divertimenti e l’amore è un sentimento turbolento ma ancora acerbo.
Mi sono piaciute molto la sua confusione e la sua incomprensione del protagonista bambino, le ho trovate genuine e verosimili, e mi piace anche il fatto che queste stesse siano, in parte, rimaste nel giovane uomo che crede di potersi fidare della bella Virginia, accecato dal suo aspetto puro e angelico, ma viene dolorosamente deluso, non capendo come abbia potuto compiere un gesto simile per un motivo tanto futile di cui non riesce a comprendere la gravità che rappresenta per gli altri. Questo carattere così candido e puro non fa altro che acuire il senso di insensatezza (perdona il gioco di parole) con cui viene trattato e considerato, sottolineando la sua inesistente mostruosità.
Purtroppo, la descrizione non va oltre questi elementi e il personaggio principale come i secondari risultano appiattiti su queste caratteristiche e perdono un poco di spessore, diventando figure tipiche della letteratura che hai provato a ricreare e che richiama i romanzi sentimentali dell’Ottocento e la letteratura romantica.
 
Originalità: 6/10
Purtroppo, il signorotto ricco, affascinante, avventato e appassionato è un personaggio usato e abusato nella letteratura di qualsiasi epoca e nazione; l’aggiunta del particolare mostruoso è ugualmente diffusa e prevedibile; lo stesso si può dire dei personaggi secondari e delle loro caratteristiche: il padre severo e legato strettamente alla reputazione e alla facciata, la giovane donna fedele e timida, descritta nel modo canonico e tipico dei romanzi sentimentali e il giovane avversario, antipatico e altezzoso, arrogante e pronto a misurarsi.
Sono personaggi fin troppo diffusi, visti più volte e che nel tuo caso rispettano le loro caratteristiche tipiche senza nulla che sia in grado di farmi affermare: questo è qualcosa che non avevo mai visto, davvero originale e sorprendente.
 
Gradimento personale:3/5
La storia non mi ha convolta particolarmente, per quanto, in realtà, proponga una tematica interessante che sei stata capace di affrontare anche se non in maniera completa ed esaustiva, almeno per le mie aspettative.
L’inizio si è rivelato piuttosto accattivante, soprattutto per il fatto che il misterioso motivo della mostruosità del protagonista sia stato rimandato più volte, lasciando fino all’ultimo il lettore con il fiato sospeso; purtroppo, è stato, a mio avviso, sporcato dallo stile fin troppo elementare e dal lessico molto povero e banale.
La seconda parte, invece, non è riuscita a sollecitare la mia partecipazione; ho trovato la trama un po’ scontata e forse, l’unica cosa che mi abbia un poco sorpresa è stato il suicidio della ragazza, che mai mi sarei aspettata: una trovata geniale da questo punto di vista, ma non bastante per farmi affermare con sicurezza che questa storia mi abbia conquistata. È stata una lettura piacevole, che accenna e introduce tematiche interessanti che purtroppo vengono interrotte non appena sbocciano. Credo che valga la pena di riprendere, ampliare e sistemare questa storia, dando maggiore rilevanza ad alcuni personaggi (come la sorella, che per quanto sembri fondamentale, dal momento che è l’unica voce fuori dal coro, rimane sempre un po’ in ombra), rendendola omogenea nelle due parti e approfondendo le tematiche accennate.
Ci sono rimasta davvero male nel momento in cui la storia iniziava a mostrare sviluppi interessanti ed è stata bruscamente interrotta, lasciandomi intravedere possibilità che sono state troncate sul nascere.
 
Punti bonus: 3/5
Mi è piaciuta molto la naturalezza con cui è stata inserita la citazione, incastrandola perfettamente nel flusso della storia, senza che stonasse o sembrasse una parte a sé stante; azzeccato anche il contesto e il momento. Mi è dispiaciuto, però, che sia stata solamente citata e che la stessa non sia stata approfondita e argomentata, lasciando l’affermazione un po’ a sé e la questione sospesa e incompleta. Mi sono sorpresa, infatti, che la storia sia terminata in questo modo e mi sarei aspettata un’evoluzione di qualche tipo che confermasse e ampliasse l’affermazione.
 
