I personaggi visti con gli occhi di altri personaggi hanno sempre un sapore diverso. Questa è stata la mia impressione quando ho visto Tristall, Galbion e Aci attraverso gli occhi di Bastian, e fa uno strano effetto pensare che loro siano riusciti a sopravvivere un po' di più, rende il tutto più amaro.
Quantomento il pensiero di Bastian rispecchia il mio quando hai presentato Aci per la prima volta: l'arciere non sembra sapere esattamente cosa stia facendo e cosa significhi la guerra, pare fin troppo ingenuo ed entusiasta, ma probabilmente è la sua maschera per nascondere le sue paure e affrontare l'orrore.
Quello stesso orrore che Bastian ha visto e provato sulla sua pelle e che cerca di spiegare anche a Miva, per farla desistere dall'intraprendere quella carriera. Ma la ragazza è testarda e non bastano poche parole dette rudenmente per farle rinunciare a quest'impresa rischiosa. Come Bastian, nemmeno lei si rende conto di cosa significhi la guerra (quella combattuta sui campi di battaglia tra ferro, sangue e fango) e sebbene non ne abbia un'immagine idealizzata come quella che era stata di Bastian, non ne ha nemmeno un'idea precisa.
Anche per lei la strada è lunga, ed è solo all'inizio.
Sono proprio curiosa di vedere come quella ragazzina forte eppure delicata sia diventata la guerrira forte, determinata, leale e intelligente che è ora.
Ayr |