Ciao, stavo girovagando qua e là in cerca di storie da leggere e sono incappata in questa. Mi ricordo di averla notata, all'epoca, ma di non essermi fermata a leggerla perché io e il fluff andiamo un po' a fasi alterne. A periodi, diciamo così. La leggo ora, perché è meglio tardi che mai, come si dice... E mi fermo ovviamente a recensire, perché hai fatto un ottimo lavoro secondo me.
Ti dico subito che mi è piaciuta davvero molto. Ovviamente se ci si imbatte in una storia del genere si dev'essere amanti delle parentlock e del fluff, per leggerla, perché c'è sia l'una che l'altra cosa in quantità davvero massicce. In passato non ho apprezzato troppo il fluff, ma di recente non lo disdegno affatto (anche se continua a non piacermi quando è troppo sdolcinato e se fa sfociare i personaggi nell'OOC) e qui in questa storia è sempre stato godibile e non esagerato. Almeno secondo me. E quindi eccomi qua. Dunque, non sapevo bene che cosa ti avesse ispirata e l'ho capito soltanto alla fine quando hai citato la Challenge. Mi sono ritrovata a ringraziare chiunque ti abbia dato l'input necessario a scriverla e quindi a sorridere mentre vedevo la fanart che hai disegnato e che è davvero bellissima. Io adoro le tue fanart!
Per quanto riguarda la storia... l'hai scritta in prima persona e ci sei riuscita dando una giusta profondità al personaggio e senza stancare troppo. Il rischio quando si scrive in prima persona è sempre "l'elenco della spesa" il cadere nell'errore del: faccio questo, faccio quell'altro e dopo quell'altro ancora. E di ripetere queste frasi lungo tutta la storia e farla, di fatto, diventare noiosa e ripetitiva. Qui invece il testo è fluido, godibile. Sufficientemente approfondito per essere una storia gradevole e profonda, ma non troppo introspettiva. Cosa che forse avrebbe stonato con la leggerezza della storia. Ho trovato i giusti equilibri, la corretta fluidità e una buona dose di ironia. Hai costruito un contesto che ho trovato molto credibile e in cui vediamo John e Rosie vivere a Baker Street (sempre gradita), la quarta stagione è ormai alle spalle e abbiamo uno Sherlock che si sente forse un po' un estraneo e che sente di godersi di un qualcosa che non lo riguarda in prima persona. O almeno, questa è stata la mia impressione. Io rimango sempre colpita quando si tratta di Sherlock e infatti ci sono un paio di cose che mi hanno coinvolta emotivamente. La prima situazione è quando Sherlock dice a John di voler comprare lui di persona un regalo per Rosie. E che non gli è sufficiente l'appiccicare un nome su un regalo. Questo mi è piaciuto tantissimo, perché è il segno di quanto Sherlock adori quella bambina. Di quanto si senta coinvolto da lei e da John e fino a che punto desidera e vorrebbe farne parte. Forse non ci riesce amando John in maniera dichiarata e nemmeno essendo il padre effettivo di Rosie, ma vuole ritagliarsi uno spazietto piccolo. Facendole un regalo. E questa volta azzeccandoci, niente farfalle morte... Bellissima quella parte! Sherlock ama l'idea di farsi chiamare "papà Sherlock", il che è evidentissimo e ritengo che giudichi se stesso e il fatto che gli piaccia, fin troppo duramente. Ho visto uno Sherlock che prende le distanze da quella piccola frase e che vuole quasi spiegare a una bambina tanto piccola le complicate relazioni tra adulti (quando nemmeno loro si son spiegati fra di loro, ma vabbé...) e questo per non infastidire John. Per non farlo sentire a disagio o per non farlo soffrire. John che invece la vive benissimo, e che lascia correre. L'altra cosa che mi ha colpita è la ritrosia di Sherlock. Il suo essere geloso e possessivo, l'amare profondamente, ma il tirarsi indietro e il farlo per amore. Fa delle domande e prova a dedurre, ma non azzarda a dire nulla se non poche parole. Di certo non capisce quello che invece è chiarissimo per tutti, ovvero che John lo ricambia alla grande. Hai costruito una scena bellissima, molto dolce e anche divertente con Rosie che trucca e pettina Sherlock come se fosse una delle sue bambole. Ci sono risate e poi quel bacio, leggero, ma che per Sherlock e John ha un significato immenso.
La tua storia mi ha lasciato addosso tante belle sensazioni positive. Come dicevo, c'è molta dolcezza ma non eccessiva. Sei stata davvero bravissima.
Koa |