Totali: 72/100
 
Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"

Recensore Veterano
29/12/17, ore 14:00

Ciao, missredlights!
Dopo la pubblicazione dei risultati del contest "Cuore d'Ombra" (a cui ho anch'io partecipato) ho deciso di passare a leggere tutte le storie in gara e di lasciare una recensione, perciò eccomi qui :)
Non mi dilungo tanto, perché non ho nulla da dire oltre a questo: la tua storia mi è piaciuta davvero tanto. Aster è un personaggio che mi è entrato dentro, mi ha commosso tantissimo, soprattutto alla fine. Ho apprezzato tantissimo il suo rapporto con Luna e mi è piaciuto molto il modo in cui hai descritto la sua infatuazione per Virginia. In realtà ho amato tutto ahahahah, non scrivo molto perché sarei ripetitiva!
Unica cosa che avrei da dire di "negativo" è il fatto che usi spesso le ripetizioni, sia di parole nelle stesse frasi che di concetti, ma solo questo. Per il resto ti faccio i miei complimenti, e ti ringrazio per aver scritto una storia così bella :) Mi ha fatto provare molte emozioni, grazie davvero!
Un bacio, 
Alice. 

Recensore Master
27/12/17, ore 08:28

Undicesimo Posto: “The Dark outside You” di missredlights



◊ Grammatica e stile: 7,5/10 (3,5/5 di Grammatica e 4/5 di Stile) 

Sussurrando perché.” In questo caso ci sarebbe stato meglio un “chiedendosi.” (– 0,1) 
Dovessi.” Attenta: stai parlando al passato, quindi qua ci sta “avessi dovuto.” (– 0,5) 
Mio padre sorrideva compiaciuto che tutti credessero a questa bugia.” Sarebbe più corretto dire “al fatto che tutti credessero...” (– 0,1) 
All’età di sedici anni mi innamorai della ragazza più bella che ebbi mai visto in tutta la mia vita.” Al posto di “ebbi” sarebbe corretto scrivere “avessi”, se lei era la più bella fino al momento dell’incontro, ma in seguito ne è giunta una ancora più bella (oppure un “abbia”, se lo è tuttora). Stessa cosa per la frase: “se ne sarebbe andata non appena le ebbi dichiarato il mio amore per lei.” (– 0,5) 
Ma, quando l’accompagnai a casa era già buio.” La virgola va prima del “ma” (– 0,1) 
Adesso le tenebre mi avrebbero avvolto completamente.” Il termine “adesso” non è corretto in questo contesto, con una narrazione al passato; sarebbe giusto dire “da allora/da quel momento...” (– 0,2) 
Per il resto non ho molte correzioni da fare, se non segnalarti che spesso le frasi fioriscono di ripetizioni: nelle prime righe, per esempio, la parola “unica” è presente quattro volte, tutte molto vicine tra loro, e crea un effetto un po’ fastidioso. La stessa cosa, poco dopo, la fai con la parola “ultimo”, e con il termine “occhi” in generale. 
Ho notato inoltre che tendi a duplicare molti pezzi di frase (tipo questa: come se tutto fosse al suo posto, come se fosse nell’ordine naturale delle cose) e mettere molti punti fermi, anche dove questi potrebbero essere sostituiti da altri segni di punteggiatura (e rendere così più fluida la lettura); tuttavia, ho deciso di non togliere nulla in nessuno dei due casi, dato che potrebbero essere tratti caratteristici del tuo stile (e ci sono anche tanti scrittori professionisti che lo fanno). Quest’ultimo è diretto, non fa uso di grandi giri di parole ma raggiunge subito il punto; mi piace proprio per questo puntare all’essenziale, rendendo l’idea con frasi brevi e incisive... ma questo essenziale ha anche un rovescio della medaglia, in più punti: mi è infatti sembrato scarno di informazioni e descrizioni che possano contestualizzare al meglio l’opera. 
Al di là della famiglia, per esempio, viene detto poco della vita sociale di Aster; ma si citano amici, un’esistenza che fonda parte delle sue radici nella mondanità, come doveva essere per gli uomini di alto lignaggio come il nostro protagonista. È proprio la trattazione del mondo che lo circonda che è carente e che, principalmente nella seconda parte della storia, dà un senso di frettolosità che stona un poco. Il mio consiglio è quindi di sviluppare con maggior dettagli le storie, in modo che ci sia anche uno sfondo accurato che le possa valorizzare maggiormente. 



