Ciao, caro!
Devo dire che questa poesia mi è piaciuta tantissimo. Credo rientri, ad ora, tra le mie preferite di questa raccolta, che ammontano ad un numero alquanto elevato.
Nell'intero componimento si respira l'aria salmastra dell'oceano, il suono delle onde che si infrangono sui litorali bagnati. E' evidente quanto profondo sia il suo testo: riesco proprio a sentirmi accarezzato dalla brezza marina, tra conchiglie, sabbia, coralli e delfini.
Tra l'altro - cercando sempre di dare un'interpretazione generale al testo e al suo insito significato - posso dire che la figura del delfino è intrisa di una simbologia importantissima per lo scenario in cui hai ambientato il componimento. Il delfino era considerato dagli antichi come compagno dei marinai, una guida semidivina, la cui natura speciale è stata anche celebrata nella Commedia di Dante ("Come i dalfini, quando fanno segno/ a’ marinar con l’arco de la schiena/ che s’argomentin di campar lor legno"; Inferno, XXII). I delfini, pertanto, sono dei veri e propri moniti per l'uomo, e stanno ad indicare una prossima sventura da cui stare all'erta... certamente, un finale del tutto burrascoso (nel nostro caso, oserei direi, più che perfetto come esempio).
I primi versi della poesia ci mostrano un mare cristallino e lucente divenire di colpo di una gradazione del porpora. La limpidezza delle acque viene distrutta da un colore che può sì significare sventura, ma anche passione. Ed è proprio di passione che l'intero testo è annacquato.
Potrei farti un elenco di tutte le parole che ho trovato quanto mai precise e puntuali nel loro contesto e nel loro compito di disegnare una figura perfetta, ma sarebbe soltanto inutile. Nessuna parola è lasciata al caso: dagli aggettivi come pirateschi, cerulei alle immagini dei coralli.
E ho apprezzato molto anche la direzione che le strofe assumono. Lentamente, il componimento si dipana fino ad uno scioglimento totale. L'estate - la stagione della passione, dell'arsura dei cuori e non solo - si discioglie per lasciare spazio ad un gelido Inverno, sinonimo di freddezza non solo atmosferica, ma anche fisica e sentimentale. E così, dove un tempo il nostro protagonista passava le giornate, coccolato e beato, nel misto di afa e calore di un'arsa spiaggia, ora non resta altro che una costa gelata. Direi: proprio come il suo cuore.
Un componimento davvero, davvero molto bello!
Un abbraccio e vivissimi complimenti - ormai pleonastici - ma, sono sicuro, sempre ben accetti!
Makil_
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