Recensioni per
Scars to your beautiful
di GeoFender

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
21/03/18, ore 19:41

Questa fanfiction è un po' strana per i miei gusti. Solitamente se leggo la parola "lemon" nell'introduzione mi aspetto che sia una lemon! Per non parlare del caos nella trama, troppa confusione. Ma quello che mi ha dato più fastidio? La E' che dovrebbe essere maiuscola È.

Recensore Master
28/09/17, ore 23:22

7^ classificata al contest "La rivincita dei piccoli fandom"

GeoFender – Supergirl Scars to your beautiful

Titolo 1/5 → il senso del titolo è chiaro, ma avresti sicuramente potuto trovare qualcosa di più accattivante o persino evocativo.
Sinossi in 200 parole 0/5 → non c’è nessuna introduzione alla storia. Hai semplicemente riportato una frase del testo.
Formattazione 5/10 
– Il testo non è allineato → 0 punti; 
– Mancano le rientranze sul margine sinistro → 0 punti; 
– Corretto utilizzo di corsivo, grassetto, sottolineato → 2 punti; 
– Manca l’impostazione dei paragrafi → 1 punti; 
– Corretto utilizzo dei simboli grafici (apici, virgolette, trattini) → 2 punti. 
Grammatica ed ortografia: 7/10 → nonostante non ci siano molti veri e propri errori, ci sono diverse sviste, alcune costruzioni sono un po’ traballanti. Di seguito ti segno ogni cosa.
Stile/lessico: 6/10 → lessico semplice, stile che va limato: c’è qualche ripetizione, ci sono delle frasi articolate male, ma anche queste cose te le segnalerò di seguito.
Originalità: 2/5 → niente di nuovo sotto il sole: la prima volta di due donne che si amano. La paura delle cicatrici e il loro “significato” mi hanno ricordato la scena tra Beka e Nyal ne “Il traditore di Kerry” di Lynn Flewelling.
Caratterizzazione dei personaggi: 6/10 → dici poco dei personaggi e, se va bene quando accenni al lavoro, non va altrettanto bene il resto: “la latina”, “la castana” ripetuti più e più volte sono fastidiosi (lo sono anche una volta sola). Ci sono molti altri modi per citare un personaggio, a partire dal nome, fatto sta che, non conoscendo i personaggi, ho una discreta confusione su chi sia chi e chi abbia fatto cosa.
Contestualizzazione: 8/10
attinenza al tema del contest → 2/4 punti: nel bando avevo specificato che avrei valutato la storia come un’originale, quindi avresti dovuto darmi gli elementi per poterla capire. Non sei andata fuori tema, ma non mi hai dato abbastanza informazioni da capire di cosa tu abbia scritto. 
– rating: rosso. Mi attengo strettamente al regolamento, che prevede che le lemon abbiano rating rosso, ma la tua lemon è poco più di una lime → 2 punti; 
– genere: Erotico; Romantico → 2 punti; 
– avvertimento/nota: Lemon; Missing Moment → 2 punti.

Totale: 35/65

“[…] si era dimessa subito dal suo ruolo di Capitano e [...]” → se si è dimessa è implicito che prima avesse quello specifico ruolo, quindi “suo” è ridondante.

"Evitava di fare il primo passo, proprio perché tra le due era quello con più esperienza.” → è una donna, quindi “quella”.

“Si ritrovavano più volte a baciarsi sul divano o sul letto, ma la latina si fermava sempre per non forzare la castana, era l'ultima cosa che voleva. Ma una delle cose che Maggie odiava di più di sé, erano le sue cicatrici.” → in queste due frasi ci sono varie cose che non vanno, la “latina” e la “castana” non sono associabili: “la bionda e la mora” o “l’orientale e la latina” lo saperebbero. Resta comunque un brutto modo di indicare i personaggi. Dopo “la castana”, più che una virgola, ci sarebbero stati bene i due punti. Infine, la frase successiva inizia con “ma”, una congiunzione disgiuntiva; possiamo parafrasarla con “non voleva forzarla, ma la cosa che odiava di più erano...”e tutta l’attenzione che sembra mostrare per la compagna va a farsi benedire perché, messa così, pare che tenga più a se stesa che all’altra. Altra cosa: “proprie cicatrici”: in questo contesto, con “sue”, indichi quelle dell’altra donna.

“Diverse volte si era trovata nella situazione di farsi medicare da Alex ma, non sapeva come, era sempre riuscita a non farle vedere gli altri segni presenti sulla sua pelle.” → “propria pelle”.

“[...] durante le lezioni di yoga indossava sempre un qualcosa che le coprisse il busto.” → “qualcosa”, non “un qualcosa” che indica qualcosa di molto più vago, mentre qui si parla di lezioni di yoga, per cui non è che può andarci una volta col cappotto e una con un vestito a fiori.

“Alex si trovava infatti a cavalcioni della latina, [...]” → considerando che stai scrivendo dal punto di vista “della latina” sarebbe stato più scorrevole “Alex le stava a cavalcioni”.

“La detective cercò in tutti i modi di liberarsi dalla presa dell'agente ma veniva sempre anticipata da lei e rideva come una bambina sotto il tocco di quelle dita. Ritornava tale quando era con la castana.” → anche qui la costruzione è barcollante: “la detective cercò di liberarsi dalla presa dell’agente, che però riusciva sempre ad anticiparla e a farla ridere come una bambina. Così si sentiva sempre con lei/sotto il tocco delle sue dita”.