◊ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10 

Qui ci siamo perfettamente. 
Non ti dico quanto l’ho sentito nel cuore il povero Aster, cucciolo mio: confuso, solo, trattato in tutti i modi, tranne come una persona. A parte Luna, l’unica che gli riconosca dignità e dia affetto, nei suoi confronti nessuno prova un amore sincero, che guardi al nucleo del suo essere e non all’anomalia dei suoi occhi; bensì ci si rapporta verso di lui o con grande ipocrisia (faccio solo l’esempio della servitù del castello: prima che l’occhio smeraldino venisse bendato non lo potevano guardare se non con paura, e in seguito al “rimedio” tutto si risolve, quasi non fosse mai esistito il problema) o con una superficialità estrema. 
Non ho creduto alle parole di suo padre, quando alla domanda del bimbo “sono un mostro per te?” risponde che no, o l’avrebbe ripudiato: non ha nemmeno il coraggio di guardarlo in quello sguardo bruciante di bisogno di risposte e verità, e lo stesso gesto di nascondere la particolarità di suo figlio mi ha disgustata. Va bene, a quei tempi sarebbe stato preso per maledetto, ma è tuo figlio! Ed è un bambino dolce, buono, non una bestia. 
Bestiale, tenebroso, l’hanno fatto diventare l’incapacità degli altri di superare i limiti visibili, ed è solo loro la colpa se alla fine succede il peggio e si dà inizio a qualcosa di estremamente grave: Virginia non ha ucciso egoisticamente solo sé stessa, ma molto più crudelmente ha eliminato il suo ultimo baluardo di salvezza. 
La parte finale è quella che più mi è piaciuta, perché, sinceramente, non me l’aspettavo: tutto il dolore, la rabbia, il desiderio di essere compreso e la certezza che non è stato e non sarà mai così esplodono in parole di una forza assurda. 
Forse non lo sai, ma gli assassini non sono mostri, sono uomini. E questa è la cosa più spaventosa per loro (...) Chi è il vero mostro? Chi è brutto dentro o chi è brutto esteriormente?” Ecco, queste due frasi, unite al titolo già evocativo di per sé, mi hanno fatto venire i brividi, perché racchiudono tutta l’essenza della storia e fanno riflettere su tutta la vicenda (fun fact: la frase “chi è il vero mostro?” mi ha fatto venire in mente il cartone Il Gobbo di Notre Dame della Disney, dove nella canzone introduttiva si dice più o meno la stessa cosa. Non so se è voluto o meno, ma il riferimento è preziosissimo). 
Peccato che sia una shot e non una long: sarebbe stato splendido vedere l’ascesa – o caduta – verso le tenebre di questa stella oscura, e scoprire se infine qualcuno è giunto a salvarlo (magari il legame che lo congiunge a Luna) o non c’è stato ritorno. 



