Prima classificata nel contest: The Het&Slash Dream Contest! di Setsy e s.Elric_
Koa__ con: If you leave me, I’ll love you anyway
Grammatica: 9.30/10
ad agitarti le punte dita = le punte delle dita
di felicità hai ancora in corpo = che hai ancora in corpo
pigrizia fatta a persona = fatta persona
propensione nello attività = nelle attività
suggerito briciolo di razionalità = suggerito il briciolo di razionalità
Io l’amore io non so farlo, John = c’è un “io” ripetuto inutilmente
Lei, Ella era convinta = Lei, Ella, era convinta
Sono sfuggite alcune sviste, di piccola entità, ma che potevano facilmente essere evitate. So che sono tali, ma ovviamente devo conteggiarle come errori
Stile: 10/10
Non è una sorpresa per me quanto il tuo stile possa essere elegante e insieme inconfondibile, pieno di vocaboli ricercati ma mai barocchi. Non che a me questi ultimi dispiacciano, anzi, ma trovo che lo stile di un autore ― parlando di fanfiction — guadagni se è in linea con il canone della storia originale, se accompagna in modo credibile i personaggi come se anche la voce narrante si fondesse nella situazione descritta.
La seconda persona che usi per John rende il racconto molto intimo; appiana lo stacco, appunto, tra dialoghi, pensieri e narratore esterno. Un espediente rischioso, che bisogna saper usare per non scavarsi da soli la proverbiale fossa: potrebbe suonare pedante, didattico, invece ti trasporta nella lettura, ti senti chiamato personalmente a partecipare.
John, con la sua maggior facilità nel manifestare emozioni, è stato un’ottima scelta come carattere portante; non funziona a scomparti, lui. É assolutamente credibile che traslochi, pensi al benessere di Rosie e analizzi le reazioni di Sherlock nello stesso momento.
Questo perché nelle frasi che hai creato c’è una passione vibrante anche se trattenuta, o quasi autocondannata, come in questo passaggio: “hai baciato il tuo migliore amico e sì, è stato… oh, orrendamente meraviglioso”.
Quell’orrendamente è il fulcro del passaggio, rende alla perfezione lo stato d’animo in cui chi legge deve trovarsi, e così restarne conquistato.
Viene fuori un amore che non può più essere taciuto, sarebbe ipocrita, invece che rispettoso. E Sherlock con le sue parole titubanti completa questa sensazione di avere avuto accesso a qualcosa di privato, viene spontaneo trattenere il fiato per non disturbare.
Le espressioni di Sherlock sono quasi poesia: è come se dicesse molto parlando il meno possibile, perfino con poca mimica facciale. Accenni di timidi sorrisi, voce bassa, paura che paralizza tanto da reggersi allo stipite di una porta.
Il linguaggio che hai usato è un acquarello: lieve e sfumato, accarezza il lettore con la sua delicatezza.
Caratterizzazione personaggi e sviluppo coppia: 15/15
Questa coppia offre molto come nasconde insidie, perché è la perfetta definizione di ciò che è a cavallo tra canon e fanon, secondo me. Per cui ha dei suoi meccanismi, ma molto va anche inventato o — giustamente — dedotto.
La personalità di ambedue è rappresentata in modo perfetto, nelle loro diversità che li portano, alla fine, a un sentire così unito.
John è un uomo d’azione: mentre Sherlock da istruzioni, lui monta lettini, disfa bagagli e intanto ascolta la voce dell’istinto che si fa strada attraverso il suo “non essere gay”; sa che non è un’idea ragionevole, ma non è con le paure che si vincono le guerre, vero? E allora via, un bacio dato d’impulso, un avvicinarsi quasi aggressivo, con la carnalità del corpo che si preme su quello etereo e diafano del nostro investigatore, con parole gridate e dichiarazioni esplicite.
È una persona calda, trovo che questo tratto fondamentale sia rappresentato egregiamente!
Sherlock mostra il suo lato più fragile, quello che può venir fuori solo con John e Rosie, la sua vera famiglia. Quando dopo una prima fase nella quale è la creatura indisponente che sappiamo (immagino l’ordine logico dei vestitini di Rosie: alfabetico? Abitino, bavaglino, canottiera?) realizza che John è davvero lì, e la felicità inizia a trasparire sotto forma di musica…
Così insicuro da scusarsi perché non sa fare l’amore, da interpretare in male la devozione di John, da respirare a fatica. Credo che sarebbe proprio così.
Trama: 4.5/5
C’è una sola pecca in questa trama, se vogliamo chiamarla così. È molto semplice e lineare, in quanto è una introspettiva, più che la narrazione di molti eventi. In realtà va benissimo com’è, anche se ai fini del contest va considerato che ci sono molte storie che mostrano il momento in cui i due uomini si mettono insieme. Per il resto non ho nulla da ridire, anzi! Pur esplorando un ipotetico post-quarta stagione è assolutamente credibile, misurata sugli atteggiamenti IC dei personaggi, così giusta da essere praticamente canonica. Una volta che John e Sherlock tornano a vivere insieme, considerando che hai mostrato un John piuttosto guarito dal dolore vivo della vedovanza, la cosa normale è che nutrano così tanti sentimenti uno per l’altro da non poterli reprimere… e lo slancio per avvicinarsi fisicamente passi dal soldato John, la persona più concreta, tra i due.
Uso del pacchetto: 10/10
Completo, e molto ben riuscito. Parto dal titolo della canzone, che racchiude il fulcro dell'amore di John, che non è certo passeggero, ma ha solide fondamenta, e come tale sa aspettare, perché è profondo e maturo.
Anche "aspetta" è d'effetto, non è tanto un richiamo materiale, ma un invito a Sherlock a non fuggire con la testa, perché è quello che sarebbe irrimediabile. Per altro hai inserito la canzone in modo basilare ma efficace, proprio come musica alla radio, che viene ascoltata dai protagonisti. Direi che ci siamo del tutto.
La frase è ancora più importante, sfruttata in ogni passaggio della one-shot. Le notti di John sono senz’altro una serie di prove tormentose, da quelle nelle quali credeva Sherlock morto, a quelle in cui si domandava semplicemente come definire il loro rapporto, a quelle sulle quali aleggia il senso di colpa per come l’ha trattato dopo la morte di Mary. C’è la ragione, ci sono le valutazioni “intelligenti”, ma non bastano affatto. Quello che alla fine cambia tutto è la voce di Sherlock che si scioglie in una risata, così inattesa visto tutto quello che è successo. Non c’è una sbavatura, in questo uso del pacchetto.
Gradimento personale: 5/5
Puro romanticismo Johnlock. E con questo non premio affatto la coppia — non lo trovo giusto, se non è segnalato dall’inizio — ma come li hai resi, il tuo lavoro. Ci sono quei piccoli gesti che li rendono riconoscibili, un amore che non può essere negato più a lungo, parole che esprimono il dolore della loro divisione, specie da parte di John, che ha svitato le lampadine per non poter fare luce, per scusare se stesso per l’illusione che desidera coltivare. L’ho trovato il passaggio più commovente di questa storia struggente e dolce. Peccato, ai fini del punteggio, che tu non abbia riletto bene per eliminare refusi e altri errorini.
Totale: 53.70/55
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