"Le sue mani cessarono di muoversi e si posarono sul viso della mora, che sorrise mettendo in mostra le sue fossette a quel gesto.” → anche in questo caso il “sue” riferito è fossette è superfluo (oltre che sbagliato: sono le “proprie” fossette). “a quel gesto” è superfluo perché abbiamo appena visto il gesto che fa sorridere Maggie.

“I loro sguardi si persero l'uno nell'altro e Maggie smise di respirare per un istante per quello che lesse in quello di Alex. C'era tanto amore, senso di protezione e altro che non sapeva definire in esso. Ma il suo cuore era leggero e gonfio di gioia al tempo stesso per una cosa così semplice.” → altra frase traballante “I loro sguardi si persero l’uno nell’altro e quello che Meggie vide negli occhi di Alex la fece smettere di respirare per un istante”; la congiunzione disgiuntiva fa pensare che la situazione, a questo punto, si inverta: se Alex a tolto il fiato a Meggie per qualcosa di buono (amore? Passione?), i sentimenti di Meggie dovrebbero essere ora negativi, ma il suo cuore è “leggero e gonfio di gioia”, quindi si suppone che lo sguardo di Alex esprimesse sentimenti negativi (ansia? Paura?), il che mette in dubbio l’amore di Meggie per lei. “al tempo stesso per una cosa così semplice” non ha nessun senso nell’economia della frase: “leggero” e al contempo “pieno di gioia” non sarebbe una condizione strana, quindi non serve “e al contempo”. “per una cosa così semplice” poi, è riferito, pare, alla gioia della situazione, ai loro sguardi persi uno nell’altro: come prima, è una situazione che abbiamo appena visto, quindi non serve richiamarla.

“[…] Alex posò le mani di Maggie sui suoi fianchi [...]” → “propri” fianchi, a meno che non le stia mettendo le mani a posto, ma il seguito ci dice che non è così.

“La detective le garantì l'accesso [...]” → “consentì” l’accesso. “Garantire” suppone che l’azione garantita avverrà in un momento successivo.

“L'agente, seppur titubante, annuì staccandosi da lei e alzò le braccia, permettendole di toglierla e lanciandola sul pavimento chiaro.” → “toglierla e lanciarla”

“Il respiro caldo dell'agente le solleticò l'orecchio e sentendolo, la detective [...]” → manca una virgola prima di “sentendolo”.

“Maggie gemette piano non appena sentì i suoi denti premuti sul suo labbro [...]” → “proprio” labbro.

“Ripeté perfettamente i gesti con il lato opposto [...]” → “sul” lato opposto o “spostando anche l’altra spallina”, altrimenti pare che usi due lati diversi della bocca.

“Sorridendo, adagiò la schiena ormai nuda sul letto e le sue mani afferrarono il bordo della sua canottiera, venendo però bloccata da quelle della latina.” → il soggetto è “le sue mani”, sono quindi loro a essere “bloccate”.

“[...] le parole le morirono in gola non appena sentì la lingua calda sul capezzolo. Un debole gemito sfuggì dalle labbra semi aperte e Maggie iniziò a giocare con esso, [...]” → in questa frase ci sono due errori in uno: esso. “Egli/ella/esso” si usano solo come soggetti. So che lo si trovano spesso in altri casi, ma è sbagliato. Avresti potuto scrivere “iniziò a giocarci”, ma resterebbe il fatto che, data la frase, sta giocando con “il debole gemito” e non con il capezzolo della frase precedente, come invece credo tu intendessi. “le parole le morirono in gola non appena sentì la lingua calda giocare sul capezzolo fino a strapparle dalle labbra un debole gemito”.

“Le sue labbra iniziarono a scendere, partendo dallo sterno per poi proseguire sull'addome. Non si stupì di certo quando vide delle cicatrici su di esso, [...]” → “su di esso” è sbagliato sia per la posizione di “esso”, come detto prima, sia perché è del tutto superfluo: sappiamo già quale parte del corpo stia esplorando.

“ e Maggie, sentendo il suo cuore stringersi a quella vista e risalì lentamente [...]” → “sentendo e risalì”: in questo caso credo che la soluzione migliore sarebbe togliere la congiunzione “e” e sostituirla con una virgola.

“[...] pantaloncini sanguigni [...]” → nessun errore, ma trovo la scelta del termine “sanguigni” particolarmente inadatta: hai parlato di ferite e cicatrici fino a poco fa, richiamare anche la vista del sangue lo trovo eccessivo. Molto meglio un più banale “rossi”.

“Di certo non si aspettava che esse uscissero dalle labbra dell’agente perché doveva essere lei quella nervosa per non essersi mai avventurata in una cosa del genere prima d’ora.” → prima “d’allora”: la narrazione è al passato, quindi non è “questo” momento, ma “quello”.

“Un suono simile allo squittio uscì dalla bocca dell'agente, [...]” → simile “a uno” squittio/ “allo squittire (di un topo)”.

“Un gemito venne soffocato sul collo color caffè e, audace, la castana lasciò un rosso succhiotto su di esso, [...]” → come prima. “la castana vi lasciò un rosso succhiotto”.

“[...] spazzato via qualche istante dopo non appena Maggie iniziò [...]” → tra “dopo” e “non” serve una virgola.

“E’ [...]” → il simbolo per la “è” maiuscola è: “È”.