◊ Introspezione: 9,5/10 

Anche sul fattore introspettivo hai fatto un lavoro più che buono. 
Grazie all’utilizzo della prima persona siamo direttamete nella mente del personaggio, quindi sentiamo i suoi pensieri, vediamo il mondo e lo interroghiamo attraverso il suo sguardo triste, così che anche noi ci chiediamo che cosa ci sia di sbagliato in lui, dove sia l’errore, se per caso non siano gli altri a ingannarsi. 
Inizialmente è così, perché l’animo di Aster è innocente e non riconosce in sé stesso la paura e la ripugnanza che gli mostra la gente che lo circonda; ma dopo alcuni episodi, e il ritorno di quei timori che sembravano essere stati sconfitti, le vicende precipitano nuovamente. 
Bene, tutto questo funziona, però ho da fare qualche nota: perché è vero, se l’introspezione c’è, in alcuni punti della seconda parte si perde un po’, facendosi più descrittiva e meno intima; ed è un peccato, perché con qualche cura in più sarebbe stata perfetta. 
Ho tolto comunque poco perché hai complessivamente rispettato la richiesta, quindi sono abbastanza soddisfatta. 



◊ Gradimento personale: 10/10 

Se non si era capito, questa storia mi è piaciuta veramente tanto. 
Trovo che sia un buonissimo spunto di riflessione sul modo in cui giudichiamo e trattiamo gli altri, in base a quanto siano diversi da noi e dalle regole della società: quante volte ci siamo messi nei panni di persone che consideriamo opposte da noi e abbiamo provato a comprendere come costoro si debbano sentire o cosa provino, o a chiederci se in realtà non siano molto più simili a noi di quanto si possa pensare? 
Perché molti, nella situazione di Aster, avrebbero agito come lui – forse pure io stessa –, e già questo dovrebbe far pensare. 
La tematica trattata e i quesiti che pone non potevano lasciarmi indifferente, è senza dubbio una delle storie che più ho amato del contest. 



◊ Eventuali punti bonus: 0/2 



Totale: 37/42

Recensore Master
11/12/17, ore 09:18

Recensione 1/3 per essersi classificata II nel "We looked at each other a little too long to be “just friends" indetto da Himeko Kuroba e concluso da E.Comper sul forum

Eccomi qui per la consegna delle recensioni premio.
Che posso dire?
Si tratta, senza alcuna ombra di dubbio, di un racconto incredibilmente interessante. 
Fortemente introspettivo, permette di aprire una finestra nel tempo, osservando la realtà di un'epoca in cui, purtroppo, i pregiudizi e le superstizioni rendevano spesso e volentieri impossibile la vita delle persone. Basta pensare all'Inquisizione e alla caccia alle Streghe, o ancora, se si preferisce, ai pregidizi nei confronti dei disabili, specialmente delle persone affette da gobbismo o da altre malformazioni fisiche particolarmente evidenti.
In questo tuo racconto, hai descritto nel dettaglio il dramma interiore del protagonista ... un bambino, almeno inizialmente, incapace di comprendere il motivo di tanti pregiudizi. La sua tenere innocenza rende la crudeltà del mondo in cui vive persino più spietata e crudele, e con la crescita si trova a dover convivere con quel segreto troppo grande per chiunque.
Quando, poi, pensa di aver trovato una donna capace di amarlo, si rende tristemente conto di come anche quella sia un'illusione.
Questo trauma lo distrugge, spingendolo a chiudersi in sè stesso, in una conclusione carica di ramarico e tristezza.
Scritta benissimo, è senza dubbio un piccolo gioiello veramente piacevole da leggere in tranquillità!

