Recensioni per
Here in the calm after the storm.
di Unintended6

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/12/17, ore 11:07

Ciao, so di essere in un ritardo astronomico (e vergognoso), ma a mia discolpa posso dire che mi sono accorta dell'esistenza di questa storia soltanto recentissimamente. Prima quando l'hai pubblicata non l'avevo proprio notata. L'ho letta adesso, con un peso sul cuore e adesso andrò a spiegare anche il perché. Anzitutto, e mi perdonerai ma devo dirtelo, sono stupita del fatto che una storia tanto ben scritta sia ancora senza una recensione. Non me ne capacito e dico davvero, è una cosa che non riesco proprio a comprendere.

Per quanto riguarda la trama e la sua evoluzione, dunque, è una storia per nulla facile da affrontare. Immagino soltanto che cosa sia stato lo scrivere di John e Sherlock appena dopo la morte di Mary, quindi già solo per questo ti meriti una metaforica pacca sulla spalla perché hai affrontato un periodo delicato della serie e lo hai fatto senza esasperazioni, ma mantenendo perfettamente tutti gli equilibri del caso. Immagino il coinvolgimento personale ed emotivo che hai affrontato. La storia sembra un azzardo già per come è scritta, usare la prima persona può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Un metodo di scrittura difficilissimo da usare, che però è d'effetto e infatti aiuta tanto l'autore a dare la profondità necessaria al personaggio. Naturalmente dev'essere perfetta narrativamente parlando, altrimenti ecco che si crea una pesantezza di lettura non indifferente. Tu te la sei cavata egregiamente, mostrandoci un John dilaniato dal dolore per la perdita della moglie. E le parole scorrono una dopo l'altra in maniera chiara e precisa. La caratterizzazione dei personaggi è convincente. Per certi versi sembra assurdo che John si preoccupi del vedere o non vedere Sherlock, quando sua moglie è morta neanche una settimana prima e lui si ritrova con una bambina di neanche un anno d'età. Può sembrare ridicolo e fuori dal personaggio, eppure sappiamo benissimo che è esattamente quello che è accaduto, né più, né meno. John è molto in carattere, forse lievemente più addolcito rispetto alla serie, ma questa è una tua precisa scelta. Diciamo che è un "what if?" in piena regola. La stessa "regola" interpretativa che ti porta verso una strada slash. Ecco, non c'è strettamente la Johnlock in questa storia, io stessa credo non la si possa concepire a così poco tempo dopo la morte di Mary, però può essere comodamente una pre-slash. Un qualcosa che in futuro potrebbe portare i due verso un amore di un tipo romantico. Ho visto esattamente questo spirito nella tua storia. Un ricorrersi l'un l'altro, un fare di tutto non soffrire ma il farlo lontani e alla fine il ritrovarsi a stare bene soltanto quando l'altro c'è ed è a fianco. Anche se, come accennavo anche prima, la storia è una storia complessa. Ti travolge all'inizio e ti lascia un peso sul cuore che viene lenito soltanto alla fine, con il ritrovarsi di John e Sherlock. Ma è una storia complicata, perché ci sono molti fili da districare, tante complessità che derivano dalla situazione particolare e dal carattere di entrambi che tu districhi alla perfezione. Mi viene in mente la descrizione di Sherlock fatta da John a un certo punto. Non una di un tipo fisico, ma più caratteriale. John fa un'analisi precisa di Sherlock Holmes e del suo affrontare i sentimenti e lo fa nel momento in cui capisce che sta provando a parlargli ma non ci riesce bene. La sofferenza in Sherlock è palese e fa davvero molto male, forse più di quanto non faccia male quella di John e questo perché, essendo la storia scritta in prima persona, è il dolore di Sherlock a travolgere John. E di conseguenza anche il lettore. Un dolore che è prima di tutto visivo e che poi arriva anche tramite le parole, anche se poche. Hai fatto un gran lavoro con entrambi secondo me. Ma più di tutto rimane il loro non esser capaci di stare lontani. John non vuole soffrire da solo. Vede Sherlock e non avrebbe voluto averlo visto. Qui non si infuria come fa in The six Thatcher, ma invece accetta l'invito di Sherlock. Lo insegue. Gli va dietro. E anche se non sa come affrontarlo, se magari ha persino paura di farlo, rimane al suo fianco. C'è un ritrovarsi alla fine che è stato descritto con molta dolcezza. Decisamente bello il modo in cui si abbracciano e come leniscono le ferite dell'altro. Stupendo, poi, il riferimento alle lacrime che iniziano a scendere. Il pensare di non esser più capace di fermarle se anche ne scende una sola.

Insomma, questa è una bella storia. Dura. Non facile da accettare. Ma che alla fine lascia sentimenti di leggerezza ed è questo a contare di più. Complimenti.
Koa