Teoth

Recensore Master
07/12/17, ore 21:07

finalmente sono riuscita a leggere la tua storia

l'emarginazione del protagonista all'epoca era terribimente vera, purtroppo le credenze erano assurde ed una cosa bella come l'eterocromia passava per una cosa "maledetta"

mi è piaciuta tanto la sorella gemella, unica che lo comprendeva ed il fatto che tu abbia fatto si che provasse ad avere una vita normale.....

purtroppo il suo coraggio ha portato ad un'assurda tragedia, portata dall'ignoranza, e riportato noi alla dura realtà di quegli anni

dal punto di vista sintattico e grammaticale non posso dirti nulla

mi rimane solo da salutarti e lasciarti una verde

Recensore Veterano
01/12/17, ore 10:59

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Una storia a dir poco meravigliosa.
Comincio dalle poche pecche per concentrarmi meglio su come esprimere il valore di questa storia: "altra alternativa" è una ripetizione e in realtà Virginia dà del Voi ad Aster, come è inevitabile parlando inglese, per cui sarebbe stato meglio riferirsi ad appellativi nobiliari. In senso tecnico la grammatica è impeccabile.
La trattazione dell'eterocromia, dei pregiudizi religiosi e del duello arricchiscono il racconto culturalmente, rendendo l'ambientazione storica molto realistica. Gli indizi per capire quale fosse la deformazione c'erano (come ad esempio il fatto che fosse nascosta semplicemente dai capelli), ma il dubbio viene lasciato fino alla rivelazione finale. Certo, Luna avrebbe dovuto accorgersi subito del motivo per cui tutti erano così spaventati, ma forse aveva bisogno di sapere dei dogmi religiosi.
Anche la menzione delle ultime lacrime versate riesce a dare una falsa anticipazione dell'esito del duello, oltre al fatto che il suicidio di Virginia sia del tutto inaspettato.
E ora passiamo al tema principale della storia: l'accettazione.
Il cambio d'opinione della gente a seconda dell'aspetto di Aster mostra molto direttamente la falsità di queste impressioni. Il contrasto netto tra l'affascinamento di Luna per l'occhio verde del fratello e la disperazione di Virginia per essere stata corteggiata da un "mostro" porta a capire completamente la differenza tra un amore genuino e un interesse vago, già comprensibile dalla risposta esitante alla dichiarazione d'amore.
Quello del superamento dei pregiudizi è un argomento a cui ho dedicato la maggior parte della vita e mi fa piacere trovarlo sviluppato così creativamente e profondamente.
Per questo ho deciso di chiedere l'inserimento tra le scelte di questa storia.

Nuovo recensore
22/11/17, ore 22:55

Ciao!
La tua storia mi ha tenuta incollata alla pagina fino all'ultima riga. Ero davvero curiosa di sapere cosa avesse Aster di così terribile ma allo stesso tempo di così "normale" da poter essere considerato speciale dalla sorella. L'eterocromia mi è piaciuta molto come scelta, soprattutto considerato il periodo in cui sembra essere ambientata tutta la vicenda. Non credo che nessuno dei personaggi, a parte Luna, avesse sufficiente apertura mentale da capire che non fosse un difetto.
Parlando di Virginia... Non mi era sembrata poi troppo coinvolta da Aster. Era forse stata tentata dalla sua maggiore ricchezza? In ogni caso è la sua morte, per un pregiudizio, a rendere Aster un mostro anche agli occhi del padre. Povero. Sfortunato in tutto, persino in amore.
Sarei molto curiosa di sapere com'è continuata la vita di Aster dopo questo episodio!
Comunque, in sintesi, complimenti per la bella storia :)

Recensore Junior
29/10/17, ore 19:07

Recensione premio primo posto: People fall in love in mysterious ways

La tua storia è molto intensa, racconti molto bene di come da ragazzino abbia faticato a comprendere il ripudio per questa sua malformazione e di come, da grande, sia stato ingiustamente accusato di un crimine non commesso, di uno strano gioco del destino per cui quella sua anomalia non abbia fatto altro che causarli guai, dal giorno della sua nascita fino al momento in cui si è rivelato a Virginia, forse l'unica persona che lui riteneva degna di amare per cui era stato disposto a rivelare il suo segreto.
Ho amato l'introspezione del personaggio, di come sia passato da un linguaggio da bambino innocente ad adulto consapevole.
Davvero bellissima

Recensore Master
07/09/17, ore 10:16

Mi hai tenuta incollata allo schermo fino all'ultima riga. Complimenti davvero. Prima pensavo "poveretto, chissà che deformità ha, che nessuno glielo dice, ma non lo rivelano neanche a noi." Poi, quando ho saputo di cosa si trattava ho pensato "poveretto, persino lui che è nato in un ambiente privilegiato, sarà spacciato vista l'ignoranza dell'epoca." E quando c'erano gli accenni alla sorella che lo considerava "normale", semmai "speciale", avevo fatto dei viaggi mentali riguardo al fatto che fossero gemelli, che lei si chiama Luna e lui Aster... sino alla fine mi aspettavo una sorta di destino demoniaco che non aveva effetto su di lei e sui genitori in quanto stretti consanguinei. Aspettavo il momento in cui lui avrebbe mostrato i suoi occhi destinando quella persona a una morte atroce, e così è stato, ma quanto è triste sapere che non c'era niente di sovrannaturale! Purtroppo la suggestione è ciò che ha in assoluto il potere maggiore.

Recensore Master
14/08/17, ore 22:46

Ciao carissima^^
trovo interessante il concetto che hai voluto esprimere con questa storia: il mostro è mostro in sè o solo in risposta a un ambiente che lo considera tale?
Il protagonista non sa di essere un "mostro" fino a che la gente non inizia a comportarsi come se lui lo fosse, tanto che di conseguenza anche lui si adegua alle richieste dell'ambiente e si copre l'occhio del colore sbagliato per non essere più consierato mostro.
Penso che la tua scelta dell'eterocromia come "deformità" sia stata fatta a ragion veduta: una deformità che in realtà non è tale, ma lo diventa nell'interazione con un ambiente che la considera mostruosità.
La vicenda ha il suo epilogo nell'assunzione totale del ruolo di mostro da parte del protagonista. Ha provato a sottrarsi, ha provato a essere se stesso, ma il suo ruolo alla fine l'ha raggiunto.
Una bella riflessione su quanto siamo noi stessi e su quanto invece siamo ciò che l'ambiente che ci circonda si aspetta che siamo. Complimenti!^^

Nuovo recensore
31/07/17, ore 22:12

Una storia che mi ha coinvolta dall'inizio alla fine. Il racconto è così avvincente e inaspettato che mi ha attratta fin da subito. Scrivi veramente bene, complimenti! La parte della tua storia che mi è preferisco è sicuramente il finale, quel tipo di conclusione che nessuno si sarebbe mai aspettato. Continua così!

Recensore Master
31/07/17, ore 15:16

Pensavo che, dopo tante sfortune, la storia finisse con il solito lieto fine con fiori, abbracci ed uccellini che cantano.
Lieta di essermi sbagliata!
Adoro quando le storie non vanno come immagino, riescono ad attirare di più la mia attenzione.
Mi è piaciuta la storia, sì, e il fatto che tu non abbia esposto fin dall'inizio il motivo per cui Aster veniva definito mostro mi ha portato ancora più curiosità, durante la lettura mi sono fermata varie volta facendo supposizioni che non stavano nè in cielo nè in terra, solo per un frammento di secondo mi è balenata l'idea dell'eterocromia (si chiama così, vero? Non vorrei ricordare male) ma subito tolta di mezzo.
Invece, boom, nel finale vengo a scoprire che è realmente quella e rimango sorpresa.
Quando lui ha mostrato i suoi occhi alla ragazza ho pensato "è fatta, ora lui vince, si sposeranno e vissero felici e contenti". E invece no, più andavo avanti più comprendevo che non sarebbe finita così, lui ha vinto e lei si è suicidata. Alla fine la parte più bella nella conversazione con il padre.
Complimenti, mi è piaciuta tantissimo, e scusa per la ripetitività nella recensione, ma volevo farti comprendere al meglio il mio stupore ahahahaha

Vera 🌸